Tutto sulla mountain bike: modelli, usi, caratteristiche Cristiano Guarco 28 Agosto 2013 ABC La mountainbike, come la conosciamo ora, è suddivisa in due grandi famiglie: front suspendend, solo con sospensione anteriore, e full suspended, note anche come biammortizzate, con sospensione anteriore e posteriore. Detto questo, le mtb sono suddivisibili in ulteriori famiglie, secondo la destinazione d’uso, con differenze anche sostanziali: partiamo dai mezzi pensati per la massima performance, salita o discesa, oppure per un approccio più o meno ludico. Tra i due estremi, mtb per pedalare o scendere alla massima velocità, abbiamo le categorie più versatili, con diverse sfumature e relative differenze a seconda che prevalga l’aspetto più ludico o quello atletico. Le front suspended, o hardtail (coda rigida in italiano), possono essere da xc agonistico o granfondo, per pedalare a tutta su percorsi più o meno lunghi e/o con salite importanti. Quelle da escursionismo sono più confortevoli, con una geometria e posizione di guida più rilassata, e più propense ad affrontare lunghe escursioni con percorsi anche tecnici. Rispetto alle front le full hanno anche la sospensioni posteriore per mantenere il massimo controllo in ogni situazione e migliorare il comfort, cercando il miglior compromesso tra pedalata e assorbimento degli urti, secondo la destinazione d’uso. In questa tipologia di mtb troviamo le differenze maggiori, proprio per far fronte allo specifico campo d’utilizzo: reattive e leggere per xc/granfondo, comode per escursionismo a tutto tondo, capaci in discesa ma sempre pedalabili per all-mountain, massimo divertimento per freeride, infine prestazioni senza compromessi in discesa per le downhill. Front XC/Marathon Sono le mtb che attirano le attenzioni dei biker alle prime armi, dipende dall’indole più o meno agonistica e escursionistica. Si distinguono due categorie principali: le mtb da cross country “race” (più costose e leggere, ruote da 29”), xc o marathon, e da escursionismo (più economiche e pesanti, ruote da 26” o 650b). Entrambe prevedono un telaio front con forcella ammortizzata, con obiettivi differenti per quanto riguarda prestazioni e comfort: le prime puntano alla massima performance nella pedalata, le seconde alla comodità. La posizione in sella è distesa in avanti, con attacco manubrio lungo e piega dritta e stretta (max 67 cm). Si tratta di bici nervose e reattive, per rendere al meglio nelle accelerazioni brucianti, ma come conseguenza sono piuttosto rigide con un assorbimento di urti alquanto limitato. La forcella anteriore è da 80 mm di corsa, con una tendenza a portarsi sui 100 mm per i modelli pensati per le granfondo, ove il comfort è più importante, in quest’ultimo caso anche il telaio è un poco più comodo e di conseguenza la componentistica ha un occhio di riguardo su questo aspetto. Facciamo un passo indietro, al telaio, votato alla leggerezza, in genere in alluminio o carbonio. Per il peso, stiamo sotto i nove chili per le front da gara, poco oltre per le mtb da escursionismo. Il mercato attuale è dominato dalle 29er, front con ruote da 29”, geometrie studiate ad hoc, e montaggio adeguato al diverso dimensionamento della bici nel suo insieme (piega e attacco manubrio soprattutto). L’offerta è strutturata per ora nel segmento xc, ma stanno diffondendosi rapidamente anche full da marathon ed escursionismo. A vantaggi riconoscibili (superamento agevolato dei piccoli ostacoli del terreno, facile mantenimento della velocità acquisita) si aggiungo ovvi svantaggi (pigrizia nello sterzo, accelerazioni meno brucianti), ma nel complesso sono soluzioni molto interessanti in ambito xc ed escursionistico su terreni scorrevoli e pendenze moderate. Full Marathon L’impostazione di base la full da granfondo è assimilabile alla corrispettiva front per quanto riguarda allestimento e posizione in sella. Anche il biker che presta meno attenzione al cronometro ma comunque desidera macinare parecchi chilometri e metri di dislivello a passo sostenuto e con relativa comodità, è indotto a valutare questa categoria di bici come potenziale compagna di giochi. Compare la sospensione posteriore (80-120 mm di corsa), con un peso complessivo che sale di circa un chilo rispetto alla sorellina da xc. Le sospensioni sono ottimizzate per il rendimento nella pedalata (80-120 mm anche davanti), bloccabili o con sistema di smorzamento delle oscillazioni indotte da questa. Anche in questo caso conta la comodità, soprattutto sulle lunghe distanze, con una pedalata redditizia ma non stancante. La posizione in sella è sempre distesa ma un poco più rialzata, con attacco leggermente più corto e piega rialzata (anche 70 cm di larghezza). Il mercato delle full marathon è ormai praticamente dominato dalle ruota da 29er, con alcune soluzioni di recente introduzione sul mercato dalle ruote 650b o 27,5”. Full Trail È la bici dell’escursionista a tutto tondo, quello che possiede un buon allenamento e una buona tecnica di guida che gli permettono di affrontare lunghe escursioni