SALICE // CASCO SPIN MTB
sicurezza6.5
ventilazione8.5
estetica8.5
chiusure7.5
compattezza e peso8.5
qualità/prezzo8
Prezzo
  • 130,00 €
7.9Il nostro voto

Abbiamo testato a lungo questa combo made in Salice, storico marchio del made in Italy: un casco ed un occhiale leggeri e aerodinamici, studiati per la mtb ma utili anche per la strada e l’uso quotidiano

In occasione della mia partecipazione all’Alta Via Stage Race 2014, ho iniziato il test di due dei prodotti di punta della gamma SALICE MTB: il casco Spin e gli occhiali 005, nella livrea bianco-tricolore. Messi severamente alla prova negli otto giorni di gara, si sono anche rivelati due compagni ideali anche tutti i giorni, sui trail e non solo … Scopriamo perché!

Casco Spin MTB: com’è fatto

Totalmente rinnovato nel 2014, il casco Spin è stato progettato per offrire vestibilitàprotezione in caso di urti e cadute. Molto leggero – solo 246 grammi! – in virtù della costruzione In-Moulding, è dotato di un’imbottitura sostituibile, realizzata in materiale anallergico. In un’unica taglia (54/60), ha 24 fori di aerazione e un sistema antiscalzamento con regolazione micrometrica del rotore posteriore. La versione mtb è arricchita dalla presenza di un visierino removibile. Omologato secondo la normativa EN 1978:2006, è disponibile in 4 colori: ITA Bianco, Bianco Carbon, Arancio, Giallo.

Come va

DNA Crosscountry, animo versatile…

Appena estratto dalla sua scatola lo Spin mi ha colpito per la sua estetica filante e aggressiva; splendida la colorazione “ITA-bianco”, che abbina l’eleganza del bianco lucido al carattere tutto made in Italy di Salice, sottolineato dal tricolore in bella vista. Colpiscono in secondo luogo la notevole compattezza della calotta e il peso ridotto, che si avverte già quando lo si tiene in mano ma soprattutto quando lo si indossa.

Dopo qualche breve giro di prova è venuto il momento di “massacrarlo” durante alcune delle tappe dell’Alta Via Stage Race: lunghi percorsi ricchi di rami e insidie, caldo a volte infernale in alcune giornate di sole, e chi più ne ha più ne metta. E’ qui che lo Spin ha messo in evidenza le sue migliori qualità. La notevole aerazione garantita dalle sue ampie 24 prese permette di tenere il cervello al di sotto della “soglia di ebollizione”, riducendo la sudorazione; la forma della calotta protegge il giusto in caso di caduta – non è un casco enduro, ovviamente – offrendo contemporaneamente un’ampia visuale.

Funzionale il sistema micrometrico di regolazione: preciso e resistente nel tempo, contribuisce a trovare un buon fit, quale che sia la circonferenza del vostro cranio. Buone le cinghie di ritenzione, ben regolabili, e la chiusura, stabile e resistente.

Buona anche l’imbottitura interna staccabile e lavabile, che resiste a lungo ai “cattivi odori”. Utilissima la retina di protezione posizionata in corrispondenza delle prese d’aria frontali: pur mantenendo invariato il passaggio dell’aria protegge bene da detriti di piccola entità e da insetti di ogni tipo (non si sa mai…).

Meno convincente il visierino in dotazione: piccolo e corto, costituisce solo un’appendice estetica poco efficace a proteggere il viso dai raggi e dagli eventuali ostacoli (leggasi “rami” nella fattispecie) incontrati lungo il percorso. Il sistema di aggancio alla calotta, inoltre, pur consentendo di installarlo/disinstallarlo molto rapidamente, risulta essere un po’ ballerino, soprattutto in caso di urto: da migliorare.

In conclusione

Il casco Spin è fatto per un uso mtb votato al cross country, forte della sua compattezza, leggerezza e aerazione. La sua protettività, invece, lo rende meno indicato per un uso più estremo. Versatile, può diventare il compagno ideale anche per un uso road (togliendo il visierino) e, perché no?, urban, soprattutto durante le bella stagione. Non è economico, ma a mio parere il gioco vale la candela…

La chicca

Leggerissimo, comodo, aerodinamico e ben aerato

La pecca

Attacco e dimensionamento visiera migliorabili

A proposito dell'autore

Metà Indiana Jones, metà biker: Egittologo e Archeologo, Matteo nutre parallelamente una morbosa passione per mezzi a due ruote, come Ducatista e incallito praticante della MTB a 360 gradi, dall’XC al Gravity.