Abbiamo deciso di presentarvi due visioni della sfida di Sestri, una da concorrente della Pro e una della categoria Promo Sport, andando a trovare differenze e similitudini in quel formato di gara meno blasonato ma che tanti rider “normali” approcciano sempre più volentieri

Tutto è iniziato con uno scambio di messaggi una settimana prima della gara tra me e Andrea Ziliani, il nostro nuovo reporter mtb prestatoci da strada.bicilive.it: “Ok tu fai la Pro che sei giovane e pedali come un toro, io ti raggiungo domenica e mi faccio la versione corta Promo che ultimamente ho un ginocchio disastrato”. “Va bene Claudio, non c’è problema. Non è che avresti una forcella da prestarmi, la mia è esplosa!!”.

Con queste ottime premesse ci presentiamo al via della settima edizione di una delle gare più apprezzate del circuito Superenduro, la lunga, tecnica e spettacolare prova di Sestri Levante (GE). Meno male che volevamo fare sul serio! Comunque sia, il nostro compito è fare un bel report, ci diciamo, la gara passa in secondo piano… certo, vallo a dire a uno stradista incallito portato all’enduro e a un downhiller sfegatato, e al conto alla rovescia stai certo che il cervello si mette in modalità Race e non ce n’è per nessuno!

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La mia Pro

di Andrea Ziliani

La prima Pro dell’anno in una delle località più belle dell’intero circuito, il golfo e i promontori di Sestri Levante. La gara è impostata diversamente dall’anno scorso e quest’anno il format prevede 2 giorni di gara. Il sabato 2 prove speciali con il parco chiuso durante la notte e le restanti 3 ps la domenica. Quest’ultime sono le classiche di Sestri, mentre nella ps 1 troviamo un tratto completamente nuovo, il vecchio prologo diventa una vera e propria “prova speciale”. In questi due giorni ci aspettano 58km e 1552mt di puro enduro.
Dopo un viaggio travagliato ammassati tra valigie, biciclette, incidenti e code in autostrada arriviamo che ormai è notte. Una doccia veloce, una pasta al volo ed andiamo a dormire colmi di pensieri per l’indomani. Ci troviamo alle 8 con i ragazzi sotto il classico tendone del Superenduro per la verifica tessere e qui scopro di essere uno degli ultimi 5 iscritti alla gara. Per fortuna c’è con me Vincenzo: una svista della sua squadra (Giangi’s Bike) lo costringe ad iscriversi con me solo ora.

L’aspetto negativo sarà solo attendere il via, previsto per noi alle 11:30 mentre i primi partono già alle 9.

E’ davvero presto, decidiamo quindi di andare a provare un paio di Ps prima della gara, così, furgone alla mano, partiamo verso “Cà Gianca” (Ps3) e “U’ Turiun” (Ps1). Una volta tornati, le solite verifiche e ultimi controlli alla bici, un piatto di pasta e siamo pronti a partire, o dovrei dire attendere. Per fortuna l’atmosfera del paddock e la splendida location che è Sestri ci tengono occupati e la buona ora e mezza di gap passa velocemente. Dopo circa un’oretta di pedalata siamo in vetta. Qualche scatto nei pochi metri prima del via per scaldare le gambe e la nostra prima Pro del 2014 ha inizio. Questa Ps è davvero pedalata e veloce. Per fortuna i tratti dove superare sono molti e prima di arrivare a metà prova ho già passato 4 concorrenti. Cerco di dare tutto nel tratto finale e arrivo veramente “sconvolto” in fondo. Arriva anche Vinci e ci avviamo alla Ps2 belli carichi. Anche questa è da fare tutta d’un fiato, un minuto di “fuori tutto” per cercare di limare ogni decimo possibile. Purtroppo la foga non ci ha permesso di godere dello splendido percorso con il passaggio sulla spiaggia, ormai un must per questa gara. Un controllo veloce del mezzo nell’area riservataci, uno spuntino al ristoro e salutiamo le nostre bimbe nel parco chiuso, dove le rivedremo domani mattina. Siamo stanchi ma soddisfatti e ovviamente dobbiamo festeggiare!! Cominciano gli aperitivi con tutti i ragazzi di Giangi’s e sono talmente lunghi che passiamo tutta la serata in un bar davvero figo in stile etnico nel budello di Sestri. Qui incontro anche Paolo e Andrea di Fox e tra un birra ed un shot si fa davvero tardi, meglio andare a letto vista la sveglia mattutina. Infatti alle 7 ho bisogno di tutta la mia forza di volontà per alzarmi.

