Marco Milivinti porta a casa con un bel margine una vittoria fatta di fango, sudore e due prove speciali molto lunghe e fisiche

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Pezzeda si trova a Collio, in Val Trompia, in provincia di Brescia, a 1000 metri di altitudine. Agli appassionati di gravity il nome suonerà famigliare, infatti la località ha ospitato diverse gare di downhill in passato, tra le quali anche il campionato italiano nel 2009. Un periodo di chiusura forzato dopo quella data vede ora tornare in funzione la seggiovia (anche se solo metà troncone) e il rilancio della località per quanto riguarda la mtb e l’outdoor.

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Due sole prove speciali, molto lunghe e varie (una da quasi 20 minuti!!), da affrontare dopo aver percorso una parte di salita con la seggiovia e una parte a pedali e a spinta, con alcuni muri belli ripidi (l’ex pista da sci), per circa 40 minuti ogni salita. Il meteo parte male con un mega acquazzone all’alba, poi un bel sole fino alle 13 con ancora delle nuvole minacciose e pioggia leggera, per finire ancora col sole. Il fango in alcuni punti è davvero insidioso, soprattutto nei tratti tra l’erba dei vari strappi in salita delle ps:  la patina è tanto viscida da rendere molto difficoltoso spingere la bici, figuriamoci pedalare. Le due tracce sono un misto di sentiero stretto in costa, singletrack, strada bianca, strada cementata e “double-track” (le carrarecce, per intenderci), e circa un centinaio di tornanti nella sola ps1! Il fondo è molto vario, fango molle o bagnato, pozze, “paludi” di terreno cedevole, fango sabbioso, rocce affioranti e smosse e alcuni tratti con mille radici tentacolari infangate, che bellezza!

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Bike&Co si occupa della supervisione, della segreteria e della parte commerciale, ma l’organizzazione è affidata al gruppo locale, il Brescia DH Team, il quale si trova alle prese con la prima gara di enduro. Un grande impegno da parte loro ma qualcosa qua e là è sfuggito…

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Let’s get started

Solitamente alle gare, nei giorni precedenti, faccio un giro pedalato o meccanizzato su tutte le prove speciali per evitare sorprese e memorizzare i passaggi. Agosto: press camp, ferie, Eurobike, troppi impegni e il tempo scarseggia… a Pezzeda vado alla cieca: voglio provare il brivido di buttarmi a capofitto su sentieri sconosciuti, ride blind!

Purtroppo mi perdo una volta nella prima speciale e nella seconda sbaglio strada due volte, e non sono sicuramente l’unico. I sentieri della gara sono fettucciati in alcuni tratti in modo un po’ approssimativo e in altri, ai bivi, non è chiaro quale svolta prendere. Anche chi è stato a provare i giorni precedenti è d’accordo sul fatto che in alcuni punti non si capisca né da dove salire, né da dove scendere. Strano, perché le altre due gare precedenti sono state impeccabili; faccio presente la cosa all’organizzazione e mi rispondono che hanno fatto tutto il possibile per il miglior svolgimento della gara ed “è tutto segnato”.

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Vuoi per la sveglia alle 5, vuoi per la partenza ancora a freddo, vuoi per la fangazza totale, al primo buco nel sentiero sbando e finisco giù dalla riva, per fortuna non troppo ripida, e perdo una marea di tempo a rimettermi in bici. Verso il dodicesimo minuto di gara poi, complice la stanchezza, la maschera appannata e tutto il resto, in un tornante prendo una pietra con l’anteriore e cado in avanti sbattendo il palmo della mano su un sasso. Dolore, parolacce, faccio passare due rider e proseguo, giunto alla strada bianca vedo due sentieri, chiedo a dei volontari quale sia direzione è giusta e finisco la ps abbastanza incazzato.

