Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi

Direi che il caro buon vecchio Albert aveva ragione ancora una volta; girando in rete o ancora meglio nella vita di tutti i giorni di cavolate se ne vedono e se ne fanno a palate. Io non credo che questo sia sempre un male, anzi, penso che sia proprio quello che alle volte ci contraddistingue e che può fare la differenza. Non fraintendetemi, non sto dicendo che non bisogna avere buon senso, ma che qualche volta un po’ di follia serva per portarci allo step successivo.

Questo ragazzino ha pensato bene di cimentarsi in un’impennata senza ruota anteriore, sperimentando l’ebbrezza di un tuffo di faccia nella terra. Gli sarà servito a qualcosa? Non lo so, però non posso negare di essermi trovato svariate volte in situazioni del genere, e a pensarci bene son state proprio quelle che oggi mi fanno riflettere prima di fare qualche danno.

Ma non è solo questo, non è solo una presa di coscienza di quello che si deve o non deve fare; è una riflessione sul fatto che alle volte il “chiudersi della vena” può portarvi a quel gradino successivo che fino a quel momento vi sembrava irraggiungibile. Basta pensare al primo backflip fatto da Carey Hart nel 2000; il suo trick non era per niente sicuro e lui ancora non lo padroneggiava al meglio… eppure l’ha fatto!

Adesso non pensiate che voglia spingervi ad accartocciarvi con le vostre bici o a fare cose estreme, però…

Quando è stata la vostra ultima cavolata?

A proposito dell'autore

Appassionato da sempre a tutto ciò che ha due ruote, ha trovato in Diplomato come ragioniere e perito commerciale amministrativo, adesso è iscritto alla facoltà di economia presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca. Trova nella mountainbike lo sfogo perfetto per “staccare” dagli impegni e stare a contatto con la natura.