Ecco la nuova bici da DH del leggendario marchio canadese Rocky Mountain, la Maiden 2016

In Canada si sono presi tutto il tempo per sviluppare questo modello. Il processo di progettazione è durato circa quattro anni, ma è stato un periodo durante il quale si sono concentrati su uno scopo solo: creare un telaio da dh in carbonio che garantisse il massimo della resistenza unito al massimo della leggerezza. Sono ormai molti i telai realizzati con questo materiale, ma nella casa della foglia d’acero un modello del genere mancava ancora.
Quattro anni di attesa sono giustificati dal fatto che la Maiden è stata disegnata da zero, si nota infatti che non richiama minimamente la vecchia Flatline nelle linee.
Una caratteristica che promette di rendere questa bici appetibile a molti è la compatibilità con ruote sia da 26″ sia da 27,5″, e ciò senza influire minimamente sulla geometria grazie al sistema Equalized Geometry. A prima vista verrebbe da pensare a un look piuttosto datato, visto il carro a quattro punti di infulcro. Invece il sistema Smoothlink è di grande innovazione. Il motivo di questo back to the roots è molto semplice: si chiama Thomas Vanderham. La sua esperienza ha fornito un apporto grandissimo allo sviluppo del telaio.

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© Sterling Lorence

In che senso?

È proprio la leggenda canadese che ha aiutato Rocky Mountain nello sviluppo della Maiden. Lui viene dalla vecchia scuola, quella dove si faceva tutto con la stessa bici. Cercando di portarsi ancora più avanti con i tempi, nella British Columbia hanno sviluppato questo mezzo pronto per piste da World Cup ma allo stesso tempo per i bike park utilizzando soluzioni piuttosto ricercate.
Lo schema del carro prevede anche la rivisitazione di tutto il sistema frenante. Lo scopo è far sì che durante la frenata si vada a inibire la sospensione il meno possibile. L’esito è una trazione che non risente minimamente del trasferimento di forze e un’escursione sempre morbida.

Dettagli innovativi

A livello estetico sarà pure old school, ma la geometria è al passo con i tempi con un angolo di sterzo variabile tra 63° e 63,8°. L’Equalized Wheel Concept permette di poter utilizzare indifferentemente ruote da 26″ o 27,5″: tramite uno spessore sotto il tubo sterzo e una seconda posizione per l’asse ruota posteriore, il rider può scegliere il diametro ruota che preferisce mantenendo le giuste quote di altezza movimento centrale e trail della forcella. Troviamo anche il sistema Ride-4 ottimizzato per il gravity: agendo sul chip collocato sull’attacco dell’ammortizzatore, si applica una variazione di 1/4 di grado dell’angolo sterzo, con variazioni minime sul tuning della sospensione.

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Sospensione

Rocky Mountain ha ideato il concetto Smoothlink Suspension, cercando di unire il meglio del tradizionale design a quadrilatero articolato e degli schemi Virtual Pivot, per ottenere un’ottima lettura del terreno e sensibilità iniziale insieme a una corsa sostenuta con grande resistenza al finecorsa. La curva di affondamento della sospensione Smoothlink ha un andamento che si colloca a metà tra quelle tipiche delle due piattaforme sopra citate, assicurando un buon supporto iniziale al punto di Sag e la possibilità di usare molle di durezza contenuta. Inoltre l’incremento della progressività è pressoché costante lungo l’intera curva dell’affondamento, per una risposta prevedibile e una maggiore efficacia nel setup dell’ammortizzatore.
I progettisti hanno lavorato anche sul tiro catena e sull’effetto anti squat, la capacità del carro di rimanere stabile sotto l’azione della pedalata: i valori sono del 140% con ruote da 27,5″ e del 100% con le 26″. Durante l’affondamento, l’allungamento dei foderi bassi invece è contenuto in 26 mm con ruote 650B e 21 mm con quelle da 26″.

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Caratteristiche

-Telaio full carbon con tecnologia Smoothwall
-Geometria Equalized ottimizzata per ruote 26″ e 27,5″
-Sospensione Smoothlink a quadrilatero articolato
-Perni della sospensione Pipelock Collet System sul telaio per la massima rigidità
-Cuscinetti oversize Enduro Max
-Protezioni integrate sotto tubo obliquo, sull’ammortizzatore, sui foderi bassi e sul tubo sterzo
-Predisposizione per trasmissione elettronica Shimano Di2 con accesso diretto al vano batteria
-Passaggio interno dei cavi
-Scatola del movimento centrale BB107, serie sterzo integrata IS42/52, asse ruota posteriore 157 mm, attacco guidacatena ISCG-05
-Taglie S, M, L, XL

Autonomous Braking

Rocky Mountain ha lavorato anche sulle forze indotte dalla frenata, con la piattaforma proprietaria e brevettata Autonomous Braking che agisce sia in fase di compressione sia di estensione. Ciò permette di avere una sospensione realmente attiva durante la maggior parte dell’escursione. Analizzando la traiettoria del punto d’infulcro virtuale, questo si muove da una posizione molto arretrata rispetto al telaio finendo davanti a esso alla fine della fase di compressione: il risultato è una sospensione che dona una grandissima trazione in fase di frenata e di conseguenza un controllo più facile della bici nelle staccate.

Ammortizzatore BOS

La casa canadese ha contattato BOS per poter lavorare insieme e trovare un ammortizzatore, lo Stoy, che si adattasse alla perfezione allo schema Smothlink Suspension: è un modello a molla, con idraulica a bagno aperto, e ampie possibilità di regolazione per compressione (low e high speed) e ritorno (low speed).

Allestimenti

Quattro allestimenti proposti: la top di gamma Unlimited, la World Cup, la Pro, la Park. La Rocky Mountain Maiden sarà disponibile anche come solo telaio Unlimited. La disponibilità delle prime bici è prevista per il mese di ottobre 2015, i prezzi invece sono in via di definizione.

A proposito dell'autore

Appassionato di mountainbike e fotografia, dopo la laurea in scienze internazionali alla Facoltà di Scienze Politiche sta affrontando un master in fotogiornalismo all'Istituto Italiano di Fotografia. È entrato quasi subito in BiciLive.it con lo scopo di formarsi sia come fotogiornalista sia per rimanere vicino alla sua passione per la bicicletta.