Tra il montaggio di una pump track modulare e la progettazione di nuovi tracciati per un bike park chissà dove nel mondo, sono riuscito a rubare qualche minuto via skype ad Erik Burgon.

Ragazzetto canadese che avevo conosciuto qualche anno fa alla Town Hill di Bergamo e per il quale, nella stessa occasione, ho avuto il piacere di lavorare.
Erik è una persona molto alla mano, di tempo ne ha sempre veramente poco, ma ne ha trovato per me e per la nostra redazione e gliene siamo grati, io in primis!

Diamo spazio quindi a quello che ha da dirci.

Ciao Erik, quanto tempo, è dalla TownHill di Bergamo del 2009 che non ci si sente! Presentati ai nostri lettori.

Ciao Marco, e ciao a tutti i lettori di Bicilive.it, io sono Erik Burgon, fondatore di Bikeparkitect SRO.

La passione per la mountainbike e per il gravity, dov’è cominciato tutto?

Sono cresciuto nella parte nord di Vancouver in Canada, in quell’area anche denominata “North Shore”. Fin dalla prima giovinezza sono stato seriamente impegnato con gli sport che ruotano intorno alla bicicletta: bmx verso la fine degli anni ’80, cross country e trial nei primi anni ’90 e dal 1995 circa in poi, freeride alla grande e basta!!! Ho gareggiato come professionista dal 1998 al 2004 nel “Dangerous Dan’s Flowshow” e preso parte in molti film, relativi al freeride, di quei tempi.

Erik-studia-l'atterraggio-di-uno-dei-drop-della-Town-Hill-di-Bergamo-2009_Photo-Credit-Marco-Angeletti

Com’è iniziata la passione per il trail building?

Quando ho iniziato a praticare sentieri con la bicicletta, non ce n’erano di adatti ad essere percorsi con la mountainbike. Pedalavamo su sentieri per escursionisti a piedi, su tracce per cavalli o sui greti dei fiumi in secca. Questa totale assenza di strutture e sentieri adatti alla mountainbike, mi ispirò e fu così che cominciai a realizzare tracciati per le mountainbike e a lavorare a progetti relativi a veri e propri bike parks. Verso la fine della mia giovinezza poi, fui interessato, part time, nella progettazione, realizzazione e cura di alcuni dei tracciati dell’area del North Shore.

Quando hai capito che potevi farne un lavoro?

Subito dopo finite la scuola in Canada, vendetta il mio primo progetto in Italia: il “Flydown Park” a Finale Ligure. Per quel “parco” ho: realizzato il progetto, cercato i finanziamenti, messo insieme tutta la documentazione e costruito l’intera struttura, con l’aiuto di alcuni appassionati del posto. Da quel momento in poi, e negli ultimi 12 anni, è stato un susseguirsi di lavori, uno dietro l’altro, senza sosta durante ogni stagione. Cinque anni fa ho dato vita alla mia società Bikeparkitect Srl nella Repubblica Ceca, e ho abbandonato l’insegnamento dell’inglese, facendo si di potermi dedicare ed impegnare costantemente nella mia società a tempo pieno. Oggi Bikeparkitect Srl impiega 12 persone a tempo pieno e molti altri operai stagionali durante la stagione estiva.

Erik-al-lavoro-durante-la-realizzazione-dei-nosrth-shore-per-la-Town-Hill-di-Bergamo-2009_Photo-Credit-Marco-Angeletti

Hai mai partecipato a dei corsi sul “trail building”? che consigli puoi dare in merito ai nostri lettori?

Sinceramente no, non ho mai partecipato a dei workshops o corsi sul tema, ma ho personalmente lavorato al fianco di alcuni dei trail builders che hanno realizzato molto del lavoro al riguardo per IMBA Trail Solutions. Io non l’ho fatto, ma se avete la possibilità di partecipare ad un workshop sul trail building, fatelo, lo raccomando fortemente. Loro non staranno lì a predicare su come costruire o come essere creativi, di contro, vi mostreranno tutti i trucchi per far si che le vostre idee ed il duro lavoro durino più a lungo possibile e possano essere fruibili anche in condizioni di bagnato o polvere.

