Alpe Cimbra: abbiamo provato due degli itinerari preparati per fat bike Michele Malfatti 3 Marzo 2017 News Siamo stati in Alpe Cimbra, luogo ormai conosciuto per i redattori di Bicilive.it, a provare due dei tracciati sulla neve appositamente preparati per le fat bike. Alpe cimbra e mtb: dove si trova e come si raggiunge L’Alpe Cimbra è un territorio trentino di oltre cento chilometri quadrati compreso tra i comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna. L’altopiano si può raggiungere in macchina o in pullman dall’autostrada A22 Brennero-Modena uscita a Rovereto Nord o dall’uscita di Trento centro mentre percorrendo l’autostrada A31 l’uscita è quella del casello di Piovene Rocchette. Oltre a percorsi per fatbike nel territorio dell’Alpe Cimbra potete trovare decine di itinerari in mtb, ebike e per bici da corsa. Noi ad esempio abbiamo speso un weekend in sella a delle mtb a pedalata assistita alla scoperta dei vari trail. I percorsi sono adatti per le famiglie così come ci sono itinerari per chi voglia ampliare le proprie conoscenze in mountain bike, sia per principianti che rider esperti, come il bike park Lavarone. Due scorci dei paesaggi che si incontrano percorrendo gli anelli per fat bike dell’Alpe Cimbra. Gli anelli per fat bike in Alpe Cimbra Ho percorso due itinerari in Alpe Cimbra con la mia fat bike Specialized Fat Boy. Primo itinerario fat bike Il primo itinerario parte dal centro di sci da fondo della località Millegrobbe, dove si trova il ristorante e il noleggio delle fat bike. Il secondo parte invece da Passo Coe. Millegrobbe si raggiunge da due versanti, dal versante Trentino da Folgaria si seguono le indicazioni per il passo Vezzena quindi si seguono i cartelli per Millegrobbe, mentre se si arriva da Asiago si raggiunge passo Vezzena quindi si seguono i cartelli per il centro del fondo di Millegrobbe. Nel primo itinerario ci si ritrova immersi nel bosco. L’itinerario parte da Malga Millegrobbe. Su questo percorso si pedala in diversi ambienti, a tratti mi sono ritrovato immerso nel bosco, su una traccia ben battuta che si snoda tra abeti e rocce che emergono dalla neve. In altri punti ho cambiato scenario e mi sono trovato nei prati con una vista favolosa sulle montagne circostanti. Ho trovato tanti rimandi alla cultura e alla storia del luogo, difatti mi sono imbattuto in alcune statue di ferro lungo il tracciato, statue che fanno parte del “sentiero cimbro dell’immaginario”, un viaggio tematico alla scoperta dei racconti e delle leggende cimbre. Sono giunto, dopo un tratto in salita, all’ingresso di una galleria che si può solo percorrere a piedi, quindi sono salito lungo un single track a lato della galleria e mi sono trovato in prossimità dell’avamposto Oberwiesen. Poco distante si trova l’ex forte “Campo Luserna”, punto panoramico da dove si gode una visuale davvero suggestiva sull’abitato di Luserna, in cui è ancora usata la lingua cimbra che si parla solo in questa zona, un misto tra il tedesco e il dialetto locale. Il primo anello porta a vedute panoramiche dopo tratti nel bosco. A destra il monumento ai caduti. Pedalando in questi luoghi sono evidenti i segni di un passato di guerre e fortificazioni, difatti dopo un tratto veloce in leggera salita mi sono ritrovato davanti al forte campo Lusern. Ho costeggiato l’intero manufatto, ammirando la costruzione e quindi mi sono fermato davanti ad un monumento ai caduti della guerra dove il pensiero inevitabilmente va verso tutti coloro che hanno dato la vita in questi boschi e su questi altipiani. Una breve discesa mi ha portato nella zona delle trincee che in questo momento sono ricoperte di neve e danno una particolare morfologia al sottostante terreno. Ho attraversato la pista di sci di fondo con particolare attenzione quindi ho iniziato a pedalare lungo il tracciato usato per lo sleddog (le slitte trainate dai cani) e rapidamente sono giunto al punto di partenza. Il percorso è molto vario e ricco di storia e di particolari spunti di