Il test della Cannondale Scalpel Hi-MOD 1 2021, il bisturi da XC marathon Claudio Riotti 31 Agosto 2020 Test Articolo sponsorizzato Cannondale (www.cannondale.com) ci ha mandato in test la nuova Scalpel 2021 nella versione Hi-MOD 1, quella un gradino sotto al top di gamma Cannondale Scalpel Ultimate. Si tratta di una MTB da XC marathon con ruote da 29″, telaio full carbon e 100 mm di escursione su entrambe le ruote, disponibile al prezzo di 7.999 euro. Vediamo come si è comportata nel test ricordandovi l’articolo di presentazione Cannondale Scalpel 2021 in cui spieghiamo le varie tecnologie della nuova gamma Scalpel. Cannondale Scalpel Hi-MOD 1, caratteristiche tecniche L’arrivo dell’ultima generazione della Cannondale Scalpel dopo quasi vent’anni dalla sua nascita segna un’importante evoluzione della sospensione monopivot con foderi alti che flettono utilizzata precedentemente: lo schema ammortizzante della nuova Scalpel diventa a tutti gli effetti un quadrilatero grazie all’introduzione del FlexPivot, una sezione sottile sui foderi bassi realizzata in laminato di carbonio ad alta densità che funge da giunto Horst ma che non porta con sé il peso, la manutenzione e l’usura dello snodo classico e dei suoi cuscinetti. Il carro FlexPivot, novità assoluta per la nuova Cannondale Scalpel. La nuova Scalpel è molto leggera, con un telaio compreso di hardware che pesa 1.910 grammi. La versione Carbon 1 Hi-MOD pesa completa 10,2 kg con gomme tubeless in taglia M, senza pedali e con reggisella fisso. A noi è stata fornita con un reggisella telescopico secondo una nostra precisa richiesta in quanto riteniamo che un mezzo così performante non debba essere limitato in discesa dalla presenza della sella alta. Questo vale a nostro avviso sia per chi è abituato a pedalare mountain bike da XC e sia per chi è in cerca di un mezzo davvero performante e non vuole rinunciare al divertimento e alla sicurezza quando la pendenza diventa negativa. Certamente i puristi storceranno il naso ma mettendo su un piatto safety&fun e sull’altro 400 grammi in più, noi scegliamo senza indugi la prima ipotesi. Il Cannondale Downlow è il reggisella da 125 mm montato sulla nostra Scalpel in test. Inoltre, l’installazione del telescopico è anche semplice perché la Scalpel è già predisposta per il passaggio interno del cavo mentre per esempio la sorella maggiore Scalpel SE lo monta già di serie. Il peso della Scalpel compreso di telescopico Cannondale Downlow, in taglia M con ruote tubeless, Stash Kit e senza pedali è di 10,5 kg, per cui un valore di tutto rispetto a cui volendo è possibile limare ancora qualche etto con un pacco pignoni e catena XTR anziché XT, una sella ed eventualmente una coppia di ruote più leggere. I prezzi dei modelli Scalpel vanno dai 3900 agli 11.499 euro. La bici in test costa 7.999 euro. Montaggio Scalpel Hi-MOD 1 Telaio: Cannondale Scalpel 100 mm, BallisTec Hi-Mod Carbon, Proportional Response, foderi FlexPivot Forcella: Lefty Ocho Carbon 100 mm Ammortizzatore: Fox Float DPS Factory EVOL 100 mm Ruote: HollowGram 25 Mozzi: Lefty 60 ant., DT Swiss 12×148 posteriore Pneumatici: Schwalbe Racing Ray ant., Schwalbe Racing Ralph post.(29×2,25″) Pedivelle: HollowGram Trasmissione: Shimano XTR/XT 1×12 Manubrio: Cannondale One Flat in carbonio, 760 mm Stem: Cannondale One in alluminio, 80 mm Manopole: ESI Grip in silicone Freni: Shimano XTR M9100 160/160mm Sella: Prologo Dimension NDR, Tirox rails Reggisella originale: ENVE Carbon Reggisella telescopico montato per il test: Cannondale Downlow da 125 mm Connettività: Sensore sul mozzo anteriore Cannondale Wheel Sensor Peso: 10,5 kg in taglia M senza pedali con reggisella telescopico Prezzo: 7.999 euro Una foto a bordo della Scalpel durante una discesa dal Mottarone (VB). Il test della Cannondale Scalpel Hi-MOD 1 Sono alto 170 cm e peso 70 kg in assetto da bici. Durante il test ho portato la Scalpel Hi-MOD 1 su percorsi XC di vario tipo ed effettuato alcuni giri più lunghi come quello