Lavorate sempre con in testa il motivo e gli scopi per i quali avete iniziato il vostro progetto, e non fatevi distrarre dai dettagli.

Aver conosciuto Ben Walker a Laveno Mombello (VA) qualche anno fa è stata la cosa più figa che mi sia capitata [tra le tante, nda] da quando, nel 2006, ho ripreso ad andare in mountainbike.

Conosciuto nel 2010, lo contattai per un parere di fattibilità sulla realizzazione di un bike park al Sasso del Ferro, a Laveno. In quel periodo era, secondo me, la persona giusta “sul mercato” per quel posto, considerato ciò che aveva realizzato per la Coppa del Mondo a Champery.

Stra simpatico, molto aperto e soprattutto molto disponibile, Ben è un omone che si dà da fare un sacco su molti fronti e se la mena veramente poco.

C’ho messo un po’ per riuscire ad intercettarlo ed avere questa intervista, però ne è valsa la pena.

Ben-Walker_Photo-Credit-Will-Walker-(2)

Signore e Signori, lettori e lettrici di BiciLive.it, ecco a voi Ben Walker

Ciao a tutti gli amici di BiciLive.it, sono Ben Walker, 35 anni, americano di nascita e svizzero di adozione. Vivo a Champery in Svizzera, appunto, mi piacciono la downhill mountainbike e lo snowboard, lavoro “part time” in Scott come product manager e marketing coordinator, oltre ad essere a capo dei lavori di trail building che vengono realizzati sui sentieri di Champery e Morgins. Mi piacciono le motoseghe, le macchine da cucire e le biciclette da strada Bianchi senza freni e pneumatici!

https://www.youtube.com/watch?v=6U_Ris8ZDTI

Quando è iniziata la passione per la mountainbike?

Tutto è cominciato nel negozio “The Boarding House” a Durango in Colorado, Stati Uniti d’America. Ero uno snowboarder ed un crosscountry mountain biker a quei tempi, odiavo dover aspettare la neve fresca per darci dentro con del sano freeride.

Un giorno poi, entrando nel negozio di cui sopra, vidi la mountainbike downhill di un mio amico: non potevo credere ai miei occhi.
Mi ricordo che continuavo a fare la stessa domanda all’infinito “quindi mi stai dicendo che, semplicemente, ti fai portare in cima alla collina con il pick up e poi scendi giù fino in paese? Niente salita? Solo discesa pura?” e la risposta semplice “eh si!!!”.

Rimasi entusiasmato e me ne innamorai subito e, ancora oggi, guido mountainbike da down hill piu di ogni altra tipologia di mountainbike.

La tavola da snowboard è stata la mia prima passione, adesso mountainbike e tavole da snowboard si contendono il primo posto a pari merito!

Non sono sicuro cosa mi piaccia di più, adesso come adesso 🙂 [vedeste che faccia mentre lo dice, nda].

Dagli Stati Uniti all’Europa…

Surf trip in Costa Rica…
Incontrato ragazza svizzera…
Venuto in Europa con lei…
Non sono più tornato indietro!!!

Perché avrei dovuto farlo, con queste montagne ed il riding che mi regalano ogni giorno?
Stiamo ancora insieme dopo 15 anni, ho finalmente trovato “il mio posto” dove stare.

Due continenti e due nazioni diversissime per mentalità e stile di vita, ti sei mai sentito “fuori posto”?

All’inizio mi sentivo completamente fuori posto e a volte ancora oggi, ma la differenza di cultura e di mentalità è anche ciò che ha creato le mie opportunità.

Mi piace osservare ed imparare, quindi è stato interessante e piacevole apprendere nuovi modi di fare, una nuova lingua e soprattutto apprendere un nuovo lavoro. Sono quel tipo di persona a cui piace riapprendere nuovamente tutto e penso che sia stata una opportunità che mi ha fatto crescere e mi ha reso più maturo.

Apprezzo molto lo stile di vita europeo e mi ritengo molto fortunato ad essere finito qui con tutto quello che è venuto poi, soprattutto perché non era niente di programmato.

Mountainbiking e snowboarding, ricerca e sviluppo, trail building. Cosa ti piace di più e cosa unisce le varie attività?

Sono tutti interlacciati tra di loro. Ad esempio, mentre lavoro sui sentieri, penso a come potrebbero lavorare le sospensioni, ai settaggi della compressione oppure alle geometrie delle mountainbike e, viceversa, quando lavoro allo sviluppo di una bicicletta, lo faccio pensando alle compressioni profonde sui tracciati o ai raggi di curvatura molto “stretti” di alcuni salti piuttosto che a quelli delle sponde.

Ho deciso molto tempo fa di lavorare con ciò che mi appassionava, con i miei hobby, e quindi non mi dà quell’idea di lavoro vero e proprio perché penso a tutto ciò nel mio tempo libero!

Mi piace sviluppare prodotti quanto mi piace girare in mountainbike o con lo snowboard, e quindi mi ritengo molto fortunato di fare entrambe le cose [e chi non lo sarebbe? nda].

