Siamo stati invitati a Terlago (TN) per il test della Canyon Strive 2019, una mtb in carbonio con ruote da 29″ ed escursione di 150 mm posteriore, riducibili a 135 mm grazie al nuovo sistema Shapeshifter 2.0 con comando al manubrio.

La Strive 29 è già stata presentata a gennaio 2019, ma Canyon Italia ha voluto che una parte della stampa italiana fosse presente per un evento più ristretto e mirato.

foto della Canyon strive cfr

La Canyon Strive CFR 9.0 in taglia M, oggetto del nostro test. Foto: Alex Luise

Canyon Strive 29 2019, non solo un restyling

Il marchio tedesco Canyon è riconosciuto a livello mondiale per il suo sistema di vendita diretta al pubblico.

Da quest’anno ha finalmente portato nella sua gamma una enduro 29 pollici che si presenta con un telaio interamente in carbonio (senza versioni in alluminio, per ora), il sistema Shapeshifter completamente riprogettato, le sospensioni migliorate e una geometria rivista e più moderna, ma non troppo estrema come certe enduro appena uscite.

Riguardo a questo punto, non tutte le aziende vogliono continuare a spingere sulle geometrie: molto spesso per fare una buona bici basta semplicemente fare le cose fatte bene, e soprattutto per giudicare una mtb, a mio avviso, serve prima provarla e poi guardare le misure e gli angoli.

foto dei giornalisti al briefing canyon

Daniel e Moritz, i tecnici Canyon, durante il briefing ai giornalisti prima del giro. Foto: Alex Luise

Daniel Oster e Moritz Ströer, rispettivamente il product manager e l’ingegnere responsabile del settore gravity di Canyon, ci hanno infatti spiegato che, progettando la nuova Strive, abbiano voluto un mezzo che fosse sia competitivo nelle gare di enduro internazionali sia utilizzabile nei giri all mountain da un’ampia fetta di rider, quindi non solo per “pro”.

canyon-strive-terlago-2019-panorama

La Strive 29″, Terlago (TN) e i suoi scorci suggestivi.

In gamma Canyon, la Strive 2019 si piazza tra la sorella minore Spectral con 150 mm di escursione e la “sorellona” Torque con 180 mm di escursione, entrambe su ruote 27,5″.

Se invece cercate una più tranquilla trail bike, abbiamo presentato anche la Canyon Neuron CF con 130 mm di escursione.

foto dello shapeshifter 2.0

Sopra all’ammortizzatore e sotto al coperchio nero si nasconde lo Shapeshifter 2.0.

Canyon Strive 2019, caratteristiche tecniche

Sulle pagine di BiciLive.it abbiamo già parlato nei dettagli delle Canyon Strive 29 CF e CFR 2019, tuttavia riassumo qui i concetti salienti.

Ci sono due versioni, la Strive CF e la Strive CFR, che sono pressoché identiche riguardo a geometrie e rigidità ma la più costosa CFR è 300 grammi più leggera (2,4 kg solo telaio senza ammortizzatore contro i 2,7 kg della CF).

Questo grazie alle fibre del carbonio diverse, la loro disposizione e il rapporto tra resina e fibra. Inoltre la CFR presenta una forcella da 170 mm di escursione anziché quella da 160 mm della CF.

foto del comando del sistema shapeshifter di canyon

Il comando dello Shapeshifter 2.0 è composto da due piccole leve a cui si integra quello del reggisella telescopico.

Al posteriore su entrambi le versioni ci sono 150 mm di escursione con il cinematismo del carro che sfrutta la filosofia della Triple Phase Suspension, ideata inizialmente per la bici da downhill Sender e che consiste in tre fasi: sensibile a inizio corsa per la trazione, un buon supporto a metà corsa per la pedalata e la guida attiva e progressiva verso la fine così da sfruttare l’escursione completa solo nelle situazioni limite.

foto del sistema di Canyon Shapeshifter

Il funzionamento dello Shapeshifter 2.0., a sinistra in posizione DH e a destra in posizione XC.

Il rinnovato sistema Shapeshifter 2.0, progettato in collaborazione con Fox, ha una nuova cartuccia a gas comandata da un comando remoto sul manubrio. Il suo comando integra anche la leva del reggisella telescopico.