Con la stupenda bici fornitami dall’hotel (senza un pedale ma con il cestino per metterci casco e guanti!) arrivo al paddock e dopo aver scambiato quattro chiacchiere con Claudio Riotti appena arrivato da Milano per prendere parte alla Promo, Vinci ed io attendiamo la solita oretta e mezza prima di ritirare le bici e ripartire alla volta delle Ps di giornata. Poco prima di scollinare mi accorgo di aver forato dietro, smonto in tutta fretta la ruota e mentre sto montando la camera salta pure un raggio, giusto 3 minuti prima del via. Sarà stata l’ansia o ancora la sfortuna ma appena parto il cambio non vuole saperne di funzionare ed ogni pedalata è una salto di catena. Dopo solo 300 metri Vincenzo mi ha già preso e poco dopo lo faccio passare perché capisco di fargli solamente da tappo. Quattro minuti di tensione che non sembrano passare più dove troviamo anche un concorrente che sentendoci arrivare si ferma proprio in traiettoria e siamo costretti a mettere il piede a terra a nostra volta. Questa Cà Gianca è davvero tecnica e guidata ma purtroppo non riesco a godermela appieno. Mi accorgo solo a Ps finita che una fascetta messa in malo modo tirava la guaina del cambio ad ogni compressione del carro causando quei fastidiosi salti di catena. Un attimo di mente locale per calmarmi, sistemo la cosa e risaliamo in vista della seconda prova, la Ps4 Mimose. La dose di sfiga giornaliera sembra finita e arrivati in cima abbiamo tempo di dissetarci e mangiare al ristoro. Anche in questa Ps si mulina un sacco ed è secondo me la più completa e bella della gara. Appena usciti dal primo tratto velocissimo,il bosco si apre e ci si trova con uno spettacolare panorama sulla costa. Un veloce guidato e di nuovo si pedala per un tratto praticamente piano per poi buttarsi sull’ultimo tratto fisico, condito di rilanci e gradoni rocciosi. In giro, qua e là, riesco a scorgere varie catene spezzate e qualche pezzo indefinito, segno che i sentieri hanno già cominciato a fare vittime facendo pagare ogni errore di guida. Le sensazioni sono buone e mi sembra di aver tenuto un buon ritmo anche se “qualcosa” non funziona come dovrebbe. Rincuorato dal fatto di dover ancora affrontare solo una prova ci avviamo al controllo orario e dopo aver svaligiato il piccolo frigorifero RedBull nel paddock ripartiamo. E’ uscito il sole e questa risalita si fa sentire (ho solo il casco integrale con me). Per fortuna, dietro alla chiesetta a metà risalita c’è una fontana e una piccola sosta mi fa ritrovare tutte le forze.

Arriviamo alla partenza e purtroppo ci accorgiamo che la prova è sospesa a causa di una caduta, ci sono infatti un centinaio di concorrenti fermi in attesa della ripartenza.

La cosa non mi rende molto felice perché fermarsi una buona mezz’ora e ripartire è il modo migliore per ritrovarsi senza gambe dopo pochi metri di Ps. Per fortuna i soliti “sprint” qualche minuto prima mi fanno tornare a regime e si può partire subito a tutta. Sant’Anna parte con un tratto pedalato per poi entrare nel vivo con dei veri e propri muri ripidi e scivolosi, per concludere infine con un tratto quasi completamente in piano ma disseminato di rocce ferme e gradoni, dove la parola d’ordine è cercare di trovare la linea pulita per non procedere a singhiozzi. In questo piccolo inferno capisco cosa non mi convinceva della bici, mi accorgo infatti che il ritorno della forcella è completamente andato e ad ogni compressione corrisponde un secco “stok!” di ritorno. Rendersi conto del problema è però inutile, ormai la gara è conclusa. Belli stanchi, io e Vinci rientriamo nel paddock dove andiamo a prendere la birra offerta dal birrificio artigianale e rifocillarci al super rinfresco messo a disposizione dall’organizzazione. Passiamo a vedere anche le classifiche: dalla 61esima posizione provvisoria di sabato passo alla 111esima, peccato. Vincenzo invece riesce a recuperare fino alla 95esima. Nonostante queste piccole disavventure la Pro di Sestri Levante, con i suoi percorsi davvero da sogno, ma soprattutto le persone fantastiche che ho conosciuto in questi due giorni, mi fanno tornare a casa con il sorriso e l’ansia per il prossimo appuntamento del calendario.


