Il test del casco integrale per mtb enduro Leatt DBX 4.0 Claudio Riotti 19 Febbraio 2019 Test Abbiamo testato il casco integrale da MTB enduro e downhill Leatt DBX 4.0 dell’azienda sudafricana Leatt. Il brand è da diversi anni conosciuto nel mondo mountain bike per i neck brace, ovvero le protezioni per collo per motocross ed mtb come il Leatt DBX 3.5. Nella gamma Leatt troviamo inoltre pettorine, paraschiena, protezioni per ginocchia, gomiti e anche zaini con sacca idrica integrata: un’azienda sempre all’avanguardia per quanto riguarda tecnologie e innovazioni. Recentemente Leatt ha esteso ancor più la sua linea di prodotti includendo l’abbigliamento tecnico per ciclisti e motociclisti e, a breve, anche le maschere. La maschera Leatt che vedete in foto infatti è un ottimo prodotto e verrà presentata tra poco. Ne parleremo in un test approfondito sulle pagine di mountainbike.bicilive.it. La linea, le grafiche e gli accostamenti cromatici del Leatt DBX 4.0 sono molto accattivanti. Casco Leatt DBX 4.0, caratteristiche tecniche Il casco della casa sudafricana nasce dalle esigenze dei rider aggressivi sia con bici tradizionali che elettriche che richiedono un prodotto leggero e ventilato da poter indossare sempre: in salita, in discesa e anche in gara, essendo il DBX 4.0 certificato per le competizioni. La mentoniera del Leatt DBX 4.0 è fissa ma presenta un coperchietto asportabile per migliorare la ventilazione. Il casco in test è un full face, quindi integrale, con mentoniera fissa, al contrario del DBX 3.0 che ha la mentoniera staccabile. Tutte le caratteristiche le potete trovare nell’articolo di presentazione del Leatt DBX 4.0, qui ci soffermeremo solamente su quelle principali e che più ci hanno colpito nell’ambito del test e nell’uso vero e proprio. Le quattro colorazioni del casco integrale enduro Leatt DBX 4.0. Il Leatt DBX 4.0 in breve Utilizzo: all-mountain aggressivo, ebike, enduro e downhill Costruzione: In mould EPS e schiuma EPO Prese d’aria: 22 Sicurezza: Tecnologia Turbine a 360° per impatti rotazionali e a bassa velocità Chiusura: Fidlock magnetica Protezione bocca sulla mentoniera asportabile Compatibilità con neck brace Visiera progettata per staccarsi in caso di urto Certificazioni: AS/NZS 2063:2008, ASTM F1952–10, EN1078, CPSC 1203 Interni: staccabili in Dri-Lex a rapida asciugatura e antiodore Colori: Steel, Ruby, Ink, Black Taglie: S (55-56 cm), M (57-58 cm), L (59-60 cm), XL (61-62 cm) Peso: dichiarato 850 grammi, rilevato 866 grammi in taglia M Prezzo: 230 euro Disponibilità: già presente nei negozi Il Leatt DBX 4.0 è in tutto e per tutto un casco integrale, ma più leggero e areato di uno standard: 860 grammi e 22 prese d’aria. Il test del casco Leatt DBX 4.0 Partiamo con una credenza sfatata: pedalare in salita con un casco integrale è una tortura. Assolutamente no, con il casco Leatt DBX 4.0 si pedala senza problemi. Inoltre, in inverno e con temperature vicino allo zero, avere riparo per orecchie e viso non guasta mai. Chiaramente il discorso cambia durante l’estate, per questo aggiorneremo il test quando le temperature saranno prossime ai 30°. Le due ampie prese d’aria sotto la visiera sono molto efficaci nel convogliare aria sulla fronte. Tornando al casco, il DBX 4.0 si presenta come un prodotto davvero molto solido e ben costruito. Se si prende il casco tra le mani e si applica una forza come per schiacciarlo, la calotta non flette, né longitudinalmente né lateralmente, e questa è una prova che vi invito a fare al momento dell’acquisto di un casco integrale: alcuni si piegano come una palla sgonfia. La linea è molto accattivante pur se non originalissima, il design è squadrato e moderno. La colorazione “Ink” blu/azzurra è azzeccata, di impatto ma non troppo vistosa, mentre la “Steel” è decisamente più fresca con loghi e scritte che sembrano fatte a pennarello. La versione in azzurro e blu del Leatt DBX 4.0 è più