Il test della fat bike Rose The Tusker 2
Costruzione9
Allestimento9
Appoggi9
Salita9
Discesa10
Scatto / Rilancio6.5
8.8Il nostro voto
Voti lettori: (9 Voti)
9.6
Infowww.rosebikes.it Peso rilevato 14,2 kg senza pedali Tg.M. Taglie disponibili: M, L
Prezzo€ 2.150,68 versione in test

Il test fat bike Rose The Tusker 2, consegnataci nuova di zecca da Sergio Ghezzi di Rose Italia, ha aperto orizzonti che non credevo possibili con una mountain bike di questo tipo. Provare per credere!

Perché una fat bike in questo periodo dell’anno?

La neve la troviamo in alta montagna e la voglia di pedalate in maniche corte nei boschi tra fiori e foglie verdi è più forte che mai… una fat sembrerebbe fuori luogo in questa stagione (a meno di non abitare vicino a spiagge sabbiose o luoghi ricchi di dune di sabbia da scalare, ma non è il mio caso).

Il condizionale è d’obbligo, perché la mia filosofia è “provare prima di giudicare” e infatti mi sono dovuto ricredere: una buona fat bike può essere la bici di tutti i giorni, dall’uscita breve a quella più lunga, dai sentieri dietro casa come a quelli alpini o al mare, a patto di prendersela con un’ottica più rilassata.

La Rose The Tusker mi ha accompagnato ovunque e al momento di restituirla ho pensato “quasi quasi me la compro”!

Ovvio che non si può avere la scorrevolezza di una front xc da 29”, la fat è una bici con la quale affrontare la pianura e la salita in maniera tranquilla, ma attenzione, l’aspetto che più mi ha sorpreso è il comportamento in discesa, il lato fun della The Tusker… andiamo con ordine.

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Il test della fat bike Rose The Tusker 2

Quest’anno sembra che l’avvento del formato 27,5+ e del 29+, decantato dai vari slogan come “il giusto compromesso tra le fat e le mtb”, sia ormai cosa fatta. Molto scetticismo da parte dei biker ma anche curiosità, di sicuro l’innovazione è un processo inevitabile per uno sport così dinamico come la mtb.

Detto ciò, il formato Plus apre nuovi orizzonti anche ai possessori di fat bike, i quali possono decidere di cambiare ruote a seconda delle stagioni e dell’uso, sempre che la propria bici sia compatibile per quanto riguarda forcella e forcellini posteriori, ovvero i passaggio ruota.

Un 27,5″ plus è molto simile a un 26″ fat, il 29″ plus diventa più difficile da gestire per forcelle e telai.

Alla fine avremmo il formato plus (27,5×2,8″, 27,5×3,25″ o 29×3″ e altro) per i trail su terra e il formato fat (26×3,8″, 26×4″, 26×4,6″) per la sabbia o la neve e l’inverno. Una bike, due coppie di ruote e via, a posto tutto l’anno… sarebbe davvero una bella comodità!

Rose The Tusker 2: analisi statica

The Tusker, già il nome non può essere più azzeccato in quanto significa “animale dalle grandi zanne“.

Il nuovo look della linea mountain bike 2015 di Rose si nota anche su questa bici, le linee sono pulite e le grafiche moderne, sobrie e piacevoli, e al primo sguardo ciò che risalta è “la possenza” del telaio in alluminio idroformato che trasuda robustezza da ogni saldatura.

Due le taglie, M e L, e due colorazioni, quella del nostro test Iron Grey/White Green e la versione “Raw” molto racing. Guardandola, oltre naturalmente alle ruote ben tassellate Schwalbe Jumbo Jim da 4″ di diametro, salta all’occhio la particolare divisione del tubo orizzontale, che si sdoppia nelle “zanne”, i foderi superiori, e il ponticello di congiunzione del tubo sella.

Questa linea crea uno standover molto basso e anche se il telaio sembra allargarsi molto per accogliere la ruotona posteriore non ho mai avuto problemi di contatti fastidiosi tra piedi e carro.