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La mia Promo

di Claudio Riotti

A parte le noie che mi dà il ginocchio malconcio è stata una mia scelta tenere un profilo basso a questa Superenduro: volevo proprio immedesinarmi nel rider medio, forse anche un po’ alle prime armi con le gare, per capire qualcosa di più sul suo conto e poter poi descrivere che impressioni possa dare una gara simile. Quindi, partenza in giornata come molti putroppo sono costretti a fare, due sole prove speciali la domenica, iscrizione la mattina stessa con la certezza di essere uno degli ultimi partenti (coi vari svantaggi che comporta). Infine bici del 2011 da 26″ perché stiamo aspettando le nuove test bike e poi, vuoi mettere, “fa più vissuto!”.
La giornata comincia domenica mattina alle 5 quando suona la sveglia, tutto è pronto dalla sera prima ma appena entro in autostrada partono le madonne, la sacca idrica è a casa appoggiata sul lavandino… vabbè, userò una borraccia. Alle 8.15 io e Marta, la mia ragazza (che a sto giro grazie alla scusa del Vieni-al-mare-prendi-il-sole mi ha gentilmente accompagnato), giungiamo a Sestri Levante. Temperatura freschina e nuvole, ottimo per pedalare ma non per l’abbronzatura, guardo Marta e mi stringo nelle spalle… Mi metto in coda per ritirare il numero e nella nebbia del mio cervello assonnato non capisco perché il chip (la novità nel Superenduro di quest’anno per il cronometraggio) vada pagato mentre nella gara precedente era in affitto con cauzione. Dopo qualche esitazione dò i cinque euro al tizio e me ne vado un po’ contrariato, nel pacco gara nulla se non un tappo di bottiglia e pure il chip da pagare… mah. Mi ricrederò solo verso fine giornata, quando scoprirò che il tappo dava diritto ad un ottima birra artigianale e il ristoro di fine gara è roba da Guinness dei Primati con focacce, formaggio, salame, crostate, pane e nutella, frutta e bevande in quantità inesauribili!

L’organizzazione di Sestri è infatti impeccabile, il parco bici sorvegliato per la notte, i parcheggi gratuiti per chi fa la gara, le navette per gli spettatori per raggiungere le Ps, la possibilità di fare una doccia calda gratuita alle 19 di sera quando tutto era già finito, sono queste le cose che fanno dire ad un biker “ci tornerò sicuramente”!

Non ultimi gli ormai famosissimi percorsi che danno filo da torcere a bici e piloti, veramente completi e con panorami da cartolina.
Quindi, dopo aver passato qualche ora a rimettere insieme le idee, parlato di mille cose con mille persone, cercato invano di riposare, messo a punto una strategia di gara (portarla a casa intero!), mi chiedo: ma perché uno che fa la Promo e parte a mezzogiorno deve presentarsi dalle 7:30 alle 8:30 di mattina per iscriversi? Ho visto dei ragazzini pronti all’alba, già vestiti con pettorina-casco-maschera-bici e carichi come molle, che ora delle 12 erano stanchi e snervati senza aver dato un colpo di pedale. Certo, quella è esperienza che si dovranno fare, ma a mio parere si potrebbe prolungare la finestra di tempo per le iscrizioni Promo fino alle 10 tenendo già conto di un numero X di partecipanti senza costituire un ostacolo per l’organizzazione. Oltretutto io e molti altri figuravamo solo con il numero e non con nome e cognome sui fogli appesi degli orari di partenza… questione di rodaggio del sistema coi chip forse, attenderemo le prossime gare e vedremo. Alla fine comunque 44 partenti in una categoria Promo è un bel numero.

