Bologna e Firenze, città ricche di storia e tradizione, sono i punti estremi del percorso intrapreso sulla Via degli Dei che ha fatto da ponte di collegamento fra l’Emilia e la Toscana sin dai tempi degli etruschi

Sulle sue strade sono transitati re, papi, principi, generali, commercianti ed eserciti. Artisti e poeti hanno descritto la bellezza dei suoi paesaggi, e ancora oggi, quando ormai degli antichi selciati rimangono soltanto pochi tratti a ricordarne la gloria, ecco la riscoperta di questa antica strada. Tornata alla luce grazie al lavoro di alcuni appassionati è diventata meta di un turismo internazionale che la percorre a piedi, a cavallo, e in tempi più recenti anche con le due ruote.

Per me che sono di Bologna, è stata una piacevole sorpresa scoprire il gruppo dei Soppa Biker Hill, una nuova associazione nella provincia Emiliana che sta realizzando a Sasso Marconi un area sportiva all’aperto per tutte le attività collegate  alla mtb e alla bmx, nel rispetto e nella valorizzazione del territorio. Ho potuto così partecipare alla ricognizione del percorso dove si svolgeranno i tour nei prossimi mesi.

Dopo alcune telefonate con Stefano Melchiorri, l’ideatore del progetto, il mio primo incontro con loro è stata la mattina del 25 aprile in centro a Bologna, dove ci siamo incontrati con Andrea, Massimo e Marco,  i miei  nuovi compagni di  pedalata,  e con Alessia la moglie di Stefano, che ci avrebbe fatto da autista di supporto col furgone, seguendoci per l’intera durata della traversata nel caso in cui ci fossero stati problemi, per poi raggiungerci all’agriturismo dove avremmo cenato e dormito.

 

Dopo le consuete presentazioni io e i miei compagni di viaggio siamo partiti da piazza Maggiore per cominciare l’avventura da sotto le due torri: la Garisenda e l’ Asinelli, simboli storici di questa città.

A questo proposito voglio ringraziare l’ organizzazione  e il negozio di  Malini Cicli che, dato il peso dello zaino fotografico e i chilometri da percorrere, è riuscita a farmi avere una Scott front da 29 con motore elettrico Bosch, consentendomi così di percorrere tutta la tratta senza rallentarli.

Partenza dalla piazza cominciamo a pedalare belli gasati, come se fossero finite le scuole e fossimo in partenza per le ferie estive; iniziamo a salire lungo la strada dei portici del santuario di San Luca che è la  prima collina del nostro tour,  dove la chiesa situata a 270 mt di altezza sui colli domina il paesaggio.
Subito lo sguardo si stende sulla città sottostante, con le sue case e le sue torri, fino a spingersi sulla campagna che si stende a perdita d’occhio, ma abbiamo molta strada da fare e dopo un paio di foto scendiamo sui sentieri di parco Talon in direzione parco della Chiusa a Casalecchio di Reno.
Da qui, seguendo l’omonimo fiume ci spostiamo prima a Palazzo Rossi, antico borgo medioevale perfettamente conservato che raggiungiamo tramite un caratteristico ponte sospeso, per poi raggiungere l’oasi di San Gherardo, dove dopo una salita scorrevole raggiungiamo al 15 km la nuova tappa ai prati di Mugnano a 200 mt sul livello del mare.

A questo punto riprendiamo la strada verso Monte del Frate toccando i 547 mt di altezza e proseguiamo ancora verso il trentesimo chilometro della nostra tappa.

Qui i contrafforti di arenaria gialla che raggiungono il punto più alto nella cima di monte Adone a 610 mt precipitano per un centinaio di metri verso il basso.
Dopo una breve pausa ripartiamo all’avventura, la nostra meta è prima monte Rumici, poi Monzuno, un nome che si dice derivi dall’antico “Mon Junus” dedicato alla dea Giunone, infatti questa antica strada creata in epoca Romana nel 197 A.C. aveva i nomi de monti intitolati alle loro divinità e lungo il tracciato è ancora possibile incontrarne alcuni (vedi monte Venere, monte Adone, ecc) mentre altri sono andati perduti nel tempo.

Qui tocchiamo il quarantesimo chilometro del tracciato, a 600 mt sul livello del mare.

Intanto prosegue l’opera di tracciamento e segnalazione dei miei nuovi compagni di viaggio, si consultano cartine, si controlla il GPS, si marcano le svolte con frecce e le lettere VD in colore giallo, si chiacchera e si fa amicizia.
Purtroppo poco dopo Monte Santa Croce, a 910 metri di altezza, affrontando un ponticello in discesa, la bici del mio simpatico amico scivola con la ruota anteriore sul legno a causa dal fango e della pioggia, ci dobbiamo quindi improvvisare infermieri, ma fortunatamente la caduta è stata meno grave del previsto, e lo sfortunato Marco ha anche lo spirito di tirare fuori la tessera sanitaria e chiedere la foto mentre gli legano del ghiaccio istantaneo sulla parte dolente.

