Le Fat Bike sono tra noi. Cosa sono? Quando e perché sono nate? Quali modelli sono disponibili oggi sul mercato? Proviamo a spiegarlo ai nostri lettori in questo articolo. Cominceremo a raccontarvi un po’ di storia sulle mtb con le coperture “grasse” per poi arrivare ai giorni nostri e a mostrarvi qualcuno dei modelli attualmente in vendita. Fate spazio, devono passare quelle “grosse”… La Specialized Fatboy, un modello recente di fat bike del famoso brand americano. Fat bike: nate per l’esplorazione La voglia di scoperta insita nella natura umana ha spinto l’uomo a effettuare traversate, viaggi e avventure epiche, prima a piedi, con sci e slitte, poi con biciclette e con altri mille mezzi diversi. A parte i primissimi esperimenti, che risalgono agli anni Trenta (e forse ancora prima), con biciclette “da circo” modificate per ospitare gomme di automobili, indubbiamente pesanti e poco pedalabili, possiamo affermare con certezza che le prime vere fat bike nacquero per necessità: le bici normali non bastavano più, bisognava creare qualcosa per galleggiare sui terreni cedevoli, per dare la possibilità ai biker di accedere a luoghi mai pedalati prima. Negli anni ’80 infatti, dopo il boom della mountain bike e dopo che le prime mtb “standard” arrivarono nei negozi, si pensò subito a come modificarle per renderle ancora più versatili. Le prime “fattie” videro la luce in due parti opposte del mondo: una ideata per le sabbie del Messico e una pensata per le nevi dell’Alaska. Furono dei prototipi, alcune con ruote composte da due cerchi saldati tra loro (o addirittura tre o quattro ruote accoppiate), coperture tagliate e ricucite assieme più larghe, il tutto per far sì che la maggior impronta a terra della gomma permettesse di pedalare, a pieno carico e con tutte le attrezzature, dove una bici normale si sarebbe fermata. Simon Rakower, di Fairbanks, Alaska, è considerato come l’inventore di uno dei primi cerchi larghi, da 44 mm, cerchi che poi entrarono in produzione chiamandosi Snowcat rims. Contemporaneamente Ray Molina, del New Mexico, ne ideò uno da 80 millimetri da installare sui suoi telai modificati per i tour che guidava nel deserto. Nasceva la Remolino, la prima fat bike con gomme da 3,5″. Nel giro di poco tempo queste bici modificate aprirono un nuovo capitolo per le esplorazioni in tutto il mondo, anche per chi viveva in luoghi coperti dalla neve per la maggior parte dell’anno e si spostava sulle piste create dalle motoslitte. Fu un periodo di sperimentazioni che durò per tutti gli anni Novanta, dove gli inventori e gli appassionati si scambiavano continuamente idee e costruivano prototipi sempre più efficaci, con soluzioni tecniche volte a sopperire i problemi relativi alle dimensioni maggiorate delle gomme, alle temperature rigide e alle necessità di carico di queste bici così particolari. Le prime forme di produzione su ampia scala arrivarono in seguito tardi. Fu Surly, un’azienda americana, che nel 2005 introdusse la prima fat bike completa prodotta su larga scala, la Pugsley. Era bruttina e sgraziata con il suo telaio “storto” (foderi posteriori con molto offset per non avere problemi di interferenza con i copertoni larghi) ma fece breccia nel cuore di molti biker, tra i quali, come vedremo, anche qualche italiano… La fat bike: dal 2005 al 2015 Quindi, nella storia della fat bike, dopo dieci anni nel 2015 si era arrivati a contare centinaia di modelli di bici ideate e prodotte. In America il settore fat era ormai consolidato, con anche l’introduzione, proprio nel 2015, del primo campionato nazionale di fat bike, oltre a numerosissime gare e manifestazioni. In Italia, a parte qualche eccezione, le gomme sopra i quattro pollici hanno iniziato a “delinearsi all’orizzonte” praticamente solo nel 2014, con un grande boom mediatico che ha visto una fat finire addirittura in una pubblicità televisiva di una famosa compagnia telefonica. Le aziende si sono messe in moto, tutti a seguire il trend delle “ciccione”, e alle ultime fiere di settore ogni marchio aveva il suo modello di bici dalle gomme larghe e larghissime, da fuoriclasse in carbonio da migliaia di euro alle economiche