Propriocezione e sensibilità propriocettiva Davide Allegri 14 Luglio 2016 Allenamento e salute Cos’è la propriocezione Secondo una revisione del 2012 la definizione di propriocezione si può descrivere come “il senso di posizione e movimento dei nostri arti e tronco, il senso di fatica, il senso della forza e il senso di valutazione di un peso”. Il pensiero comune associa alla parola “propriocezione” la tipica tavoletta instabile di uso, e in certi casi “abuso”, comune. Ma la definizione sopracitata sposta il confine ben oltre le aspettative. A tutti voi sarà capitato di arrivare lunghi su un salto, magari dopo averlo ripetuto più volte, dicendo di aver sbagliato a spingere sulla rampa. Quella “spinta” si può tradurre in un errore del sistema propriocettivo nel gesto atletico, essendo questo composto da una serie di movimenti articolari che esprimono, tra le altre funzioni, un certo quantitativo di forza. L’errata modulazione della forza è di fatto (anche) un errore propriocettivo, o forse sarebbe meglio definirla lacuna propriocettiva. Claudio Riotti alle prese con la nuova Bike Board. Una tavola propriocettiva a misura di biker. Per farvela ancora più semplice: mi ricordo di una scena, alle scuole superiori veniva lanciata a un compagno la scatola vuota del vocabolario facendogli credere lo contenesse. Il sistema encefalo-corpo si preparava a ricevere un oggetto di un peso decisamente più alto rispetto alla realtà ed è così che la scatola volava in giro per la classe a causa di un utilizzo esagerato di forza. Quello era un esempio perfetto di propriocezione! Gli esempi di propriocezione nel ciclismo sono numerosissimi, alcuni semplici, altri più complessi. E tutti seguono dei circuiti nervosi ben definiti. La sensibilità propriocettiva Durante i movimenti, tutti i tessuti componenti l’articolazione (pelle, legamenti, muscoli, tendini…) vengono deformati. Nel corpo umano sono presenti delle strutture, nei diversi tessuti, sensibili a questi tipi di stimolo. Sono i propriocettori e hanno il compito di trasmettere le informazioni ricevute al midollo. Da qua possono prendere due strade: rimanere nel midollo spinale stesso dando origine agli archi riflessi (inconsci) oppure risalendo verso l’encefalo e generare azioni specifiche (consciamente). I principali recettori sfruttati nel sistema propriocettivo Organi tendinei del golgi Da recenti studi indiretti, essendo molto difficile isolare la singola attivazione del sistema, è emerso che le strutture più influenti del sistema propriocettivo siano gli organi tendinei del golgi. Situati nei tendini, sono responsabili del rilevamento della tensione tendinea (contrazione muscolare), inviando informazioni al midollo spinale per l’attivazione del riflesso miotatico inverso, che provvederà a rilasciare la tensione involontariamente e quindi preservare l’integrità muscolo-tendinea. Oltre alla sua funzione limitante della tensione tendinea, integra le informazioni con altri stimoli influendo direttamente sulla sensazione di forza espressa e la “valutazione” di un peso. Uno schema molto semplificato rappresentante alcuni circuiti nervosi dei recettori propriocettivi Fusi neuromuscolari Sono strutture presenti all’interno della muscolatura e ne captano lo stiramento, inviando le informazioni raccolte al midollo spinale. Insieme agli organi tendinei del golgi intervengono anche con lo scopo di evitare danni da eccessivo allungamento muscolare, innescando una contrazione immediata preventiva. Si parla di riflesso miotatico. Recettori articolari Sono stati descritti diversi tipi di recettori presenti a livello articolare e legamentoso. La loro funzione non è ancora del tutto chiara ma sicuramente intervengono durante il movimento e la statica dell’articolazione, inviando importanti informazioni al sistema propriocettivo. I legamenti sono ricchi di recettori e hanno un ruolo fondamentale nell’invio di informazioni riguardanti la posizione dell’articolazione e segmento osseo. Recettori cutanei (meccanocettori) Situati a livello cutaneo profondo sono sensibili alle vibrazioni. Sensibilità propriocettiva e postura Tutti questi sistemi entrano a far parte della sensibilità propriocettiva, importante regolatrice del tono muscolare e quindi della postura. La chiave della sopravvivenza degli esseri viventi sta nell’adattarsi all’ambiente in cui si trovano e ai suoi cambiamenti. Un cambiamento di atteggiamento del corpo rispetto all’ambiente (postura), permetterà lo svolgimento delle attività statiche e dinamiche necessarie per la sopravvivenza. Per poter adattarsi con successo, l’essere vivente deve essere in grado di cogliere i segnali provenienti dall’ambiente stesso ed elaborarli in modo da poter assumere le posizioni più efficienti in base alle proprie esigenze di comportamento. Ci