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Scoccano le 12:00 dai campanili della città, mi trovo di fianco a Manuel Ducci sul palco delle partenze e lì finalmente mi sveglio dal coma di sonno augurandogli in bocca al lupo e sentendo quella strana e familiare sensazione allo stomaco prima di ogni inizio gara. I pro stanno già passando al controllo orario dopo la Ps3 e 4 e dai volti sudati e concentrati traspare una tensione davvero palpabile. Inframmezzati alle parole di Enrico Guala, inesauribile speaker e una delle menti del Superenduro, ci sono momenti di silenzio quasi religioso. Il pubblico guarda noi, le bici, gli stand, tutto con curiosità e rispetto, l’atmosfera è un po’ irreale.

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Vorrei già chiedere qualche parere a caldo ai primi ma devo iniziare la mia gara. Con calma mi porto verso le salite e inizio a pedalare agile, non so come si comporterà il ginocchio che la settimana precedente si era praticamente incastrato e non riuscivo a camminare dritto. L’allenamento è stato poco durante l’inverno anche per questo motivo, quindi orecchie basse e “io speriamo che me la cavo”… prima o poi mi farò operare e lo sistemerò!

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Arrivo in cima con un po’ di anticipo e trovo tra i tanti rider in attesa di partire Mirko Manazzale, un quindicenne bergamasco col quale ho gareggiato parecchio lo scorso anno. Mirko è una gran manetta, campione italiano downhill in carica in categoria esordienti, a Sestri con una Nomad Carbon 27,5 nuova fiammante e i colori del team di Bruno Zanchi. Scambiamo due parole, mi sembra tranquillo e dice di aver provato le Ps solo venerdi col fango. L’enduro non è il suo forte ma ci sta, le prossime gare saranno tutte quelle del circuito downhill Ixs e Gravitalia, quindi un in bocca al lupo va anche a lui e al suo nuovo team! Vedo gente di tutti i tipi, padri e figli insieme, molti ragazzini, rider che sembrano forti, bici nuove e vecchie, l’atmosfera è positiva, nessuno si prende troppo sul serio. Di fianco a noi, però, un ragazzino è silenziosissimo: Giant front da 100mm, catarinfrangenti, casco da cross, zaino da scuola e scarpettine da ginnastica su pedali semi-lisci (genitori, in queste situazioni dovreste avere un po’ più di “testa”, la sicurezza è data anche da un attrezzatura adeguata!). Sarà alla prime esperienze, infatti me lo trovo che scende a piedi nel primo punto tecnico della Ps3, fortunatamente gli passo accanto senza problemi. Trovo altri quattro rider (di cui una ragazza) che gentilmente mi danno strada in punti in cui riesco a sorpassarli, oggi sono fortunato! Prevedevo già una situazione simile, la Promo è nata proprio per avvicinare la gente al mondo dell’enduro. Non mi faccio nessun problema, ognuno fa la sua gara… io cerco di divertirmi e guidare bene.

La questione sorpassi nelle gare enduro è sempre molto delicata, infatti anche nelle prime posizioni delle donne c’è stato qualche intoppo che ha sollevato commenti e discussioni nei paddock e sui social network.

