Corso di trail building: intervista al presidente di IMBA Italia Beppe Salerno Marco Angeletti 23 Giugno 2015 News Ecco l’intervista esclusiva a Beppe Salerno, il presidente di IMBA Italia, che ho realizzato alla prima partecipazione al corso di trail building di Porretta Terme, al quale ho preso parte come inviato speciale. “Finalmente,” è la prima cosa che ho pensato, quando Edoardo (vice presidente di IMBA Italia) mi diede la news al telefono in anteprima, “non vedo l’ora di parteciparvi e di far partecipare qualche mio amico addetto ai lavori che si occupa di trail building su sentieri per mountain bike”. Vi ho già raccontato del corso, vi ho già detto chi è IMBA Italia e l’operato dello staff di questa giovane no profit [in Italia si intende, N.d.a.] per iniziare a migliorare le nostre esperienze in mtb in Italia. Oggi voglio proporvi un’intervista esclusiva rilasciata a caldo subito dopo il corso di trail building ai microfoni di mountainbike.bicilive.it da Beppe Salerno, presidente di IMBA Italia. Foto di Cristiano Borghi Beppe, vi aspettavate così tanti partecipanti? Non vorrei peccare di immodestia ma ce lo aspettavamo. Questo corso era da tempo nell’aria ed in realtà è un anno in ritardo, in quanto IMBA Italia ha avuto l’ok all’uso di nome e marchio solo a fine 2014. Eravamo più concentrati nel riuscire a offrire il corso ad un prezzo attraente ma che ci consentisse di coprire i costi. Un corso “Trail Building Schools” è un investimento ancora alto ma speriamo che il costo scenda in futuro. Tutto sommato per un corso professionale di due giorni, 160 € ci e’ sembrato equo. La maggior parte dei partecipanti è riuscita a non spendere più di 250 € per corso, albergo, pasti e spese di viaggio. I partecipanti, secondo te, hanno recepito bene il messaggio IMBA? Credo che ai partecipanti il messaggio sia arrivato chiaro anche grazie alla presenza degli istruttori di IMBA Trail solutions. Ora la sfida è amplificare questo messaggio al massimo. Crediamo che sia stato un buon inizio. Se mi permetti di sintetizzare un paio di punti chiave del corso vorrei ribadire che il sentiero sostenibile è al 95% nel progetto e che il trail builder professionista deve pensare sempre all’utilizzatore del sentiero mentre progetta e mentre crea il sentiero stesso. Il rider bravo che è anche trail builder deve resistere la tentazione di costruire “a suo uso e consumo”. Cosa si aspetta IMBA Italia dopo questo corso? Soprattutto sostegno da parte della comunità mtb italiana. Abbiamo fatto il primo passo concreto ma il livello dei servizi che IMBA Italia potrà offrire crescerà parallelamente al sostegno. Ogni ciclista può effettuare una donazione da 10 € che, come diciamo noi, è il costo di due camere d’aria; ma serve a dimostrare che ognuno di noi tiene al futuro della mountain bike in Italia e ai suoi sentieri. Foto di Edoardo Melchiori Cosa si aspettano secondo voi i partecipanti a questo corso da IMBA Italia? Quello che ci è stato chiesto tantissimo è stato un aiuto alla comunità e ai “lavoranti” nei rapporti con le autorità locali e con chi ha in gestione sentieri e parchi. In Italia c’è molta gente scoraggiata dalla burocrazia e dalla poca sensibilità all’argomento mountain bike. D’altro canto però, noi dai partecipanti ci aspettiamo che mettano in pratica quello che hanno imparato. Se sapranno lavorare bene sui sentieri, in concerto con gli altri fruitori, saremo sulla buona strada. Quali sono i passi successivi che farete? Raccogliere dei casi studio sull’impatto economico della mountain bike in Italia, soprattutto per le economie rurali. Purtroppo ci sono pochi dati specifici a riguardo nel nostro paese, ma ci rifaremo ad esempi europei e statunitensi; Cercheremo di essere coinvolti in incontri su invito delle associazioni e delle località per fare presentazioni ed interloquire con le autorità e le comunità. Vogliamo organizzare il primo tavolo di confronto sulla sentieristica per mountain bike in occasione di Cosmobike Show, che si svolgerà durante la riunione annuale programmatica di IMBA Italia che vogliamo organizzare appunto a Verona a Settembre. Vorremmo concludere i lavori della fiera con un programma triennale di lavoro. Foto di Edoardo Melchiori Cosa farà IMBA Italia per aiutare lo sviluppo dei sentieri per mountain bike in Italia? Creare consenso, il che vuol dire spesso educare sull’argomento. A livello europeo (IMBA Italia opera come membro di IMBA Europe), influenzare politiche pro-moutainbike e investimenti sulla sentieristica mtb. Come lo farete? Con la comunicazione, i tavoli di confronto ed i protocolli d’intesa con associazioni di altri fruitori tra cui, in primis, il CAI (Club Alpino Italiano) ma non solo. Facendo leva sul nome e sulla reputazione di IMBA, vogliamo creare una voce univoca e forte per fare in modo che la mountain bike in Italia possa crescere in modo sostenibile. Avete già preso contatti con il Corpo Forestale dello Stato? Si, ma per ora solo per problematiche specifiche, come le concessioni per il taglio degli alberi, ad esempio. A breve partirà comunque l’invito per Cosmobike Show dove li chiederemo di avere il loro contributo al tavolo di confronto. Purtroppo pare che il Corpo Forestale sia in pericolo di essere ridimensionato a causa delle politiche di austerity. E con il CAI? Si, a livello locale; anzi, ci hanno cercato loro in alcune occasioni. A breve contatteremo l’ufficio CAI di Roma per l’invito al tavolo di confronto. Sono una realtà complessa ma sappiamo che il loro settore ciclo-escursionismo si rifà ai principi IMBA e NORBA. Insomma credo che parleremo la stessa lingua al nostro primo incontro. E le ASD? Come cercherete di coinvolgerle in modo che supportino anche loro IMBA? Lo stanno già facendo. Pochi lo sanno ma IMBA è l’associazione di mountain bike non agonistica più grande al mondo e ha una storia quasi trentennale di battaglie per i diritti della mountain bike e sull’accesso ai sentieri. IMBA vuole rappresentare tutti coloro che ne condividono i principi. La mission è creare e migliorare fantastiche esperienze in mountain bike. Ma alla base c’è il dialogo e il rispetto per la natura e per gli altri. La comunicazione è importante e grazie alla nostra newsletter e ai social media riusciamo a fare arrivare il messaggio. In più, cerchiamo di essere pro-attivi parlando di cose concrete con chi ci interpella. Inoltre, mountainbike.bicilive.it, come altri media del settore, ha sposato la nostra causa, e ciò ci aiuta molto. Foto di Cristiano Borghi Se non ti spiace, Marco, approfitto di questa intervista per chiarire cosa IMBA non fa: innanzitutto non finanziamo progetti e non interveniamo in situazioni incagliate di progetti di sentieristica mountain bike non autorizzati e magari anche non sostenibili (cioè progettati e costruiti senza tenere conto dell’erosione, dell’inserimento nell’ambiente naturale e dell’esperienza dell’utilizzatore). Non voglio sembrare troppo duro, ma deve essere chiaro a chi ci legge che a volte è meglio fare un passo indietro, per non compromettere il futuro della mountain bike.