sono diverse definizioni di postura, alcune più pratiche altre più filosofiche. Semplificando, la postura è l’atteggiamento assunto dal corpo rispetto all’ambiente esterno e alla forza di gravità con la costante attivazione di schemi adattativi per la ricerca e consolidamento dell’equilibrio. L. Busquet riassume questo concetto in modo chiaro e conciso. Il corpo obbedisce a tre leggi: equilibrio, comfort, economia. L’equilibrio è di primaria importanza sia in rapporto con l’ambiente esterno sia con quello interno, ovvero l’omeostasi. Per raggiungere e mantenere l’equilibrio, l’organismo utilizza soluzioni economiche fino a quando il funzionamento del sistema rientra nella fisiologia, permettendo al corpo di rimanere in uno stato di comfort. Nel caso in cui lo schema fisiologico, ovvero il normale funzionamento dell’organismo, venga meno, si instaurerà uno schema adattivo. Il corpo si organizzerà cercando di conservare l’equilibrio senza soffrire, mantenendo quindi anche la legge del comfort. La ricerca del comfort e dell’equilibrio in caso di disfunzione verranno pagati in energia. “L’essere umano fa di tutto pur di non soffrire. Nasconde, si distorce, diminuisce la sua mobilità nella misura in cui questi adattamenti difensivi, meno economici, gli fanno trovare il comfort”. (Busquet L.) Un esempio banale per farvi capire quanto detto sopra: Un ‘informazione errata (disfunzione) in arrivo dall’articolazione della caviglia (recettori propriocettivi), conseguente a una distorsione, potrà quindi creare un adattamento a una situazione non più fisiologica, generando una serie di compensi e andando a modificare la postura dell’individuo, costringendolo a ricercare un nuovo stato di equilibrio, restando però lontano dal dolore. Se il sistema propriocettivo della caviglia non verrà rieducato, persisterà un adattamento (equilibrio e comfort) che continuerà a coinvolgere muscoli non deputati per determinati scopi (economia), i quali andranno in “sovraccarico” e potrebbero creare problemi in punti distanti dalla disfunzione, come ad esempio ginocchio o zona lombare. Ma non è solo a livello articolare che si possono instaurare problemi propriocettivi da cui si potrebbero scatenare adattamenti posturali. Anche l’aspetto viscerale ha una rilevanza, insieme a un muscolo spesso dimenticato, il diaframma. La prova che il diaframma sia un importante “organo” propriocettivo è ormai noto tra i terapisti e gli esperti del settore. Essendo un piano trasverso rispetto al corpo verrà attraversato da tutte le catene muscolari del corpo e parteciperà indirettamente allo svolgimento di diversi schemi motori. Questo è un altro dei tanti motivi per cui è necessario imparare una corretta respirazione diaframmatica. Allenamento della propriocezione Si è visto come il concetto di propriocezione sia vasto e complesso. Dagli studi appare un miglioramento della funzione somatomotoria conseguente a una stimolazione del sistema propriocettivo. Per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni, soprattutto a livello legamentoso, sembrerebbe efficace un allenamento specifico per il miglioramento della propriocezione, integrato con altri sistemi dell’equilibrio (principalmente il sistema vestibolare e quello visivo). Il nostro redattore Davide Allegri durante l’esecuzione di due complessi esercizi propriocettivi su balance board, con carichi unilaterali e bilaterali Nel recupero dagli infortuni articolari è oramai assodata la sua utilità, così come nel miglioramento della precisione ed economia di un gesto atletico sia sul mezzo sia negli esercizi “a secco”, in palestra. Anche in questo caso la propriocezione gioca un ruolo importante negli allenamenti di forza, soprattutto in quelli mirati al miglioramento della forza esplosiva, essendo composti da contrazioni muscolari molto rapide. Come per ogni altro allenamento non esiste una formula standard ma semplicemente alcune linee guida dipendenti dall’obiettivo finale. Sarà impossibile affrontare ogni sfaccettatura nell’utilizzo di un allenamento propriocettivo per il miglioramento di determinate qualità o la prevenzione di altre. Nei prossimi articoli parlerò degli allenamenti generali per migliorare la propriocezione nell’ambito ciclistico, per prevenire infortuni e per recuperare al meglio dopo un infortunio. Bibliografia Busquet L. Le catene muscolari. Editore Marrapese. 1997 Conti F. Fisiologia medica. Edi-Ermes. 2005. Janssens L. Inspiratory muscle training affects proprioceptive use and low back pain.Med Sci Sports Exerc. 2015. Johansson H. Role of knee ligaments in proprioception and regulation of muscle stiffness. J Electromyogr Kinesiol. 1991 Sep Joshua E. Aman. The effectiveness of proprioceptive training for improving motor function: a systematic review. Front Hum Neurosci. 2014