Per chi non conoscesse Tony Hollywood questa è una bella occasione: è stato invitato a Santa Cruz, California, direttamente da Chuck e Kathy Sessler, quest’ultima manager del Team Santa Cruz Syndicate…

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Tony Hollywood

Tony “Hollywood” Sorrentino è un nostro caro amico da molti anni, è un rider, uomo immagine, fashion victim, intrattenitore, ma soprattutto un grande apprezzatore del gentilsesso… Tony è un personaggio unico, se lo conosci non ci credi. Per capire quello che stiamo dicendo andate a rivedervi il video di Luca Masserini con Steve Peat e Tony Hollywood, e lì avrete solo un assaggio delle potenzialità di cui vi stiamo parlando. Ha avuto l’opportunità imperdibile di fare questo viaggio che, sotto molti aspetti, ha dell’incredibile…

Non aspettatevi un “inside” giornalistico, ma un racconto di un appassionato come voi che, grazie al suo carattere espansivo e tipico italiano, è diventato amico e “mascotte” di tutto il team Syndicate Santa Cruz! Ci dispiaceva lasciare queste foto e tutti i suoi messaggi nella chat di WhatsApp!!! Eccovi il suo trip!

Bella Raga! Il mio trip in California è nato tutto così, in stile “Barry White”! [leggi “un po’ a caso”, n.d.r.]. Una bella mattina di gennaio mi sveglio e mentre mi preparo il caffè rispondo a due whatsapp. Accendo il computer e guardo FB, giusto per vedere cosa hanno combinato i miei amici la sera prima all’Hollywood, e scrivo due commenti su quanti shot hanno bevuto…

Tra una chat e l’altra mi arriva un messaggio e foto da una coppia di genitori americani con saluti, baci e abbracci:

“non vediamo l’ora di vederti, ci manchi, a presto!”

Allora, dopo un bruttissimo periodo della mia vita dovuto a una serie di problemi, decido di staccare la spina e prendere il primo aereo per la California, dove al mio arrivo incontro loro… lei Kathy Sessler, team manager del team Santa Cruz Syndacate e lui è Chuck Sessler, il marito, un uomo con la voglia di ridere e scherzare come quando si ha vent’anni che tutte le donne vorrebbero avere al proprio fianco…”.

Kathy l’ho conosciuta a Livigno a settembre 2014 e da lì siamo rimasti in contatto.

Dopo diciotto ore di viaggio arrivo a casa loro, il cielo era ormai diventato blu scuro e si vedevano molte stelle, la stanchezza era arrivata a non farmi tenere più gli occhi aperti e l’unica voglia era quella di svenire sul quel lettone matrimoniale che lei con tanto amore aveva preparato per me… in quella stanza così bella e dolce che neanche se fossi andato in un “5 stelle” avrei potuto trovare il calore e l’eleganza di quella super suite.
Il mattino mi sveglio con l’aria della California, incredulo per il fatto di trovarmi lì mi faccio un selfie e con occhi spalancati mi dirigo verso la sala, dove mi si apre un panorama che ancora oggi sogno di vedere tutte le mattine

E’ stato uno shock perché “in America è tutto molto grande” e per me, cresciuto a Quarto Oggiaro [quartiere milanese, n.d.r.] tra auto bruciate, panni stesi ad una corda e qualche pattuglia che girava tra i palazzi in un mondo di illegalità quotidiana, nel trovarmi in California mi son dovuto tirare due schiaffi per capire che non stavo sognando e che era tutto vero!!

Dopo la nostra colazione io e Kathy decidiamo di andare a fare una corsetta per affrontare meglio la giornata, e durante la corsa iniziamo a pianificare un po’ di cose…

Decidiamo di andare a far visita a un suo carissimo amico chiamato “Troy”… eh eh! Non credo ai miei occhi, non ho mai visto un negozio così stiloso nella mia vita!!

Appena entrati ci accoglie una ragazza che forse era appena uscita dall’ultima copertina di Playboy: era inevitabile comprare qualcosa solo per il fatto che lei, con quel décolleté e quel paraurti posteriore, ti seguisse da vicino negli acquisti, ho comprato cose che neppure mi servivano! Ma il suo profumo era talmente inebriante che quella strisciata della carta di credito è stata piacevole da fare, ah ah!
Dopo la chiaccherata con caffè, “lo zio Troy” in persona mi porta a conoscere l’azienda Troy Lee Designs, nata in un garage vicino a Corona per poi ampliarsi fino ad avere la sede principale in Corona City con un negozio che rimani a bocca aperta. Per noi abituati a comprare i loro prodotti in Italia, non possiamo immaginare cosà c’è qui: hai l’imbarazzo della scelta… comunque ho visto la lavorazione dei caschi, ho conosciuto il grafico e stringergli la mano è stato un piacere!
Come in tutti i negozi “di produzione”, all’ingresso c’è lo showroom e all’interno c’è la factory… che figata!!
Il mio tour con Kathy & Chuck continua…


Ci avviciniamo verso un’altra factory, in questo caso di bici e non di abbigliamento, dal nome Intense. Anche lì ci hanno accolti con amore e simpatia offrendoci bevande e visitando la factory, si parlava della stagione di coppa del mondo ormai alle porte.