Ci aspetta ancora la parte più dura del tracciato perciò, una volta avvisato il furgone di raggiungerci a Madonna dei Fornelli, situato al cinquantesimo chilometro del percorso, salutiamo il nostro amico che si riposerà al ristoro in attesa del nostro arrivo, cercando di ristabilirsi in tempo per la seconda giornata sulla Via degli Dei.

Monte Bastione con i suoi 1100 mt è il punto più alto da raggiungere nella tappa odierna e con i suoi sette chilometri di salita e una stagione che ci ha bersagliati di pioggia a fasi alterne, mette a prova la nostra resistenza, ma non ci vince.
E così arriviamo alla fine della salita, dove ci aspetta l’ultimo tratto di sei chilometri circa fino all’agriturismo “Il Passeggere”, dove troveremo riparo e, a quanto mi dicono, ottimo cibo Toscano. Perciò, una volta montate le lampade sui caschi per non rischiare di restare al buio nel bosco, con lo stomaco che brontola ci dirigiamo con prudenza alla meta.

Appena arriviamo ho un ottima impressione del posto, i profumi che ci giungono dalla cucina confermano la qualità dei cibi, e il complesso, incastonato tra i monti dell’alta valle del Mugello appare come un oasi di tranquillità e riposo.

Prima di andare a letto abbiamo fatto il punto della situazione


In questa prima giornata abbiamo percorso 63 km, raggiunto un dislivello di 1926 mt in salita, e 1083 in discesa, in un tempo totale di 12 ore e 45 minuti, di cui tolte le fermate per vari motivi rimane un tempo in movimento di 6 ore e 24 minuti.
Nonostante tutto ci siamo divertiti e non vediamo l’ora di rimetterci in marcia domani perché, anche se non siamo i primi a farlo, è una bella sfida e vogliamo riuscirci.

Il mattino dopo si presenta come una bella giornata, ma con qualche nuvola.

Una di queste riguarda il nostro amico Marco che è ancora provato dalla caduta e dovrà andare a Firenze con il furgone. Purtroppo non possiamo aspettarlo e memori del tempo in più che ha richiesto la prima parte del viaggio Stefano, Massimo, Andrea ed io ci mettiamo in marcia passando per le Badiacce che, con i suoi 1200 metri, è il punto più alto dell’intero percorso.

Dopodiché raggiungiamo il passo della Futa a 903 mt sul livello del mare, con il suo famoso bar ristorante che proprio quel giorno ospita un raduno di macchine d’epoca e di personaggi più o meno famosi.
Ripartiamo, al trentacinquesimo chilometro, raggiungiamo San Piero in Sieve e scendiamo a 212 mt di quota per poi ripartire per il tracciato verso il convento di Monte Senario ad altitudine 820 mt.
Da qui la strada è praticamente in discesa, solo 20 km scarsi ci separano dalla nostra meta, ancora un momento per godere del panorama che si apre sotto e intorno a noi e siamo pronti, Fiesole ci aspetta, circa cinquecento metri più sotto, ma prima di arrivarci ecco che la collina si spiana e inizia una salita, ma non ci facciamo caso, stiamo tutti guardando alla nostra destra più in basso…

Sprofondata in mezzo alle sue colline, come un gioiello dentro lo scrigno, Firenze ci attende, forza allora, percorro la china quasi ridendo, anche i miei compagni sono entusiasti, e una volta raggiunto Fiesole cominciamo a rincorrerci e a sfidarci a chi arriva prima davanti al Duomo.

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E finalmente siamo li, dopo aver percorso quasi 70 km, risaliti 1600 mt, e averne scesi 2400, dopo più di 11 ore siamo al centro della città in piazza della Signoria davanti alla cattedrale di Santa Maria in fiore, il Duomo.

Ancora qualche foto in piazza della Mercanzia ed è già ora di partire, dobbiamo caricare le bici e fare tappa verso casa, siamo stanchi ma contenti, molto è stato fatto, e gli imprevisti non ci hanno fermato.
Da parte mia devo dire che in questi due giorni non ho solo lavorato ma mi sono anche divertito.
L’organizzazione si è rivelata all’altezza della situazione, e ho avuto modo di conoscere gente simpatica che nonostante la vicinanza relativa non avevo ancora conosciuto.

Il progetto Soppa Biker Hill è qualcosa di cui si sentiva la mancanza qui a Bologna, e sicuramente diventerà un punto di riferimento.

Se volete saperne di più  sulla Via degli Dei visitate il sito soppabiker.com.

A proposito dell'autore

Ha la mountainbike nel cuore, è un "compagnone" con un accento bolognese marcato che sta simpatico a tutti, ma è anche una macchina da guerra quando mette sulle spalle il suo zaino fotografico. Soprannominato Roboborg per la sua efficienza sul campo, BiciLive non potrebbe fare a meno di lui!