Sui veloci percorsi comaschi Francesco Fregona conquista  il gradino più alto del podio. Vediamo com’è andata la prima gara del circuito che eleggerà il campione lombardo enduro 2014

Location

Tavernerio è uno dei molti paesini che costellano le pendici dei monti a ridosso di Como, vicino alla famosa funicolare di Como-Brunate. Quest’ultima località è detta anche “il Balcone sulle Alpi” ed è meta di molti turisti stranieri per la magnifica vista che spazia sul lago di Como,  abbraccia l’intero arco delle Alpi e nelle giornate terse si spinge fino agli Appennini. L’Asd Bike&Co ha scelto questa bellissima location per organizzare il suo evento enduro, una gara che può essere tranquillamente definita “da pro”: 1720 metri di dislivello per 40,5km, prove speciali velocissime, tratti di flow insieme a sezioni tecniche su roccia e strappi pedalati costellati di pietre; una gara lunga e tosta ma molto divertente, e soprattutto ben organizzata.

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Day 1

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Facendo parte del team Bike&Co mi sento quasi un local su questi tracciati anche se, abitando a 50km di distanza, non ho mai provato tutta la gara intera per motivi di tempo e “problemini” al ginocchio. Il sabato quindi io e Andrea Ziliani di strada.bicilive.it (ormai siamo coppia fissa alle gare di enduro visto che è una bella manetta anche in mtb!) ci organizziamo per delle ricognizioni, lui è di Salò e non ha mai provato le Ps. I paddock disposti nel parco della Casarga si stanno animando, la pedana di partenza è già pronta, le iscrizioni aperte, il podio è stato posizionato. I preparativi per una gara del genere sono infiniti e molto spesso, purtroppo, l’appoggio delle istituzioni è solo apparente. Nonostante ciò non manca nulla, la macchina organizzativa Bike&Co è già ben rodata, non si ferma davanti a nulla e dovunque si respira aria di competizione.  Quella strana sensazione nella pancia inizia a farsi sentire…
Due risalite in macchina (grazie Cecco e Tato!) e una pedalata, tre camere d’aria bucate, toppe adesive finite, attack e pezzi di gomma, una facciata dello sfortunato Black, io e Andrea persi nei boschi e altre cose, troppe da raccontare: il sabato scorre via veloce fino a trovarsi con una pizza davanti al naso alle 23.15 (argh!) e poco tempo per riposare. Grazie all’ospitalità di Ale Bernaschina, guida mtb e local scopritore di sentieri, dormiamo a Como e ci risparmiamo km di strada senza tornare a casa.


Day 2

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Sveglia presto, un’altra giornata di sole ci accoglie a braccia aperte, colazione da campioni con ananas, yogurt di soia e  bacche di goji e pronti a partire! 150 iscritti affollano ora i paddock, musica e ultimi preparativi, lo speaker del circuito Ricky Fadda presenta ogni rider allo start e via, la gara inizia. Tra le facce conosciute Adam Quadroni, livignasco vincitore dell’edizione dello scorso anno, Marco Fumagalli, nuovo asso del team locale e gran pedalatore con ottimi risultati nelle ultime gare enduro, e Francesco Fregona insieme a Stefano Rota, “gente da podio” e volti familiari per chi pratica questa disciplina da qualche anno.

Un gruppo di svizzeri dà quel tocco di internazionale che non guasta e sei ragazze fanno capire che anche il gentil sesso apprezza dislivelli importanti e Ps veloci. La giornata di gara passa velocissima, o almeno così mi sembra. Sarà stata la fatica, il caldo umido nelle risalite, i crampi e la foratura in Ps3 che come l’anno scorso mi rovina i piani, comunque dopo dei risultati molto simili in tutte e tre le prove alla fine sul podio dell’assoluta maschile ci sono nell’ordine Francesco Fregona, Marco Fumagalli e Stefano Rota. In quella femminile vince la forte svizzera Manuela Christen (classificata  venticinquesima nell’assoluta generale!), seguita da Bruna Benedusi e Marianna Uttini.

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il podio della categoria Master1-2, Fregona, Fumagalli e Quadroni.
Complimenti a tutti quelli che hanno chiuso la gara, tanti giovani ma anche tanti “meno giovani” confermano che l’enduro è uno sport per tutti, basta un minimo di allenamento e la compagnia giusta e ci si può davvero divertire!

Francesco Fregona – una doverosa parentesi

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Il 32enne di Imperia Francesco Fregona è arrivato venerdì sera e si è piazzato con la sua tenda nel paddock ancora semi deserto. Sabato ha pedalato tutta la gara e non contento altre due risalite, quindi più di 2700 mt di dislivello, e sabato sera era con noi a scherzare aspettando di cenare in una pizzeria dai tempi infiniti. Questo la dice lunga sul suo stato di forma e su quanto abbia lavorato per ottenerlo dopo il brutto infortunio dello scorso anno alla caviglia. La sua recente prima vittoria assoluta alla Superenduro di Priero è stata un’iniezione di fiducia e una conferma che il nuovo allenamento off-season funziona, anche per quanto riguarda il regime alimentare.

