Abbiamo intervistato Omar Visintin, atleta di altissimo livello nella specialità “snowboard cross” con un argento e un bronzo alle Olimpiadi 2022 e un bronzo ai mondiali 2023. Omar, nato nel 1989 e residente a Lagundo in Alto Adige, è un appassionato di bici come noi ed è da qualche anno supportato dal brand tedesco GHOST.

Lo abbiamo raggiunto con una video call per conoscerlo e fargli alcune domande sul binomio bici-snowboard e tanti altri argomenti.

Intervista Omar Visintin

Ciao Omar, grazie per la disponibilità. Presentati ai nostri lettori.

Sono Omar Visintin, faccio snowboard ma sono amante di tantissimi altri sport e soprattutto di sport outdoor. Oltre alla bici infatti vado ad arrampicare, faccio surf, kitesurf, skate e ho iniziato a volare col parapendio, quindi diciamo che sono una persona che si tiene molto attiva.

Omar con le due medaglie conquistate alle Olimpiadi 2022 a Beijing nella specialità snowboardcross.

1) Come hai iniziato con la bici? E con gli sci?

A sei anni ho iniziato a fare snowboard, prima sciavo con i miei genitori durante le varie “settimane bianche” quindi non facevo né gare né allenamenti. Quando ho visto lo snowboard me ne sono innamorato e da lì non ho più smesso.

Come accennato, mi piace l’outdoor e in tutto il mio programma di allenamento, specialmente quello estivo, cerco tramite sport diversi di coprire tutto ciò che dovrebbe essere l’allenamento estivo. Vado comunque in palestra per fare pesi perché non esiste ancora una disciplina unica in grado di sostituirla ma tutto il resto, tutto ciò che è allenamento di resistenza e ripetizioni, riesco a sostituirlo egregiamente con altri sport.

L’idea principale, dato che non mi piace correre, è quella di usare la bici come alternativa per fare sport di resistenza.

Anni fa, saranno stati circa dieci, con la squadra di snowboard abbiamo noleggiato una o due volte delle bici da downhill e siamo andati a fare discesa tutti insieme. La prima uscita l’abbiamo fatta in Valle d’Aosta, a La Thuile, mentre la volta successiva, non molto tempo dopo, sono andato a Plan de Corones, sempre noleggiando le bici e tutto il necessario. Dopo quelle due volte tuttavia sono stato preso da altre cose e non sono più andato in bici. Poi è successo che, tramite uno sponsor, ho conosciuto Gerhard Krautwurst di GHOST e così è nata questa collaborazione grazie alla quale ho ripreso la passione per le bici. Mi piace soprattutto la bici da enduro, sia quella elettrica che quella muscolare, e questa ha sostituito il mio allenamento di resistenza.

Se riesco a fare due uscite la settimana, una devo/voglio farla per scopi di allenamento.

All’inizio avevo solo la bici tradizionale poi piano piano mi sono detto “Cavolo però se io voglio farmi un giro anche la domenica, il sabato nei weekend o nelle giornate di recupero questa è pesante e il giorno dopo non sono al 100% per fare gli allenamenti che devo” quindi ha preso corpo l’idea dell’elettrica.

2) Parlavi sia di muscolare che elettrico che modelli sono?

“Riot Full Party quella muscolare, una E-Riot per quanto riguarda l’e-bike”.

3) Cosa trovi di particolare nelle bici GHOST che ti piace?

“Devo dire che non ne ho provate molte altre perché ho iniziato con Gerhard e le GHOST e sono rimasto con loro perché mi sono sempre piaciute. Fin dal principio ho apprezzato il contatto che si è instaurato con Gerhard e la collaborazione con questo brand tedesco: i ragazzi sono sempre stati super disponibili, c’è sempre stato un bellissimo rapporto.

Con le bici mi sono trovato bene perché sono belle, le ho provate un po’ tutte, dalla SL AMR alla FR AMR, spingendomi sempre più verso l’enduro e poi quando hanno fatto uscire la RIOT ho detto “Ok, benissimo, questa è la mia bici”. Da lì ho preso quella e basta”.

 

4) Come usi le bici per allenarti? Quanto usi la tecnologia e quanto vai a sensazioni?

“Io con la tecnologia… zero. Vado tutto a sensazioni, ho sempre fatto così fin da quando ho iniziato ad allenarmi e poi ho sempre mantenuto questa linea. In bici è la stessa cosa, vado a sensazioni: quando c’è l’allenamento più intenso o più faticoso da fare prendo la bici normale e, in base a come mi sento, come sono messo e a cosa devo fare, scelgo il tragitto ideale… a volte uno con un po’ più salita, altre uno con un po’ meno salita, altre ancora un po’ più ondulato, dipende dal lavoro.

Se invece c’è da fare un lavoro di recupero o voglio fare un’uscita per divertirmi, allora prendo l’e-bike. Con questa si lavora in modo completamente diverso.

L’e-bike si presta maggiormente per un allenamento lineare, tranquillo, dove tieni i battiti sempre uguali ma, allo stesso tempo, ti dà anche la possibilità di andare in montagna o in posti diversi e fare all’occorrenza salite un filo più impegnative.