Ora, a me non interessa perdere qualche secondo nei sorpassi, ma se si tratta di far la differenza tra vincere la gara Pro o arrivare secondi la cosa diventa molto rilevante. Cito il regolamento FCI: “I corridori dovranno dare prova di sportività in ogni occasione e lasceranno il passo al concorrente più veloce, senza ostacolarne il sorpasso”. Il punto cruciale è in che punto della pista trovi l’altro rider, non sempre si riesce (o si è in grado) di dare strada immediatamente se il percorso è stretto o ripido. Va a fortuna, va a sfiga… però io se sento uno che mi urla dietro mi levo subito e lo faccio passare!
La cosa che più mi ha colpito positivamente è stato vedere alcuni ragazzi (sicuramente dell’organizzazione locale di Sestri) aiutare alla partenza delle Ps i rider della Promo che arrivavano su “al pelo” o già in ritardo, preparandogli la bici con la marcia giusta e sbloccando le sospensioni mentre questi si mettevano in fretta e furia protezioni e casco e partivano ringraziando. Dei piccoli gesti di solidarietà che mi hanno davvero scaldato il cuore e aggiungono un altro “più” a questa località Ligure.
Tornando alla mia gara, la Ps Cà Gianca è un po’ umida ma scorre via veloce, mi piace e a parte qualche errore di memoria (non la faccio dall’anno scorso) mi diverto e la chiudo bene. Risalgo con passo abbastanza sostenuto, è uscito il sole, fa caldo, le ultime rampe le sento, il poco sonno me la sta già facendo pagare.

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La Ps Mimose è fantastica, lunga e varia, uno dei trail più belli della Liguria a mio parere. Nell’inizio pedalato capisco di non averne molto, mi siedo e pedalo agile, poi il resto viene abbastanza bene. Passo cinque o sei rider, tutto ok o quasi, arrivo verso la fine e inizio a perdere lucidità, mi scivola l’anteriore ( dannata gomma da 60a!) e cado sulla schiena, botta alle spalle e al fianco. Riesco a ripartire immediatamente, dietro la curva vedo la mia ragazza con la macchina fotografica e simulo disinvoltura, dopo mi dirà che “eri strano, non sei passato forte…”, e ci credo!! Chiudo la Ps dolorante e amareggiato per l’errore, la consapevolezza di essermi allenato poco e pensieri negativi in generale… Arrivo al controllo orario, vado verso le classifiche che sono già esposte (spettacolo!) e con mia enorme sorpresa mi vedo primo in entrambe le prove speciali. GASAL!! Mirko Manazzale è secondo e Fabrizio Riva terzo, pensavo che Mirko mi battesse come nelle ultime gare DH 2013, ma l’enduro è davvero tutta un’altra cosa, i lunghi tratti pedalati ti tagliano le gambe, lo so benissimo!

foto podio promo

Finita la mia gara, rifocillato con un gelato enorme delle ottime gelaterie di Sestri (non ne ho trovata una che non faccia un gelato squisito), entro in modalità reporter e raggiungo i pro per delle interviste.

marco milivinti

Sorpresa della giornata un immenso Marco Milivinti che sbaraglia tutti vincendo la sua prima Superenduro Pro. Gli faccio i meritatissimi complimenti e gli chiedo di parlarci brevemente della gara e dell’allenamento fatto. “Non pensavo di essere lì tra i primi, era la mia seconda Pro ma era la prima gara affrontata in maniera seria. Certo, cercavo il risultato, però sono stato sorpreso di vincere. L’allenamento mirato all’enduro sta dando i suoi frutti, finalmente anche in Italia è affrontato in maniera professionale. Le speciali? Tutte ok, nella 3 sono caduto, ma poi mi sono difeso bene, anche nella 5 che era molto pedalata. Questa scelta di provarci con l’enduro mi piace, mi ci sono messo al 100%, poi durante la stagione si vedrà”.

louise paulin

Altra sospresa sul gradino più alto della categoria donne Louise Pauline, la simpatica svedese “italianizzata” (classe 1976 e felice mamma di due bimbe) che ci racconta le sue impressioni: “E’ stato un weekend pieno di emozioni: irrequitezza pre-gara, concentrazione, esplosività, fatica e goia, ma è per quello mi piacciono le gare, ti mettono alla prova. Sestri Levante è un paese molto carino e i sentieri sono spettacolari. I ragazzi di Sestri hanno fatto un ottimo lavoro come sempre ed è stato un vero piacere tornarci a girare. E’ impressionante vedere come il livello tra le donne si sia alzato. Mi rendo conto che lavorano molto sulla preparazione fisica, e per tenere il ritmo delle atlete top devo iniziare ad allenarmi con un obiettivo più indirizzato ad aumentare la potenza e la resistenza invece di andare solo a fare un giro in bici” (alla faccia, se lei va a “fare i giri in bici” e vince una Pro, chissà se si allena sul serio! ndr).