Tra la prima ps e il controllo orario (leggo sull’adesivo applicato al mio telaio) c’è un’ora e mezza: ok, torno in paese pedalando, cinque minuti e ci sono. Ci sarà il ristoro… mmm, no. Bottigliette d’acqua. Lavo la bici al lavaggio (una canna dell’acqua) e chiedo se c’è qualcosa da mangiare, mi rispondono “no, il ristoro dopo, se vuoi posso darti una banana…”. Ok, mangio la banana ma le mie perplessità aumentano: c’è il pasta party, ma costa cinque euro…  è la prima volta che mi capita! Alla fine mangio un panino che i ragazzi di Bike&Co gentilmente mi offrono, mi cambio la maglia, resa quasi completamente marrone dal fango e dalle due cadute, e aspetto, con quella bella sensazione di fondoschiena fradicio…

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Salgo sulla seggiovia con Federico Valenzisi che parte dietro di me col numero 8 e sta facendo una buona gara, cerco di pensare positivo e godermi il paesaggio, chiaccherando con i ragazzi durante la salita. Start ps2: nessuno sa da che parte sia la pista, se in salita o in discesa. Bene! Dopo alcuni minuti persi giù nel piazzale ad aspettare un controllo orario che non c’è stato, e altri persi qui cercando di capire da che parte vada la pista, “pronti-via!”, è il mio turno. Decido di prenderla come viene e divertirmi, dico a Fede: “Se mi raggiungi ti faccio passare e poi caccia al leprotto!”. Questa speciale, a parte l’inizio un po’ incerto sulla strada sterrata piena di sassi, è più divertente, il terreno in alcuni tratti tiene e sono anche più sciolto rispetto alla ps1. La mano mi fa male ma stringo i denti. Arrivo ad un bivio e giro a sinistra, peccato che invece era a destra. Le fettucce erano messe da entrambe le parti… Perdo tempo, giro la bici, riparto. Stessa cosa più in basso, bivio, dubbio, guardo le tracce delle gomme nel fango e mi oriento più velocemente. Sento un rumore, arriva Federico, lo faccio passare e inizia il bello: con lui davanti è tutto più semplice, ci urliamo a vicenda, chiedo quanto manca? perché lui le ha provate e mi fanno male le mani, poi sul pedalato finale lo raggiungo e gli grido “pedala!” fino al traguardo, poi ci fermiamo e ci battiamo il pugno sorridendo. Ora sì che si ragiona!

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La gara è vinta da Marco Milivinti, quest’anno davvero in forma in ambito enduro, che la fa da padrone sia in ps1, con un minuto e mezzo di vantaggio sul secondo Lucas Amadini, che in ps2 con circa trenta secondi su Ugo Cattaneo. Marco Fumagalli, vincitore della seconda tappa a Colico, resta attardato da una scivolata in ps1 ma chiude con un buon quarto posto, seguito da Federico Valenzisi al quinto, per quanto riguarda la ps2. Ottanta i rider effettivi, dai 130 iscritti, peccato per le defezioni: molti si sono fatti scoraggiare dal brutto tempo della mattina e dei giorni precedenti. Dopo il controllo orario finale (effettuato dallo speaker!!), il lauto ristoro a base di mezze banane e mezze pesche, il lavaggio bici, il tentativo di lavarsi via il fango con la doccia fredda, torno nel piazzale per bermi una birretta con Andrea Ziliani, il mio collega-rider-fotografo, e Ricky Fadda, lo speaker ufficiale dell’ECL, oggi per l’occasione anche “giudice”, coordinatore, problem-solver e tuttofare. Grande Ricky! Le classifiche si fanno attendere parecchio pur avendo fatto uso dei chip e dei tappeti come nelle gare di cross country, dove i piazzamenti escono in tempo reale. Qualche disguido da parte dei cronometristi e dopo un’ora e mezza circa avviene la premiazione, con qualche dubbio sulle categorie e la classifica assoluta, che non viene esposta.

