Speciale ammortizzatori mtb a CosmoBike Show 2016 Claudio Riotti 21 Settembre 2016 News Alla fiera di Verona CosmoBike Show abbiamo visto alcune novità sugli ammortizzatori per mtb enduro e downhill, ecco quindi i quattro marchi principali Fox, Öhlins, Rock Shox e Marzocchi, con i modelli spiegati nel dettaglio, i pesi e i prezzi. Tendenze che cambiano: ammortizzatori a molla nell’enduro e ad aria nel dh Gli ammortizzatori posteriori, così come le forcelle, sono in costante sviluppo per seguire l’evoluzione della mtb e le sue tendenze. A seconda dei modelli, le sospensioni devono soddisfare anche le richieste dei rider che più li mettono a dura prova, cioè i team di Coppa del mondo che lavorano a stretto contatto con le aziende. Per quanto riguarda il mondo agonistico prettamente gravity, nelle ultime stagioni stiamo assistendo quasi a un cambio di tendenza tra downhill ed enduro: nella disciplina “madre”, la discesa, vediamo una percentuale di rider sempre maggiore che puntano sulla leggerezza e la possibilità di personalizzazione degli ammortizzatori ad aria. Nell’enduro invece, disciplina ormai affermata a livello mondiale e seguita da sponsor e media, i piloti, specie nelle prove più tecniche, preferiscono le prestazioni “a lunga durata” degli ammortizzatori a molla. Questi risentono meno dei problemi di surriscaldamento dati dalle lunghe prove speciali (talvolta fino a 10 minuti e più) ma, elemento importante, serve che siano bloccabili in salita, come alcuni dei prodotti che vi andremo a presentare. Il podio all’EWS di Valberg in Francia, la bici di Sam Hill (che vince su pedali flat!) ha un ammortizzatore ad aria ma il secondo, Nico Vouilloz, ne ha utilizzato uno a molla. Foto: www.enduroworldseries.com Quali sono i fattori di questa scelta? Tra i fattori che comportano queste scelte teniamo in considerazione anche il bisogno di leggerezza sulle mtb da downhill, la brevità di queste gare e i sempre più performanti ammortizzatori ad aria da dh che stanno nascendo. Dall’altro lato, nelle gare enduro spesso si deve utilizzare lo stesso telaio, sospensioni e ruote per tutta la gara; le competizioni si stanno facendo sempre più tecniche e i prodotti delle aziende devono diventare per forza più performanti. Vista la leggerezza delle nuove mtb moderne, un ammortizzatore a molla e quindi un trascurabile aumento di peso (dell’ordine di 400/500 grammi) su una bici da enduro è più che accettabile, a fronte di un rendimento costante durante tutta la gara: gli ammortizzatori ad aria, soprattutto quelli senza serbatoio esterno (piggyback), si scaldano parecchio con l’uso intenso e modificano il loro comportamento durante la discesa, velocizzandosi nel ritorno e nella compressione (l’olio e l’aria quando si scaldano si dilatano) e andando a compromettere il setup iniziale impostato dal meccanico o dal rider. Il piggyback Nella scelta di un ammortizzatore a molla o ad aria quindi, se siete in cerca di prestazioni migliori per la vostra bici, il nostro consiglio è optare per un modello con il piggyback, che in breve possiamo definire come un serbatoio esterno di compensazione, al cui interno si trovano olio e aria divisi da una membrana (definita a volte IFP – Internal Floating Piston). Il piggyback dell’ammortizzatore Öhlins TTX 22, ovvero il serbatoio esterno di compensazione che garantisce prestazioni costanti. Questa membrana permette all’olio di non alterare troppo la sua temperatura anche lavorando sotto forti stress meccanici per lungo tempo, con la risultante di una performance migliore e duratura. Nelle ultime EWS, l’Enduro World Series, abbiamo visto una percentuale sempre maggiore di rider passare alla sospensione posteriore a molla: anche il 10 volte campione del mondo dh Nicolas Vouilloz, secondo a Valberg in Francia, ha scelto la molla, qui trovate i suoi consigli. Fox Float X Evol Fox ha profondamente rinnovato l’intera linea degli ammortizzatori e forcelle nel corso degli ultimi due anni. Il Float X è stato aggiornato con concetti come l’Evol (Extra Volume) per incrementare la sensibilità ai piccoli impatti grazie a un minore stacco iniziale, un tuning idraulico per migliorare l’assorbimento degli impatti e il disegno del serbatoio specifico per il trail riding. Il Fox Float X Evol. Il Float X Evol Factory Series presenta il rivestimento Kashima e il settaggio delle compressioni a basse velocità su tre posizioni: Firm, per un bloccaggio totale senza compromessi in termini di