Foto di Cristiano BorghiTrail of Pioneers: l’essenza pura della mtb Elena Martinello 29 Luglio 2014 Eventi News Quest’anno si è svolta la seconda edizione del “Trail of Pioneers – The Felix Pedro’s Gold” a Fanano Una gara all mountain che ha visto protagonisti, in un clima di festa, dei veri e propri pionieri: rider temerari che non hanno rinunciato all’evento nemmeno davanti alle pessime condizioni meteo. Ben più coraggioso fu nell’800 il cercatore d’oro Felice Pedroni, a cui viene dedicata la manifestazione, che, originario di Trignano dov’è posto l’arrivo del trail , dopo tante fatiche si arricchì scoprendo un grosso giacimento d’oro e fondando Fairbanks, la seconda città dell’Alaska. Ci si prepara tutti, anche in previsione di una gara sotto la pioggia. Il clima non è di competizione, o forse per qualcuno si, ma lo spirito è sicuramente di festa. Il pacco gara comprende salamella e baffi da pioniere. Ammesse bici di ogni genere: crosscountry, all mountain, rampikino old school, enduro e persino singlespeed. La gara ha inizio dalla piazza di Fanano dove una lunga salita, a tratti ripida da percorrere a piedi, risale tra i verdi boschi di Piano dei Castagnoli. Il percorso iniziale comprendeva la scalata del Monte Spigolino che per maltempo e pericolo fulmini ha dovuto subire variazioni. Pippo Marani, con la sua esperienza internazionale di “tracciatore”, ha pensato molto bene il percorso. Arrivati in quota, obbligato il passaggio al rifugio Capanno Tassoni, che offre ai riders ogni delizia locale in un ricco buffet: focacce farcite, polenta al forno, salame, crostate casalinghe e non manca un po’ di buon vino. Qualcuno si è fatto “prendere per la gola” e seduto a tavola, da li non si è più mosso! A pancia piena e ben “idratati” si prosegue, fa freschino e inizia a cadere qualche goccia. Ma non s’intende mollare assolutamente. Uno dei tratti più impegnativi deve ancora essere affrontato: il Passo della Riva. Con bici in spalla e un piede davanti all’altro si scollina. Le nuvole basse fanno intravedere poco del paesaggio che ci circonda, ma è comunque mozzafiato, in tutti i sensi, visto l’acqua che scorre tra le rocce e la ripidità del sentiero. Da lì in poi una pacchia… La parte più dura è ormai superata: che le danze abbiano inizio. La visibilità è scarsa e la luce nel bosco è piuttosto scura, ma preso il primo singletrack ci ossigeniamo tra prati verdi e fiori di campo, per poi sbucare al Lago di Pratignano. Meraviglia, come il sole dopo la tempesta. Si sente solamente il rumore del mozzo e delle ruote che strusciano sull’erba. Un attimo di relax prima dell’adrenalina. Il pezzo forte del giro arriva alla fine con la discesa a Trignano, un luna park della bike, soprannominato dai partecipanti “Pippodromo”! Un fondo soffice di terriccio e foglie, alternato con rocce viscide “saponate” e radici che rendono più tecnica la situazione. Curve strette e tratti veloci tra gli alberi chiudono in bellezza questo giro incredibile fino alla piazza di Trignano dove Pippo Marani e i suoi collaboratori aspettano tutti accogliendoli con entusiasmo e fiumi di birra. Il primo assoluto a tagliare il traguardo è Michele Vessali e la prima donna è Ausilia Vistarini in sella alla sua singlespeed e con abbigliamento di altri tempi: camicetta, gonna, giacchina e baschetto di lana. Ma il più acclamato è l’ultimo arrivato, Daniele Dalla Valle, che assieme a Claudio Persegani si è goduto appieno percorso, discese e fango! Tutte le ragazze, le squadre più numerose, il rider più giovane, l’abbigliamento più a tema e la bicicletta più vecchia vengono premiati con prodotti locali. Pippo Marani trasmette tutto il suo entusiasmo e ci tiene a mantenere un stile “old school” dell’evento: sentieri volutamente non puliti, “randagi” come si usava nei mitici anni ’80 e docce all’aria aperta in puro spirito pionieristico. Il comitato organizzatore di Trignano, vero motore della festa, capitanato da Attillio e Pomma, ha reso la giornata memorabile in un clima di gran festa. Oltre alla memoria del coraggioso Felice Pedroni, la comunità locale tiene a ricordare il valore di quelle montagne che sono state roccaforte delle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale, una linea difensiva nel tentativo di rallentare l’avanzare dell’esercito alleato, la famosa “Linea Gotica”.