Il galateo della mountain bike: le regole di comportamento non scritte Gian Paolo De Tomasi 12 Aprile 2022 Wiki Bike Un aspetto estremamente importante nel mondo della bicicletta, sia essa da strada o mountain bike, riguarda le regole di comportamento che dobbiamo adottare quando utilizziamo i nostri mezzi. Non sto parlando né delle classiche regole del Codice della strada, alle quali noi tutti obbligatoriamente dobbiamo attenerci, né tantomeno di quelle relative alla sicurezza, tanto quelle obbligatorie quanto quelle largamente consigliate, come ad esempio il casco, elemento fondamentale e imprescindibile per il nostro sport (trovate su questo magazine una pratica guida su come scegliere il casco MTB. In questo articolo voglio illustrare le regole non scritte, quelle di buon senso e di reciproco rispetto che dobbiamo adottare quanto utilizziamo la nostra mountain bike e incrociamo qualcuno sulla nostra strada, sia che ci imbattiamo in pedoni o in altre persone con la bicicletta. Capita sovente durante i miei giri in mountain bike di incrociare qualche pedone sui sentieri che si sposta velocemente di lato non appena mi vede arrivare, indipendentemente dalla velocità alla quale sto procedendo. Da persona curiosa quale sono, chiedo spesso a queste persone il motivo di questo meccanismo repentino di difesa e la risposta è sempre pressoché la stessa: “voi in mountain bike siete pericolosissimi, sfrecciate a velocità pazzesche e chi è a piedi rischia sempre di essere preso in pieno, abbiamo paura”. Ora, fermo restando che su strade aperte – i cosiddetti “shared trails” – la mia velocità è sempre adeguata alle condizioni del tracciato e a quanta visibilità ho intorno a me, questa risposta evidenzia palesemente che c’è un importante problema di convivenza e di rispetto reciproco tra escursionisti e mountain biker e mi dà lo spunto per delineare alcune semplici regole che, secondo la mia opinione, dovrebbero essere le basi per una pacifica convivenza e un rispetto reciproco, soprattutto in questo momento nel quale decine di migliaia di persone si sono affacciate nel mondo della mountain bike e potrebbero avere qualche difficoltà a relazionarsi su questi aspetti pratici. Partiamo da un assunto: i sentieri, siano essi strade sterrate o piccoli sentieri di montagna, possono essere percorsi da chiunque, ove non diversamente segnalato. Ho specificato “ove non diversamente segnalato” in quanto nei bike park e nelle tracce dedicate esclusivamente alle mountain bike vigono regole diverse, così come nei percorsi riservati ai pedoni le bici non ci possono andare. Regole di galateo in MTB: pensiamo ai pedoni, sempre! Cominciamo con un esempio pratico: cosa succede se mentre pedaliamo incrociamo un pedone? Se stiamo salendo la cosa è abbastanza semplice, nel senso che spesso e volentieri il pedone ci sente o ci vede per tempo e si sposta per concederci un agevole passaggio durante il nostro sforzo in salita. Se invece non si è accorto di noi, possiamo dare un veloce colpo di campanello – che ricordiamo essere obbligatorio sulla mountain bike – così che capisca che stiamo arrivando o, al limite, un avviso vocale (non un fischio, vi prego, basta un “permesso” o “chiedo scusa”) e tutto si sistema velocemente. Dall’altra parte, in piano o soprattutto in discesa le cose cambiano molto perché la nostra velocità è decisamente maggiore e gli spazi di attenzione, di reazione e di frenata sono profondamente diversi. La regola base è sempre una e una soltanto: bisogna andare a una velocità tale da permettere di poterci fermare in caso si presenti un qualsiasi imprevisto. È inconcepibile percorrere una curva a tutta velocità quando potremmo trovare nel lato cieco una coppia di bambini che corrono senza che questi sentano che stiamo arrivando. Risulta fin troppo evidente che in caso di scontro la parte debole sono i pedoni e, pertanto, le conseguenze civili e (nel caso) penali ricadono su chi ha avuto una condotta non avveduta, quindi sul mountain biker che ha percorso la curva a velocità eccessiva. Se avete voglia di adrenalina e di fare percorsi a tutta velocità andate nelle aree dedicate, nei bike park, ce ne sono ovunque, e sfogatevi, non c’è nulla di male in tutto ciò, anzi! I bike park sono uno dei posti dove poter fare esperienza e migliorare tantissimo in MTB. Ma se state guidando in mezzo ai boschi o comunque su percorsi condivisi, per cortesia fate attenzione ai pedoni: la settimana dopo potreste essere voi il pedone e improvvisamente trovarvi davanti a una ebike da 25 kg che sta