vita quotidiana di un tempo. È adatto a tutti, anche chi sia alle prime armi. Il sentiero è tracciato molto bene, con fondo ben battuto che permette di pedalare senza sprofondare nella neve. I panorami lasciano a bocca aperta. Secondo itinerario fat bike Per il secondo itinerario in fatbike sono partito da Passo Coe. Passo Coe si raggiunge arrivati a Folgaria seguendo le indicazioni per Francolini, Fondo Grande e Fondo Piccolo, mentre dal Veneto, da Tonezza, si sale fino al passo della Vena quindi si seguono i cartelli per Passo Coe-Folgaria. Seguendo la segnaletica per l’itinerario “fat” il percorso inizia subito in leggera discesa, su un’ampia traccia realizzata dal gatto delle nevi. Ho pedalato immerso nella neve, scesa copiosa negli ultimi periodi, che ha reso il panorama circostante quasi “da favola”. Ho affrontato alcuni brevi strappi pedalabili, quindi ho scorto a destra la “Base Tuono”, ex base Nato attiva dal 1966 al 1977 usata come presidio difensivo del periodo storico che ha preso il nome di Guerra Fredda. Nel secondo itinerario si passa nei pressi della Base Tuono, ora museo testimone della Guerra Fredda. Ora è un museo visitabile dalla primavera all’autunno. Ho raggiunto con la mia fat una zona pianeggiante dove a sinistra ho notato il lago di Coe, bacino artificiale usato per l’innevamento durante il periodo invernale. Mi sono fermato a circa metà lago al bar Hangar dove ho mangiato un panino dalle dimensioni “mastodontiche” e mi sono bevuto una bella birra fresca. Sono risalito in bici e ho iniziato la salita che mi ha condotto verso il punto di partenza. Ho costeggiato il bosco e mi sono soffermato a guardare le tracce degli animali che restano in evidenza sulla coltre nevosa. Questo itinerario è molto semplice, è anch’esso adatto a qualsiasi livello, soprattutto a chi è alle prime armi perché è tracciato bene e presenta un fondo ben compatto. Questa uscita è stata utile anche per testare l’abbigliamento personalizzato Bicilive prodotto da Santini SMS. Pro tips: come vestirsi in un’uscita in fat bike sulla neve? Pedalare durante l’inverno in bici può spaventare i meno esperti ma se si seguono alcune semplici regole anche l’uscita sulla neve diventa piacevole. Abbiamo già trattato alcuni articoli sull’abbigliamento invernale in bicicletta come “10 consigli per pedalare in inverno” e anche l’allenamento che si può praticare sfruttando la stagione fredda. Per quanto mi riguarda uso una “vestizione a strati” così durante la salita parto leggero e i capi che ripongo nelle borse o nello zaino vengono utilizzati per cambiarmi e rivestirmi quando mi preparo per la discesa. La fat bike, consigli sul setup e sulla dotazione per le uscite Da un paio di anni ho una fatbike della Specialized, una Fatboy. Pedalo con questa bici tutto l’anno e si può dire che me ne sia davvero innamorato. Dall’acquisto della bici ho voluto fare alcuni upgrade per rendermi il più autonomo possibile durante le uscite di un giorno ma soprattutto nelle uscite di più giorni. Ho lasciato invariato il gruppo Sram X7 a 10 velocità e anche i pneumatici Specialized Ground Control da 26×4.6″. La sezione del pneumatico permette un’aderenza assoluta su qualsiasi tipi di superficie e la bassa pressione (da 0,5 a 1 bar) permette di galleggiare su diversi fondi quali neve, fango o sabbia. Sapendo regolare bene la pressione delle gomme fino ad ora non ho sentito la necessità di cambiare forcella, difatti monto una forcella rigida in carbonio. La bici monta di serie dei freni a disco idraulici e ad oggi non ho avuto alcun problema durante il periodo invernale arrivando anche a temperature molto basse. L’upgrade che ho fatto è stato quello di cambiare il mozzo anteriore sostituendolo con un mozzo dinamo Son. Con questa soluzione mentre pedalo produco energia che utilizzo per alimentare il fanale Son Edelux2 e per alimentare il GPS e il cellulare. Inoltre ho dotato la fatbike di alcune borse così da viaggiare senza il peso dello zaino sulle spalle; nella