E’ proprio ciò che mi sento di dire dopo due giorni di gara in questa Enduro World Series di La Thuile: epica!

Oltre alla ricerca della prestazione sportiva, alla soddisfazione di partecipare ad una tappa di coppa del mondo, al bisogno di confrontarsi con i più forti atleti dell’enduro, oggi, quello che tutti volevano, era far parte di qualcosa di atipico, qualcosa che si spingesse ai limiti del comune e del “solito” weekend di gara. Il meteo inclemente ed i trail da urlo sono stati i fondamentali ingredienti per questo mix, ma nessuno si è tirato indietro.

Arrivare sulla cima della montagna, sotto la pioggia incessante e con le dita delle mani ormai prive di sensibilità, raidare avvolti nella nebbia su pietre scivolose come saponette e lasciare polmoni e gambe lungo trail infiniti sfidando la natura grezza, è quello che tutti oggi ricorderanno.

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Sono proprio questi momenti, a volte davvero difficili e sconfortanti, a restare nella mente di tutti i rider. Ne parleranno con gli amici ed anche dopo anni non si ricorderanno della posizione guadagnata, ma della sfida tra sé stessi e la natura, diranno “io c’ero” e né la bufera né l’altimetria hanno fermato la mia voglia di sfida, la mia voglia di dire, è stato “fottutamente” epico! Molti purtroppo sono stati i ritirati, per guasti, problemi tecnici o solamente per la fatica ed il disagio che l’alta montagna ha portato con sé. Non tutti infatti erano pronti alle altitudini alpine e la parola d’ordine è stata: attenzione. Sia per l’abbigliamento sia nella guida, entrambi aspetti ragionati e scrupolosi, per non ritrovarsi freddi e bagnati nell’attesa della partenza e per arrivare a fondo valle con ancora la bici intatta. E stata dura per tutti, pro compresi. Alla fine dell’ultima prova nessuno si è tirato indietro abbassando la testa o sdraiandosi sul prato per rifiatare… poco dopo tutti avevano stampato sul viso un sorriso a 32 denti e si cominciava a scherzare e raccontare le proprie gesta atletiche o semplicemente una scivolata nel “nutella party” (il fango della parte finale del Super Kappa ndr).

Dopo la gara l’agonismo finisce e c’è spazio solo per il divertimento, chi per una posizione meritata, chi per aver portato “la pellaccia” a casa, contenti e fieri di far parte del movimento più rivoluzionario della mtb dei nostri tempi.

E’ anche questo il bello dell’enduro, ci sono gli sconfitti, ma sono solo nella classifica.

A proposito dell'autore

Andrea Ziliani è un appassionato di ciclismo a tutto tondo. Corre su strada dalle categorie giovanili e da qualche anno anche in enduro. Appassionato di motori, fotografia ed ogni cosa che riguarda la meccanica e la velocità.