prestazione, perfetto sulle parti più rapide; Medium, per settori intermedi; Open, ideale in discesa. In questa versione Factory, il sistema DPS (Dual Piston System, sistema a doppio pistone) assicura una regolazione ancora più precisa con i tre livelli supplementari di regolazione nella modalità Open che permettono di ottimizzare le prestazioni, scegliendo il livello di ammortizzamento delle compressioni a bassa velocità più adatto. Misure disponibili: 7.5×2.0″, 7.875×2.0″, 7.875×2.25″, 8.5×2.5″, 8.75×2.5″ Prezzo: da 762 euro a 789 euro. Fox DHX2 Dove alcune aziende hanno semplificato, Fox va ad aggiungere regolazioni al suo nuovo Fox DHX2 e Float X2: la caratteristica più innovativa della linea X2 è infatti il doppio circuito idraulico per compressione e rebound, per permettere al rider di trovare con precisione il “tuning perfetto” a seconda dei tracciati. L’altra innovazione è la leva per gestire il blocco mantenendo le regolazioni di compressione ad alta e bassa velocità. (Open e Firm). L’ammortizzatore a molla Fox DHX2. La tecnologia X2 è caratterizzata inoltre dalla Rod Valve System (RVS): questa permette di modificare le lamelle interne che controllano compressione e ritorno in modo semplice e veloce anche da parte dell’utente, smontando i registri rosso e azzurro e modificando la fila di lamelle (shim stack). Infine le nuove molle arancioni SLS utilizzano un acciaio superleggero (Super Lightweight Steel) e un diametro del filo più piccolo e meno spirali, quindi sono più leggere di quelle in titanio. Ecco perché il nuovo Fox DHX2 rappresenta l’ottimo compromesso per molti enduristi, compreso il campione del mondo in carica Richie Rude; speriamo di riuscire a provarlo quanto prima. Misure disponibili DHX2 con levetta X2: 7.875×2.25″, 8.5×2.5″; DHX2 standard: 7.875×2.25″, 8.5×2.5″, 8.75×2.75″,9.0×3.0″, 10.5×3.5″. Peso: 399 grammi senza molla. Prezzo: da 831 euro a 873 euro. Öhlins STX 22 La casa svedese rende disponibile una delle sue ultime creazioni su tutte le bici, lo scorso anno infatti, avevamo visto in anteprima l’STX 22 solo su mtb Specialized. La sigla STX identifica la cartuccia interna Single Tube, che differisce da quella utilizzata sulle unità a molla TT (Twin Tube). Le regolazioni interessano le alte velocità di compressione regolabili in tre posizioni con la 1 e la 2 per il riding e la 3 per la pedalata, in cui entrano in gioco anche le basse velocità. L’altra regolazione è il ritorno, solo su 6 scatti molto effettivi per semplificare il tuning. Il pomello blu delle basse velocità in compressione e la ghiera nera delle tre posizioni delle alte velocità. L’ammortizzatore è customizzabile con un kit prodotto da Andreani per rendere il blocco della posizione 3 ancora più fermo, particolarità richiesta espressamente dal mercato italiano. Misure disponibili: 216×57, 197×48. Peso: 370 grammi. Prezzo: 650 euro più Iva Öhlins TTX 22 Pur essendo molto simile nel funzionamento all’STX, il TTX a molla presenta il sistema Twin Tube che mantiene separata la compressione dal ritorno, sperimentata a lungo nel settore moto e ora applicata alle mtb. Il TTX è costituito da due camere interne che grazie all’aiuto di due valvole gestiscono e regolano il flusso dell’olio, mantenendo le prestazioni consistenti. L’Öhlins TTX 22 sulla Trek Slash 29″ di Alex Lupato. Il TTX è disponibile in 7 lunghezze diverse con hardware compatibile con la maggioranza delle mtb sul mercato. Le regolazioni consistono in alte velocità su tre posizioni e 16 click per le basse. Il ritorno è su 6 scatti come l’STX. La regolazione del ritorno dell’Öhlins TTX 22. Misure disponibili: 8.5×2.5”, 8.75×2.75”, 9.5×3”, 10.5×3.5”, 7.87×2.25”, 7.87×2.0”, 7.5×2.0” Peso con molla in titanio: 800 grammi. Prezzo: 720 euro più Iva compreso di molla. Marzocchi 053 S3C2R Il brand bolognese Marzocchi è stato da poco acquisito da Fox e quindi non ci sono grosse novità nella gamma. La rete distributiva in Italia è affidata ad Andreani. L’ammortizzatore Marzocchi 053. Il Marzocchi 053 è un ammortizzatore ad aria con piggyback dal peso ridotto e con un prezzo molto abbordabile. Per il 2017 gli unici cambiamenti sono nel rivestimento dello stelo, ora con trattamento “black” anziché “espresso”, e un miglioramento della scorrevolezza. Il dettaglio delle regolazioni dell’ammortizzatore Marzocchi 053. Le regolazioni sono il ritorno alle basse velocità e, tramite gli “shim stack”, anche alle alte velocità. Le compressioni alte e basse si gestiscono