sacca sotto la sella, non stagna, ripongo gli attrezzi che mi servono come la pompa, leva gomme, multi tool, scotch americano e altri attrezzi che mi possono servire durante l’uscita di uno o più giorni mentre nella sacca anteriore, stagna, inserisco il vestiario che mi serve. In queste due foto si possono vedere le moffole applicate al manubrio “pogies” nel dettaglio. Per me sono un “mai più senza” vista la comodità e l’efficacia nel tenere caldo alle mani. Di solito mi porto un piumino comprimibile, una giacca in goretex, un cambio d’intimo, maglia tecnica e un pantalone. Solo durante il periodo invernale doto la mia fatbike di “pogies”, che sono delle grosse moffole attaccate al manubrio in cui infilare le mani. Grazie a queste “appendici” non uso i guanti e pedalo con le mani sempre al caldo anche con temperature sottozero. All’interno di ogni singola moffola si trova, nella parte inferiore, una tasca per ogni mano dove inserisco del cibo e il cellulare, così il cibo non si congela e il cellulare non risente dell’influenza delle basse temperature. Ho sempre usato i guanti e ne ho provati diversi modelli ma dopo un po’ ho sempre avuto freddo alle mani. Con i pogies invece ho le mani sempre calde e si riesce a frenare e usare il cambio come in estate. Per quanto riguarda i pedali monto dei pedali flat, cioè piatti (leggete il nostro tutorial sui pedali flat Vs pedali a sgancio rapido). Ai piedi uso sempre degli scarponcini da montagna in goretex (tranne in questo servizio fotografico per esigenze “di test”); uso degli scarponi e pedali flat perché mi sono accorto che con i pedali a sgancio si forma sempre del ghiaccio intorno alla tacchetta rendendone difficoltoso l’uso; inoltre se le calzature non sono specifiche per l’inverno e stagne sulla suola, il freddo (e a volte anche l’acqua) si spande dalla zona della tacchetta e ci si ritrova con il piede infreddolito o peggio, bagnato. Nel mio corredo porto anche dei ramponcini elastici da applicare agli scarponi, nel caso dovessi attraversare a piedi delle lastre di ghiaccio: in pochi secondi sono montati e cammino sicuro. Meglio perdere un attimo di tempo che ritrovarsi a gambe all’aria, e col ghiaccio non c’è da scherzare. I percorsi per fat bike in Alpe Cimbra: il mio parere I due percorsi dell’Alpe Cimbra sono pensati per potersi divertire pedalando sulla neve. Sono entrambi concepiti per il turista che decida di provare la fat bike sulla neve. In entrambe le località di partenza c’è un noleggio dove si può decidere se usare una fatbike normale o, per i meno allenati, una fat a pedalata assistita, quindi elettrica. Anche per chi abbia già la propria bici i percorsi sono ben battuti e curati e permettono di divertirsi e di pedalare in sicurezza. Ecco le tracce GPS consultabili e scaricabili: Cosa vedere e dove fermarsi a mangiare in Alpe Cimbra L’Alpe Cimbra, oltre alla possibilità di effettuare escursioni in fat bike, offre al turista diversi servizi. Essendo una zona rinomata anche per lo sci si può scegliere tra lo sci alpino, lo snowboard e lo sci di fondo, così come si possono percorrere diversi itinerari per ciaspole o provare l’emozione di una gita guidando la slitta trainata dai cani, il famoso “sleddog”. Niente è meglio di una buona birra e un panino con ingredienti sani e genuini per riprendere le forze dopo una pedalata all’Hangar Bar Lago di Coe. A Folgaria inoltre si può solcare il ghiaccio con le lame affilate dei pattini presso la struttura coperta del Palaghiaccio, mentre se siete amanti dei paesaggi invernali e desiderate stare all’aria aperta, al lago di Lavarone potete pattinare sulla pista allestita appositamente. E dopo una giornata sulla neve o sul ghiaccio cosa c’è di meglio di un po’ di relax? A Lavarone trovate il Lavarone Wellness mentre presso Malga Millegrobbe si trova il centro Millegocce. Se volete approfondire, leggete il nostro speciale sulle fat bike. Per maggiori informazioni: Malga Millegrobbe, Hangar Bar – Lago di Coe, Noleggio Rent4All.