L’inverno passato ha visto l’esplosione del fenomeno Fat bikes

Dalle anticipazioni della rete è evidente che alle prossime fiere di Las Vegas e Friedrickshafen ogni grande e piccola azienda avrà nel proprio catalogo uno o più modelli di fat.
Surly ha lanciato il sasso ormai diversi anni fa proponendo il Pugsley, un brutto anatroccolo, goffamente storto, col suo carro e con la forcella disassati, quasi una provocazione. Ora abbiamo a disposizione bici in carbonio da race e full suspended, una vata scelta di modelli ed accessori, gomme per tutti gli utilizzi e l’immancabile confusione tra svariati “standards” per i mozzi e battute.

L’opinione degli appassionati è divisa.

Molti utilizzatori di fat la considerano il mezzo definitivo per ogni terreno, perfetta per la neve e la sabbia, ma assolutamente a suo agio in montagna in ogni stagione e ideale per l’adventure.
Altri sono scettici, una fat è indubbiamente pesante, utilizza componenti particolari e non sempre facilmente reperibili, la scelta tra modelli è ancora limitata, etc.

Cosa meglio, per chiarirci un po’ le idee di una chiacchierata con un super esperto: Marco “Yodone” Nicoletti, che di esperienza con le Fat ne ha decisamente tanta.

L’intervista

Ciao Marco.
Parliamo di Fat, secondo me non le ha ancora capite nessuno.
Partiamo da un punto: diciamo che sono un appassionato, ho bisogno di una bici e non so cosa voglio.
Tu hai avuto diverse 29”, 2 Fat e anche la Krampus 29+, ora mi chiedo, per utilizzo generale è meglio una 29″ o le varie fat e fattine (29+) hanno un loro spazio?
Neve a parte, che tanto ce n’è poca e per poco tempo l’anno (dove abiti tu è in Val d’Aosta un’eccezione), la Fat ha veramente qualcosa da dire 365 giorni l’anno?

Parliamo di Fat? Via!
Partiamo da un semplice presupposto: non esiste la bici unica o la bici totale.
Ho avuto mucchi di bici e, ognuna di esse, ha saputo darmi qualcosa… poi ho iniziato ad esplorare il mondo delle bici strane, le bici diverse. Diciamocelo: una front 29er in carbonio al giorno d’oggi è difficile che vada male!
Rimanendo sul tema “la bici unica non esiste” possiamo provare a capire “che bici mi serve”. Un biker medio che vorrebbe una mtb sola per un uso completo potrebbe trovare in una full da 100mm la sua bici ideale. Con i se e con i ma… è disposto, tale biker, ad accettare intervalli di manutenzione sempre più brevi (e costosi)?

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In media per una revisione di forcella e ammortizzatore ci vanno un paio di 100€! Ecco che l’idea della Fat non si fa poi così stupida!
Nasce per terreni estremi (neve e sabbia) e il 90% dei suoi acquirenti non la userà mai in quei terreni. Va di moda e si fa notare più di ogni altro mezzo. Ok, con questo fattore se ne venderanno tante, per quanto, un paio d’anni?
Siamo in Italia, e il fattore moda è sempre stato il principale motivo di acquisto.

Ragionando però con un biker un minimo più esperto e smaliziato, gli si potrebbe chiedere: quale bici ci permette di pedalare quattro stagioni su quattro indipendentemente dalle condizioni meteo, dal percorso, dal terreno e, perchè no, dal carico di bagagli che bisognerà trasportare? Fregandosene del cronometro (perchè se si esce dal girone delle gare il cronometro è stupido guardarlo) e cercando il divertimento puro e semplice, la risposta può tranquillamente essere una sola: Fat!
Pensaci: non ha sospensioni (manutenzione zero) è comoda (le gomme filtrano benissimo le asperità) è divertente (le gommone danno una sicurezza ineguagliabile sullo sconnesso) e, la cosa che più mi piace, può essere caricata di bagagli e pedalata su ogni superficie senza stare a guardare dove si mettono le ruote!
Per poterla spremere 365 giorni l’anno potrebbe avere senso avere due set di ruote, una fat vera e propria, e una da 29 o meglio 29+ anche se, alla lunga, quando ci si abitua ai gommoni diventa difficile farne a meno!

Bisogna anche analizzare dove vengono utilizzate, in media, le varie mtb. La Fat può essere inutile tanto quanto una full da 160 stando a pedalare su una strada bianca… Lavorando in negozio vedo la falsa necessità di avere sempre più escursione, per affrontare gli stessi identici sentieri che io affrontavo a 12 anni con la bianchi ragno… Quindi no, non servono a nulla. Sulla carta!

Ho dato in test una fat ad alcuni amici e clienti, e sono tutti tornati a cercarla per riprovarla… alcuni l’hanno anche comprata. Perché? Perchè hanno capito quanto sia divertente!

Oggi, se devo immaginare il mio parco bici ideale, vedo questi mezzi:

  • una bici da strada;
  • una bici da viaggio come la Fargo;
  • una singlespeed in acciaio;
  • una front cattiva con forca da 140mm perchè della full, per me che so guidare, non ne sento il bisogno;
  • la fat bike… la userei tutto l’anno, veramente, divertendomi 4 stagioni su 4. Ora che è uscita la forcella rock shox per le Fat potrei eliminare la voce qui sopra ( la front cattiva) e optare per la Fat veramente come bici totale, con un cambio ruote (una coppia 26×4.8 per l’inverno e una coppia light 26 x 3.8″ o 29×3 per l’estate) e due forcelle (ammo e rigida).

