Ci siamo lasciati con Antonio che si parlava ancora di Prato Selva, poi un giorno mi chiama Matte (Matteo Cappè, nda) e mi fà “va che bolle in pentola qualcosa, Antonio Riccioni non è più a Prato Selva, senti cosa sta accadendo”

E così abbiamo indagato e scoperto che Antonio stava prendendo in mano le redini del cavallo da corsa dal nome “Prati di Tivo” e che c’era in ballo l’apertura del bike park.
Poi mentre ero in ferie a casa a Rieti, ho caricato in macchina l’attrezzatura e sono andato in Abruzzo per “toccare con mano” i lavori che son stati fatti: ho girato come un pazzo, mi son divertito, ho sudato, mi son giocato un paio di jolly, ho goduto come un madrillo sulle linee di questo park e a fine giornata, sdraiato sui cuscini nella “chill area” davanti ad una buona birra artigianale, ho fatto la mia consueta intervista ad Antonio.

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Ecco l’audio dell’intervista.

Da Prato Selva a Prati di Tivo, cos’è successo?

Prato selva è stato un sogno che per 8 anni ci ha fatto realizzare cose fantastiche. Poi intoppi burocratici e Amministrazioni che davano poco e niente supporto ci hanno fatto svegliare…e mi sono trovato una “nuova casa”, una nuova realtà e un’avventura tutta nuova da vivere.
Un’aventura che speriamo, ma ne siamo sicuri, ci darà tante e nuove soddisfazioni.

Dove stai andando con il tuo progetto locale?

Siamo all’inizio di tutto. Siamo partiti con le prime tre linee e adesso stiamo lavorando a diverse varianti; il bosco è talmente vasto che che di piste e varianti ne usciranno diverse.
Il tempo che impieghiamo qui è tanto, si sta facendo tutto a mano, pala e piccone. Gli operai che lavorano con me sono instancabili e pur capendo poco l’italiano (uno di loro è macedone, ndr) portano avanti il lavoro per filo e per segno come gli è stato detto.
Ci vorrebbe più gente come loro!

La consulenza di Antonio Silva, quanto è servita?

É stato molto importante avere un professionista del settore che ci desse una mano a trovare gli “ingressi” giusti e soprattutto che ci desse una mano a comprendere la “lettura” del bosco.
Non che noi non avessimo l’esperienza per farlo, ma la nostra rimane un’esperienza “locale”.
Avere qui Antonio con noi è stato un vero onore ed un vero piacere, è una grande persona ed un grande professionista.
La tua filosofia nella realizzazione dei tracciati Massimo divertimento per tutti e tanto freeride, cercando di ridurre al massimo la possibilità di infortuni.

Una domanda che una volta era sempre sulla bocca di tutti: Cos’è per il te il freeride?

Freeride per me è partire con la bicicletta dal punto piu alto della montagna e scendere!
Ti trovi le linee, interpreti il bosco, ti cerchi i salti, il flow, le radici, i sassi che vuoi e vieni giu con il sorriso sulla bocca e via…magari fai qualche danno alla bike, ma tanto c’è luciano di Bike Store che la ripara poi!

Questa è una stazione tutta da “sfruttare”, qual’è il vostro obbiettivo?

Il mio obbiettivo è quello di farla diventare un punto di riferimento del mountain biking italiano, anche grazie al supporto costante di Bike Store e della scuola di mountain bike (e dei suoi maestri) presente sul posto. Nel prossimo futuro organizzeremo eventi, raduni, corsi di discesa e magari qualche tour guidato anche pedalato. Stay tuned!!!

Come va con le Amministrazioni Locali qui ai Prati di Tivo?

Dopo l’esperienza di Prato Selva (dove non siamo mai stati appoggiati dalle amministrazioni, anzi, ci hanno messo anche i bastoni fra le ruote) qui ai Prati di Tvo le Aministrazioni (Comune e Amministrazione separata) ci hanno supportato fin da subito, andando anche a “sponsorizzare” il nostro progetto in sede dell’ amministrazione del Parco; adesso aspettiamo un pò solo gli “amministratori” del suddetto!
In italia i dipendenti e gli uffici scientifici dei parchi sono un pò fissati nello stare seduti dietro alle scrivanie, dalle quali decidono le sorti econonomiche di una località, mentre, secondo me, dovrebbero girare un pò di più all’interno dei parchi per capire bene di quello che hanno tra le mani.
Parlo specialmente degli impiegati e dei geologhi che decidono a volte senza valutare le cose sul terreno!

Ma questa linea che hai chiamato “Cloropetica”?

È una delle piste disegnate da Antonio Silva e io la volevo tanto; ho insistito tantissimo con lui per averla e alla fine abbiamo avuto quello che volevamo!
Rispecchia per filo e per segno lo spirito del bike park e la mia filosofia di riding.
Naturalmente è da ultimare, e lo faremo anche in collaborazione con Andrea Ponzi, uno dei ragazzi che anni fa aveva partecipato alla produzione del video “Clorophilla”

Viva la vita, viva il freeride, viva la mountain bike!!!

A proposito dell'autore

Stellette per vocazione ASD Emissioni Zero per passione. La montagna ce l'ha nel sangue, la passione per la mountain bike lo accompagna fin dalla prima adolescenza.