Una volta scelto il vostro mezzo tra le numerose proposte che offre il mercato e definito dove poter andare a girare in mountain bike, una diatriba vecchia quanto il mondo è se sia meglio pedalare da soli o se invece girare in compagnia.

Vi sono diversi vantaggi e svantaggi per entrambe le soluzioni, tutte egualmente ragionevoli: vediamole nel dettaglio così che possiate farvi un’idea il più possibile completa sull’argomento.

Pronti?

Claudio Riotti esce da solo in mountainbike

A volte non c’è niente come un’uscita in solitaria per fare pace col mondo, specialmente se i panorami sono questi. Attenzione però alla sicurezza, bisogna essere autosufficienti e avere sempre un cellulare carico con sé. Foto: Marco Fardelli.

Perché scegliere di girare in MTB da soli

Perché mai si dovrebbe girare da soli, si chiederanno molti di voi, vedendo solo svantaggi in questo tipologia di uscita. Io sono un grandissimo fautore di questa pratica e vedo moltissimi vantaggi nel farlo.

Innanzitutto, non c’è nessuno stress sugli orari di ritrovo e nessuna persona alla quale rendere conto di ritardi eventuali. In questo inizio di primavera, così come in inverno, la domenica mi piace molto svegliarmi con comodo, preparare con calma l’abbigliamento e uscire ben dopo le 11, senza nessuna fretta, cosa pressoché impossibile da fare all’interno di un gruppo.

Inoltre, non si deve scendere a compromessi con nessuno sul tipo di giro da fare, sulla velocità da tenere sia in salita che in discesa, oltre al fatto che si possono fare tutte le deviazioni che si vogliono in piena libertà e fermarsi ad ammirare il panorama come e quanto si vuole. Nelle mie uscite domenicali porto sempre con me qualcosa da mangiare, che decido di consumare in piena autonomia, magari al termine di una salita impegnativa o eventualmente in un posto nel quale c’è un panorama impagabile o addirittura a fine giro.

Quindi totale libertà e autogestione sulle cose da fare.

Spesso capita di incontrare qualcuno durante il percorso e scambiare due chiacchiere su bici, abbigliamento o avere utili informazioni sul percorso. Non è infrequente proseguire insieme per qualche chilometro per poi separarsi, ognuno per la propria strada.

Ma al di là della libertà di movimento che conferisce l’uscita in solitaria – pur importantissima – il fattore più importante è la totale libertà di pensiero: pedalare da soli in mezzo alla natura è quanto più di rilassante e rigenerativo ci possa essere, soprattutto dopo una settimana densa di stress lavorativo.

Claudio Riotti scende per un percorso nel bosco con la sua mtb full

Quando si gira da soli si possono anche provare e riprovare curve e passaggi tecnici (magari piazzando un cavalletto per farsi video e foto) senza dover fare aspettare nessuno. Provate a farlo alla prossima uscita in solitaria, ne guadagnerà di sicuro la vostra tecnica!

La quiete mentale che riesce a darvi una salita, anche impegnativa, o un trail nei boschi è un qualcosa di assolutamente impagabile: in questi momenti ci siete soltanto voi, la vostra bicicletta e la natura.

Non è difficile imbattersi in animali che se ne vanno anch’essi soli e indisturbati e la sensazione di essere tutt’uno con la natura si amplifica ancora di più, cosa molto difficile se si è in due, figuriamoci se si è un gruppo.

L’uscita da soli, però, è vincolata a taluni aspetti fondamentali e imprescindibili.

Il primo è che non dovete mai fare “il passo più lungo della gamba”. Non dovete strafare, dovete sempre avere in testa che è un attimo mettersi nei guai e che se vi fate male in modo serio potrebbe non passare nessuno anche per qualche ora. Quindi vi raccomandiamo di avvisare sempre qualcuno sul posto dove intendete andare a girare, tenere una velocità rapportata alla vostra esperienza, girare in luoghi frequentati, avere sufficiente batteria nel vostro telefono (eventualmente con un power bank aggiuntivo da portare con voi) e non è una cattiva idea includere tra le vostre app “Where are U”, l’applicazione che permette di chiamare il numero unico di emergenza 112 inviando automaticamente i dati di geolocalizzazione.

Claudio Riotti pedala per verso il passo del Gries con una eMTB

Verso la capanna Corno Gries tra Italia e Svizzera, un giro fantastico da fare soli… ma anche in compagnia! La partenza è da Riale, poi Passo San Giacomo e passo Gries per poi scendere al lago di Morasco.

La seconda cosa da tenere in mente è che dovete essere capaci di riparare gli eventuali guasti del vostro mezzo. Non stiamo parlando di una banale foratura (avete sempre con voi una camera d’aria di riserva, vero?) ma di cose un po’ più complesse che potrebbero capitare.

Per fare un paio di esempi, se un ramo si dovesse incastrare nel cambio, spaccandolo, sareste in grado di proseguire? Sapete smagliare e rimagliare una catena da soli? Oppure il filo del cambio che si spezza… Sono questi gli imprevisti che dovete saper risolvere e che vi consentono di ritornare alla vostra auto tutto sommato senza troppi problemi.