sul Mottarone (VB) di 68 km e 2.100 metri di dislivello che trovate sul mio profilo Strava. La Scalpel presenta delle linee fluide ed è bassa come top tube tanto da sembrare piccola in taglia M a un primo sguardo. Una volta in sella ti fa sentire subito “a casa” e non presenta un assetto troppo estremo grazie a un ottimo mix di appoggi azzeccati e geometrie moderne ma non eccessive. Si nota l’esigenza di voler proporre un mezzo performante ma comodo e alla portata di tutti, se non fosse per il prezzo che è piuttosto elitario ma in linea con le proposte degli altri marchi. Ricordiamo comunque gli altri modelli in gamma come ad esempio la Carbon 4 a 3.699 euro e 11,7 kg di peso. Una delle due piccole protezioni in gomma che coprono l’asse dell’ammortizzatore: davvero ben fatte! Cura dei dettagli Le finiture della nuova Scalpel sono ottime come di consueto per la casa americana. Il colore e la “presenza dal vivo” rendono molto di più che in foto e la bici presenta una serie di dettagli degni di nota: oltre a quelli costruttivi che abbiamo spiegato nell’articolo linkato in apertura ci sono gli attacchi per due borracce dalla taglia M in su, la protezione in carbonio per lo stelo della Lefty Ocho e quella in gomma del fodero basso e dei FlexPivot. Il forcellino aperto creato per sostituire più velocemente la ruota posteriore in gara. E ancora, il passaggio cavi integrato con linee molto pulite, il piccolo ma efficace guidacatena, la protezione della zona del “garage chainstay” e addirittura dei piccoli gusci protettivi sulle boccole dell’ammortizzatore, oltre a naturalmente lo Stash Kit rimovibile che contiene minitool, Dynaplug per tubeless e CO2 o pompetta. Il piccolo minitool Fabric ha 8 attrezzi e si inserisce sotto al porta borraccia. Setting iniziale Il setting iniziale degli appoggi è finito con un compromesso tra leva per la chiusura delle sospensioni e quella del telescopico, dando la priorità a quest’ultimo perché utilizzato più spesso. Da segnalare che il comando che chiude sia forcella che ammortizzatore ora funziona in modo più intuitivo rispetto al precedente: spingendo la leva si bloccano la sospensioni e non viceversa. Il blocco è molto evidente ed è stato utilizzato solo per gli sterrati e le salite scorrevoli: su fondi più tecnici la bici così rigida diventa stancante. Il cockpit della Scalpel Hi-MOD 1. La regolazione delle sospensioni è stata veloce e seguendo i criteri consigliati da Cannodale che prevedono un sag abbastanza ridotto sia di ammortizzatore che di forcella. In questo modo ho subito notato una risposta molto simile tra la Lefty, notoriamente sostenuta a metà corsa, e il lavoro del carro FlexPivot, che è sì un quadrilatero ma dal comportamento più attivo grazie alla flessione del carbonio. Il sag minore al posteriore permette di rinunciare a chiudere la sospensione nei tratti pedalati e concentrarsi solo sulla guida, a tutto vantaggio per le prestazioni in gara. Chiaramente si perde quel pizzico di sensibilità iniziale ma in maniera molto ridotta. La Lefty Ocho presenta una comoda tabella con le regolazioni di riferimento in base al peso del rider. Ho anche provato altri settaggi con sospensioni più morbide ma in un utilizzo aggressivo il finecorsa è arrivato troppo frequentemente e nei rilanci o nel misto pedalato mancava il giusto supporto. Dai pareri emersi e parlando con amici e colleghi potrebbe essere utile un ammortizzatore con chiusura intermedia ma secondo il mio punto di vista tutto si concentra in una regolazione ottimale della pressione e del ritorno delle sospensioni (oltre che delle gomme), cosa che purtroppo ancora molti rider non sanno gestire o improvvisano al momento. La trasmissione è mista: cambio Shimano XTR, cassetta e catena XT e guarnitura Cannondale Hollogram. Salita Con un passo aumentato, un reach maggiorato di 10 mm e uno stack minore, in salita ci si sente sempre ben centrati grazie anche al tubo sella più verticale di 74,5°. C’è il giusto mix tra reattività