Mi presento, sono Elena Martinello, per gli amici “acqua e paltan… Mi piacerebbe vedere molte più donne in bici per far si che provino le emozioni che mi da questo mezzo a due ruote. Difficile spiegarlo a parole ma vorrei provarci raccontandovi cos’è per me la bicicletta e che effetto mi fa. Un contrasto tra la mia vita “normale” di otto ore in ufficio seduta davanti a un computer e una mela, e una totalmente opposta, scalpitante, che ha bisogno di aria, ossigeno, luce, di sentieri nel bosco e calore solare sul viso. Provo a mantenere la calma delle persone comuni, di chi vive rinchiusa tra casa, lavoro e traffico in città… Tento di evitare l’auto andando al lavoro in bici, ma non mi basta. Non mi bastano poche pedalate per raggiungere quella serenità che ottengo quando esco per ore in collina. Abbiamo arti e muscoli che ci potrebbero portare ovunque noi sogniamo di andare Dalla mia postazione non vedo il colore del cielo, non vedo se il vento scuote le foglie degli alberi e non sento l’odore del sottobosco e della terra bagnata, ma solo quello del caffè che mi sono appena bevuta. Mi si “addormentano” le gambe, sto ferma troppo nella stessa posizione, per non parlare del mal di schiena e del collo… Prendere posture assurde non è di certo consigliato dal medico!!! Sono quasi ipnotizzata dal monitor quando sento un’irrefrenabile voglia di adrenalina, l’astinenza di endorfine mi agita, mi distrae, mi fa sognare ad occhi aperti. Fremo, fremo talmente tanto dalla voglia di rimettermi in sella che faccio in fretta, metto via tutto, devo andare, esco dall’ufficio e penso già a cosa mettere nello zaino: un po’ d’acqua giusto per dissetarmi, una barretta e via, è là che voglio andare, tra polvere e fango. Non penso di certo a fare sport per mantenermi in forma, ma lo vedo un modo per liberare la mente, scrollarmi di dosso lo stress e mettermi alla prova. Un vero senso di libertà per me: mi chiamano ragazza “acqua e paltan” ovvero “acqua e fango” in dialetto veneto. Mi sento rinascere, come ritornare a casa… Sconnessione totale da tutti gli impegni settimanali. Ah che sensazione! Pedalo finché non mi fanno davvero male le gambe, mi manca il fiato, ma stringo i denti, vedo da lontano la meta da raggiungere, la vedo, sembra vicina e mi viene ancora più voglia di spingere sui pedali e macinare ancora un po’ di chilometri, respirando l’aria fresca. Perché la cima della collina è come un avversario da inseguire e raggiungere, non posso mollare, non voglio mollare, poi domani sono nuovamente rinchiusa dentro quattro mura, davanti a uno schermo che mi fa impallidire. Evito la prima pozzanghera, ma la seconda, (perché no?) la devo centrare, in fondo la mountain bike e il ciclocross sono bici da sterrato, sembrano fatte apposta per essere infangate. Voglio sentire tutti i suoni della natura, senza tapparmi le orecchie con musica assordante, non mi voglio far distrarre anche in bici dalla tecnologia, e così penso a cosa trovo dietro a quella curva, canticchio qualche vecchia canzone che mi dà il ritmo e resisto fino a raggiungere la cima per godermi un altro splendido tramonto sulla città. Ci sono, che soddisfazione esserci riuscita. Scatto subito una foto, voglio rendere i miei amici in città partecipi di quello che sto vedendo, peccato non poter dare al 100% l’idea delle sensazioni del paesaggio che mi circonda. Mi siedo, sorseggio un po’ d’acqua e respiro intensamente come per buttare fuori tutte le tossine dalla quotidianità. Guardo il mondo da qualche metro più in su, da un punto di vista differente. Davvero un panorama meraviglioso. La bici sembra un gioco e piú gioco e più giocherei. E sono già pronta a ripartire e scendere a tutta birra su qualche single track, magari sporcandomi ancora un po’, voglio sentire le gocce di fango che seccandosi mi tirano la pelle… Perché mai andare in costose beauty farm quando abbiamo il benessere dietro casa? A volte i granelli di terra mi rimangono tra i denti, ma assaporo così il vero spirito dell’offroad. Un po’ di pioggia non guasta di certo, anzi, rinfresca l’aria e i miei muscoli si ricaricano di energia. E così arrivo a casa, sfinita fisicamente ma con il sorriso, la mente leggera, rilassata, ossigenata e pronta per affrontare un’altra magnifica avventura. Non potrei vivere senza la mia bicicletta!