La Thuile mantiene le promesse regalando all’enduro internazionale una tappa EWS epica, che rimarrà impressa a chi c’era

Tutti, ma proprio tutti, hanno affermato che questa Enduro World Series di La Thuile è stata dura, da molti punti di vista: non solo per la tecnicità dei tracciati, aspri e “infiniti”, ma anche per il Fattore M (meteo) che non ha risparmiato neppure oggi il suo gelo alla partenza della PS 4 (Super Kappa). Davanti a tutti però si è affermato Damien Oton.

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Senza il Bianco

La seconda giornata dell’Enduro World Series di La Thuile non ha regalato ai fotografi e video maker di tutto il mondo neppure uno spiraglio tra le nuvole per mostrare una delle montagne più belle del mondo: il Monte Bianco. Lo hanno cercato tutti sia ieri sia oggi, ma il meteo non è stato per nulla clemente: la partenza della PS 5 (Super Kappa) è rimasta immersa in un fitto nebbione, umido e freddo. Dai 2600 metri dunque nessun paesaggio, nessuna finestra su queste vallate… Solo una fitta nebbia bianca nella quale tuffarsi.

Questo enduro incompreso

L’enduro sembra non essere una disciplina accettata al 100% da tutti… sento spesso affermare che “l’enduro è una sorta di rifugio dove si ritrova chi non brilla nelle altre discipline”. Sicuri? Quello che sto notando personalmente è che nell’enduro serve una specifica caratteristica genetica. Devi avere indubbiamente la gamba allenata per sfidare i lunghi trasferimenti e conquistarti la vetta, ma devi avere anche un’ottima tecnica di guida per affrontare ogni situazione: dal tratto iper tecnico alle curve dove piegare fino a sfiorare le manopole.

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Ovvio, ci sono località dell’enduro che offrono differenti format di gara, ad esempio alcune località sono servite da impianti di risalita ed altre invece vanno affrontate solo con le proprie gambe (vedi Finale Ligure).
Qui a La Thuile c’è stato un mix: è stato un format di gara che poteva mettere in luce un atleta con capacità discesistiche per alcune PS e mettere in difficoltà altri, lungo i duri trasferimenti e le lunghe speciali condite da impervi tratti pedalati, come il Super Kappa.

Bollettino di guerra

Dire che è stata dura forse non rende… Alla fine della PS 6 tutti sono arrivati distrutti e molti non sono neppure arrivati. La fatica di questi due giorni di gara non ha risparmiato neppure i top rider, tutti sono arrivati alla fine delll’ultima PS (Il Mulino) con la stanchezza impressa sul volto. Due giorni in cui si sono accumulate un’infinità di difficoltà: altitudine, Fattore M, lunghi trasferimenti, dislivelli impegnativi da affrontare nelle speciali e “sorprese” sui tracciati, come il “nutella party”: sì, lo hanno battezzato tutti così il tratto di fango che ricopriva la parte finale del Super Kappa.

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Ogni speciale aveva la sua particolarità, ma la PS6 forse, è stata sottovalutata da molti. Una lunga discesa verso La Thuile che partiva alla fine del secondo tronco degli impianti di risalita. Nella parte centrale si sviluppava con un tracciato sinuoso e piacevole da guidare, immerso in un bosco che sembrava finto, dove il verde prevaleva su ogni cosa. Ma poi la sorpresa: la PS6 nella sua seconda parte si trasforma in un ripido tracciato che sembra non finire mai, dove i freni non si mollano neanche per un scondo e senti gli avambracci scoppiare. Finita qui? No, finito il tratto verticale un drittone in piano disseminato di pozze di fango dove lasciare le ultime energie. Di solito sarebbe finita così, ma invece dopo aver raschiato il barile ecco una rampa da affrontare a tutta per poi lanciarsi nel toboga del dual slalom e sprintare sotto l’arrivo… ormai “accecati dalla fatica” (parole testuali di Andrea Ziliani che l’ha vissuta tutta e a breve ce la racconterà in prima persona).

Ormai tra i top

Oton, dopo aver lasciato il lavoro di idraulico ed aver intrapreso la carriera da pro, si è distinto nelle ultime tappe dell’EWS entrando sempre nella top 20 e dopo aver sfiorato la vittoria a Valloire.

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Qui, finalmente, riesce a far capire a tutti che in una gara così completa e di fficile è lui l’endurista con la E maiuscola dimostrando il suo alto livello di preparazione e la capacità di adattamento alle differenti situazioni di questo weekend.
La sua prestazione ha lasciato dietro tutti i favoriti dell’Enduro World Series, Bailly-Maitre Francois secondo, Joe Barnes terzo. Graves non sale sul podio ma mantiene la leadership della classifica.

Whip whip whip!!

La sete di prestazione dei top rider non ha appannato il vero spirito di divertimento che accomuna tutti i biker che praticano questo sport. Sul toboga dell’ultima PS infatti, dopo aver incitato alla wippata, i big non si sono tirati indietro dal mettere di traverso la propria bici e dare spettacolo. Anche il fotografo Sven Martin ci ha gasato pur avendo addosso 20kg di attrezzatura fotografica. This is Enduro!

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A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike dalla nascita, scopre la fotografia molto giovane, dopo la laurea in architettura non abbandona il sogno di lavorare come fotografo e da quel momento inizia la sua vera carriera da professionista lavorando come fotografo specializzato nell'action photography e fornendo servizi ad aziende di ogni genere... Attualmente ha il ruolo di Direttore Responsabile di BiciLive.it