scendendo a forte velocità dirigendosi proprio verso di voi. Non è un’esperienza simpatica e a noi della redazione di Bicilive è successo, essendo oltre che biker anche amanti della montagna e del trekking. Quindi, mantenete una velocità adeguata alle condizioni del terreno nel quale vi trovate. Se incrociate delle persone, rallentate, capite le loro intenzioni o annunciate le vostre, un rapido saluto o un cenno del capo e via che si riprende, ognuno nel proprio percorso. Se arrivate da dietro magari avvisate i pedoni su quale lato intendete passarli, dicendo “vi passo sulla destra”, ma prestate comunque attenzione perché o potrebbero non avervi sentito, o sono stranieri e non comprendono (sulle Dolomiti in estate ce ne sono tantissimi) o magari sbagliano a interpretare destra con sinistra generando fraintendimenti. Non dimenticatevi in ultimo che non sono pochi coloro che camminano/corrono ascoltando musica con gli auricolari (magari bluetooth, quindi invisibili) e il rischio di causare incidenti aumenta. Bisogna anche ponderare un’altra cosa, cioè che nel nostro percorso potremmo incrociare un altro biker. In questo caso ancora maggior attenzione, soprattutto se il punto di incontro che si sta affrontando non è proprio agevole. Considerate che l’incontro con un’altra persona in bicicletta, soprattutto in montagna, è quanto di più arricchente vi possa capitare, perché potrebbe conoscere cose sul territorio che non sappiamo. Lui viene dalla direzione verso la quale ci stiamo dirigendo e, di conseguenza, potrebbe sapere di eventuali impedimenti o situazioni non ottimali che ci troveremmo ad affrontare, suggerendoci magari un’efficace deviazione. Un saluto e due chiacchiere al volo potrebbero essere quell’esatto momento che salva una giornata in bicicletta. Regole di galateo in MTB: questioni di lentezza Cosa succede, invece, se stiamo affrontando un trail e troviamo davanti a noi un biker che sta procedendo nella stessa nostra direzione ed è più lento di noi? Oppure cosa fare qualora ci troviamo nella situazione opposta, con qualcuno più veloce dietro di noi? Se siamo lenti, se – come si suol dire – facciamo da “tappo”, niente panico: proseguiamo con la discesa e alla prima occasione utile, in uno slargo, in un punto nel quale si riescano a fare i sorpassi in sicurezza e senza mettere in pericolo nessuno, ci si sposta, eventualmente ci si ferma (avvisando) e si fa passare avanti chi è più rapido di noi, proseguendo quando ci hanno superato. Se invece siamo noi a trovarci davanti qualcuno più lento? È molto semplice, con gentilezza gli si chiede di poter passare, eventualmente alzando la voce per essere sicuri di essere stati uditi, visto che il rumore di fondo potrebbe essere superiore alla nostra voce. Non c’è nessuna gara, nessun King Of Mountain (KOM) che valga la pena essere rincorso a scapito della sicurezza nostra e di chi vogliamo superare. Regole di galateo in MTB: attenzione a dove ci si ferma e al verso di percorrenza La regola base di chi va in mountain bike è questa: non ci si ferma mai in mezzo ai trail. Mai. Il motivo è fin troppo evidente: da un lato non bisogna essere d’intralcio nei confronti degli altri biker e, inoltre, potrebbe arrivare qualcuno a velocità sostenuta e ci potrebbe prendere in pieno, mettendo entrambi in pericolo. Questa regola è ancora più essenziale nei bike park dove le velocità sono notevolmente più alte e i tempi di reazione per frenare sono ridotti. Non vi fermereste mai in mezzo all’autostrada, no? Beh è più o meno la stessa cosa. A me personalmente è capitato in un paio di occasioni di trovare in un bike park persone sedute su una rampa per saltare e vi garantisco che, soprattutto in un caso, non è stato per nulla simpatico averle improvvisamente davanti a me, visto che non c’era visuale. Il rischio di farsi molto male è stato altissimo per entrambi e per fortuna che non è successo nulla, a parte un paio di frasi un po’ colorite che mi sono uscite per lo spavento. Un altro punto di attenzione è che non ci si deve mai fermare subito al termine di un trail ma bisogna lasciare un’area abbastanza ampia perché chi arriverà dietro di noi abbia un sufficiente spazio di manovra in uscita. In genere al termine dei trail vi sono dei ripidoni o comunque dei passaggi durante i quali la velocità potrebbe essere particolarmente elevata. Ecco, lasciate abbastanza spazio libero in uscita, soprattutto se siete tra i primi a scendere, in quanto i vostri compagni, man mano che arriveranno dopo di voi, potrebbero fare da tappo. Un’ulteriore