sobria ma ugualmente “stilosa”. Le finiture sono di ottima fattura e rispecchiano la alta qualità generale del prodotto. Intelligente l’imbottitura interna con retine superiori e posteriori per evitare l’ingresso dei detriti. Le imbottiture sono tutte staccabili e lavabili, alcune sono applicate con il classico velcro e sui punti principali, come quelle degli zigomi, hanno dei piccoli perni a pressione. Attenzione a staccarli con la dovuta cautela. La calzata è confortevole ma ben ferma, la taglia M veste abbastanza bene anche chi è a cavallo tra M ed L, quindi consiglio di provare sempre prima di acquistare. Non ci sono punti di contatto fastidiosi e l’allacciatura magnetica Fidlock è quanto di più comodo esista nel mondo dei caschi. Si allaccia e slaccia con una mano, la uso da anni su altri prodotti e non ho mai avuto nessun problema di sganci accidentali. L’unico piccolo neo che ho trovato è che la fascia sottogola tende ad allargarsi con l’uso, cioè scorre nella fibbia anche se è presente una piccola “controfibbietta” in gomma. Un mini elastico nero aggiuntivo ha risolto il problema. La comodissima allacciatura magnetica Fidlock del Leatt DBX 4.0. L’interno della mentoniera è rivestito da tre sezioni di imbottitura realizzate in gomma, morbide al tatto ma molto robuste. La visiera, pur non essendo orientabile, ha la giusta inclinazione e lunghezza ed è studiata per convogliare i flussi di aria verso le prese d’aria. Essendo progettata per staccarsi in caso di urto non è perfettamente fissa come sui caschi integrali classici, quindi non consiglio di utilizzarla per attaccarci una action cam: questo non lo vedo come uno svantaggio perché si può sempre fissare la camera alla calotta. Il sistema Turbine 360 del Leatt DBX 4.0. Il sistema Turbine 360° è costituito da otto dischetti in materiale gommoso fissati alla calotta che non inficiano minimamente il comfort. Questi si induriscono all’impatto come nelle protezioni per ginocchia o gomiti e offrono così una maggiore protezione negli impatti a basse velocità, oltre a dissipare l’energia rotazionale che deriva dagli urti col terreno. Le prese d’aria posteriori contribuiscono all’ottima ventilazione del casco integrale Leatt DBX 4.0. Il DBX 4.0 sul campo Ho utilizzato il Leatt DBX 4.0 in ambito downhill, enduro e all mountain e posso dire che al momento è in cima alla Top 3 dei miei caschi preferiti. La sicurezza che infonde è notevole ma sono il comfort, la leggerezza e la ventilazione che fanno alzare il punteggio, tre aspetti davvero riusciti in un prodotto di 860 grammi. Un uso intelligente della grande presa d’aria sulla mentoniera, davvero comoda! 😉 Ho appositamente tenuto il casco in testa anche per lunghe salite, a tratti estremamente tecniche e faticose, e non ho mai avuto la sensazione che “mancasse l’aria” come con altri caschi integrali standard. Qui consiglio l’uso senza il coperchietto della mentoniera. Anche a basse velocità si percepisce un flusso d’aria ben convogliato intorno alla testa. L’acustica del casco è molto buona, nel senso che si percepiscono bene i suoni: intorno alle orecchie non ci sono imbottiture ed è presente una presa d’aria proprio all’altezza di ogni orecchio. Le imbottiture e i guanciali del casco integrale Leatt DBX 4.0 sono completamente asportabili. Le imbottiture sono completamente staccabili e lavabili mentre il sistema Turbine resta applicato alla calotta del casco. I due guanciali sono disponibili in due misure, 35 e 45 mm, nella confezione. Ho utilizzato i 35 mm in quanto la taglia M per la mia circonferenza del capo (58 cm) è perfetta e il modo in cui veste sul viso è aderente, molto stabile ma non soffocante. È un plus avere comunque la scelta. Leatt offre due misure di guanciali disponibili nella confezione del casco, una chicca non da poco. Rispetto a un caschetto open face, la sudorazione ovviamente è più accentuata nella zona degli zigomi