Preferisci, per la realizzazione, tracciati naturali o “artificiali”?

Progettiamo e realizziamo ogni tipo di sentiero, e nella realizzazione di un progetto per un bike resort completo, cerchiamo di fondere quanta più “diversità” possibile. Detto questo, i miei tracciati preferiti da costruire sono veloci e scorrevoli, con salti e passerelle di media portata, con molto legno come caratteristica principale, fruibili alla stessa maniera, e con la stessa velocità, di quelle in terra.

Il posto più bello che hai visitato con il pensiero “questo è il Paradiso da sviluppare”?

Il mio paese natale, North Vancouver BC e Whistler BC, in Canada.

Il posto dove hai riscontrato maggiori difficoltà?

Ogni posto ha i suoi punti difficili con i quali avere a che fare durante la fase di sviluppo. In Italia, la burocrazia è un “dolore nel sedere” (letteralmente tradotto da “pain in the butt” per dare il senso della cosa, nda) vero e proprio e allunga tantissimo i tempi. Anche convincere le generazioni più “anziane” sulle potenzialità dei sentieri dedicati al gravity che passeranno sui loro terreni, non è cosa facile. Una volta riusciti a superare tutto ciò, è stato relativamente semplice e divertente realizzare quello che stiamo realizzando ancora adesso. Poi i piccoli cambiamenti al design dei tracciati non sono mai stati un grande problema, e pranzare in una trattoria di montagna ogni giorno è qualcosa che mi manca veramente!

Il risultato più grande della tua carriera?

Devo dire il “Modular Pumptrack System”. Questo prodotto sta realmente decollando e ci sta facendo conoscere in tutto il mondo. Visitate il sito web modularpumptrack.com per tutti i dettagli

Una-delle-pump-track-modulari-realizzate-da-Erik

Hai da poco vinto dei premi durante l’ultima edizione dgli ISPO e del BUDMA 2014 per la tua pump track modulare, quanto tempo richiede raggiungere un risultato del genere?

Abbiamo lavorato a questo progetto per più di 6 anni. L’ultima versione, quella che ha vinto questi 2 premi, è il culmine di tutti questi anni di esperienza nel trail building e nel campo del design di strutture per la mountainbike. Tutto questo, combinato con: i calcoli degli ingegneri di bikeparkitect, gli input dei migliori professionisti della mountainbike, il mondo e gli esperti di materiali del mondo dello skate e del monopattino, che ci hanno aiutato nella ricerca dei materiali grezzi più resistenti ed adatti alla costruzione di ogni singolo modulo della pump track prodotto.

Progetti per il futuro e sogni nel cassetto?

Sto vivendo il mio sogno nel cassetto e Bikeparkitect sta facendo si che altri possano fare altrettanto. I progetti futuri sono un segreto, almeno fino a quando saranno progetti correnti sui quali stiamo lavoro; però mi piace condividere con voi alcuni dei paesi dove la nostra pump track modulare verrà installata quest’anno: USA, Canada, Australia, Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Svizzera, Austria, Germania, Olanda, Beglio, Italia, Polonia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Grecia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Dubai, Abu Dhabi, Libano, Israele, Sud Africa, Malesia, Islanda, Groenlandia, Panama.

Insomma, mezzo mondo, starete esclamando!

Non ci rimane che lasciare Erik ed i suoi uomini al loro lavoro ed augurargli un grandissimo in bocca al lupo per il futuro.
Noi torniamo al nostro lavoro sul trail building, perchè abbiamo alle porte un’altro grande personaggio che vogliamo presentarvi; arriva dagli Stati Uniti ma da un decennio circa vive in Svizzera e lavora al più grande resort europeo per la mountainbike. Magari alcuni di voi sanno già di chi stiamo parlando.

Non perdetevi la prossima uscita, intanto andiamo tutti a farci una bella girata con le nostre mountainbike nei sentieri dietro casa di ognuno di noi!

Peace

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A proposito dell'autore

Stellette per vocazione ASD Emissioni Zero per passione. La montagna ce l'ha nel sangue, la passione per la mountain bike lo accompagna fin dalla prima adolescenza.