e super economiche (si parla di 400 euro ma in questi casi la qualità lascia molto a desiderare). Con l’arrivo della neve negli ultimi mesi sono sempre più numerose le manifestazioni e gli eventi, come test bike, raduni o gare sulla neve, con protagoniste le tanto bistrattate fat bike. Sembra che le località sciistiche abbiano capito che la bici non si usa solo d’estate, e tanti sono gli appassionati curiosi di provare queste bici nel loro “habitat naturale”. Tra materiali e tipi di telaio, rigide, front o full suspended, i vari design, le destinazioni d’uso, gli allestimenti e le versioni single speed, 2×10, 1×11, trasmissione a cinghia o elettriche, c’era di che perdere la testa. Fat bike: le caratteristiche tecniche Che cosa sono le fat bike? Le fat bike sono delle mountain bike “evolute” con telaio e forcelle fatti apposta per montare pneumatici molto larghi su cerchioni molto larghi. Ecco perché le fat bike – letteralmente “bici grasse” – si chiamano così: perché con quelle ruote così ampie e grosse (il loro diametro effettivo arriva quasi ai 29″) hanno un aspetto più tozzo, più massiccio e non sono fatte per andare veloci (sono fatte per andare ovunque!). Quali sono i benefici nell’usare le fat bike? I benefici della fat bike sono presto detti: questo tipo di mtb è pensato per arrivare là dove normali mountain bike non possono arrivare: l’aderenza al terreno è massima, grazie alla sezione maggiorata della gomma, e poiché quest’ultima rispetto alle normali mtb è gonfiata con una pressione “bassa” – variabile da 0,5 ai 1,0 bar o 8-10 psi (pounds per square inch) – che consente alla bicicletta di galleggiare sulle superfici morbide e cedevoli (come sabbia, neve, fango, palude, ghiaia) o sconnesse (letti dei fiumi, sanpietrini, traversine dei binari, binari del tram). Le fat bike sono facili da utilizzare? Le ruote dalle grandi dimensioni rendono la fat bike abbastanza semplice da controllare: la superficie della copertura che appoggia sul terreno è ampia con notevole aumento della stabilità rispetto a una normale bicicletta, soprattutto sui terreni accidentati. Di contro, a causa di una aderenza così estrema, la forza necessaria per poterle muovere è maggiore a discapito della velocità. Le fat bike sono molto pesanti? Una bicicletta fattie è solo in apparenza pesante. Il suo aspetto massiccio trae in inganno: le sue gomme poranno essere anche “grasse” ma sono piene d’aria, sprovviste di camera d’aria (nel 99% dei casi), e grazie al loro notevole effetto ammortizzante permettono di fare a meno di ammortizzatore posteriore e forcella ammortizzata, con notevole sgravio di peso. Si possono trovare anche mtb fat più leggete di 10 chilogrammi, la Canyon Dude CF 9.0 Trail in carbonio che vi presentiamo più sotto ne pesa 13,80, la Trek Farley 9.6 pesa invece 12,97 Kg. Un discorso a parte meritano le fat bike elettriche a pedalata assistita, le e-Fat, che sono ovviamente più pesanti ma molto più facili da “far muovere”. Che materiali sono utilizzati per i telai delle fat bike? Inizialmente le fat bike facevano largo uso di acciaio per i loro telai, ma sempre più spesso ormai i materiali utilizzati sono l’alluminio e, soprattutto, il carbonio. Sono reperibili per le fat bike anche forcelle e cerchi appositi in carbonio. Che misura hanno di preciso le gomme “fat”? Non esiste una sola tipologia di “gomme cicciose”, ce ne sono di diverse forme e fatture: bisogna sempre considerare l’uso che si vuole fare della proria fattie se desideriamo ricavarne il massimo in termini di grip, scorrevolezza e tenuta in curva. Misura Cerchi Larghezza Copertoni Cerchioni da 26+ 26″ larghezza > 35mm, solitamente di 50mm larghezza tipica dei copertoni > 2.5″(2.8″, 3.0″) Cerchioni da 27,5+/650+ 27,5″ larghezza > 35mm, solitamente di 50mm larghezza tipica dei copertoni > 2.5″(2,7″- 3,25″) Cerchioni da 29+ 29″ larghezza > 35mm larghezza tipica dei copertoni > 3.0″ XL 26″ larghezza 60mm – 103mm larghezza tipica dei copertoni > 3.5″(3.8″, 4.5″, 4.8″) 2XL 26″ larghezza 80mm – 103mm larghezza tipica dei copertoni > 5″ L’offerta di pneumatici fat sul mercato è ampia, con alcuni brand che la fanno da