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Dopo aver fatto conoscere alle nuove leve Clorophilla il film e averlo fatto rivivere ai matusa; avervi introdotto Montanus–The Wild Side e prima di farvi conoscere i due amici protagonisti di questa avventura, vogliamo raccontarvi un po’ di questo progetto

Per farlo, abbiamo chiamato al telefono Francesco D’Alessio, uno dei due protagonisti insieme a Giorgio Frattale; lui è emozionatissimo quando parla di questa cosa, è un fiume di parole, faccio fatica a prendere appunti (e io non sono mai stato un grande fenomeno a prenderne, nda).
Parlare di Montanus lo entusiasma come se fosse fuori con la mountainbike a vivere una delle sue avventure “Lo stress quotidiano della giungla urbana e i ritmi non biologici dettati dalla frenesia dello sviluppo industriale, ci portano spesso ad agognare momenti di quiete, di privazione e di solitudine alla ricerca di noi stessi e, nel nostro caso, del primordio; cioè di quella particella innata che è in noi, che in alcuni soccombe ed in altri vive per sempre.” ci dice Francesco al telefono “ questo è Montanus, la ricerca del lato selvaggio primordiale, il luogo dove sfamare la propria voglia di tornare alle origini; montanus è la privazione ed il sacrificio tipici della montagna”.

https://www.vimeo.com/87877868

Per darvi un’idea, lo spirito dei nostri protagonisti è lo stesso di quello del protagonista del film “Into the Wild” (Christopher McCandless) che abbandona la giungla urbana e tutti i suoi averi per mettersi in viaggio a piedi da solo, con lo scopo di godersi la felicità del vivere “libero” e delle “piccole cose”, ma poco prima di morire, in circostanze drammatiche e sfortunate, realizza che la vera felicità è quella condivisa con qualcuno, da cui la famosa citazione “happiness only real when shared”.
E’ proprio lì dove finisce “Into the Wild” che inizia Montanus. Ma in questo “film” i due protagonisti condividono la felicità e le loro avventure alla ricerca del primordio, cosa che non poteva accadere al solitario protagonista di “Into the Wild”, e non abbandonano averi e tecnologia, ma li sfruttano per farne un utilizzo al servizio dei loro sostenitori che sui social network seguono le loro avventure.

Qual’è inoltre il nesso comune con la precedente produzione abruzzese di questi ragazzi? La genuinità del progetto e dei suoi protagonisti, l’amicizia e la passione per la montagna. Ma Montanus si discosta da Clorophilla nel modo in cui viene condiviso con il pubblico. C’è voluto un anno per preparare, girare e montare Clorophilla ed è stato comunque un prodotto “one-shot” visibile solo in DVD e poco “social” a quei tempi. A distanza di nove anni Montanus, invece, vuole dare ai propri seguaci, tramite i social network, un’idea istantanea di quello che i due amici stanno vivendo in quel preciso istante, grazie all’uso di prodotti tecnologici odierni, come possono essere gli smartphone e le helmet cam.

E così le foto ed i video condivisi sui social network raccontano queste avventure montane, offrendo al pubblico la possibilità di “viverle” in prima persona e con esse le emozioni dei nostri protagonisti, gustandosi dietro allo schermo del pc o dello smartphone “il sapore del primordio” e quindi di Montanus – The Wild Side.

Sarà di sicuro qualcosa di epico, io l’ho sempre sostenuto ed è per questo motivo che con la Redazione abbiamo deciso di seguire le avventure dei protagonisti in presa diretta in qualità di media partner, per poterne approfondire insieme a voi i lati più reconditi, into the wild.

A proposito dell'autore

Stellette per vocazione ASD Emissioni Zero per passione. La montagna ce l'ha nel sangue, la passione per la mountain bike lo accompagna fin dalla prima adolescenza.