alex lupato

Alex Lupato, secondo nell’assoluta, ci riassume la sua gara: “nelle le prove del sabato molto pedalate speravo meglio ma tutto sommato il 3° posto mi è andato bene. Domenica nella Ps3 ero in testa (dove Milivinti è caduto ed è arrivato terzo,ndr), nella Ps4 le sensazioni erano buone ma Marco mi ha dato 2 secondi. Nella Ps5 non mi sono sentito particolarmente brillante nei rilanci e l’ho pagata. Il mio picco di forma è ancora lontano, quest’anno ho cambiato totalmente tipo di allenamento e mi sto adattando. Comunque Marco oggi nettamente più forte e se l’è meritata alla grande. Ora ho in mente il Cile e l’Enduro World Series (Alex è già oltroceano al momento per un pre-gara in vista della prima tappa mondiale il 19-20 Aprile), la mia preparazione invernale è stata improntata su gare più simili alle EWS con molto pedalato lungo e meno rilanci. Vedremo come andrà! Non sono soddisfattissimo di oggi ma contento per mio fratello Danny che è sempre dietro di me ormai, peccato anche lui un po’ di sfortuna questo weekend” (Danny era secondo in Ps1 e Ps3, è scivolato nella Ps2 e nella 4 ha bucato!).
Valentina Macheda, in seconda posizione: “La gara di Sestri a me piace, essendo Ligure sono a mio agio su questi sentieri, sto entrando in forma adesso ed è il periodo giusto. Ieri sono andata bene, oggi ne avevo anche per pedalare, purtroppo sono stata ostacolata nella Ps3 dalla rider davanti a me e ho perso quei secondi preziosi che mi avrebbero potuto far vincere. I giudici di gara avevano deciso di farci partire a 30″ una dall’altra pensando che fossero sufficienti ma purtroppo non è stato così. Ho ripensato ai duri allenamenti fatti tutto l’inverno e sapere di averne ma non potermi esprimere al 100% fa male. Speriamo nelle prossime gare, serve più attenzione a questi piccoli ma fondamentali dettagli”.

manuel ducci

Manuel Ducci, terzo posto: “Sestri è una gara ROCK! Al 100%! Devi averne nelle gambe, devi spingere forte ma anche guidare, forse uno dei percorsi più belli che abbiamo nel circuito SE. Io ci sono arrivato un po’ cotto dopo venti giorni di influenza, ho fatto terzo e sono soddisfatto perché penso di essere stato al 50% questo weekend. Mi spiace per Valentina che non si è potuta esprimere al massimo a causa dei problemi di sorpasso, siamo però gasatissimi perché insieme andremo in Cile (con anche Alex Lupato ovviamente, ndr), speriamo di fare bene!”.
Alia Marcellini, terza classificata sulle 12 donne presenti: “Sestri è una bella gara, molto fisica e intensa e devi saper guidare. Non pensavo di far bene, io ho i miei allenamenti “fai da te” e sono soddisfatta. Sono molto contenta per Marco (Milivinti, il suo ragazzo, ndr), ora mi concentrerò sul DH perché le prime gare importanti stanno per arrivare” (Alia usa anche la moto da cross nei suoi allenamenti ed evidentemente la cosa dà i suoi frutti, ndr).


Per concludere, teniamo conto di Danny Lupato (tralasciando la sua sfortuna in questo weekend), di un forte Nicola Casadei, il Sanmarinese ex-discesista tornato alle competizioni dopo un periodo di stop, primo in Ps1 al sabato, caduto e infortunato in Ps2 e la domenica in gara con i punti al dito mignolo chiude quinto, Vittorio Gambirasio quarto assoluto con una buona prova e Davide Sottocornola sesto con una prestazione forse un po’ al di sotto dei suoi standard. Tutti fanno ben sperare per le sfide future, credo che assisteremo a veri e propri duelli sul filo dei centesimi…
attendiamo con ansia la prossime gare ed auguriamo un grande in bocca al lupo ai nostri ragazzi in Cile!

Ride on!!

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