Passeggiando prima sulla spiaggia e poi per i negozi finiamo guarda caso in questo negozio sempre sempre di Troy con abbigliamento street wear di un eleganza allucinante, perché Troy Lee oltre a fare abbigliamento racing ha anche una linea di abbigliamento per andare all'Hollywood [nota discoteca milanese, n.d.r.]... ah ah!

Passeggiando prima sulla spiaggia e poi per i negozi finiamo guarda caso in questo negozio sempre di Troy con abbigliamento street wear di un eleganza allucinante, perché Troy Lee oltre a fare abbigliamento racing ha anche una linea di abbigliamento per andare all’Hollywood [nota discoteca milanese, n.d.r.]… ah ah!

Arrivata una certa ora decidiamo di andare a bere un aperitivo in questo fantastico posto chiamato Laguna Beach, dove la vita è molto cara e dove la gente hai i veri dollari.
Il posto è di uno scenario incantevole e i negozi sono estremamente curati nei minimi dettagli, anche se in giro non mancano strani personaggi un po’ freak, che sembrano voler stonare di proposito in mezzo a tanta sciccheria. Comunque sia, Laguna beach è “il posto” e qui la gente “giusta” non passa inosservata.

Visitando il negozio trovo su uno scaffale il casco della “leggenda”, un mito del nostro sport, colui che ha scritto la storia della mtb e che ancora fa parlare di sé, e all’età di 40 anni nel campionato del mondo di downhill è ancora molto temuto: il mio carissimo amico Steve Peat, che una settimana prima che arrivassi in California è venuto a trovarmi nella trattoria calabrese di famiglia, a mangiare un paio di piatti tipici calabresi a base di salumi e pasta fatta in casa con anduja (salame calabrese dal gusto piccante che a lui piace molto nda).

Accanto al suo casco ne trovo un altro che rappresenta lo stile e il futuro del freeride nel mondo, quello del mio stimato e amato rider più forte al mondo Brandon Semenuk, mamma mia ragazzi ho le lacrime a parlare di lui… io sono un suo amico super fan e lo seguo in giro per il mondo come se fosse una squadra di calcio!

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Nei giorni successivi ho avuto modo di visitare alcuni posti come San Diego, città da mille e una notte, con moltissimi ragazzi e ragazze in giro a far festa essendo anche una città universitaria e famosa anche per uno degli spot più fighi per chi fa surf, La Jolla

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Dopo un giorno trascorso in spiaggia a vedere bellezze mozzafiato e fisici da Iroman, lasciamo San Diego per tornare a casa, e ovviamente la big road ti regala delle macchine che in Italia non passerebbero dal casello dell’autostrada!


Tornato per l’ora di cena la mia fantastica coppia di amici/genitori aveva già organizzato una cena in un ristorante italiano, perciò per un attimo mi son sentito a casa grazie al proprietario siciliano. A fine serata è stato divertente stare tutti insieme a ridere con il padre e la figlia (molto bella… ovviamente ci ho provato, Tony non si tira mai indietro!). E volete sapere come è andata? A un certo punto mi ha detto sussurrandomi nell’orecchio: “stai tranquillo, per stasera è un bel due di picche e tornatene in Italia!” ahah!
Comunque la serata si è svolta in piacevole compagnia con vino rosso locale e qualche limoncello di troppo… alla fine ho guidato io e non vi scrivo il perché!

 


La cosa più stilosa degli Americani è come festeggiano San Valentino; in Italia si usa regalare “due rametti di mimosa” e magari sperare in un “happy ending” a fine cena. Il 14 febbraio, in America, i festeggiamenti vanno avanti per tutta la settimana con i locali pieni di coppie che in mente hanno solo una cosa, bere e… beh chiaro no? Ma per me non è andata così, la Kathy e Chuck mi hanno comunque fatto un bel regalo portandomi ad un party super figo di loro amici, con molte coppie giovani e non; tutti a tavola abbiamo festeggiato il nostro San Valentino… è stato molto bello!!
Ovviamente anche in quella circostanza ho guidato io la macchina!

La sera dopo San Valentino ho contattato una mia amica conosciuta in Facebook, mi ricordo di averla aggiunta diversi mesi fa solo perché gira in bici ma soprattutto perché ha un bel viso... si dice cosi!!? Lei si chiama Johny Ringo ed è molto carina!

La sera dopo San Valentino ho contattato una mia amica conosciuta in Facebook, mi ricordo di averla aggiunta diversi mesi fa solo perché gira in bici ma soprattutto perché ha un bel viso… si dice cosi!!? Lei si chiama Johny Ringo ed è molto carina!