La Strive ha un angolo di sterzo di 65,6° con un offset (o rake) della forcella corto, ovvero l’avanzamento del mozzo rispetto all’asse di sterzo, 44 mm con RockShox e 42 con Fox. Questo si traduce in un trail maggiore (o una maggiore avancorsa). Un trail più lungo rende la bici più stabile.

foto dei giornalisti al test canyon 2019

Dopo il settaggio di ogni bici supervisionati dal meccanico Canyon, eccoci pronti a partire per la gionata di test. Foto: Alex Luise

I tecnici di Canyon hanno scelto questa combinazione perché rende la bici fluida nei tratti veloci, permette di avere peso sulla ruota anteriore e di conseguenza più controllo.

Resta tuttavia la maneggevolezza nelle sezioni più strette e nei cambi di direzione grazie anche alla misura dei foderi posteriori abbastanza contenuta, 435 mm.

foto del fodero della cnyon strive 29

Con dieci bici uguali, ecco come riconoscere la propria Strive in test.

I dettagli che ci piacciono

La Strive, come le altre Canyon, ha il perno passante con il quick release della ruota posteriore a scomparsa, un’idea tanto semplice quanto geniale, e il passaggio cavi è interno attraverso dell guaine in schiuma, per risparmiare peso. La bici è estremamente silenziosa.

Altra ottima scelta, il movimento centrale è filettato e non press fit.

Poi troviamo l’ormai classico standard boost su entrambi i mozzi, il reggisella telescopico da 150 mm in taglia M, il proteggi telaio posizionato sul tubo obliquo e il batticatena sul fodero destro. Dulcis in fundo, il telaio è già predisposto per un disco da 180 mm posteriore senza l’uso di un adattatore.

foto del gruppo di giornalisti al test canyon strive

Un momento di pausa durante la giornata di test. Foto: ALex Luise

La Canyon Strive 29 in pillole

  • Telaio: fibra di carbonio
  • Forcella: RockShox Lyrik RC2 170 mm
  • Ammortizzatore: RockShox Super Deluxe RCT 150 mm
  • Geometria variabile: sì
  • Escursione ant/post: 160/150mm (CF) – 170/150mm (CFR)
  • Freni: SRAM Code RSC
  • Trasmissione: SRAM X01 Eagle
  • Reggisella telescopico: RockShox Reverb Stealth 150 mm
  • Ruote: Mavic Deemax Pro, 29″
  • Pneumatici: Maxxis Minion DHR II 29″ x 2,5″ 3C Maxxgrip e Maxxterra
  • Attacco per deragliatore: no
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Peso: 14,2 kg in taglia M senza pedali
  • Prezzo: 5.499 euro
foto di claudio riotti durante il test strive

La Strive CFR si è inserita da subito nella cerchia delel mie enduro preferite… Foto: Alex Luise

Il test della Canyon Strive CRF 9.0 Team 2019

Abbiamo passato un giorno intero sui trail dove da una decina di anni si corre il circuito Triveneto Enduro accompagnati da Luca Bortolotti di Ridaway Asd, guida locale ed esperto tracciatore.

Assieme a noi c’erano Daniel e Moritz di Canyon e Stefano Marconi, marketing manager Canyon Italia: una compagnia di ottimi rider, nonché pedalatori notevoli, e non può che far piacere constatare che anche “dall’altra parte” ci siano dei ciclisti appassionati proprio come noi (un fatto non sempre così ovvio nel mondo della bici).

Da segnalare che Canyon ha offerto a dieci fortunati vincitori la possibilità di rivivere al 100% le fasi del press camp durante la giornata di domenica, estraendo a sorte dieci persone che si sono trovate a fare i “tester” per un giorno, su bici nuove di zecca e con lo staff Canyon a disposizione.