Simpatia, schiettezza e altruismo sono qualità che in Francesco non mancano davvero, oltre ad un chiaro obbiettivo, comune a tutti i campioni: no pain no gain, per vincere bisogna crederci e allenarsi.

“Pedalare mi piace, quest’inverno sono stato l’unico della squadra che ha svolto tutti gli allenamenti programmati, anche quando c’era freddo o pioveva” (freddo ad Imperia è diverso che freddo a Como, e parecchio, ma non gliel’ho detto, eh eh). “Il fatto di provare le speciali il giorno prima, pedalando,  è un più per me, lo uso come un allenamento aggiuntivo che mi porto per la prossima gara. So già di dover competere con i local che hanno limato i secondi e conoscono ogni radice dei tracciati, quindi furgonare non mi interessa, butti via delle domeniche. Una discesa o due in più non ti fanno fare la differenza se poi non sai quanto impegno fisico ti richiede la gara”. Sante parole! “Pensavo comunque di guadagnare meno oggi ma mi sentivo bene, ho avuto un buon margine in ogni Ps e questo mi dà fiducia per le prossime gare, dove dovrò competere con i big dell’enduro”.

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Conclusioni

Abbiamo visto comunque molta gente pedalare il giorno precedente alla gara pur essendo disponibile un servizio navetta, segno che le ricognizioni meccanizzate in un contesto simile non sono indispensabili e c’è ancora tanta gente che apprezza lo spirito vero dell’mtb, quello che poi è diventato enduro ma è sempre stato andare in mountainbike.

Il grandissimo lavoro dei ragazzi di Bike&Co (qui il nostro articolo a riguardo) ha reso i trail scorrevoli e alla portata di tutti, con davvero un flow invidiabile, roba da sorriso a 32 denti… vi garantisco che un mese fa alcuni erano tutt’altra cosa, irriconoscibili! Passata la gara conviene approfittare degli sforzi fatti dai trail builder e farsi un bel giro sul monte Boletto, magari fermarsi per un caffè o una gustosa pausa pranzo al rifugio Bondella e godersi il panorama prima di affrontare un’altra discesa con gli amici.

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La gara dall’altro punto di vista di Andrea Ziliani

Quello che ricorderò sicuramente dell’intero weekend è stata  l’accoglienza e l’ospitalità ricevuta e vedere che tutti si sono impegnati al massimo nella riuscita dell’evento. I ristori hanno dissetato e sfamato ognuno di noi con ottime torte fatte in casa e frutta fresca, e l’organizzazione è sempre stata presente e disponibile ad ogni richiesta. Nonostante il notevole dislivello da affrontare in questa competizione, ogni rider ha dato il 110% ma soprattutto ha goduto come un matto su dei percorsi che sembravano quasi irreali da tanto era il flow.

Le tre prove speciali presentavano ognuna delle caratteristiche particolari, pur essendo in certi tratti molto simili. Il denominatore comune era uno solo, la velocità. In molti punti il percorso permetteva di mollare i freni completamente essendo molto a vista. La cosa che mi ha colpito parlando poi con la gente è stata la possibilità per tutti di divertirsi e sentirsi per certi versi un po’ delle “manette”: l neofita poteva mollare in tutta sicurezza non avendo punti ciechi mentre per i rider più navigati c’era la possibilità di raggiungere velocità da world cup e fare la differenza.

Ma non pensate che sia stata tutta una passeggiata!

A tenere alta l’attenzione ci pensava il fondo sabbioso che non perdonava niente. Entrare un pelo più forte del dovuto in certe curve significava perdere l’anteriore e giocarsi diversi “jolly” per uscirne interi, mentre nei tratti pedalati non si poteva abbassare neanche per un secondo la concentrazione essendo questi belli guidati. Le vittime sui percorsi sono però state altre.

Le rocce che spuntavano qua e là come intermezzo ai tratti super veloci non hanno dato scampo e molti concorrenti (compresi io e Claudio) si sono trovati con una foratura nel bel mezzo della gara, rovinando magari il risultato agonistico tanto atteso (povero Claudio!).

Ma questo non ha di certo oscurato la nostra giornata e arrivati nel paddock ci siamo consolati con pane e salamella e una bella birra offerti da Bike&Co, sicuri che l’Enduro Cup Lombardia conserverà per tutta la stagione il vero spirito del mountain biking e il mix perfetto tra agonismo e divertimento!

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Next stop

la seconda tappa sarà a Colico (LC) il 22 giugno, i percorsi sono già pronti e segnati, poi sarà la volta di un grande ritorno, la location di Pezzeda (BS) il 31 agosto, ed in ultimo il gran finale a Livigno (SO) il 13 e 14 settembre con l’assegnazione delle maglie di campioni regionali enduro 2014.

Qui trovate il file .zip con le classifiche generali e di ogni singola Ps:

Per tutte le info: www.endurocuplombardia.itwww.bikecoasd.it / www.facebook.com/endurocuplombardia / www.facebook.com/groups/BikersComo/

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!