Per quanto riguarda quest’ultimo la battuta posteriore è di 170 mm con perno da 12 e, grazie ai particolari forcellini spostabili di 15 mm, è possibile decidere se montare la bici in versione single speed o normale e anche cambiare il formato delle ruote, opzione molto allettante per coloro che seguono gli ultimi trend del mercato, come spiegato poco fa.

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Ecco la parte che più mi piace e che credo abbia ispirato il nome della Tusker: l’obliquo si sdoppia in due sinuosi foderi alti che richiamano la forma di due lunghe zanne.

Sterzo conico, forcella in carbonio rigida di serie, mentre la versione scelta per il nostro test presenta una forcella Rock Shox Bluto da 80 mm con comando remoto del bloccaggio al manubrio e battuta da 150 mm, perno da 15 mm. Guarnitura dedicata e-thiteen TRS+ con corona da 30T, trasmissione mista Sram X1 e X01, freni Sram Guide R… un montaggio da prima classe!

Per tutte le altre specifiche vi rimando al nostro iPreview qui sopra e all’ottimo sito Rose, anche perché il Bike Configurator permette di scegliere ogni singolo componente della bici che si volesse acquistare, in tutta comodità.

Il test vero e proprio

Il test si è svolto in due settimane molto intense tra notturne, giri in riva al fiume in cerca di ghiaia e sabbia, escursioni sulle vicine montagne del varesotto e della Valceresio e mattinate passate sui trail di casa, con puntate in alcuni mini bike park con sponde e salti di varia misura.

Premetto che ho già provato altre fat bike sulla neve e su trail in terra, da qui l’idea di comparare questa bici sì ad altre di uguale genere ma anche alla classica front “da pedalare” che ognuno di noi può avere in garage.

Dettagli importanti

La Tusker è una fat e come tutte queste bici va usata regolando continuamente la pressione degli pneumatici rispetto ai terreni percorsi se vogliamo davvero trarne il massimo in termini di grip, scorrevolezza e tenuta in curva.

Va fatta una distinzione a seconda delle coperture che si usano, più sono sottili di spalla e più tenderanno a spanciare e piegarsi in una guida troppo spinta (specialmente su terra), col rischio di perdere aderenza o pizzicare sempre dietro l’angolo.

La forcella rigida o ammortizzata rappresenta un’altra grande differenza. Con la rigida se si scende di pressione per assorbire meglio le vibrazioni si rischia di perdere improvvisamente grip in curva se si spinge troppo. Trovare i giusti compromessi è fondamentale e richiede solo qualche uscita “esplorativa”; una buona pompa per le gomme resta comunque un attrezzo must per il “fat biker”.

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Salite tecniche? Nessun problema.

Salita

Con la Tusker, e con tutte le fat, più si sale sul tecnico, sia esso su neve, fango, radici o terreno smosso e secco, più va abbassata la pressione soprattutto al posteriore.

Con il mio peso, 72 kg in “assetto riding”, a 0.4 bar il grip è eccelso, le Jumbo Jim sono davvero un’ottima gomma per fat bike.

A 1 bar davanti e 0.8 dietro ho trovato il famoso compromesso per fare un po’ di tutto ma se la salita è lunga e magari su asfalto o sterrato si può bloccare la forcella col il comodo comando remoto al manubrio e aumentare parecchio la pressione, fino a 3 bar, ottenendo un cambiamento notevole.

Ricordiamoci di sgonfiarle prima della discesa! ; )

Il grip e la scorrevolezza delle Jumbo Jim restano comunque ottimi in tutte le situazioni, la Tusker arrampica con destrezza in qualsiasi contesto, il peso del biker in sella viene distribuito bene tra le ruote grazie all’angolo tubo piantone di 73° e anche sugli strappi più ripidi non ho avuto nessun alleggerimento dell’anteriore.

La sella Ergon SRX-30 offre un ampio appoggio e dopo un breve adattamento è risultata molto comoda anche se leggermente dura come seduta.