e delle orecchie, ma è un prezzo che si paga volentieri quando in discesa c’è più protezione, sia dal vento che dai rami, dai rovi e ovviamente in caso di caduta. La presa d’aria posteriore è dotata di retina “anti-detriti”. Personalmente quando pedalo sudo molto sulla fronte e nelle uscite lunghe mi porto sempre due o tre “buff” (tipo di bandana tubolare elastica in tessuto tecnico) come sottocasco, per evitare che il sudore inzuppi troppo le imbottiture. Così ho sempre un buff asciutto in modo da non avere freddo alla testa (specialmente d’inverno) quando si affrontano le discese. Con il Leatt DBX ho sentito meno quest’esigenza perché la ventilazione del casco è ottima ma al tempo stesso il capo resta più riparato. La parte interna della mentoniera del Leatt DBX 4.0 è in gomma ed è davvero ben rifinita. La mentoniera ha una grande apertura centrale e questa facilita la respirazione, volendo si può anche richiudere con l’apposito coperchio che ho utilizzato solo nelle giornate più fredde. In un utilizzo enduro preferisco avere un flusso d’aria maggiore, la cover la vedo utile magari nella giornata da passare al bike park in presenza di polvere o fango, per avere una protezione aggiuntiva. Infine, se l’utilizzo con la maschera è la soluzione migliore, il DBX 4.0 è studiato anche per ospitare gli occhiali da mtb e con tre diversi tipi di montature (anche molto ampie tipo occhiali 100% Speedcraft) non mi ha dato nessun problema. La cover asportabile della mentoniera offre molto riparo ma limita leggermente la ventilazione. Crash test: effettuato Durante la prova ci sono state un paio di cadute, fortunatamente senza conseguenze, in cui ho avuto modo di testare davvero l’efficacia del casco: cosa volere di più? 😉 Il sistema Turbine 360°, che dai risultati in laboratorio riduce del 30% la forza d’impatto e del 40% la forza rotazionale che viene impressa al cranio e al cervello, ha fatto il suo dovere. Anche se si entra nel campo delle supposizioni e quindi non posso sapere come sarebbe andata con un altro casco (nello stesso frangente), posso affermare che dopo una scivolata conclusasi con un impatto di testa contro un albero non ho riportato nessun senso di stordimento e ho potuto continuare il giro senza problemi: un po’ la fortuna e un po’ grazie anche al sistema di assorbimento a dischetti viscoelastici che ha ideato Leatt. Una volta a casa ho esaminato il casco e ho notato una sottilissima crepa nella struttura in EPS vicino alla zona di impatto, nella parte superiore del casco. Contattata la casa madre, mi hanno naturalmente e vivamente consigliato di non usare più il casco, che ha ceduto proprio perché è progettato per dissipare l’impatto, e mi hanno inviato un altro casco nella colorazione grigia “Steel” con cui ho potuto terminare il test. Leatt permette di consultare i resoconti dei propri test di laboratorio (ed è una delle poche aziende, se non l’unica, a farlo) per le certificazioni ASTM F1952, CPSC, EN1078. Nel caso foste interessati ad un approfondimento, trovate tutto a questo link. Conclusioni Il casco integrale Leatt DBX 4.0 è un prodotto molto valido che combina perfettamente comfort, leggerezza, protezione e ventilazione. Si tratta del casco ideale per l’endurista, anche quello che gareggia, o per tutti coloro che desiderino una protezione aggiuntiva sia in salita che in discesa. Lo vedo perfetto anche per gli utilizzatori di eMTB su percorsi tecnici o gare. Il rapporto qualità prezzo è molto buono, il prezzo di 230 euro è in linea se non più basso rispetto ai prodotti della concorrenza. Promosso! Cosa ci è piaciuto: Comodità, stabilità, look La ventilazione La leggerezza Cosa non ci ha convinto: La fibbia sottogola tende ad allargarsi Il test del casco integrale per mtb enduro Leatt DBX 4.0 comfort9 ventilazione9 sicurezza9 estetica8.5 accessori8.5 peso8INfowww.leatt.comprezzo230 €8.7Il nostro votoVoti lettori: (16 Voti)5.6