Con questo “evento nell’evento”, il brand ha voluto dimostrare la vicinanza e la voglia di far toccare con mano i prodotti alla comunità dei mountainbiker, e noi non possiamo che appoggiare e promuovere l’iniziativa.

foto del test canyon strive a terlago

Non sono mancati i “trenini” sui trail di Terlago, ricchi di flow e ampie curve. Foto: Alex Luise

Anche se si è trattato di un test relativamente breve, con un giro di 22 km e 1200 metri di dislivello, è stato molto interessante poter girare e parlare direttamente con chi ha concepito e creato la bici che stai pedalando: sicuramente non una cosa da tutti i giorni.

foto dei giornalisti durante una risalita al test canyon

Uno dei momenti di risalita tra un sentiero e l’altro, altra occasione per scambiarsi pareri e sensazioni. Foto: Alex Luise

Terlago, un spot molto interessante

I sentieri di Terlago hanno in comune tutti una cosa, le rocce dell’alto Garda. Vanno dal flow veloce a quello più lento con sezioni rocciose, da facili a piuttosto tecniche. Salti naturali, canaloni, ripidi, tante belle radici umide e altrettante salite e “strappetti” hanno davvero permesso di mettere alla frusta la Strive in test.

Spero di poter tornare in questo posto perché la rete di trail è vasta e i panorami, oltre al cibo, sono spettacolari.

foto di claudio riotti durante il test canyon strive

Con una postura ben centrata, la conduzione nelle curve in appoggio sulla Strive 29″ è semplicissima. Foto: Alex Luise

In sella alla Strive 29

La posizione in sella è ben centrata, con le 29er il feeling è sempre quello di trovarsi più dentro alla bici e a me questa cosa piace molto, utilizzando “le ruotone” da diversi anni sulle mie bici personali.

Il manubrio da 780 mm di larghezza e 30 mm di rise, abbinato allo stem da 40 mm di lunghezza dicono solo una cosa: mollare i freni! Personalmente sull’enduro uso un manubrio da 750 mm lasciando il 780 sulla bici da downhill, ma mi sono trovato ugualmente bene.

Con il reach di 440 mm in taglia M e un top tube di 627 mm ci si trova su un mezzo spazioso ma non troppo, e qui si torna al discorso della bici “che vada bene a tutti”. Estremizzare angoli e misure può servire a una piccola fetta di rider, ma credo che siano pochi, nella massa, quelli che sanno sfruttare non dico il 100% ma l’80% della propria bici.

foto di claudio riotti nel test canyon

La Canyon Strive 29″ è molto maneggevole e facile anche nel “manual”. Foto: Alex Luise

Sono partito con un Sag del 20% anteriore e 30% posteriore, ho regolato gli appoggi secondo i miei gusti e come pressione nelle gomme tubeless con pneumatici Maxxis Minion DHR II 3C ho mantenuto 1,1 bar anteriori e 1,4 bar posteriori, viste le condizioni umide.

Sono altro 170 cm e peso 73 kg in assetto bike con zaino e sacca idrica, prediligo una guida pulita e attiva e ho regolato i ritorni delle sospensioni in modo da averlo veloce sulla forcella e medio sull’ammortizzatore.

A metà giro ho alzato leggermente la pressione nelle sospensioni, specialmente nella forcella che preferisco ben sostenuta a metà corsa, di modo da avere un feeling diverso e più reattivo, visto che la confidenza e la velocità sono aumentate esponenzialmente nel corso delle ore.

foto del test della canyon strive 2019

La Strive permette alte velocità… Foto: Alex Luise

In salita

In modalità normale la Strive è sempre sulla posizione “Shred”, da discesa. Premendo la leva più esterna dello Shapeshifter si passa dalla posizione DH a quella XC.

Qui l’escursione posteriore si riduce a 135 mm, l’angolo di sterzo varia da 65,6° a 67,1° e cambia anche l’angolo del tubo sella che da 73° sale a 74,5°, che non è estremamente ripido ma aiuta a pedalare più efficacemente, complice anche l’effetto anti squat dell’ammortizzatore che diventa più sostenuto.

foto del comando del reggisella della canyon strive

Lo Shapeshifer richiede solo un po’ di abitudine: le prime volte lo si scambia per la leva del reggisella, ma dopo qualche ora si crea l’automatismo.

Grazie a questi cambiamenti, la Strive risulta più agile e maneggevole in salita, e il tutto avviene semplicemente azionando la leva e pedalando. Non c’è più bisogno di “pompare” la bici come nella precedente versione.