tramite due registri separati mentre c’è una levetta dotata di circuito di blow off (cioè di apertura di sicurezza) che permette di bloccare l’ammortizzatore in salita. Misure disponibili: 222 x 70 mm / 8.75 x 2.75” – 216 x 63.5 mm / 8.5 x 2.5” – 200 x 57 mm / 7.88 x 2.25” – 200 x 51 mm / 7.88 x 2.0” – 190.5 x 51 mm / 7.5 x 2.0” Peso: 310 grammi. Prezzo: 280 euro. Marzocchi Moto C2R Anche per il Moto non ci sono grandi cambiamenti, le regolazioni sono le stesse del 053 con l’aggiunta del Progression Booster, una regolazione a 4 vie che cambia il volume nella camera caricata ad azoto modificando progressivamente la risposta dell’ammortizzatore verso il fine corsa. Il Moto è disponibile con interassi specifici solo per bici da discesa. Le due ghiere delle regolazioni del Marzocchi Moto montato sulla bici di Gianluca Vernassa, uno dei downhiller italiani più in vista anche in ambito internazionale. Interasse/ Corsa : 222/70 mm, 241/76 mm Peso senza molla: 370 grammi. Con molla in titanio: 830 grammi. Prezzo: 530 euro più Iva. Rock Shox Monarch Plus RC3 Debonair Ci aspettavamo di trovare in fiera i nuovi Rock Shox Super Deluxe dell’americana Sram con sistema metrico ma tra gli “ammo” ad aria era presente solo il cavallo di battaglia Monarch Plus RC3 Debonair, che è ormai da qualche anno uno degli ammortizzatori più visti sulle bici da enduro sui campi di gara. Il Rock Shox Monarch Plus RC3 Debonair. L’RC3 presenta una camera negativa e una camera positiva maggiorate che portano una buona sensibilità alle piccole sollecitazioni. La curva di compressione più lineare è un altro degli effetti delle due camere più ampie. Il sistema Debonair consente un ampio range di regolazione del ritorno e fra un click e l’altro le differenze sono ben avvertibili. Il sistema Rapid Recovery, ereditato dalla Pike, garantisce sempre una riserva di travel per gli impatti importanti perché permette alla sospensione di lavorare principalmente nella parte centrale dell’escursione. Il dettaglio della regolazione del ritorno e la levetta che gestisce le basse velocità in compressione sul Monarch Plus RC3 La levetta della regolazione delle compressioni a bassa velocità sulle tre posizioni è facilmente raggiungibile e i tre step sono piuttosto netti, pur non avendo un blocco “granitico” per la pedalata. L’ammortizzatore è modificabile dall’utente grazie agli spacers (ossia gli anelli in plastica di colore rosso disponibili come service kit) per quanto riguarda la curva di compressione, sicuramente un plus per il biker “smanettone” a cui piace personalizzare le proprie sospensioni. Misure disponibili: 190 x 51 mm, 200 x 51 mm, 200 x 57 mm, 216 x 63 mm. Peso: 335 grammi. Prezzo: 532 euro. Rock Shox Vivid Coil L’altro ammortizzatore presente allo stand AMG era il Vivid Coil a molla, uno dei pochi ammortizzatori che presentino una doppia regolazione del ritorno: all’inizio della corsa e alla fine della corsa. Il Rock Shox Vivid Coil. In breve, il ritorno a inizio corsa serve per rendere la bike attiva o meno sulle piccole asperità, mentre il ritorno a fine corsa viene usato sugli impatti importanti e influenza il comportamento della bici negli atterraggi violenti e nelle forti compressioni, rendendola più o meno stabile a seconda dei click. Dettaglio delle regolazioni del Rock Shox Vivid Coil, la ghiera azzurra gestisce le basse velocità in compressione, quella rossa il ritorno nella parte finale della corsa. L’altra regolazione è quella blu delle basse velocità in compressione, che, da tutta aperta, assieme alla tecnologia Counter Measure rende il Vivid molto sensibile a inizio corsa. Misure disponibili: 200 × 57 mm, 216 × 63 mm, 222 × 70 mm, 240 × 76 mm, 267 × 89 mm. Peso: 468 grammi senza molla. Prezzo: 480 euro. Conclusioni Sia che scegliate un ammortizzatore a molla sia uno ad aria come upgrade sulla vostra bici, state sempre molto attenti allo schema di sospensione che avete di fronte. Non tutti gli ammortizzatori funzionano allo stesso modo, un modello concepito per un determinata uso o schema potrebbe influenzare parecchio il comportamento della mtb rispetto ad un altro. Inoltre, tenete presente che alcuni ammortizzatori, come quelli di Rock Shox, presentano dei “tuning” presettati di fabbrica per quanto riguarda compressione e ritorno. Siate certi di scegliere il settaggio che fa al caso vostro. Se volete approfondire il discorso sugli sistemi ammortizzanti, leggete il nostro articolo sugli schemi di sospensione mtb”