Difficile capire veramente qualcosa prima di averla sperimentata di persona e purtroppo, quando questo richiede attrezzatura specifica e molto particolare, non è cosa semplice

Così a Mauro Bertolotto, boss di Raceware e Pedal Domain, importatore dei marchi più votati all’adventure come Salsa e Surly, è venuta l’idea di un’uscita a Finale Ligure al termine della 24 ore.
Un’occasione per una fantastica pedalata con amici vecchi e nuovi con la scusa di testare le bici più interessanti del momento, nonché materiale da campeggio Ferrino.

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Foto Credit: © Andrea Principato

Potevo dire di no?

E così mi trovo domenica primo giugno, dopo aver lasciato moglie e figli a godersi il mare della Liguria a montare borse e accessori vari per trasformare delle “semplici” bici in bestie da soma per il bikepacking.

Si parte dalla frame bag da inserire nel triangolo del telaio, già riempite di tenda Ferrino, cucchiaio Park Tools, coltello multiuso, torcia frontale e telo termico da sopravvivenza.
Le borse sono create apposta per Adventure Hub di Pedal Domain su base Revelate.
Al contrario le Revelate non sono specifiche per un unico modello e taglia di bici, abbiamo solo medium e large, ma i velcro sono abbastanza lunghi e le borse si lasciano montare un po’ su tutti i modelli di bici a disposizione.
Le borse sono abbastanza sottili, poco più larghe dei tubi del telaio, per cui non danno alcun fastidio durante la pedalata, ma sono veramente molto capienti.

Il mio accessorio backpacking preferito è il Salsa Anything Cage, in pratica un gigantesco portaborraccia aperto che va montato sugli steli delle forcelle predisposte su Salsa Mukluk, Fargo, Surly ECR e Moonlander.
Sull’Anything si possono poi facilmente fissare il sacco a pelo, materassino autogonfiante, bottiglie d’acqua… insomma quasi qualunque cosa, meglio se in sacca stagna per proteggere da terra e fango visto che in quella posizione rimane piuttosto esposto.
Dal momento che, a causa della frame bag, non si possono montare i portaborraccia sul telaio, si può utilizzare uno degli steli della forca anche per questo accessorio.
La particolarità è che sulla forcella del Mukluk i fori sono rivolti verso l’avanti per dare meno fastidio in fase di sterzata, mentre sugli altri modelli di Surly sono rivolti versi il dietro per permettere l’eventuale montaggio del portapacchi, col risultato che non si possono fissare oggetti troppo lunghi altrimenti toccano il telaio girando il manubrio, purtroppo non si può avere tutta dalla vita.

Mauro ha già provveduto a inserire coppie di materassini in alcune sacche stagne e ci sono, ovviamente sacchi a pelo per tutti quanti, a seconda del modello di bici andranno negli Anything Cage o sul manubrio fissati con dei nastri di velcro.
La soluzione velcro, nonostante abbia funzionato abbastanza bene, non mi ha entusiasmato, avrei preferito delle fettucce con fibbie in plastica.

Ci sono anche dei saddle bag sottosella, veramente comodi, devo dire che vista la facilità con cui si montano e smontano e la comodità in fase di pedalata non vedrei male anche un utilizzo urbano.

Ovviamente abbiamo tutti uno zaino con sacca idrica e vestiti di ricambio, perché è vero che siamo al mare, ma stanotte temo farà freschino.
Distribuiti tra tutti quanti ci sono tre fornellini Primus, tazze, cibo ed acqua.

Come dotazione extra ho anche un recharger Goal Zero Switch 8, sempre distribuito da Ferrino, perché domani mi devo ricongiungere con la famiglia e non voglio rischiare di trovarmi col telefono scarico.

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Tra le varie bici disponibili a me tocca quella più impressionante, una Surly Moonlander con gomme da 4.8”, che, così caricata, peserà sui 20Kg, niente male per un ciclista urbano che non usa una bici in montagna da un po’ troppo tempo.

A disposizione c’è una selezione di modelli di Salsa e Surly, si va dal Karate Monkey, una MTB spartana e tuttofare al “mio” Moonlander superfat.
Già montando il materiale si capisce che si può fare packing con qualunque bicicletta (frame e saddle bag non richiedono particolari predisposizioni), ma con una bici dedicata è più semplice.
Nonostante non vengano utilizzati la possibilità di poter montare portapacchi non è da sottovalutare, questa volta dormiamo una sola notte fuori, ma per giri più lunghi potrebbero fare comodo.
Il problema principale è l’acqua, prevediamo di non trovarne per strada, dobbiamo quindi avere abbastanza da bene per questa sera, domani, più acqua per la zuppa per la cena e il caffè per colazione.
La possibilità di portare comodamente una bottiglia da un litro e mezzo sulla bici oltre alla sacca idrica sulla schiena è una gran cosa, per questo i fori sulla forcella sono eccezionali.

La zona dove si prevede di campeggiare dista circa poco più di un’oretta dalle manie, per lo più su asfalto, non troppo avventuroso, ma non si più fare molto di più visto che partiamo alle 18:30 ed è meglio montare le tende prima che diventi buio.

Appena fermo, non perdo un attimo e mi cambio la maglia con una più pesante asciutta, e ri zippo la parte di sotto dei pantaloni convertibili, meglio coprirsi subito e non prendere freddo.
Già che ci siamo accendiamo un fuoco, che fa sempre molto scenografico e campeggio selvaggio.