La trazione è abbondante, grazie al movimento centrale più alto e anche alle ottime gomme Maxxis. Le pedivelle corte da 165 mm sono utilissime sulle salite tecniche e rocciose, non ho avuto problemi di impatti o urti.

foto di claudio riotti in sella alla canyon strive

Passaggi tecnici? No problem con la Strive 29″, infonde sicurezza e incassa i colpi senza scomporsi. Foto: Alex Luise

In discesa

Appena inizia la discesa, basta un click sulla seconda levetta interna e la Strive si trasforma in un mezzo aggressivo, stabile ma incredibilmente agile e scattante.

In modalità DH la corsa posteriore è 150 mm, l’altezza della sella e quella del movimento centrale sono ridotte e si crea un centro di gravità più basso e un angolo sterzo più aperto.

L’interasse si allunga per offrire maggiore stabilità nelle discese veloci e nelle sezioni ripide, e vi assicuro che questa differenza si sente eccome.

foto di claudio riotti in sella alla canyon strive a terlago

Nelle frequenti sezioni rocciose la Strive è risultata stabile e agile allo stesso tempo. Foto: Alex Luise

Le sospensioni RockShox dialogano egregiamente pur presentando un divario di 20 mm nelle escursioni, e tutto il “sistema bici” si comporta all’unisono: le ottime ruote Mavic Deemax Pro dal canale differenziato (28 mm all’anteriore e 25 mm al posteriore), la trasmissione SRAM X01 Eagle, i potenti freni SRAM Code RSC e gli appoggi G5 contribuiscono a mettere il rider a proprio agio, come se fosse “la sua bici di sempre”.

foto di un rider a terlago

Nelle curve senza appoggio, grazie anche a pressioni basse e ottime gomme, sembrava di essere sui binari. Foto: Alex Luise

Il sistema di sospensione è progressivo e conferma quanto spiegato dai tecnici, ovvero è sensibile a inizio corsa ma a metà corsa è più sostenuto e stabile, fattore utilissimo nei tratti in cui il rider deve rilanciare e pompare sui pedali per mantenere la velocità.

foto di claudio riotti su un drop

Un drop “improvvisato”: ottima la risposta della sospensione verso il fine corsa, molto progressiva. Foto: Alex Luise

La particolarità che mi ha sorpreso di più in questo breve test è la reattività della Canyon Strive, la capacità di pensare a un movimento e subito sentire la bici che lo esegue, sensazione che su poche MTB ho sperimentato.

Questo si traduce in una confidenza immediata che porta a velocità elevate senza accorgersi, e grazie anche alla leggerezza, a staccare le ruote dovunque. Vi confesso che mi è proprio spiaciuto doverla restituire. 😉

foto di claudio riotti con la canyon strive 2019

Canyon Strive CFR 9.0, una bici che ti lascia il sorriso: performante in salita e fantastica in discesa. Foto: Alex Luise

Conclusioni

Grazie allo Shapeshifter 2.0 e l’abilità dei suoi progettisti, con la nuova Strive si hanno effettivamente due bici in una. Nel caso il sistema Shapeshifter dovesse essere da revisionare, ci si può rivolgere a qualsiasi centro assistenza Fox, e questo è un plus non indifferente.

L’idea di Canyon non è senz’altro la prima, né è l’unico sistema sul mercato che permette di variare l’assetto della bici. Ora però, con gli affinamenti e la maturità di quest’ultima versione, a mio avviso Canyon ha fatto centro e la Strive 29 CFR 9.0 Team risulta essere un mezzo polivalente, dal grandissimo potenziale, che sarebbe bello poter testare per più tempo e su terreni e tipologie di trail diverse, anche per verificare l’effettiva affidabilità del nuovo Shapeshifter

Inoltre, ci sono sei montaggi che accontentano ogni esigenza, partendo da 2.999 euro fino a 6.999 euro, tutti in carbonio, con reggisella telescopico e coperture Maxxis 3C.

Le taglie disponibili vanno dalla S alla XL, per rider che misurano da 158 cm fino a 2 m di altezza.

Ricordiamo che Canyon propone nella sua gamma anche delle ottime ebike, la Canyon Neuron:ON del 2019 e la Canyon Spectral:ON del 2018.

Trovate tutta la gamma eMTB nel nostro catalogo e listino prezzi 2019 delle e-bike Canyon.

Si ringrazia Dainese per il completo e le protezioni fornite.

Per maggiori informazioni sui prodotti del brand tedesco vi invitiamo a consultare il sito ufficiale Canyon.

A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!