Quest’anno non sto gareggiando ma partecipo comunque alle manifestazioni da buon team manager e “pensionato” (spero temporaneamente). Sono subito entrato nella parte, ovviamente del pensionato, e ho cercato di capire cosa c’era dietro una gara, parlando con gli organizzatori e osservando…

Il numero di iscritti è basso, troppo basso rispetto ad altre manifestazioni. Meno di 70 iscritti si sono presentati al cancelletto di partenza della gara nazionale di mtb downhill a Prali.

Dalla data del campionato italiano assoluto nel 2013, il numero di atleti è precipitato da circa 300 a 70.
Prali è stata la culla di moltissimi di noi, una località dalla storia unica che ha visto passare sulle sue pietre tutti i grandi del downhill dagli anni ’90 ad oggi, da Corrado Herin a Lorenzo Suding.

Eppure sembra quasi che venga snobbata negli ultimi anni. Ci sarà stata qualche falla nell’organizzazione, percorso o problemi simili negli ultimi anni? È quello che mi son chiesto io per cercare di spiegarmi quel mortorio che vedevo nel parcheggio antistante la seggiovia, ma a quanto pare non ho trovato una risposta.

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La visuale dalla linea del traguardo. Scattata il giorno delle prove. Solitamente la coda degli atleti arrivava all’arco blu…. Foto: Omar Pistamiglio

Il pacco gara è pieno fino all’orlo di prodotti tipici locali e un giornaliero gratuito. Ricordo che ad alcune gare quando gli pagavo l’iscrizione mi davano il numero e una pacca sulla spalla… sembra una stupidaggine ma chi si iscrive e riceve un pacco gara con due cosine all’interno, a prescindere dalla classifica, apprezza moltissimo il gesto. Non vede l’ora di aprirlo per vedere cosa c’è dentro e magari portare il vasetto di marmellata alla mamma.
Il percorso, tecnico e fisicamente impegnativo, tirato a lucido e ripassato più volte da in cima a fondo durante il weekend.

Personale disponibile, massima comodità dei servizi e ampi spazi per i paddock. A me è sembrata una delle migliori organizzazioni, come sempre. Ho scambiato allora qualche parola con i diretti interessati per capire la situazione.

Fausto Sanmartino, presidente della Nuova 13 Laghi.
Una così bassa affluenza di atleti è davvero demotivante nonché onerosa dal punto di vista economico. Prali ha visto nascere e crescere grandi campioni negli anni in cui l’Italia era si giocava il mondiale di downhill, non vogliamo mollare. Dobbiamo tenere duro per non fare morire la dh!” continua Sanmartino “I giudici di gara ci hanno fatto i complimenti per l’organizzazione, la sicurezza e il percorso. Nei giorni precedenti alla gara abbiamo visto il numero di partecipanti ma abbiamo comunque lavorato come se fossero 300. Non è stato eliminato nessuno dei 50 marshall sul percorso e abbiamo dato il massimo come sempre.”

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La parte finale del tracciato con il pubblico, poco, che assite all’arrivo degli atleti. Foto: Omar Pistamiglio

Quello che mi ha colpito di Fausto è la sua perseveranza, lui e tutto il suo staff ci credono fino in fondo. È vero che il downhill negli ultimi anni ha vissuto un calo, un po’ per la crisi e un po’ per l’enduro, ma alle gare la partecipazione è sempre stata buona.
Per le piccole realtà come Prali e la maggior parte degli altri bike park riuscire ad organizzare un tappa nazionale di downhill è un vero e proprio investimento, che si trasforma in un bagno di sangue nel momento in cui non c’è la risposta aspettata. Molti impianti hanno già rinunciato ad ospitare gare.

Siamo passati da un calendario ricco di gare nazionali e regionali di qualche anno fa a 4-5 gare di livello nazionale.

E chi, come me, ha in squadra dei principianti e esordienti che vuole farli crescere atleticamente, un passo alla volta, come fa? Sono costretto a mandarli a fare una gara nazionale (la meno “trafficata”) perché ormai non c’è alternativa.

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Luca Caramellino, primo della categoria Allievi, sula panettone finale. Nonostante Prali potesse essere una buona occasione per far partecipare i “giovani”, le categorie allievi e esordienti contavano 7 ragazzi in totale. Foto: Omar Pistamiglio

Le piste potrebbero essere troppo lunghe e impegnative per loro. Il livello continua ad alzarsi e i nuovi arrivati, che magari non diventeranno mai campioni ma vogliono togliersi le loro soddisfazioni, si trovano fiondati in un evento spesso al di sopra delle loro possibilità.

E anche se tra di loro ci potrebbe essere un ragazzo talentuoso rischierebbe di bruciarsi perché sono in pochi quelli che riescono a costruire una casa partendo dal tetto.
L’obiettivo finale deve essere interposto da piccoli obiettivi facilmente raggiungibili. Come pensate che si senta un ragazzino che ha appena iniziato e per un anno intero rimane nella parte bassa della classifica perché ci sono 300 persone che arrivano da tutta Italia?

Le gare come Prali o i regionali servono anche a questo, a dare la possibilità a tutti di fare esperienza con la massima sicurezza e motivare i ragazzi a raggiungere i loro obiettivi intermedi, ad esempio stare nei primi 10 di categoria anziché nei 30. Quel ragazzo tornerà a casa motivato al massimo e magari intensificherà i suoi allenamenti arrivando nei 25 alla prossima “grande” gara.
Visti gli iscritti a Prali, a quanto pare è un ragionamento che non fanno in molti.

Quindi a chi dare la colpa se il downhill sta morendo? Penso a tutti, tranne che ai gestori degli impianti. Loro sono gli unici che ci mettono davvero i soldi e la faccia.

Vi lascio con le parole di Ugo de Cresi, il presentatore di questo evento, da sempre nell’ambiente del ciclismo e in particolare del downhill.

I gestori degli impianti di Prali sono degli eroi. Mettono a disposizione la montagna per tutti gli sport estivi e continuiano a organizzare la gara di downhill per dire: Prali è viva e non molla. I pacchi gara sono sempre colmi di prodotti tipici, ci sono 50 marshall sul percorso, 2 ambulanze, tecnici di federazione e tecnico della seggiovia. Tutto questo per soli 67 atleti ma loro lo fanno come se niente fosse.”

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Il direttivo delle seggiovie e di gara al completo, insieme al vincitore assoluto: Davide Bouchard. Foto: Omar Pistamiglio

 

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Per maggiori informazioni su Prali potete visitare: www.nuova13laghi.com

A proposito dell'autore

Osteopata D.O., chinesiologo e tecnico FCI. Appassionato di sport individuali e gareggia in mtb dal 2006, ottenendo buoni risultati nel downhill ma partecipando a gare di ogni specialità. Socio fondatore di Promosport Racing e Boschi Sport club, due associazioni volte a seguire quelle che sono le sue idee di sport: aggregazione, divertimento e competizione.