Le tende sono delle Ferrino Sintesi 2, da appunto 2 posti, monotelo da 1 chilo e mezzo, facili da montare con un solo paletto ad arco, soluzione forse meno pratica di una autoportante, ma sicuramente più leggera con meno paleria; fortunatamente ne ho una tutta per me, perché con una altezza di 1 e 88 in due ci saremmo stati veramente stretti, per il resto una tenda eccezionale che, secondo me, ha fatto ben poca condensa durante la notte, nonostante la notevole umidità.
Il sacco a pelo è un Lightech 1100 SQ long da 1,2 Kg, comodo per +7°C, per fortuna anche Mauro Bertolotto è alto e ha scelto il modello Long così ci sto bello comodo dentro anche se sinceramente avrei preferito qualcosa di più caldo, comunque, dormendo coi i vestiti addosso non ho assolutamente avuto freddo.

Si saranno ricordati di portare delle frontali?

Avevo buttato all’ultimo momento la mia Petzl Tikka nello zaino, ma per fortuna tutti quanti avevamo nella frame bag una Ferrino Head lamp flame, molto comoda l’opzione luce bianca e rossa, con gli occhi abituati all’oscurità la luce rossa è eccezionale per non accecare chi ti sta di fronte.

Vista la temperatura non ci starebbe male qualcosa di caldo, tre fornelli Primus Eta Lite, veramente eccezionali portano alla bollitura in pochi secondi l’acqua necessaria.

Ecco se c’è qualcosa che proprio non funziona nel kit in dotazione è il cucchiaio forchetta Park Tools, troppo poco concavo, serve veramente a poco, per fortuna non bisogna usarlo per aggiustarci la bici.

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Foto Credit: © Andrea Principato

Dopo cena tutti davanti al fuoco a chiacchierare e scherzare, ma tra il freddo e la stanchezza ben presto abbiamo solo voglia di andare a dormire.

A mattino il cielo è coperto, ottimo così si riesce a dormire un po’ di più evitando l’effetto raggi del sole che attraversano la sottile tela della tenda e ti svegliano irrimediabilmente.

Si prepara il caffè e ci si prepara mettendo via tutto il materiale.

Finalmente abbiamo modo di usare seriamente le bici, ieri non ce n’è stato oggettivamente il tempo.
La mia biciona si comporta bene nonostante il peso, soprattutto il carico è montato bene e non dà veramente alcun fastidio.
Mauro sta pedalando la sua Fargo 29” in titanio, montata col dropbar Salsa Woodchipper, prima di partire mi ero accordato per scambiarci le bici a metà giro, c’è anche una Surly ECR specifica da viaggio taglia Large che potrei usare, ma sinceramente non ho nessuna voglia di mollare il “mio” Moonlander, mi ci trovo troppo bene.
Pensavo che la Fargo fosse ideale per il packing, ma su questo terreno Mauro non mi sembra proprio a suo agio, monta delle WTB Nano decisamente poco aggressive, la bici sarebbe perfetta per un misto asfalto e sterrato non troppo impegnativo, quindi preferisco stare sulle mie ruote belle larghe e stabili.
La Surly ECR mi ha impressionato in fase di allestimento, monta un comodissimo manubrio Jones “da viaggio” e le Knard 29+ da 3” le permettono di fare cose impossibili anche per una “normale” 29”, sicuramente molto più a suo agio in fuoristrada della Fargo, ma nel “difficile” paga l’impostazione un po’ troppo comodosa con un movimento centrale basso per una maggiore stabilità a pieno carico.

Su questo percorso forse la soluzione ideale è la Mukluk, più leggera della Moonlander e con ruote da 4”.

Il segmento viaggio/adventure comprende tantissime tipologia di bici, anche molto diverse tra di loro, si va dalla bici con ruote da 700x35c alla superfat da 5”.
Per quanto riguarda il peso tra trasportare tra tenda, sacco a pelo, materassino, cibo e acqua, più ovviamente il peso di borse ed eventuali portapacchi bisogna considerare almeno 5Kg, che possono facilmente diventare molti di più.
Scegliere i materiali, ma anche il sistema di trasporto è molto importante, le classiche borse da bici su portapacchi sono una ottima soluzione per trasportare molto materiale, ma in fuoristrada diventano un vero impiccio, le frame bags, sono stracomode da portare, non necessitano di predisposizioni sul telaio ma sono limitate nella capacità di carico.

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L’Adventure è veramente un mondo a se stante, che bisogna approcciare con attenzione, la possibilità, tra bici, borse, attrezzatura da campeggio e soprattutto possibili destinazioni, sono pressoché infinite.

Cosa mi è rimasto di questi due giorni?

Un “nuovo” modo di usare la bici, dove le due ruote sono più un mezzo di trasporto che non un attrezzo sportivo, la possibilità di una avventura alla portata di tutti e a due passi da casa.

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Tornare a vivere, anche solo per poche ore, in mezzo alla natura, qualcosa che, purtroppo, il nostro attuale stile di vita ci ha ingiustamente fatto dimenticare.

A proposito dell'autore

Aldo Reynaudo ama le cose semplici e le bici essenziali, la vità è già troppo complessa per complicarsela ulteriormente nel poco tempo libero a disposizione. La bicicletta specie nella sua incarnazione primordiale, a ruota fissa, è così: nulla che non sia strettamente necessario.