La storia del Superenduro passa da Sauze e la storia di Sauze, almeno per quanto riguarda la MTB, passa dal Superenduro. E’ un binomio che ha fatto scritto pagine importanti di questo sport e l’edizione 2014 non sarà da meno. Anzi.

Sin dal primo anno di vita, nel 2008, il Superenduro ha solcato i dolci pendii e gli incantati boschi di larici di Sauze d’Oulx, attraversato i ruscelli e le macchie di rododendri che esplodono in estate, diventando dei riferimenti per chiunque abbia partecipato almeno una volta alla Supersauze.

E proprio la Supersauze, la mitica PS che parte da Rocce Nere ed arriva in paese è diventato uno dei simboli di Sauze e del Superenduro. Un sentiero nato per la gara e diventato uno dei percorsi più apprezzati della stazione dalle migliaia di rider che lo percorrono ogni anno, in gara o solo per divertimento. O il Gouriun, la “speciale” tenuta segreta sino a pochi minuti prima della sua apertura in gara con lo staff di Sauze che tagliò l’erba dell’inizio del percorso pochi minuti prima che partisse il primo concorrente.

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O ancora la doppia partenza sulla cresta di Rocce nere dove sono state scattate più foto che sotto la Tour Eiffel, o quasi. Quella linea di terra dove devi mollare tutto per prendere la massima velocità prima dello strappo in salita che ti porta sui paravalanghe dove arrivi in affanno ma con l’alta Val di Susa ai tuoi piedi e le montagne che assistono alla tua discesa. Su quella cresta hanno scattato i migliori fotografi del mondo e riempito giga e di schede molti dei filmer che ci fanno venire voglia di andare in bici ogni qualvolta escono con un nuovo lavoro.

Clay Porter su tutti. Li, dove le marmotte ci ricordano che siamo solo ospiti della montagna, sono state scattate le foto di decine di test delle più importanti riviste del mondo e fatte sessioni fotografiche per i cataloghi di molte aziende. A Sauze ed in Alpi Bike ci hanno lasciato il cuore Rachel, Gee e Dan i tre fratelli inglesi Atherton che non si dimenticano, ogni volta che incontrano qualcuno di qui, di raccontare aneddoti su quel sentiero o quella linea magica tra la verde vegetazione della perla dell’Alta Val di Susa.

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Sauze ha lasciato un segno indelebile nella storia dello sport anche a livello internazionale con la prima edizione della Eurocup e due edizioni dell’Enduro delle Nazioni.

Gelosamente creato dai francesi, certo non un popolo che condivide facilmente le proprie idee, che hanno accettato di passarlo a Superenduro per unastorica edizione nel 2011 che vide una vera e propria anticipazione di quella che da li ad un paio di anni sarebbe stata la Enduro World Series. Basta riguardare indietro nelle gallery fotografiche di quegli anni per rendersi conto di che personaggi hanno corso e ci hanno fatto sognare sui sentieri di Sauze.


A Sauze è emerso per la prima volta in ambito internazionale Martin Maes, il fenomeno belga che nel 2012 alla seconda edizione del Nazioni si classificò in 5° posizione assoluta a soli 15 anni. Lasciando tutti a bocca aperta e diventando da li a poche settimane il rider più ambito dai team internazionali. Ma Sauze e Superenduro non sono solo ricordi, sono anche progressione dello sport, la speciale più lunga del circuito è sempre stata Supersauze, almeno sino a quest’anno….. I due trofei delle nazioni, la prima gara con gli impianti ed il pedalato. La prima Supermountain con partenza in massa da Rocce Nere che caratterizzerà anche la gara 2014. Anche il collegamento con Sestriere ed il primo parco chiuso con parco assistenza sono nati qui lo scorso anno.
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Insomma chi ha frequentato il Superenduro e Sauze sa di che cosa parliamo, per tutti quali che non lo hanno ancora fatto la gara del 6-7 settembre rappresenta un’occasione unica nella stagione per assaggiare che cosa vuole dire Superenduro alpino nella sua massima espressione. Lo staff capitanato da Franco Monchiero, l’uomo a cui si deve la nascita del format più “colnato” al mondo, sta preparando una PRO degna di questo nome, con il maggior numero di speciali e dislivello mai fatto ad una Superenduro PRO, da quando esiste il Superenduro. Una gara quasi completamente assista dagli impianti e con una speciale che finirà di diritto nelle cose da raccontare ai nipoti.

Il gioco sarà duro, anzi Super(en)duro. La sfida è aperta e questa meravigliosa storia di sfide tra uomini, bici e natura continua.

Qui la scheda gara con tutte le info sulla manifestazione

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