Per cinque giorni ho fatto sempre la stessa strada in bici che mi portava dall’hotel, situato proprio sotto la strada che sale alle Manie, alla piazza centrale, dove c’era il cuore pulsante di questa fantastica edizione dell’Enduro World Series di Finale Ligure

lungomare

Per quattro giorni ho pedalato il bellissimo lungo mare la mattina presto. Fino al benzinaio tutto sembrava come un normale giorno di bassa stagione, poi BOOM, la strada prendeva vita di colpo, c’era fermento, tutti facevano qualche cosa, centinaia di bici ovunque, meccanici che portavano cornetti freschi ai paddock, altri invitavano i compagni di squadra per un cappuccino o una focaccia, pronunciata con uno spiccato accento sulla “i”. Era bellissimo vedere come tante vite stavano girando già dalle prime ore del mattino su una giostra velocissima e io, con la mia bici a passo d’uomo, dovevo far attenzione a non agganciare qualcuno con il manubrio.

gelato

Non oso immaginare quanti quintali di gelato siano partiti nei quattro giorni di questa EWS. Più gente vedevo con il gelato in mano, più ero orgoglioso dell’eccellenza indiscussa di un prodotto made in Italy

sera

Non solo c’era fermento la mattina presto, ma anche in tarda serata. I sentieri erano stupendi, con tratti molto impegnativi e i meccanici hanno dovuto fare gli straordinari per mettere a punto i mezzi decisamente sollecitati

fiori

In un mare di persone non potevano mancare i venditori ambulanti di fiori. Il mio timore era di ritrovarmeli sui trail, appostati strategicamente sui punti tecnici dove era consigliato rallentare…

Poi è arrivato il quinto giorno, il lunedì.

Fortunatamente il ciclone della domenica sera aveva lasciato spazio a qualche raggio di sole che mi scaldava il lato sinistro del viso e come ogni mattina mi sono preso la mia biciclettina per raggiungere gli altri nella piazza centrale. Il lungo mare che i giorni precedenti era affollato e trafficato adesso mi faceva una grande tristezza.
Ma come, é già finita questa “festa” della mountainbike mondiale? Pedalando in solitaria tra mille fascette tagliate e altri segni lasciati dai biker, il mio cervello si è addentrato in un meandro complesso, o forse no, che riguarda quello che viene dopo un evento del genere.
Non il day after, ma il come continuare ad invogliare la gente a frequentare una località conosciuta grazie ad un evento. Non mi riferisco nello specifico a Finale Ligure, ma a tutte quelle località che lasciano morire una miccia accesa con tanta fatica.

dida_

Gran parte degli eventi legati al nostro sport sono gremiti di un’informazione che gira sempre più veloce. Occasioni del genere servono per mostrare uno dei “menu” più ricchi al mondo, l’Italia.
Ma siamo sicuri che poi ci sia un impegno concreto da parte dei Comuni e dei privati che traggono un beneficio da questo tipo di turismo, per rimettere tutto a posto o modificare la propria cultura in favore dei biker?

panorama

Finale Ligure, la Liguria e praticamente tutto il resto d’Italia, ha un potenziale che sembra ancora essere incompreso da molti, e di certo non mi riferisco agli stranieri abituati ad un territorio di certo limitato rispetto al nostro.
Il turismo legato alle due ruote potrebbe risollevare un’economia che oggi mette in serie difficoltà un po’ tutti. Ma chi ha il pane ha i denti? Soprattutto ci sarà la volontà di ripristinare i trail allo stato “ante evento”?

deserto

Questo è il viale del lungo mare il lunedì mattina, anziani a passeggio e gelaterie vuote. Cara Italia, sviluppiamo una cultura del turismo (che a Finale Ligure già c’è in parte) e invogliamo connazionali e non a scegliere noi piuttosto che altri spot

stappa

Questo è Jerome Clementz che stappa vittorioso in faccia al nostro Matteo Cappè. L’euforia è ai massimi livelli e la festa è in pieno boom. Non dimentichiamoci che, finita la festa, qualcuno si dovrà rimboccare le maniche di nuovo per sistemare i trail e preparare una nuova semina.

Complimenti a tutti quelli che hanno contribuito a rendere questa tappa dell’Enduro World Series una vera figata!

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A proposito dell'autore

Una figura chiave nel panorama della mountainbike italiana e internazionale. La sua presenza spazia dall'essere giornalista, tester, testimonial, protagonista di un canale Vimeo seguitissimo e co-fondatore della Gravity School.