Come vedi non è semplice, posso dirti che, nei single track lenti e tecnici la fat mi da molta più sicurezza della full, l’ho ripetuto più volte e non lo smentisco… nel veloce ovvio che non c’è gara! Posso anche dirti che a bici a pieno carico su sterrati veri e single track (parlo di montagna, non di strade bianche) preferisco la fat alla Fargo. Mentre se deve essere ultraendurance veloce di sicuro la Fargo (cun un bel paio di aerobars) è e sarà sempre la mia scelta!
Neve, sabbia e fango, ovviamente fat bike… capisci quindi che pedalando da un paio di anni su una fat, le prendo sempre in considerazione quando rifletto su che bici usare.

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Anche nel mondo fat ci sono differenze sostanziali tra un mezzo e l’altro! La Beargrease, per esempio, da il meglio di se sulla neve, mentre sei single track non mi entusiasma come mi entusiasmava, ad esempio, la Pugsley… sarei curioso di provare la nuova ICT di Surly, pensata per un uso meno adventure e più “fun”… deve essere un bel giocattolo!

Ho avuto una Krampus… la miglior bici del mondo per fare le impennate! L’ho venduta (e me ne pento) senza averla provata con i cambi… forse come singlespeed era un po’ estrema… avrei dovuto darle una seconda possibilità! Però nei sentieri mi diverte comunque di più la Fat, è più agile e quindi ho scelto di tenere la fat!!!

Se dovessi fare una classifica (difficile da fare) delle ultime bici che ho posseduto per uso adventure al primo posto c’è proprio una Fat: la Salsa Beargrease. Pro: è leggera, si pedala su ogni superficie sia da carica che da scarica, passa anche gli ostacoli che non vedi (da stanco o di notte fa la differenza). Contro: non so se la scatola m.c. da 100mm alla lunga possa dar fastidio alle ginocchia (a me in 16 ore di fila in sella non ne ha mai dati), non può ospitare gomme da 29+ (ma la versione carbon sì!), non è studiata per il drop bar, indispensabile per avventure di più giorni.

Devo dire che mi hai quasi convinto, mi piace l’idea di una bici semplice senza ammortizzatori, etc, e soprattutto l’idea di una bici unica utilizzabile 365 gg l’anno per tutto.
Mi rimane solo un dubbio.
Senz’ombra di dubbio la Fat è imbattibile su neve e sabbia, ma fammi fare l’avvocato del diavolo, per utilizzo generale allround 365 giorni l’anno, non sarebbe meglio una generica 29″?
Se gironzolo un po’ in rete alle ricerca di aziende che abbiano sia Fat che 29ers nel proprio catalogo, scopro, purtroppo che, a parità di qualità del telaio e montaggio (per quanto riguarda trasmissione, freni, manubrio e sella) una Fat costa almeno 500 euro in più e pesa un paio di Kg in più rispetto ad una 29” che magari è anche dotata di una forca ammortizzata.
Se un telaio Fat in acciaio costa come un 29”, le ruote fanno la differenza di prezzo e peso, mentre anche solo un copertone da 29″ si trova ovunque a cifre accettabili, una copertura Fat ti ci vuole almeno almeno il doppio se non i triplo dei soldi

Un ultimo ragionamento, se come hai scritto il 90% degli utenti italiani mai userà una Fat su neve e sabbia è altrettanto vero che percorrerà una certa quantità di km su asfalto e stradine, a meno di abitare in mezzo ai monti dove è quasi obbligatorio, come vanno le fat su asfalto?

Ok, una 29er fa tutto e lo fa bene ma, credimi, bisogna salire su una Fat per capire cosa sto dicendo!
Posso dirti che una fat con le gomme gonfiate a 1 bar scorrono quanto quelle di una 29er normale… costano di più, e questo è e sarà un problemone!
Torno a ribadire che la bici ideale non esiste, e che la fat non può essere la bici unica, ma una seconda o terza bici da prendere in mano quando si è del giusto umore…
A polivalenza assoluta meglio una 29+ su cui montare anche eventualmente due ruote mtb normali! Non so, questo continuo cercare la bici ideale mi sembra un po’ la ricerca del sacro Graal… sappiamo tutti che un ciclista non avrà mai la bici ideale, se no i geni del marketing delle varie Specialized &co. sarebbero a fare i barboni!


Avete le idee più confuse di prima? Anch’io.

Purtroppo, come scrive Marco, la bici ideale non esiste e le aziende continueranno a proporci bici sempre diverse, d’altra parte è il loro mestiere.
Le ruote di una Fat per forza di cose peseranno sempre di più rispetto a quelle di una bici “normale”, ma d’altra parte è quello che si diceva anche delle 29” qualche anno fa, ed ora tutti in XC usano le ruotone.
Costa un po’ di più e pesa un po’ di più, però è un carro armato che nella versione full rigid non richiederà mai alcuna manutenzione complessa e dispendiosa.
Calcolando che non dovrete più spendere soldi per sci, snowboard e giornalieri, potrebbe anche essere un investimento per la stagione invernale.

Insomma non sarà forse la bici definitiva (che tanto non esiste), ma ha molto da dare, per cui aspettiamo ansiosamente le novità per la stagione 2015 che saranno presentate a settembre.

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A proposito dell'autore

Aldo Reynaudo ama le cose semplici e le bici essenziali, la vità è già troppo complessa per complicarsela ulteriormente nel poco tempo libero a disposizione. La bicicletta specie nella sua incarnazione primordiale, a ruota fissa, è così: nulla che non sia strettamente necessario.