Perché scegliere di girare in gruppo

Un proverbio dice che “l’unione fa la forza” e l’uscita in gruppo ne è un classico esempio: uscendo insieme a tante persone non esiste praticamente nessun problema che non possa essere risolto insieme. C’è sempre all’interno di un gruppo chi ne sa di più di riparazioni, chi si sa orientare meglio in mezzo ai boschi o chi è in grado di dare maggiori consigli su tecniche di guida, per fare alcuni esempi.

Ecco che l’uscita insieme ad altre persone è l’occasione per imparare tantissime cose nuove, assorbendo come spugne le competenze di chi ne sa più di noi. Se siete alle prime armi vi consigliamo caldamente di uscire in gruppo proprio per acquisire esperienza in tutti questi campi.

Claudio Riotti insieme ad altri rider e le loro mtb

Una buona compagnia rende un giro indimenticabile! Qui con i ragazzi di Emissioni Zero con il lago Brunni sullo sfondo, prima di arrivare alla discesa verso il lago di Morasco e Riale (VCO).

L’uscita in compagnia è anche la classica occasione di fare “caciara”, di pedalare con la testa libera pensando solo a divertirsi, a farsi guidare da chi ha organizzato il giro godendo appieno dell’esperienza senza preoccuparsi di molto altro. La classica birra a fine giro, poi, è il momento perfetto per fare il debriefing della giornata, approfondendo eventuali aspetti dell’uscita che non sono andati bene o facendo domande tecniche di vario tipo, in un’atmosfera assolutamente rilassata e informale.

Vero è, come rovescio della medaglia, che essendoci molte teste in un gruppo è difficile mettere tutti d’accordo sulla destinazione da scegliere per un giro, oltre a evidenti problemi di avere sicuramente qualche ritardatario nell’appuntamento di ritrovo, ma con un buon spirito di adattamento sono problematiche che si possono candidamente superare.

Claudio Riotti in fila indiana con altri rider sulle mtb

Come migliorare nelle uscite in gruppo

“L’uomo che corre da solo nella savana dice di essere il più veloce al mondo” afferma un antico proverbio Masai. Per questo, se volete migliorare le vostre prestazioni in mountain bike in maniera apprezzabile non c’è occasione migliore di girare insieme ad altre persone: è solo nel confronto con gli altri biker che potete verificare il vostro livello tecnico e migliorarlo costantemente.

È indiscutibile che chi vi sta davanti in una discesa vi detti il ritmo e in qualche modo vi sia da sprone per oltrepassare un ostacolo che, se foste stati da soli, probabilmente non sareste mai riusciti a passare.

“Se lo ha passato lui lo posso passare anche io” è una frase che spesso e volentieri è da stimolo per forzarvi a superare i vostri limiti, ma fate sempre molta attenzione a non esagerare con lo spirito di emulazione: cercate di seguire dei rider solo leggermente più veloci di voi, altrimenti potreste finire col farvi seriamente del male.

Claudio Riotti e altri rider visti di spalle in sella alle loro mountainbike

E poi in compagnia ci si possono fare le classiche foto dove tutti guardano dalla stessa parte con aria seria e assorta! Foto: Marco Fardelli

L’uscita a due in mountain bike

Una buona via di mezzo tra l’uscita in solitaria e quella in gruppo può essere rappresentata dall’uscita con uno o due compagni di pedalata. L’affiatamento che si crea con una o due persone nel corso delle uscite è quanto di più bello ci possa essere: attendere con desiderio il fine settimana per andare a fare un giro, magari pianificato per bene durante la settimana, rende l’esperienza in mountain bike bellissima.

Nel corso del tempo vi sarà la possibilità di migliorare vicendevolmente, aiutandosi l’un l’altro, così come di scoprire posti nuovi che, a turno, verranno proposti per il giro da percorrere (mettersi d’accordo su dove andare a girare è ovviamente molto più semplice in due o tre persone rispetto a essere una decina).

Claudio Riotti esce in mtb con un altro rider in mtb

Due rider, massimo tre… ed è facile fare una bella uscita, in compagnia ma compatti e rapidi negli spostamenti, perfetta per la domenica mattina quando la suocera ti aspetta a pranzo!

Come conclusioni, speriamo di avervi fornito dei validi motivi per uscire in mountain bike sia da soli che in gruppo, con i relativi vantaggi e svantaggi.

L’importante è, come sempre, uscire in piena sicurezza, divertendovi, scoprendo nuovi posti e, con l’occasione, facendo nuove amicizie.

Per lasciarvi con qualche consiglio, visto che molti ormai usano l’ebike qui trovate un po’ di dritte per l’abbigliamento invernale in eMTB e anche come guidare la eMTB in salita e discesa.

Sia i “puristi” che gli “elettrici” potranno trovare spunto in questo articolo: come migliorare la postura in MTB e gli esercizi necessari.

Buone pedalate, da soli o in compagnia ma sempre con il caschetto ben allacciato!

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A proposito dell'autore

Nato e cresciuto a Milano incontra l’amore durante un esame universitario e si sposta a Busto Arsizio, luogo nel quale viene folgorato dalla passione per la mountain bike. Interista a tempo perso, segue il basket, ma non l’NBA, ed è grande tifoso Olimpia Milano. Per la legge del contrappasso nessuno in famiglia è interessato allo sport, ovviamente. È il cantante dei Civico 5.