Ben Walker_Photo Credit Will Walker (5)

Neve fresca, ricerca e sviluppo in inverno; mountainbiking e trail building in estate. Tu stai vivendo il sogno di ognuno di noi.

E’ bello ma è stata dura, Marco. Ho dovuto lavorare veramente tanto negli anni, mettendomi alla prova ogni giorno, sempre focalizzato sui miei progetti senza badare a quello che mi succedeva intorno.

Sono stato supportato molto da mia moglie, dagli amici e dalla famiglia. Ci siamo messi tutti insieme e abbiamo lavorato duro per creare i tracciati per le mountainbike piuttosto che gli eventi organizzati negli anni.

Ho lavorato tanto, ma ogni volta che avevo bisogno di aiuto c’era sempre qualcuno pronto a darmi una mano. Ero molto motivato, tuttavia senza tutte le persone che mi hanno aiutato non ce l’avrei mai fatta.

Gli onori del caso li ho avuti io, ma senza di loro sarebbe stato impossibile, lo ripeto; ogni volta che è stato fatto qualcosa di grande è stato perché ci siamo uniti in un grande e motivato team.

Sono orgoglioso di tutti gli sforzi che i miei amici, i famigliari e colleghi hanno fatto insieme a me per avere tutto questo.

Champery e la Coppa del Mondo del 2011.

Abbiamo lavorato veramente duro e sotto la pioggia per mesi per realizzare i tracciati cross country, four cross e downhill di questo evento; ognuno di noi ha dato il massimo di sé e, come team, abbiamo veramente raggiunto un grande successo!

Non avrei mai potuto fare tutto ciò senza gli altri ragazzi che hanno lavorato con me. Siamo stati fieri del lavoro di gruppo svolto e degli incredibili sforzi fatti, necessari a realizzare una cosa del genere.

È stata una grande sfida, abbiamo dato del nostro meglio.

Sentirsi sollevati alla fine di tutto è stata una bella sensazione; penso di aver versato anche un paio di lacrime tra una birra ed un’altra a fine evento!

Ben Walker_Photo Credit Will Walker (6)

L’Italia, i suoi bike park, i suoi sentieri. Il tuo verdetto.

Amo girare in Italia, sui “vostri” sentieri! Penso che sia la mia nazione preferita dove andare per un “bike trip”: il cibo, la gente ed i sentieri, fanno di ogni momento “Il Momento”. Amo tutto ciò, punto!

E l’Europa?

Località più o meno grandi e spot più o meno conosciuti si stanno attrezzando e c’è un gran fervore ovunque in Europa, tanto che, secondo me, molto presto diventerà il centro dell’universo del settore.

Tutto è molto vicino se comparato al nord America, e si sta sviluppando ad un ritmo esagerato.

In più molti giovani freerider e freestyler, in molte località, girano come dei veri professionisti nei loro video “casalinghi”, pensando che i professionisti girino così tutti i giorni. Spesso mi capita di “prendere” il professionista e lo “sbarbato” e li faccio girare insieme; i professionisti non credono ai loro occhi quando vedono questi sbarbatelli girare veramente grosso. Il risultato finale è che ambedue finiscono con il pensare che l’altro sia una stella nel firmamento del settore.

Noto una grande modestia e rispetto, uno nei confronti dell’altro, ed è una cosa bellissima ai miei occhi… ma anche a quelli degli altri presenti!

Consigli per i nostri “addetti ai lavori”?

Lavorate sempre con in testa il motivo e gli scopi per i quali avete iniziato il vostro progetto, e non fatevi distrarre dai dettagli. Siate sempre sinceri con voi stessi e vedrete che le cose funzioneranno!

Ti senti realizzato nei tuoi progetti e nella vita?

Ci puoi scommettere! In questo momento sono sicuro di aver realizzato i miei sogni di adolescente che amava il freeride, lo snowboard e la mountainbike!

La prima volta che disegnai qualcosa che pensavo potesse migliorare qualcos’altro avevo 14 anni. A 16, decisi che non avrei ascoltato storie e pensai a quanto sarebbe stato figo fare quel lavoro. Decisi che sarebbe stata la mia strada. A 18 anni quindi decisi che avrei fatto delle mie passioni il mio lavoro, in modo che, anche lavorando duro, non avrei avuto l’impressione di lavorare veramente.

Mi sento veramente fortunato ad aver avuto quelle idee ed il coraggio di metterle in pratica. Penso che ognuno di noi possa farlo, anche se magari la cosa ci spaventa. Bisogna lavorare molto per far sì che le cose vadano come si vuole, ma alla fine ci si sente orgogliosi di se stessi e si dorme meglio. Quindi sono molto contento delle mie scelte.

Non sono sicuro di cosa mi porterà il futuro, ma sono sicuro che continuerò a seguire questa strada!

Keep it real Ben, per noi di mountainbike.bicilive.it sei un grande!

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A proposito dell'autore

Stellette per vocazione ASD Emissioni Zero per passione. La montagna ce l'ha nel sangue, la passione per la mountain bike lo accompagna fin dalla prima adolescenza.