Un altro punto di vista: Andrea Ziliani

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Non mi era mai capitato di partecipare ad una gara di enduro in veste diversa da quella del rider, ma questa volta ci sono stato praticamente costretto: un mio errore nell’iscrizione ha fatto fuggire i sogni di gloria e indossare invece i panni del fotografo/reporter.

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Sono in macchina e sto salendo per la Val Trompia, prendo in mano la mia Canon per fare due scatti sul tempo da lupi delle sette di mattina quando mi accorgo del dramma. La batteria della macchina fotografica è rimasta sul comodino a casa. Bene! Per fortuna Claudio mi presterà la sua Nikon per il photoreport. Ma non finisce qui. Mi sto vestendo per partire nel piazzale, sono ormai pronto e mi mancano solo le scarpe. Apro lo zaino e mi accorgo che anche quelle sono rimaste a casa! Dovrò correre con le mie fidate Vans da skate!! Da qui capisco che la giornata non può che essere in discesa, già troppe sfighe in così poco tempo, saranno finite, no? Chiedo a Claudio un paio di flat che fortunatamente ha nel furgone, resetto il cervello in modalità “positive” e si parte!

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Sono contento di aver fatto questa esperienza, perché non avendo lo stress da prestazione ho potuto cogliere molti particolari e vivere la gara e i percorsi da una prospettiva tutta nuova. Il fango l’ha fatta da padrone in questa giornata uggiosa condita da qualche raggio di sole e non ho potuto far altro che notare quanto divertimento traspaia dai volti delle persone finita ogni ps. Non c’è fiatone che tenga, anche quelli arrivati senza copertone o qualche altra parte della bici si sono poi lasciati andare in un sorriso, perché la parola d’ordine è “divertimento”!! Una cosa che noi tutti ignoriamo inoltre, è la difficoltà e la velocità di spostamento che i media affrontano durante una gara. Gli atleti si accavallano tra le prove speciali e fidatevi, stare dietro a tutti, cercando di beccare i momenti salienti di ogni prova, è un lavoro da giocolieri! Si corre avanti e indietro, si cerca l’inquadratura migliore, ma intanto gli atleti passano e si perde tempo prezioso. A fine giornata poi, riguardando le foto, ti accorgi che hai sbagliato, che avresti potuto stare un po’ più in là, zoommare un po’ di più o tenere gli ISO un po’ più bassi, ma c’è anche la soddisfazione immensa per gli scatti buoni, quelli che immortalano un attimo, un “momento fuggente”, diventato epico grazie ad un semplice click.

Conclusioni

Tutto sommato una gara coinvolgente, dura e con delle ps lunghe e soddisfacenti. La location ha dei paesaggi invidiabili, molte possibilità di sviluppo per quanto riguarda i percorsi e sicuramente qualcosa da migliorare per quanto riguarda l’ospitalità e l’organizzazione di eventi  enduro. La maggior parte dei rider si sono divertiti ed è questo quello che conta. Io chiudo con un 22° posto assoluto e 4° di categoria, “circa”, facendo una media dei miei piazzamenti dalle due classifiche, peccato per le cadute e il resto, di sicuro ci penserò due volte prima di fare un’altra “blind race”! Un doveroso complimento alle ragazze e a tutti i ragazzini che hanno avuto “i cosiddetti” per affrontare e finire entrambe le prove speciali!

Siamo giunti verso la fine della stagione ma con ancora un appuntamento importante: l’ultimo round sarà a Livigno il 13 e 14 settembre, che assegnerà le maglie di campione regionale e soprattutto decreterà il vincitore assoluto dell’ Enduro Cup Lombardia.

Stay tuned per il video promo di Livigno che uscirà nei prossimi giorni su BiciLive.it!

Video della terza tappa, Pezzeda: Enduro Cup Lombardia – Pezzeda – 30 Agosto 2014.

Classifiche di Pezzeda: LINK CLASSIFICA PS1 e LINK CLASSIFICA PS2.

Maggiori info: endurocuplombardia.it.

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!