Cos’è davvero la bicicletta per noi appassionati? Roberto Calcagnile 24 Giugno 2021 Brainstorming La passione per la bici. Cos’è veramente? Vediamola declinata nelle sue due principali varianti. E soprattutto, al di là delle “modalità operative” del nostro giro, cos’è la bici per un appassionato? La strada e la mountain bike Io le pratico: sia strada che MTB e hanno modi differenti di attrarre a sé i propri appassionati. Sono due mondi completamente diversi, anche se entrambi con il comune denominatore dello spostarsi pedalando su due ruote. Due modi completamente diversi di utilizzare la bici. Immaginiamo di poter accedere a questi due mondi selezionando la modalità Strada o MTB, trovandosi per incanto a pedalare su una salita in asfalto, immersi su un passo di montagna, o invece scendere a manetta su un sentiero scassato nei boschi. Per entrambe le discipline esiste, ovviamente, la salita e la discesa, ma se ci fate caso, i ciclisti su strada sono rappresentati e impressi nell’immaginario collettivo mentre scalano una salita su asfalto e mentre i biker vengono immaginati e fotografati mentre scendono saltando e affrontando ostacoli di ogni genere su un sentiero in mezzo al bosco. Se una persona comune vede un biker su una bici biammortizzata, che agli occhi di un profano sembra una moto da cross, è facile che pensi: questo è uno dei pazzi che rischiano la vita buttandosi giù da dirupi e scarpate. Mentre se vedono passare un ciclista su una bici da strada in tutina aderente è facile che pensino che sia un macinatore di chilometri e che entro la fine della giornata avrà completato il giro dell’intera regione. In realtà le cose non sono davvero così, però un fondo di verità c’è. Torniamo quindi al nostro selettore virtuale per selezionare la modalità strada o MTB e vediamo cosa succede davvero in questi due bici-mondi. La mountain bike Se decido di prendere la MTB e non ho un approccio da cross-countrista, ovvero con la prestazione in salita su giri ad anello, generalmente il mio giro si comporrà di una fase in cui salgo verso la “vetta” che ho prescelto, con calma, senza spingere esageratamente, con un approccio enduristico diciamo: devo stare in un certo tempo risparmiando però un po’ di carburante per la discesa. Dopodiché arrivato in cima prenderò un po’ di fiato, farò magari qualche foto, mangiucchierò qualcosa e se non ho fretta starò lì a godermi un po’ di sole. Una volta finita la siesta arriva la parte bella: la discesa. Qui potrò affrontarla con tre approcci diversi: Approccio stiloso: cura della tecnica, cercherò di affrontare al meglio le curve badando alla posizione dei piedi, alla gestione del peso e ai gomiti tenuti in posizione corretta, oppure mi dedicherò a eseguire dei drop o dei salti studiandoli con precisione o ancora affronterò delle pietraie a velocità sufficiente (ma non eccessiva) per galleggiare, scegliendo con cura le traiettorie. Traggo soddisfazione dall’essermi goduto la discesa con calma e con cura, badando solo a fare tutto al meglio possibile. Approccio enduristico: cronometro alla mano o per meglio dire al manubrio e cercherò il miglior tempo su un determinato tratto. In questo caso anche l’applicazione Strava potrebbe aiutare ma non fidatevi troppo delle classifiche generali, piuttosto guardate i vostri tempi e cercate di migliorarli se il sentiero lo permette, se non ci sono pedoni, evitando di tagliare le curve o il percorso per guadagnare secondi. Molto meglio il buon vecchio cronometro o il computer al manubrio che può registrare i tempi parziali. Comunque sia,con questo approccio traggo soddisfazione dall’aver ottenuto un buon tempo. Approccio Freeride: scelgo saltoni importanti, ripidoni belli tosti, terreni con pietraie difficili e mi diverto ad affrontarli cercando di non incappare in qualche rovinosa caduta. Affronto terreni al limite del possibile, traendo soddisfazione dalla mia capacità di farli in sella. L’approccio alla bici con la MTB è quindi generalmente più giocoso, meno formale, salita, bei panorami, birra al rifugio, battute e risate tra amici. L’aspetto più serioso è rappresentato dal cronometro, per chi è interessato a un approccio cross country o enduristico/discesistico. La bici da strada Se decido di uscire con la mia bici da strada sarò naturalmente orientato a fare un giro più lungo, su strada o su tratti di ciclabile dove possibile. Insomma, il target è girare lungo, pedalare e toccare più destinazioni