Torri “Timmy” Gianpaolo è il Presidente della ASD Emissioni Zero – Sede Locale Monte Cantiere – Lama Mocogno, una delle sedi dell’associazione sportiva che dirigo a livello nazionale.

Conosco Timmy ormai da 6 anni più o meno, siamo ambedue cicloguide UISP e accompagnatori di mountainbike; mi parla spesso e volentieri di “folletti dei boschi”, così a volte penso che magari abbia iniziato la coltivazione di qualche erba strana sull’Appennino modenese!

Persona sincera, fidata, leale e di saldi principi, si prodiga molto per promuovere la mountainbike in quel di Lama Mocogno e del Frignano, e spero che i suoi sforzi vengano ripagati prima o poi.

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L’intervista

Ciao Timmy racconta un pò ai nostri lettori la tua storia; da quando e perché sei diventato un “cura sentieri”?

A dire il vero la mia prima esperienza l’ho fatta aiutando dei ragazzi che tutti gli anni organizzavano una gara qui in zona, alle Piane di Mocogno. Ero appena entrato nel mondo delle ruote grasse e ancora non avevo chiara l’idea di cosa fosse e dove si potesse andare. Un po’ per dare una mano e un po’ per curiosità cominciai a pulire sentieri con loro.
La mia prima esperienza “autonoma” l’ho fatta ripulendo un vecchio sentiero in discesa, per insegnare un pò di tecnica a mia figlia che allora aveva otto anni.

Da allora è passato qualche anno e i sentieri sono ancora puliti… ci sono i folletti nella vostra “terra di mezzo”?

Sai com’è, tante volte parti per farti una semplice pedalata e, specialmente in primavera, ti ritrovi il sentiero sporco o addirittura chiuso da piante o dai rami caduti. Le prime volte partivo in bike con il seghetto pieghevole e le forbici. Ogni tot metri mi dovevo fermare, mettere mano agli attrezzi, pulire e liberare, risalire in bike e dopo pochi metri ero punto e a capo. Così facendo non mi godevo l’uscita in bike e non rendevo nella pulizia. Ho quindi adottato un metodo diverso: esco di casa con la scusa di una camminata di qualche chilometro; con me ci sono anche moglie, figlia e qualche nostra amica. Loro fanno due chiacchiere e una camminata e in più mi aiutano spostando qualche ramo o portando qualche attrezzo; io prendo con me la motosega, le cesoie grandi e insieme passiamo qualche ora unendo l’utile al dilettevole!

Vuoi dire che hai un team di sole donne?

Diciamo che sono quelle più presenti, fortunatamente però c’è anche qualche biker che a volte mi da una mano. La cosa che più mi stupisce è che i biker che a volte mi danno una mano, non sono qui della zona, ma provengono dalla pianura e dimostrano un attaccamento e un rispetto per la montagna sorprendenti.

Nessun local quindi a darti una mano?

Di bikers locali che praticano la mtb non ce ne sono; qui quelli che pedalano lo fanno su strada e solo qualche volta usano la mtb su strade carrabili, che di fatto sono più o meno sempre pulite.
Per fortuna oltre a noi ci sono anche gli amici del CAI, qualche escursionista motorizzato o appiedato o che pratica il turismo equestre a dare una pulita!

Parli sempre di trail care, e non di trail building, perchè?

Io intendo la mtb come mezzo per conoscere e divertirsi scoprendo luoghi, la vera essenza della mtb, ovvero “all mountain discovering”; secondo me non serve costruire sentieri. Vivo in un territorio che ha più di 200 km di sentieri, molti dei quali da riaprire e la maggior parte sconosciuti ai più; vanno dai 600 metri s.l.m. dei fondovalle ai 1617 metri s.l.m. del Monte Cantiere. Tracciati che una volta servivano carbonai o pastori, strade comunali o vicinali abbandonate da anni; ogni trail ha la propria storia, più o meno antica. E parlo solo del comune di Lama Mocogno tralasciando le zone limitrofe altrettanto interessanti!