padrone. Tra questi elenchiamo Surly, 45NRTH, Schwalbe, Kenda, Framed, Chaoyang, Bontrager e Maxxis. Simpaticissimi, a nostro modo di vedere, alcuni nomi dati ai propri prodotti grassi da questi marchi: Jumbo Jim (Schwalbe), Big Daddy (Chaoyang), Juggernaut (Kenda), HÜSKER DÜ (45NRTH), Barbegazi (Bontrager). La fat bike oggi La “moda” delle Fat Bike si è spenta poco dopo il 2015: oggi la scelta sul mercato (soprattutto quello italiano) è abbastanza limitata. Che cosa è successo? Che con la sempre maggiore diffusione delle e-Bike, le bici elettriche a pedalata assistita, e di nuovi “standard” sul mercato delle coperture, come gli pneumatici per mountain bike semi plus da 2,6″, l’utilizzo delle fat bike è andato improvvisamente riducendosi. Il cerchio si è chiuso e siamo tornati al punto di partenza, quando le bici “ciccione” venivano usate solo sulla sabbia (di spiagge e deserto) e sulla neve alta. Ma questo tipo di biciclette è ben lontano dallo scomparire: i grandi marchi ne hanno comunque qualche modello nei loro cataloghi più recenti e piccoli e storici brand – come Salsa e Surly – continuano a produrle. Sotto ve ne mostriamo qualcuna, con allestimenti e prezzi. Canyon Dude CF 9.0 Trail – 2020 – 2.999 euro Telaio in carbonio, forcella ammortizzata Manitou Mastodon Pro con escursione 100mm, deragliatore posteriore SRAM GX Eagle, cassetta SRAM XG-1275 Eagle 10-50T 12 velocità, pedivella Truvativ Stylo 6K DUB 30T, freni a disco SRAM G2 RSC con rotori SRAM Centerline Rounded Edges, cerchi DT Swiss BR 2250, gomme Schwalbe Jumbo Jim 4.0″. Trek Farley 9.6 – 2020 – 2.659 euro Telaio in carbonio OCLV Mountain, forcella rigida Bontrager Haru, deragliatore posteriore SRAM NX Eagle, cassetta SRAM PG-1230 Eagle 11-50t 12 velocità, pedivella SRAM NX Eagle, freni a disco idraulici SRAM Level T rotori SRAM CenterLine 160/160mm, cerchi SUNringle Duroc 80 SL, pneumatici Bontrager Barbegazi 27.5×4.50″. Cannondale Fat CAAD 1 – 2017 – 3.200 dollari Telaio in alluminio Fat CAAD SmartForm C1 Alloy, forcella ammortizzata Lefty Olaf escursione 100mm, deragliatore posteriore Shimano XT 11 speed, pedivella Cannondale Si BB30 Fat Offset SpideRing X-Sync 30t, freni a disco idraulici SRAM Guide R Centerline Rotors 180/160mm, cerchioni Sun Ringle Mulefüt 80 SL 26″, coperture Schwalbe Jumbo Jim 26×4.8″. Specialized Fatboy Comp Carbon – 3.220 dollari Telaio in carbonio, forcella rigida Specialized FACT carbon, deragliatore posteriore SRAM GX Eagle, pacco pignoni SRAM GX Eagle 10-50t 12 speed, freni a disco idraulici SRAM Level TL 200/180mm, cerchioni in alluminio Stout XC 80 26″, pneumatici Ground Control Fat 26×4.0″. Scott Big Jon Bike – 2019 – 1.499 euro Telaio in alluminio 6061, forcella rigida in alluminio, deragliatore posteriore Shimano SLX RD-M7000-10 SGS Shadow Type 20 Speed, cassetta Shimano CS-HG500-10 11-34T, deragliatore anteriore Shimano Deore FD-M618-D, pedivella Race Face RXC Double 36x22T, freni a disco Shimano MT400 Disc 180/160mm, ruote Syncros 80mm, coperture Schwalbe Jumbo Jim EVO 26×4.8″. Rocky Mountain Blizzard 30 – 2019 – 2.399 dollari Telaio in alluminio, forcella ammortizzata RockShox Bluto RL 120mm escursione, deragliatore posteriore Shimano SLX, pedivella Rocky Mountain Microdrive 2 PC 26T, cassetta Shimano SLX 11-46T, freni a disco Shimano MT400 180/180mm, cerchioni Sun Mulefüt 80, gomma anteriore Maxxis FBF EXO Tubeless Ready 26×4.8″, gomma posteriore Maxxis FBR EXO Tubeless Ready 26×4.8″. Pivot LES Fat – 5.049 euro Telaio in carbonio, forcella rigida in carbonio, deragliatore posteriore Shimano XT SGS 12 velocità, cassetta Shimano SLX M7100 10-51T, pedivella Race Face Turbine 30t Fat Bike, freni a disco Shimano XT M8100 a 2 pistoncini 180/160mm, ruote SUNringlé Mulefüt 80SL, pneumatici Maxxis Minion 27.5×3.8″ EXO. Surly Pugsley – 2020 – 1.900 dollari Telaio in acciaio Surly Pugsley, deragliatore posteriore Shimano SLX RD-7000 GS a 11 velocità, pedivella Race Face AEffect 30T, freni a disco Avid BB7 Mountain con rotori SRAM Centerline 160/160mm, cerchi Surly My Other Brother Darryl (80mm) Tubeless Ready, gomme Surly Edna 26×4.3″. Testi di Claudio Riotti e Alessio Valsecchi.