con il massimo appagamento, oltre a divertirsi in discesa. Quindi, grande attenzione è riposta al comfort complessivo, con assetto rilassato, componentistica votata al miglior compromesso tra leggerezza e resistenza alle sollecitazioni. Le full da escursionismo sono quindi meno scattanti e leggere rispetto a quelle marathon, con corsa alle ruote intorno ai 130-150 mm, ma non sono questi gli aspetti che le caratterizzano. Qui contano, infatti, il divertimento, la sicurezza, la comodità. Abbiamo un assetto di guida rialzato, piega rise (670-720 mm) e attacco relativamente corto, gomme leggere e scorrevoli. Solitamente troviamo una forcella con corsa variabile, così da trovare un assetto ideale per la salita e divertirsi in discesa quando è tutta estesa. Le sospensioni sono entrambe bloccabili, o con idraulica assistita per ottimizzare la pedalata e non penalizzare l’assorbimento degli urti. In questa categoria le ruote 650b stanno affermandosi come soluzione preferita, accanto alle mtb proposte da marchi invece fedeli alle 29er. Full All-Mountain La soddisfazione di raggiungere la vetta con le proprie gambe dell’approccio xc. Per geometria e sospensioni (tutte ad aria), permettono di girare con sicurezza e grande divertimento tracciati anche prettamente discesistici, ovviamente con un approccio meno aggressivo rispetto alle freeride, ma in ogni caso pochi ostacoli sono preclusi a una moderna A-M. La sospensione posteriore – intorno ai 160 mm – è studiata per ridurre al minimo le oscillazioni indotte dalla pedalata, con un valido assorbimento degli urti di piccola a grande intensità. La posizione di guida è votata al massimo controllo del mezzo e comfort su sentieri sconnessi, con piega rialzata da almeno 700 mm (max 750 mm) e attacco corto. L’equipaggiamento può avere pezzi in comune con le full da escursionismo, come reggisella/sella, attacco/piega, trasmissione. Invece forcella (da 160 mm), ruote, gomme e impianto frenante sono dimensionati per fornire grande robustezza e affidabilità. Su alcuni modelli, quelli pensati per il massimo divertimento e sicurezza in discesa, può comparire il guidacatena per doppia corona, accorgimento utile per chi passa spesso e volentieri giornate in bike park o comprensori con discese scorrevoli e divertenti, come Finale Ligure o il Golfo Dianese, oppure frequenta il circuito delle Maxi e Mega Avalanche, o ancora le gare Superenduro, in cui un mezzo da A-M con una gommatura sovradimensionata è il mezzo migliore per puntare alla prestazione e al divertimento. La famiglia delle full da all-mountain/enduro è quella in cui troviamo tutti e tre i diametri ruota, secondo l’approccio filosofico adottato dal produttore: 26” (160 mm davanti e dietro), 650b (intorno a 150 mm) e 29er (intorno a 140 mm), con geometrie e allestimenti dedicati. Full Freeride È la categoria che fa parlare di più e che attira le maggiori attenzioni: unisce emozioni e sensazioni trasmesse dal freeride, alla moderna full da freeride ha due anime, secondo l’approccio del rider ai percorsi: slopestyle, facile da gestire su percorsi scorrevoli conditi di strutture artificiali (telaio compatto, movimento centrale basso, sospensioni da 130-160 mm), oppure da park riding per divertirsi su trail lavorati con alternanza di sezioni naturali ad altre artificiali e con numerose curve in appoggio (struttura imponente, da 180 a 200 mm di corsa al posteriore). Il divertimento è l’aspetto preponderante più che la ricerca del tempo migliore come nella dh. Il peso è messo in secondo piano in una disciplina in cui robustezza e sicurezza sono fondamentali. In fatto di sospensioni, la tendenza è di avere una monopiastra davanti, 180 mm, per rendere la guida più godibile. Entrambe le sospensioni sono sensibili a inizio corsa con una progressione decisa alla fine, per evitare i fine corsa in atterraggio da salti o nelle compressioni più feroci. Corona singola con guidacatena per la trasmissione, e componentistica dimensionata per l’abuso del freeride, tra cui l’impianto frenante fondamentale come le ruote e gomme. L’assetto prevede attacco corto e piega rialzata (da 750 a 800 mm), sella bassa d’ordinanza per finire. Full Downhill Si trovano all’opposto rispetto alle xc “race”: da una parte la massima prestazione nella pedalata, dall’altra in discesa. L’obiettivo è la lotta contro il tempo, al contrario di quanto accade nel freeride. La struttura è ridotta all’osso per gareggiare: corona singola con guidacatena, geometria e sospensioni regolabili per affrontare il meglio ogni percorso. I pesi limite sono intorno ai 17 chili, con massimo sui 20. La sospensione posteriore parte da 200 per arrivare a 250 mm, ultrasensibile e regolabile, davanti forcella doppiapiastra da 200 millimetri. La tendenza attuale è avere un movimento centrale basso e un anteriore ribassato per ottenere una bici guidabile sui percorsi più tortuosi, facile da inserire in curva. Così come le full da freeride o park riding, le ruote sono ancora da 26”, con qualche timida proposta in standard 650b.