indicazione che mi sento di scrivere è che non dovete mai percorrere in salita un trail che è utilizzato per essere guidato in discesa. Penserete che sia una cosa stupida da scrivere, che è talmente naturale che non verrebbe mai da fare, ma vi garantisco che ne ho viste e sentite di tutti i colori e che ci sono persone che pur di risparmiare qualche minuto di pedalata fanno la direttissima a ritroso, cosa di una pericolosità fin troppo ovvia. Regole di galateo in MTB: come stare in gruppo Come ci dobbiamo comportare se siamo all’interno di un gruppo pronto a intraprendere una discesa e non conosciamo gli altri rider? Mi capita sovente di andare in giro da solo e incrociare altri ragazzi a inizio trail che mi invitano a scendere con loro, cosa che faccio sempre con estremo piacere. In questo caso come disporsi all’interno dell’ordine di discesa? La mia regola d’oro è sempre una: la prima discesa io mi metto sempre in fondo, per ultimo, lasciando una bella decina di secondi di distanza tra la mia partenza e chi mi ha preceduto. In questo modo ho un immediato riscontro delle differenze che ci sono tra le mie capacità di discesa e quelle degli altri. Poi spesso capita che ci siano almeno un paio di persone che vogliono scendere loro per ultime, perché a loro non piace sentire qualcuno alle spalle che metta loro pressione. Capisco molto bene questo atteggiamento e, di conseguenza, automaticamente si crea una sorta di “griglia” di discesa che più o meno rispecchia la capacità di guida dei singoli. Ricordatevi, come ho già scritto nell’articolo dedicato al fatto che sia meglio uscire da soli o in gruppo in MTB, che girare con altre persone rappresenta una straordinaria occasione di miglioramento, in quanto potete vedere da distanza molto ravvicinata il modo con il quale chi vi precede affronta curve, salti e il percorso in generale. Se seguite qualcuno che va solo un po’ più veloce di voi ma è più esperto di linee e traiettorie potrete imparare molto. Viceversa, non cercate di stare a ruota di chi è parecchio più veloce ed esperto di voi: in quel caso rischiereste solo di oltrepassare troppo presto i vostri limiti rischiando cadute e rotture del mezzo. Già che stiamo trattando di discese in compagnia, ricordatevi un’altra regola aurea: non è detto che chi si trova dietro di voi conosca il trail che state percorrendo. Di conseguenza, quando vi trovate davanti a un bivio, fate in modo di avere un contatto visivo con chi vi segue, facendogli capire bene quale sia la direzione da percorrere. Se non c’è contatto visivo rallentate fino a che non lo si stabilisce. Ovviamente anche chi arriva dopo di voi deve fare la stessa cosa con chi a sua volta gli sta dietro, così fino a che anche l’ultima persona non sappia con certezza quale direzione si debba prendere. Regole di galateo in MTB: i rider fermi Ultima cosa da dire sul “galateo” di chi pratica la mountain bike riguarda come comportarci con gli altri rider che incrociamo e che sono fermi. Consiglio mio, dite sempre queste due semplici parole: “serve aiuto?”. Mi è capitato non so quante volte di incrociare persone ferme, in difficoltà ma che si vergognavano di chiedere aiuto, incapaci di sostituire una camera d’aria o senza avere con sé un normalissimo multitool per raddrizzare il manubrio a seguito di una banalissima caduta. Si rallenta, si domanda e, nel caso, ci si ferma a dare una mano. Pensate sempre di invertire le parti: vi piacerebbe trovarvi in difficoltà e vedere qualcuno che non si ferma? Non credo proprio. Ecco perché è fondamentale chiedere se serve aiuto: in pochi minuti si possono risolvere problemi che l’altra persona avrebbe impiegato magari ore per sistemare. Un consiglio finale salvavita Per concludere questa lunga disquisizione, se mi permettete, vi consiglio caldamente di iscrivervi a un corso di primo soccorso all’interno del quale si insegni in maniera specifica la rianimazione cardiopolmonare. È come l’uso delle cinture di sicurezza in automobile: durante la vostra vita non ne avrete mai bisogno, ma quella volta che vi serviranno ringrazierete il cielo di averle allacciate. La stessa cosa vale per il corso di primo soccorso: probabilmente non vi servirà mai, né sui sentieri né quando andrete a fare la spesa al supermercato, ma il giorno in cui ci fosse un’emergenza saprete esattamente cosa fare e come farlo, con calma e senza affanni, così da poter salvare una vita. Secondo me ne vale la pena. Se fate parte di un gruppo di mountain biker, perché non proporlo al vostro prossimo incontro? Buone pedalate!