Dopo l’annuncio “sconvolgente” dello stop per il 2015 del Superenduro abbiamo letto e ascoltato commenti, disquisizioni, chiacchiere da forum e soprattutto lunghe interviste dei due principali protagonisti di questa vicenda: Enrico Guala e Franco Monchiero

Due personaggi con caratteri molto differenti, ma entrambi con una grande passione per il mondo della mountain bike.
Personalmente conosco entrambi e ho molta stima sia dell’uno sia dell’altro, sono stati loro a coinvolgermi nel Superenduro come fotografo per circa quattro anni. E’ stata un’esperienza davvero intensa e solo chi la vive dall’interno sa cosa vuol dire “far parte di qualcosa”.

Ecco, forse nella marea di parole dette sul Superenduro manca la consapevolezza che il Superenduro sia stata una “creatura”, nata sì dalla mente di Franco e portata alla maturità da Enrico, ma quello che molti probabilmente non hanno ancora capito è che il Superenduro è sempre stata una “creatura” alla quale tutti potevano contribuire: per farla crescere, per migliorarla o semplicemente per condividerla. Invece no, alcuni si sono “accaniti” sul Superenduro, molti hanno visto solo quello che volevano vedere: un business, “una cosa di Enrico e Franco” per fare i propri interessi.

Vero, lo ammettono anche loro, ma specificando anche che il Superenduro ha contribuito “a dare uno sbocco a questi prodotti, cioè a dargli un mercato”.

Naturalmente il vantaggio è stato anche di moltissime altre aziende e realtà e qualcuna neppure lo ammette. “Ma questa è l’evidenza di come il mercato, e quindi il denaro, possa corrompere/cancellare/travisare idee generate dalla passione e dal bisogno di emergere”.
Ognuno può pensare ciò che vuole, siamo in un mondo libero, ma sono convinto che il movimento a cui hanno dato vita Enrico e Franco e tutto il resto dello staff del SE come Cip, Bebbe, Luciano, Stefano, Gabriella e Alberto e Laura di Rock In The Middle, sia una tappa miliare della storia della mountain bike in Italia! Hanno dato vita ad una categoria nuova (in Italia intendo), l’enduro, che ha fatto letteralmente innamorare moltissimi appassionati. Non solo, hanno creato un format di gara che adesso tutti i circuiti “figli del Superenduro” stanno prendendo come esempio.

Abbiamo dedicato questa prima puntata di Side by Side proprio a loro, “fianco a fianco” nella loro impresa, con le loro idee, i loro sogni, i loro casini e anche i loro litigi

Ma quello che apprezziamo noi di BiciLive.it è il loro spirito da precursori e la capacità di aver fatto conoscere al mondo intero il territorio italiano come la “nuova mecca” della mountain bike: una volta si sognava Moab, adesso molti rider da tutto il mondo sognano di venire in Italia.