possibili, paesini di montagna o location con palazzi storici, punti di interesse turistico insomma. Anche qui potrò affrontare il giro con approcci differenti, ma completamente diversi da quelli della MTB: Giro turistico molto lungo, con un’impostazione da ciclismo randonnée (anche noto come Audax nel Regno Unito, in Australia e in Brasile): tanti km, anche 200, senza limiti di tempo, ma solo a certificare una gamba molto resistente. Di questa tipologia esistono anche gare dove non è importante l’ordine di arrivo ma solo di essere passati ai punti di controllo previsti e ottenere così il randonèe o brevetto di ciclista che ha compiuto una distanza di 200 km laureandosi randonneur. Giro a scopo turistico, lunghezza a piacere nessun vincolo legato alle prestazioni, solo piacere di sgambare su due ruote. Giro con media e qui veniamo al vero tormentone del ciclista da strada, la velocità media tenuta. Preferibile da 28 km/h in su. Approccio “cronometro” prendersi i tempi in salita o in discesa su determinati tratti o segmenti su Strava. Se sulla MTB il “merito” è il tempo in discesa e la capacità di affrontare percorsi di difficoltà tecnica estrema, sulla Bdc l’attestato di valore più ricercato è la velocità media. Anche se, alla fine di tutto, ciò che conta veramente è quanto ci divertiamo e quanto stress scarichiamo in sella alle nostre amate. E qui veniamo al tema fondamentale dell’articolo. L’aspetto più importante della passione per la bici Una bici è solo uno strumento per fare dei bei giri o dei bei tempi? No! C’è qualcosa di più, qualcosa che va oltre. Una bici è una compagna che ti salva davvero dai momenti bui della tua vita. Un faro che nei momenti terribili, quelli che capitano a tutti, ti dà una speranza. È il tuo momento di relax e di piacere. Sai che salendo in sella avrai un paio d’ore di spensieratezza, di mente e corpo uniti in un solo scopo: spingere in avanti il tuo mezzo. Spingerlo in salita e assecondarlo in discesa nei posti che ami tanto, su quello spiazzo in cima alla tua vetta preferita o in quel rilassante borgo antico, dove quando prendi un caffè ti senti a casa. È un piccolo/grande piacere sul quale sai di poter sempre contare. Un rifugio tutto tuo, dove ritrovi te stesso, dove ricarichi la tua energia. Parlando con un caro amico naturopata ho scoperto che il bosco ha una forte componente curativa, la natura che lo compone funziona da carta assorbente per l’inchiostro nero dei nostri problemi. Mi ha raccontato che, quando è giù o scoraggiato, va a farsi una bella passeggiata nei boschi intorno a casa e quando torna il malanimo è un ricordo o, quantomeno, un raggio di sole si affaccia su quello che poco prima era un minaccioso cielo nuvoloso. A chi, infatti, non è capitato di sentirsi ristorato, più in pace con sé stesso dopo un bel giro in mezzo alla natura? Credo proprio a tutti. Il giro, inoltre, inizia già da quando progetti il percorso che farai. Da quando inizi a pregustare il rumore della gomma sulla strada o sul sentiero. Da quando ti immagini i posti che visiterai, i vestiti che indosserai. Tutina aderente, casco e occhiali per un bel giro su strada oppure casco aperto, integrale sullo zaino per una raidata nei boschi. Esci da solo oggi? Vuoi stare tranquillo con te stesso o chiami Davide, Paolo, Andrea o qualunque altro tuo compagno di uscite per sfogarti un po’ con loro? E che dire di quando ti incanti a guardarla in garage, passeresti ore a osservare quell’oggetto che ti piace così tanto. Oppure quando fai la tua manutenzione ordinaria e progetti di cambiargli i freni per avere più controllo su quella discesa dove vorresti poter fare una certa traiettoria. O ancora quando progetti di sostituire il nastro del manubrio in nuance con le scritte rosse sul telaio? Insomma, la bici diventa davvero una compagna inseparabile, a prescindere dalla tipologia di tua preferenza e da ciò che ti piace fare di più in sella. Chi non pedala, chi non è “ciclista dentro” difficilmente capirà queste parole, ma basta poco per appassionarsi e farsi travolgere, specialmente in questi periodi non facili tra pandemie e problemi di ogni genere. Una volta che la possiedi e condividi con lei dei bei giri, quella è la tua bici e in ogni momento che la guarderai ti ricorderà tutti i momenti belli e tutte le consolazioni che ti ha offerto nei momenti più bui. La bici è una preziosa amica che ti mantiene in salute fisica e mentale. Impossibile pretendere di più…