Ebbene sì, ringraziandoli per l’ospitalità e per come si sono presi cura di me è arrivato il momento dei saluti, e come tutte le cose belle e divertenti che finiscono ci rimani sempre un po’ con il magone in gola. Li saluto con il sogno di tornarci presto, (ovviamente io sono stato fortunato ad aver trascorso una settimana indimenticabile con queste persone fantastiche) e il mio viaggio continua direzione nord della California, verso Santa Cruz!!

Ovviamente prima di prendere l’aereo a Los Angeles mi sono fatto un aperitivo a Hollywood, passando da Santa Monica e Venice Beach per poi finire a dormire a casa di un mio amico a Beverly Hills, dato che il giorno successivo sarei atterrato a San Jose

Ragaaa, arrivato a Santa Cruz, incontro subito il mio amico Doug Hatfield, nonché il Manager Team Support di Santa Cruz Syndicate…
Ragazzi credetemi, lui è un grande, si è preso cura di me per ben tre giorni e mi ha insegnato e mi ha fatto capire cosa volesse dire essere uno della famiglia di Santa Cruz Syndicate.
Doug mi ha fatto vedere tutta l’immensa Factory Santa Cruz, passo dopo passo… ora vi spiego, lui è il meccanico personale degli atleti Santa Cruz Syndicate, Steve Peat e Josh Ratboy Bryceland!


Appena varcata la soglia pensi di essere entrato nella Mercedes Italia, ad accoglierti per i tuoi acquisti due fantastiche ragazze che conoscono alla perfezione tutti i modelli di bici che lo show room ospita… perdersi in mezzo a quei colori, telai, cerchi, gomme e accessori è stato un attimo… se avessi vinto alla Lottomatica mi sarei comprato pure le tipe… soprattutto quelle! ahah

 


Prima di entrare nella factory, cioè nella fabbrica dove è nato il tutto, si vede all’ingresso lo stampo di un telaio che ti fa capire quanti anni di studio e lavoro ci son voluti prima di costruire questo impero chiamato Santa Cruz.
Nella factory dove si vedono un sacco di ragazzi che lavorano e ognuno ha il suo compito ben preciso, ovviamente Doug è stato il mio Caronte, perciò raga potevo entrare ovunque…

Entro nel suo ufficio privato, dove nessuno poteva entrare perché è il suo posto personale, tutto questo all’interno della factory, e qui “lo zio” mi svela trucchi e misteri della bici dei top rider, come l’ovvio fatto che usano versioni non in commercio ed esclusivamente pimpate per loro… ad esempio sapete che Greg Minnaar usa una XXL e che Josh la taglia L e che Steve una XL?

Quante cose segrete hanno i rider per volare sul traguardo che noi non sappiamo! E il forcellino diretto del cambio, in caso di urti sulle rocce non si rompe appunto perché è diretto… ne sanno troppe!

Nel guardarmi attorno a occhi spalancati trovo su un ripiano alto del suo ufficio la bicicletta del grande Bruno “BR1” Zanchi, la riconosco,  datata 1999! Questa sì che è storia, il nostro Bruno Zanchi ci fa tenere alta la bandiera in casa Santa Cruz e loro ci amano 😉

 

Da sinistra verso destra potete ammirare le diverse tipologie di Santa Cruz V10, uno dei telai più ambiti degli ultimi anni. Come vedete da sinistra ci sono le prime vittorie e podi di Steve Peat e Greg Minnaar per poi passare verso destra dove la tipologia, geometrie e angoli del telaio cambiano e, negli ultimi anni, le vittorie e i podi aumentano… come la bici che ha vinto il Campionato del Mondo nel 2012 di Greg Minnaar e come l’ultima di Josh Bryceland che ha portato a casa la Coppa del Mondo l’anno scorso a Meribel.

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Questa è la nuova V10 2015 che ho avuto modo di provare in un trail distante dieci minuti dalla factory: sono rimasto a bocca aperta per quanto sia leggera e per come nel tracciato ti lascia girare morbido, per i suoi angoli aperti, l’impostazione di guida e la maneggevolezza dell’insieme… cioè, raga, è incredibile!

Santa Cruz fa parte di me per una serie di motivi legati al mondo racing e non, è vero, ma questo nome non è legato solo a quello che c’è attorno, la gente, il mondo Santa Cruz…. per Tony Hollywood Santa Cruz is a lifestyle!

Sono dei ragazzi veramente tosti e gli faccio i miei complimenti: voi siete i migliori, Rob Roskopp, Mariano e tutti quelli che lavorano per voi… bravi, ragazzi!

Questo è quanto, il mio è stato un viaggio fantastico di scoperte stupende con delle persone eccezionali. Se avessi la possibilità  di far parte di un gruppo così ne andrei più che fiero, la bici per me è tutto, solo per il semplice motivo che mi ha cambiato la vita.

Buone raidate ragazzi, da Tony Hollywood per adesso è tutto, passo e chiudo!