Connected Project, dirt jump di qualità dalla Croazia Claudio Riotti 19 Gennaio 2016 Video Connected Project è il nome di un gruppo di tre ragazzi croati che amano la mtb e il dirt jumping: Goran Jurica, Primož Tanko e Leo Gamboc. Nel primo dei tre video che hanno girato nel 2015 ci mostrano la Croazia, la città Umag della costa istriana e il bike park Rakitje vicino a Zagabria. La meta finale è Whistler, in Canada, il sogno per ogni biker europeo. Il video è davvero ben fatto e la qualità del riding è alta, quindi ho contattato Leo, uno dei rider, per ottenere una breve intervista. BiciLive.it: Ciao ragazzi e benvenuti. Com’è la scena dirt in Croazia? E la scena mtb in generale, l’enduro e il downhill vanno bene? Connected Project: Ciao BiciLive.it e grazie per questa intervista. La scena dirt in Croazia è molto piccola, penso ci siano solo una ventina di rider che girano costantemente. Il numero è così ristretto perché fondamentalmente non c’è nulla da raidare se non i salti che si vedono nel video (che sono vicini alla capitale ma a tre ore di macchina da casa mia). In alcune città ci sono degli skatepark ma le strutture sono piccole e non vanno bene per le mtb da dirt. La scena downhill invece va molto meglio ma solo alcuni rider sono davvero veloci, ce ne sono di più forti in Slovenia. Per quanto riguarda l’enduro c’è una gara vicino a casa mia organizzata da BBK Grožnjan e so che è abbastanza famosa, essendo la tappa finale del circuito sloveno Slo Enduro Cup. Più di questo non so dirvi, non sono molto informato sull’enduro… ma posso fare un backflip con una bici da enduro quando voglio, eh eh. BL: Quando avete iniziato a girare in dirt e perché? Quali altre discipline/sport praticate? CP: Ho iniziato 10 anni anni fa, nel mio paese. Eravamo un gruppo di ragazzi che ogni giorno girava per le vie e le piazze a saltare qualsiasi cosa. È cominciato così, poi abbiamo ottenuto uno skatepark (lo stesso che si vede nel video, non è cambiato nulla) e io e Goran abbiamo iniziato a fare i primi trick. Da lì in poi, il resto è storia, abbiamo cercato di girare il più possibile ogni momento. Non pratico altri sport anche se a volte in estate faccio un po’ di nuoto e corsa per stare in forma. BL: Quanto vi ha cambiato la vita girare il mondo e vedere nuovi posti e rider? Fate anche dei contest? CP: Non penso che viaggiare mi abbia cambiato molto, so solo che amo ogni secondo di ogni viaggio e vorrei non fermarmi mai. I rider si somigliano in tutto il mondo, ci accomuna la voglia di girare e la usiamo come linguaggio, quindi puoi parlare con chiunque in ogni momento. Nel 2015 come Connected Project non ci siamo concentrati molto sulle gare a causa dei video che abbiamo girato. Tuttavia abbiamo partecipato all’Eat Dirt 2015 in Croazia e io ho vinto, mentre Goran ha vinto il Best Trick. Abbiamo poi visitato il nuovo bike park a Bukovac e alla gara ho vinto ancora, Primož è arrivato primo a tre dei cinque contest dello Slovenian Dirt Cup, mancando il titolo finale ma portandosi a casa il Best Trick con i suoi Cashroll. BL: Conoscete Toto Testa e Diego Caverzasi, i due dirt rider più forti in Italia? Avete visto cosa stanno realizzando vicino a Milano al Monza Pizza Bikepark? Quando sarà finito verrete a trovarci? CP: Certo che li conosciamo, abbiamo girato assieme per diversi anni al pistino di Nimis vicino a Udine. Siamo aggiornati su tutto ciò che stanno facendo con la loro crew a Monza e verremo presto a fare una visita! BL: Mandate un messaggio a vorrebbe “diventare come voi”, visto che già state vivendo il sogno di molti ragazzini: viaggiare, fare foto e video e girare in bici. Sono lusingato che tu la veda in questo modo, ma ogni scopo che raggiungiamo è portato a casa investendo molto tempo e molto denaro. Cerchiamo di prendere il massimo da quello che abbiamo avuto finora, ma sappiamo che è solo l’inizio, servirà lavorare ancora più duramente per arrivare là dove vogliamo… e siamo pronti a farlo. Grazie ancora per l’opportunità e a presto, godetevi il nostro video! Per seguire i tre ragazzi di Connected Project vi rimandiamo alla pagina facebook Connected Project