Come procedi quando inizi ad occuparti della pulizia di un sentiero?

Come il resto dei folletti dei boschi, e senza mai esserci accordati: rimuoviamo i rami grandi e piccoli, pietre cadute, piante abbattute dagli eventi atmosferici che, con l’ausilio della motosega, una volta tagliate spostiamo sui bordi del sentiero, rastrelliamo gli accumuli di foglie e così via. Non facciamo interventi invasivi tipo deviare le acque o costruire ponti, drop o altro, ma ci limitiamo esclusivamente a creare un passaggio. Alle quote medio basse, la vegetazione, ed in particolar modo i rovi, crescono velocemente, potresti aprire un varco e dopo venti giorni riuscire a malapena a passare a piedi, per questo allarghiamo il sentiero il più possibile!

Hai parlato di folletti dei boschi, mi ricorda qualcosa…

Lo immagino! Qualche tempo fa lessi un pezzo di Cristiano Guarco su una rivista del settore, parlava di come molti biker passino sui sentieri puliti pensando addirittura che sia una cosa naturale non trovarvi niente a fermare o intralciare la pedalata. Cristiano ha avuto la sensibilità di far loro capire che se il trail è pulito, qualcuno l’ ha fatto e di sicuro non sono stati i folletti nei boschi!

Hai anche creato una pagina su Facebook chiamata Trail Care Team – I Folletti dei Boschi, come ti è venuta l’idea?

Seguendo lo stesso pensiero. Se c’è chi pulisce i sentieri è giusto che si sappia, ho solo “allargato” quello che intendeva Cristiano. La pagina è dedicata a chi pratica il trail care a titolo gratuito e per passione. Si possono postare le foto dei lavori che vengono fatti e la zona in cui si opera. E’ un modo per conoscersi, scambiarsi idee, informarsi.

Escursionismo motorizzato, in che rapporti siete?

Devo riconoscere che ultimamente sembra siano molto più rispettosi dell’ambiente; certo, qualche sgommata gli scappa ancora ma, come dicevo, ora si preoccupano anche di mantenere o riadattare quello che prima distruggevano e basta; sono maturati parecchio anche se, come in ogni categoria, qualche imbecille resiste ancora.

Gli Enti Locali come considerano il lavoro che fate? Ve lo riconoscono in qualche modo oppure no?

L’Amministrazione Comunale eletta con le ultime consultazioni sembra dare molto peso all’ambiente e al potenziale che esso rappresenta; la sentieristica ed i beni ambientali sono tra le priorità del programma di promozione e sviluppo turistico. Staremo a vedere, per adesso aspettiamo!

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Cosa bolle in pentola ragazzo, dai su, spara!

Da qualche tempo sto lavorando ad un anello di 40 km per 1700 mt di dislivello, con un paio di varianti-scorciatoia.
Un vero trail AM, con tratti tecnici da bici in spalla, flow, guadi, radici e terreno misto; dalle pietraie all’argilla, dalle praterie ai boschi, un percorso per persone allenate e preparate. Purtroppo l’inverno passato ha lasciato molti segni, non so quando riuscirò a completare la mia “opera”, ma spero di farlo quanto prima; lo vorrei dedicare ad un amico che non c’è più, un biker nel senso più completo della parola, che molti di voi conoscono e che con la sua passione ha contagiato moltissimi di noi, facendoci amare e conoscere questo sport e le emozioni che ci regala, i luoghi in cui ci porta.

Un pensiero che vuoi lasciare ai nostri lettori

Più che un pensiero, una frase, che ho scritto sul sito dell’associazione e che la mia mente ha elaborato mentre ero fuori con la mtb in totale simbiosi con il territorio circcostante:

“Ho percorso sentieri tracciati nel tempo, su terre abitate da popoli antichi. Ho udito leggende, nel fitto dei boschi, librarsi nei cieli di spazi infiniti”.

A proposito dell'autore

Stellette per vocazione ASD Emissioni Zero per passione. La montagna ce l'ha nel sangue, la passione per la mountain bike lo accompagna fin dalla prima adolescenza.