Poi c’è sempre la parte di discesa. A me principalmente piace andare in discesa quindi se, per esempio, ho un lieve allenamento di resistenza o recupero, vado a farmi il giro con l’e-bike e quando invece ho un allenamento più intenso, più difficile, vado a farmi un giro con la muscolare”.

5) Le ebike “light” coma ad esempio la GHOST PATH RIOT (che avremo a breve in test) sono un po’ una via di mezzo tra una bici elettrica full e una muscolare perché hanno batterie meno capienti, motori più piccoli e meno potenti. Potresti pensare di valutarle perché quella è una bicicletta che, in un unico prodotto, ti consente sia di allenarti in salita con uno sforzo minimo o medio e poi, quando sei in discesa, hai sotto le gambe il feeling quasi di una bici muscolare.

Sicuramente, ne avevo anche parlato con Gerhard, la PATH RIOT è una bici che vorrei provare assolutamente perché il concetto è veramente bello. Se giro con la e-mountain bike, in discesa la sensazione non è la stessa che si ha su una muscolare, perché comunque il mezzo è più pesante. Va bene quando vai a girare per puro divertimento, però se vuoi fare il tempo in discesa o vuoi andare un po’ più spinto, la muscolare è la scelta migliore. Questa via di mezzo, queste e-MTB leggere, secondo me sono veramente belle. Sono fatte per le persone che vogliono allenarsi e ragionano dicendo “Ok, un po’ di potenza ce la metto io, però poi miglioro tutto il resto”.

6) Quanto conta adesso per te nella tua preparazione la palestra? Quanto, secondo te, può contare aggiungere la palestra a uno che magari vuole andare in bici un po’ seriamente?

La palestra sicuramente per me è una delle cose più importanti ma questo dipende sia un po’ dal mio sport che da come sono fatto io fisicamente. Io sono infatti una persona che fa fatica a mettere su peso, sono sempre stato molto magro e quindi la palestra per me è l’unico modo per mettere su chili e ne ho bisogno perché, nel mio sport, andando in discesa maggiore è il peso e più si va forte. Mi piacerebbe indubbiamente allenarmi sempre in bici o col surf… ma la palestra resta a prescindere il mio fulcro per l’allenamento principale e intorno a quello vado a fare tutte le altre cose.

Sicuramente la palestra aiuta in tutti gli sport, un ciclista piuttosto che un nuotatore per formare un muscolo, per renderlo più forte, è inevitabile che vi ricorra. Anche per andare in bici, se riesci a fare un allenamento specifico in palestra, hai un vantaggio in più. Potremmo parlare di riabilitazione, di rinforzo muscolare, di rinforzo del core, delle braccia, delle spalle: queste sono tutte cose che servono per l’attività in bici.

Il core è una componente fondamentale perché puoi anche allenare le gambe o fare braccia, tirare su 100 kg o 200 kg ma se in seguito non riesci tenerli quando devi fare snowboard o quando, in bici, devi entrare in una parabolica in downhill, non serve a niente. Ci sono lavori specifici e più tu sei allenato in generale, più tu puoi allenarti in bici o, nel mio campo, nello snowboard.

Io non è che mi alleno solo perché voglio diventare più forte, io mi alleno in palestra, mi alleno sulla resistenza per poi potermi allenare meglio e di più quando sullo snowboard: se posso fare 5 discese invece che 4 o 10 invece che 9 è un vantaggio e la stessa cosa vale per la bici e per tutti gli altri sport. È poi importante per gli infortuni: un corpo se è forte e sano, quando si imbatte in un infortuno ha il muscolo a proteggerlo e ha successivamente un recupero sicuramente più veloce”.

7) Avventura più bella in bici?

“La bici, secondo me, è bella perché va bene per tutti e puoi farci di tutto. Io mi ricordo il primo salto che ho fatto in bici e ho detto “wow, che figata”.

Le avventure fanno parte del gioco e sono diverse: si può andare in bike park, fare l’allenamento o, esattamente come hai detto tu, andare farsi un giro alpino di quelli veramente lunghi e arrivare a casa che stai bene.

Quest’anno ho fatto un giro attraverso il Passo Forno e i Laghi di Cancano, in zona Bormio, con un gruppetto che comprendeva la mia figlioccia, il fratellino (entrambi piccolini), il papà, il nonno e anche il cane: tutti insieme, alla fine, ci siamo fatti un bel giretto di 100 chilometri, prendendo la navetta per salire, fermandoci a mangiare, a riposare, passando dalla pioggia al sole… alla fine di un’intera giornata così quando arrivi a casa e riguardi il giro che hai fatto e dove sei stato ti rendi conto di aver fatto veramente una cosa molto bella.

Ovviamente troppe uscite di questo genere non riesco e non posso farle perché poi il giorno dopo sono distrutto e non sono in grado di fare un allenamento specifico per lo snowboard. Nel caso che ho raccontato ho usato la bici muscolare, però può essere una buona alternativa usare l’e-bike che ti permette di fare un po’ meno fatica, anche se il bello della bici è anche quello. Sono il primo a dire “sì, è bello arrivare su in rifugio con l’e-bike e non essere sudati per godersi un bel pranzo” però, dall’altra parte, sapere che con le mie gambe e i miei sforzi posso portare me e la bici in quel determinato posto dà qualcosina in più”.

