Foto di Cristiano BorghiCorso Trail Building IMBA a Porretta Terme Marco Angeletti 12 Maggio 2015 News Grande successo al primo corso trail building IMBA Italia organizzato a Porretta Terme, da FAI della Paganella a Erice, da Tirana a Lisbona, quarantacinque sono stati i partecipanti da tutta Italia e dall’estero, che si sono ritrovati nella località dell’Appennino bolognese il fine settimana dell’11 e 12 aprile per seguire il corso trail building IMBA Italia. Gli istruttori di IMBA Trail Solutions sono rimasti sbalorditi da tanta partecipazione e ci hanno confessato (anche sui loro blog e sul sito ufficiale di IMBA USA) che non si ricordano un corso così numeroso in nessun’altra nazione d’Europa e forse nel mondo. Grandissimo il lavoro dello staff per il corso trail building IMBA Italia Oltre ad aver messo in piedi una macchina organizzativa pressoché perfetta, lo staff ha provveduto ad arrangiare in italiano sia le dispense (inviate poi ai partecipanti via email) sia le lezioni, fungendo anche da traduttori simultanei durante le lezioni (sia all’aperto che in aula) e facendo in modo che non si perdesse nulla di ciò che veniva detto dagli istruttori o commentato/domandato dai partecipanti. Oltre agli appassionati e ai volontari di varie associazioni sportive erano presenti tra i partecipanti al corso anche alcune facce note di addetti ai lavori, tra cui Ezio Cattani del Paganella Bike Park (già intervistato da noi per la nostra rubrica sui trail builders ), Alvise Calioni Bembo del Brembo Bike Park, lo staff dell’Erice Bike Park, lo staff del Pinewood di Bologna e del San Martino Bike Arena. Infine lo staff dell’ASD Emissioni Zero che sta lavorando alla messa in sicurezza e alla creazione di sentieri per mountain bike sul monte Sasso del Ferro in provincia di Varese. A tenere il corso sono stati Shane Wilson (che ci ha rilasciato un’intervista non molto tempo fa) e Mark McClure di IMBA Trail Solutions. Ambedue con una vastissima conoscenza nella progettazione e realizzazione di sentieri, Shane è il project manager di questi corsi e Mark è il “digger” che ha realizzato insieme ad Andreu Lacondeguy la linea freeride che ha permesso a quest’ultimo di vincere il Crankworx 2014 (tanto per dirvene una, nda). Il programma del corso, articolato su due giorni, aveva come scopo l’apprendimento delle nozioni necessarie per poter al meglio progettare, presentare e realizzare un sentiero sostenibile in single track. Tra parte teorica in aula e all’aperto e parte pratica sul sentiero (per applicare le tecniche illustrate dai due istruttori) abbiamo visto e appreso le basi necessarie per la realizzazione di un sentiero sostenibile (partendo da zero o recuperandone uno già esistente in modo da renderlo fruibile e divertente per i mountain biker) per un totale di circa 16 ore di formazione, di cui almeno 10 di pratica sul campo. Praticando già il “mestiere”, moltissimi dei presenti in aula si erano già trovati nelle condizioni di lavorare alla manutenzione o alla realizzazione di sentieri ex novo magari pensando di aver fatto un ottimo lavoro ma scoprendo, nostro malgrado, che: non esiste il sentiero perfetto! Il motivo è presto detto: i gusti variano da fruitore a fruitore e di località in località. Durante il corso molti sono stati i momenti di confronto tra gli addetti ai lavori e gli istruttori di IMBA, rendendo il corso stesso quasi una tavola rotonda dove ognuno ha condiviso le proprie esperienze e difficoltà realizzative. Questi momenti sono stati preziosi e hanno permesso un buono scambio di opinioni, dando la possibilità ad ognuno di imparare qualcosa di nuovo dall’altro. Un sentiero sostenibile permette ai fruitori di godere dell’ambiente “naturalmente” e con un minimo impatto sull’ecosistema; Questo è il punto focale del nostro corso. Tutto il programma ruotava proprio intorno a questo. Naturalmente il corso non si è soffermato solo sull’insegnamento delle tecniche e delle nozioni per realizzare il nostro sentiero sostenibile, ma anche sulle nozioni necessarie per poter presentare nel migliore ed efficace dei modi il nostro progetto alle amministrazioni locali o a chi gestisce il terreno/bosco di nostro interesse. Gli istruttori hanno più volte sottolineato che il 95% del lavoro per realizzare un sentiero è dedicato infatti alla progettazione e alla pianificazione delle attività che faranno del nostro progetto un progetto di successo. Anticipiamo che nei prossimi mesi dedicheremo uno spazio al “trail maintenance for dummies”, qui vi vogliamo lasciare con un paio di nozioni che magari vi potranno già aiutare nel caso aveste intenzione di regalare alla comunità un sentiero divertente dedicato alle mountain bike. Partendo dal presupposto che “un sentiero sostenibile è un sentiero legale”, il nostro primo consiglio è di chiedere sempre il permesso a chi amministra il terreno dove volete far passare il vostro sentiero. Come si definisce un sentiero sostenibile? Fisico, che limita l’impatto del nostro progetto sulla natura e che si mantiene nel tempo (limitando quindi anche l’erosione) Sociale, che permette un’esperienza positiva e minimizza il conflitto tra i fruitori o il resto della comunità Inoltre, nel momento in cui pensiamo al nostro sentiero, dobbiamo anche pensare che una cattiva pianificazione del nostro progetto: aumenta l’impatto sulla risorsa ambiente aumenta l’esperienza negativa del fruitore aumenta i costi di manutenzione aumenta la responsabilità verso terzi limita l’aspetto ricreativo positivo non protegge la risorsa Per realizzare un buon sentiero, dobbiamo agire in modo intelligente, come ha già sottolineato Shane nell’intervista rilasciata alla nostra redazione. Questo perché un sentiero che segue i principi di sostenibilità, fatto in modo intelligente, avrà uno sviluppo e un successo maggiore rispetto ad un sentiero non sostenibile. Un esempio di sentiero sostenibile di successo è la A-line di Whistler, in Canada, si tratta di una pista progettata e pianificata non solo per dare un sentiero ai mountain biker ma anche, e soprattutto, per aumentare l’indotto della località che lo avrebbe ospitato (e lo ospita tutt’oggi). Molto dell’insegnamento del corso è racchiuso in una parola : flow Flow non è sinonimo di ‘sentiero piatto’ e privo di difficoltà. Flow è la parola giusta per definire l’esperienza che stiamo avendo sul nostro sentiero, il ritmo che gli stiamo dando, le vibrazioni e l’armonia con la natura… tutto racchiuso nel nostro progetto, nel nostro sentiero. Studiare e comprendere quindi il flow del tracciato ci aiuterà a prevenirne l’erosione e il conflitto tra fruitori e quindi a rendere il nostro sentiero un sentiero sostenibile di successo. Avendo partecipando al corso, che ha superato le mie aspettative e che mi ha dato molto in termini di apprendimento, vi posso solo consigliare di fare altrettanto alla prima occasione, magari anche solo per aumentare il vostro « bagaglio culturale ». Ognuno di noi sa come impugnare un piccone, un badile o una vanga, ma veramente in pochi sanno poi come maneggiarli per salvaguardare e migliorare l’esperienza positiva in mountain bike di ognuno di noi.