ed efficienza in salita, con un grip davvero notevole sul tecnico e la capacità di trasferire potenza sui pedali non appena ci si alza in piedi. Nei tornanti e nello stretto risulta facile da guidare e permette linee azzardate senza scomporsi. Anche sulle pendenze positive più estreme la Scalpel è una sicurezza e ho chiuso passaggi a gradoni davvero ripidi che solitamente riesco ad effettuare solo con la mountain bike elettrica. Stessa cosa su salite tecniche smosse o con radici, l’ottimo grip del posteriore unito alla leggerezza del mezzo “ti porta su” con molta facilità. Non ci siamo fatti mancare neanche alcune uscite notturne su questo missile da XC… In discesa Ed è proprio qui che la Scalpel stupisce e si rivela un mezzo davvero capace, precisissimo, stabile ma reattivo e che dà una grande confidenza: tutto ciò è stato amplificato (e lo ribadiamo) dalla possibilità di abbassare la sella con il reggisella telescopico. La combinazione delle geometrie di cui abbiamo già accennato sopra, lo sterzo da 68° assieme alla ottima forcella Lefty Ocho Carbon, l’attacco manubrio da 70 mm e il manubrio da 760 mm creano un insieme che dona molta confidenza al rider, sia egli principiante che esperto, e fanno mollare i freni in discesa quasi come se si fosse in sella a una bici da trail con escursioni ben più generose. Da notare che la Lefty con offset da 55 mm va in controtendenza con i trend moderni ma permette un’ottima agilità nei cambi di direzione anche con l’angolo sterzo più rilassato. Dopo i primi giri XC ho voluto mettere davvero alla prova la Hi-MOD portandola su diversi percorsi che nella mia zona sono ritenuti “enduro”. Ad ogni giro la confidenza aumentava e così anche i record personali sia in salita che in discesa, specie se nel mezzo del trail si presentavano lunghi rilanci o strappi in salita. È incredibile come la Scalpel aumenti la velocità “pompandola” sfruttando le varie asperità e quanto sia precisa in curva e nel misto. L’altro lato dello Stash Kit con il DynaPlug e la bomboletta di CO2. Anche sulle sezioni più scassate il carro lavora in maniera egregia con una buona progressione e resistenza a fine corsa (con ammortizzatore tarato a dovere), oltre che risultare indipendente dalle forze indotte dalla frenata nelle staccate al limite. L’ammortizzatore si divide bene il compito assieme alla Lefty e l’escursione sembra essere molta di più di 100 mm. Rimanendo in ambito cross country, i limiti di questa mountain bike sono a mio avviso difficili da raggiungere anche per i rider più esperti. Il piccolo parafanghino per il Garage Chainstay, la granitica zona di attacco del carro al telaio. Parlando di limiti, le coperture Schwalbe da 29×2,25″ Racing Ray anteriore e Racing Ralph posteriore, entrambe nella versione top Evo SnakeSkin Addix, sono molto leggere e scorrevoli ma anche delicate. Per evitare problemi ho quindi aggiunto un sistema di protezione del cerchio nella ruota posteriore, nello specifico un inserto Tubolight da 60 grammi che mi ha permesso di mantenere pressioni basse (1,4/1.6 bar) senza rischiare di danneggiare il cerchio sulle rocce e sulle radici, oltre che donare più grip in salita. Test Cannondale Scalpel Hi-MOD 1 2021: conclusioni A mio avviso i tecnici Cannondale hanno raggiunto un ottimo risultato con la nuova mtb Scalpel gettando le basi addirittura per un nuovo trend, quello del FlexPivot, che altre aziende potrebbero seguire e reinterpretare. Modificando il setting dell’ammortizzatore per far sì che lavori all’unisono con la nuova geometria del carro FlexPivot sono riusciti a dare la sensazione di pedalare un carro con Horst link ma più fermo e più reattivo. La Scalpel Hi-MOD 1 nel suo complesso è una mountain bike che presenta un insieme di tecnologie e componenti che lavorano all’unisono e permettono a chi sta in sella sia di godersi al 100% l’uscita ludica sia di esprimere al massimo le proprie doti in ambito agonistico. Quindi per noi la nuova Scalpel è assolutamente promossa.