7) Sul tuo profilo Instagram ci sono molti video assieme al tuo cane, anche in bici, per cui potremmo definirlo un “trail dog”. Come è nata l’avventura con Baku? Quando ti è venuto in mente di portarlo in bici?

Avevo deciso tre anni fa di prendermi un cane quindi Baku adesso, a gennaio, compirà tre anni. L’idea era quella di avere un cane che vivesse con me, che facesse le cose che faccio, non giusto per avere qualcuno che mi aspetti quando torno a casa: ho preso il cane perché volevo condividere tutta la mia vita con lui e infatti adesso (a parte quando sono in ritiro per fare snowboard), quando faccio sci alpinismo, giri in bici o in montagna lo porto sempre con me e viviamo queste esperienze insieme.

Prima ancora di vedere i vari video sui social dei cani che corrono sui trail ho pensato che mi sarei portato il cane appresso quando sarei andato in bicicletta e non solo… Qua il mondo è grande, si possono fare un sacco di cose oltre ad andare in bici.

Ad esempio, facciamo soccorso in ricerca, lo sto addestrando e spero in un anno di poter fare l’esame. Anche quando vado ad arrampicare lo porto con me perché ho comprato un imbrago apposta per l’arrampicata… Potrebbe davvero seguirmi dappertutto.

Ovviamente in bici bisogna stare molto attenti: solitamente lo porto solo se uso la muscolare perché, usando l’elettrica, vado troppo veloce e faccio giri troppo lunghi per il cane. Per queste situazioni, comunque, mi sono fatto uno zaino dove posso metterlo dentro qualora dovessimo fare un giro veramente impegnativo o correre tanto su asfalto perché al cane correre vicino alla bici sull’asfalto per tanti chilometri non fa per niente bene. Le zampe infatti, nonostante possa sostenere anche giri lunghi perché comunque è molto in forma, sono quelle che sono. Per questo gli ho preso anche le scarpine.

Quando sono in bici con lui so ovviamente che non posso sempre andare a 100 all’ora e quindi, con lui che solitamente corre davanti a me, è un modo diverso di andare in bici, devo fermarmi di più, specialmente in discesa: non posso fare 20 minuti consecutivi perché altrimenti non ce la fa più. Quindi faccio più pause ma ne vale sicuramente la pena. Preferisco farmi un giro dove devo fermarmi un po’ di più e poter portare anche il cane piuttosto che farmi un giro più lungo e lasciarlo a casa.

Non posso portarlo a tutti gli allenamenti, a tutte le uscite, però quando lo porto ci divertiamo un sacco e a lui piace tantissimo.

Appena salgo sulla bici lui già inizia ad abbaiare, quando capisce che stiamo iniziando a salire allora lui sale con un passo molto simile a quando andiamo in montagna a piedi. Quando poi vede che inizio a mettermi le protezioni e comprende che stiamo per lanciarci in discesa allora lui si sveglia veramente, abbaia e capisce che sta per venire il bello.

8) Progetti futuri bici e snowboard?

“Sicuramente voglio fare e continuare con questa vita più tempo possibile. Nonostante abbia 34 anni e quindi sia già considerato come uno dei vecchi nel mio sport, mi sento bene, sono in forma e quindi voglio continuare.

La bici sicuramente farà parte della mia vita anche al di fuori dello snowboard: finché faccio snowboard, la bici sarà sia divertimento che allenamento, quando (più poi che prima) dovrò smettere, la bici continuerà comunque ad accompagnarmi.

Quest’anno abbiamo “solo” la Coppa del Mondo, non abbiamo né Mondiali né Olimpiadi, il mio obiettivo è rimanere lì dove sono, su in cima e cercare di portare a casa più risultati possibili. Poi, guardando più avanti, ci sono i Giochi di Milano Cortina 2026 dove sicuramente voglio esserci e voglio essere competitivo. A quel punto, tutto quello che verrà dopo si vedrà.

Grazie Omar per questa bella chiacchierata e in bocca al lupo per i tuoi obiettivi!

Grazie a voi e buone pedalate!

Per seguire Omar qui trovate il profilo Instagram e il suo sito.

Per informazioni sulle bici GHOST visitate il sito ufficiale.

Il nostro redattore Claudio “RIOT” Riotti ha testato la GHOST E-RIOT AM CF Full Party e abbiamo anche parlato della GHOST RIOT CF 2023.

A proposito dell'autore

Ciclista milanese sempre pronto a fiondarsi verso la campagna e il mare, alla ricerca di itinerari poco battuti in cui ristorare corpo e anima. Sulla sua bici da strada ama tanto darsi all’esplorazione lenta quanto sfidare le pendenze delle montagne mitiche, teatro di quelle imprese che hanno acceso in lui una passione vivissima e totale che ogni giorno prova a trasmettere attraverso i suoi scritti.