Parlare di tasse in Italia è pericoloso, siamo così tartassati che si associano sempre ad una brutta malattia, inguaribile. Ma oggi non voglio parlare di quelle tasse, ma sull’importanza del pagarle in generale

Partiamo da quello che per me è il punto #1. Se beneficiamo di un qualcosa, è giusto pagare

Come comunità di biker, quando giriamo in un bike park, ci auguriamo che parte degli incassi vadano ai trail builder per il mantenimento dei sentieri.
Purtroppo non è sempre così in Italia, ma lasciamo stare, non è qui che voglio arrivare, o meglio, non adesso. Ma quando non giriamo in un bike park, vi siete mai chiesti chi mantiene puliti i trail liberi, ossia quelli su cui non paghiamo alcun biglietto? I santi in questione sono nella maggior parte dei casi volontari guidati dalla semplice passione.
In Italia ne conosco a decine di “strippati” che appena hanno un attimo di tempo libero si rifugiano nei boschi per creare, o semplicemente per evadere da quotidianità che stanno un po’ strette. (Un tempo ero molto attivo anche io con la mia squadra…). Zappano, puliscono, creano… alcuni fanno delle gran boiate, altri dei veri e propri capolavori.

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Al mio arrivo era stata piazzata una betulla, caduta dopo un forte temporale, per dare vita ad una linea nuova

E così, essendo biker e sfruttando tutto l’anno trail facenti parte di bike park e trail “liberi”, mi sono sentito in dovere di pagare la mia tassa sul riding. Dopo qualche email e messaggino, sono finalmente riuscito a trovare un sabato per andare dall’avvocato e il farmacista, due amici cinquantenni che non ne vogliono sapere di passare le giornate di maltempo a riposarsi sul divano guardando la De Filippi & Co.

La questione sul discorso tasse è che l’avvocato e il farmacista, come del resto tutti gli altri che conosco sparsi per l’Italia, non possono né chiedere nulla alla comunità dei biker, tantomeno pretendere qualcosa, visto che non rappresentano alcuna autorità come lo Stato Italiano. Ma c’è un’altra considerazione da fare… Se è vero che ci faremmo tagliare un dito piuttosto che pagare “quelle” tasse, è altrettanto vero che girare in bici rappresenta una delle gioie più grandi della vita, e nonostante non verrà mai nessuno a bussarci alla porta, qualcosa si dovrebbe fare.

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Mentre io, l’avvocato e il farmacista abbiamo studiato nuove opportunità per migliorare il trail, i due volontari hanno iniziato a dare vita alla curva

Già sapendo la reazione dei trail builder, non vi invito certo a prendere pala e piccone per andare a creare strutture abusive che nella maggior parte dei casi avrebbero poco senso, visto che in Italia deteniamo tra i tanti, anche il record di porcherie che non fanno crescere il livello di riding, né sono sicure, né divertenti, salvo alcuni casi che meritano tutti i nostri complimenti. Che fare allora? Come pagare la nostra tassa sul riding? Sempre che non si voglia vivere una vita da biker-scrocconi…
Se si gira in una zona in cui i trail sono puliti, è molto semplice entrare in contatto con chi si fa il mazzo, quindi basta mettersi d’accordo con loro per poi dare il proprio contributo. Se non conosciamo chi fa manutenzione, nessuno vi chiede di andare a tappare le buche o cambiare le dinamiche dei sentieri, visto che ci vogliono dei permessi (che le due persone in questione hanno). Per ridare gloria ad un sentiero basta un rastrello e un po’ di buona volontà, questa è la tassa da pagare.

La stagione che sta arrivando, più o meno per tutti, rappresenta una serie di barriere per praticare e gioire dello sport di cui sono qui a parlare. Fa un freddo cane, spesso le giornate sono cupe e non invogliano certo a sgambate collettive tra la nebbia e trail coperti dalle foglie dell’articolo precedente.
Non sarebbe una cattiva idea ritrovarsi senza bici, ma armati di semplici utensili che abbiamo nella casetta degli attrezzi in giardino o nel locale caldaia del nostro condominio (la realtà più popolare che si prende cura del mantenimanto dei sentieri è IMBA ndr), per pagare la nostra tassa sul riding. Se si riesce a tirare su un bel gruppetto, in poco tempo si sistema la “nostra” creatura prima che venga coperta da un soffice strato di neve e poi da una spessa coltre di ghiaccio. Prevenire è meglio che curare, questo l’ho imparato sin da bambino quando guardavo gli spot dei dentifrici.
Qui non parliamo di igiene orale, ma comunque della nostra sicurezza, del nostro divertimento e del rispetto che dobbiamo dare a quei pochi volontari che si fanno il mazzo per far divertire biker che mai diranno anche un semplice “grazie”.

In un’epoca di Facebook e condivisioni, ci vuole davvero poco per trascorrere una giornata in mezzo ai nostri boschi e prepararci il più bel regalo di Natale!

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Questa è la nuova sponda, adesso la terra si dovrà compattare e poi verrà sistemata nuovamente per poi essere usata da migliaia di passaggi. L’albero davanti impedisce ai biker di usarla e rovinarla a causa del terreno soffice

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A proposito dell'autore

Una figura chiave nel panorama della mountainbike italiana e internazionale. La sua presenza spazia dall'essere giornalista, tester, testimonial, protagonista di un canale Vimeo seguitissimo e co-fondatore della Gravity School.