La rapportatura SRAM 30/42 è assolutamente azzeccata, permette di affrontare qualunque salita con un minimo di allenamento, e il look “minimal” e la pulizia che la trasmissione monocorona donano alla bici, su una fat sono ancora più evidenti.

Su salite scorrevoli non si può pretendere l’agilità di una xc ma con calma si arriva ovunque, è chiaro che la maggior impronta a terra dei copertoni si fa sentire.

Questa però è di grandissimo aiuto quando il fondo è molto fangoso o su sabbia e ghiaia, la bici “galleggia” su questi terreni come un hovercraft ed è fantastico metterla alla prova per vedere fino a dove ci si può spingere.

Il peso è ben nascosto nella Tusker, sembra più leggera dei suoi 14.2 kg rilevati, in ogni contesto.

La Tusker spicca il volo con facilità, prevedibile e sicura anche negli atterraggi.

La Tusker spicca il volo con facilità, prevedibile e sicura anche negli atterraggi. Se volete divertirvi a saltare va solo aumentata la pressione nella ottima forcella Bluto, 80 mm finiscono subito! Foto Credit: Daniele Sala

Discesa

E qui viene il bello… è una fat davvero divertente e “rassicurante” in discesa, infatti la Tusker sembra avere un angolo di sterzo più aperto dei suoi 69° effettivi. 

La regolazione della pressione delle gomme è come detto importantissima, può fare la differenza tra gustarsi “l’effetto fat” o rimbalzare ovunque cercando di domare il retrotreno della bike.

In un uso “trail”, quindi su terra, la stabilità sullo sconnesso medio è notevole, grazie al movimento centrale a 32o mm da terra, complici ovviamente anche le gomme Schwalbe da 4″, il manubrio ben dimensionato Race Face Turbine da 35 mm di diametro e larghezza 760 mm ben accoppiato allo stem della stessa casa da 60 mm e non ultime le ottime manopole Ergon GE1.

Tutto è al proprio posto, i freni Guide non hanno mai dato segno di cedimento o problemi di sorta, la cambiata è una garanzia coll’X01 e non ho avuto nessuna caduta di catena.

Le pedivelle e-Thirtheen sono molto rigide e robuste sotto sforzo, oltre che belle esteticamente. 

Su percorsi preparati con sponde e salti la Tusker dà il meglio di sè, regala sensazioni esaltanti quando viene portata al limite se guidata come una bici front da enduro, pur rimanendo molto sicura e stabile.

Sullo scassato è qui che vince: la gomma posteriore funge da ammortizzatore e non c’è “frontino aggressivo” che tenga, la Tusker sembra una full sulle pietraie e sui gradoni. Fantastico!

Avrei solo desiderato qualche millimetro in più di escursione sulla Bluto, ma comunque ci si può stupire di come alle volte possano bastare 80 mm, basta usarli bene…

Sul fango e sulla neve la guida va modificata: se con una mtb normale pieghiamo leggermente la bici in curva, con le fat e con gomme come queste la bici va “sdraiata” nelle curve senza appoggio, nelle contropendenze e in buona parte anche nelle sponde, per far grippare i tasselli laterali molto pronunciati ma anche molto lontani dal centro della gomma.

Il test della fat bike Rose The Tusker 2: conclusioni

La The Tusker di Rose mi è piaciuta molto, la consiglierei a tutti coloro che vogliono avere la seconda (o terza) bici in garage e sono in forse sul discorso fat.

Se siete dei biker alla ricerca delle sensazioni e non con l’occhio al cronometro, con questa andate a occhi chiusi, sia estate che inverno.

Grazie al configuratore Rose aggiungerei solo l’indispensabile reggisella telescopico e una forcella da 100 mm, per il mio stile di guida, mentre il purista può optare per la forcella rigida e risparmiare un bel chilo di peso, restando di poco al di sopra dei 2000 euro. 

Il prezzo è assolutamente concorrenziale vista la qualità, i componenti e l’ottima geometria del telaio. Fat is Fun!

La chicca

Grande sicurezza di guida, grip e maneggevolezza esaltanti

La pecca

Nessuna pecca riscontrata.

Per info: www.rosebikes.it

A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!