Riprese video Matteo Cappè - Montaggio Giacomo RamadoroMonza Pizza Bike Park, il primo vero bike park urbano in Italia Claudio Riotti 29 Dicembre 2015 Anteprime Monza Pizza Bike Park, un campo pubblico per la mountain bike: salti, dirt jump e una pump track alle porte di Milano. Ecco l’intervista video con l’ideatore, Torquato Testa Torquato Testa, Toto per gli amici, è il freestyler italiano più famoso in ambito internazionale ed è la mente dietro al progetto del Monza Pizza Bike Park. La sua specialità sono il dirt jump e lo slope style, discipline in cui le evoluzioni e i trick con delle mtb apposite vengono effettuati su strutture artificiali in legno e salti in terra. Il sogno di Toto e dei suoi amici è sempre stato avere un dirt park professionale vicino a casa, dove poter girare e progredire. Questo sogno sta diventando realtà. Il primo degli oltre 250 camion di terra è arrivato in via Bucci a Monza, vicino a Milano, circa un mese fa e da allora i lavori sono stati febbrili, protraendosi spesso fino a sera col buio. Ad oggi molte delle linee e delle strutture sono pressoché definitive anche se mancano le rampe in legno, la foam pit (un atterraggio costituito da una vasca piena di cubi di gomma dove provare i salti nuovi) e una pump track con linea di panettoni piccoli dove poter muovere i primi passi verso il mondo del dirt jump. Il park sarà inaugurato il 19 marzo 2016. Ecco il video: L’intervista a Torquato Testa Ciao Toto, benvenuto su BiciLive.it. Da dove nasce l’idea del bike park e chi ha contribuito a renderla possibile? E da dove arriva il nome? Ciao ragazzi! L’idea è nata circa tre anni fa: per poter andare a girare in dirt dovevo sorbirmi non meno di un’ora di macchina ed erano sempre posti abusivi o privati a casa di miei amici. Mi sono detto, perché non ci rimbocchiamo le maniche e troviamo un posto nostro dove poterci allenare? Così ho presentato in comune una prima idea di bikepark, chiedendo uno spazio in modo da poter sviluppare un vero e proprio progetto. La vista dal roll-in della linea di panettoni. Il progetto stabilito su carta ha subito delle piccole variazioni nella pump track, ancora in costruzione. Nei primi incontri con il comune ovviamente ho fatto capire che cosa fosse il dirt jump e cosa comportasse l’apertura di uno spazio pubblico. Per dare maggior risonanza alla cosa raccogliemmo anche un certo numero di firme tra ragazzi e adulti. Da lì poi si sono susseguiti diversi avvicendamenti che nel giro di tre anni mi hanno portato a vincere un bando con concessione in comodato d’uso gratuito di 10 anni e iniziare a realizzare il bike park, grazie anche a tutti i miei amici: Diego Caverzasi, Martino Carletti, Luca Locati, Filippo Proserpio, Vittorio Galli e Andrea Grigioni, tutti soci dell’ASD Emissioni Zero di Marco Angeletti (Presidente dell’ Asd Emissioni Zero Varese), il quale ha avuto un ruolo fondamentale nella vicenda. Parte dello staff che si sta occupando della realizzazione del park, da sx in alto: Diego Caverzasi, Luca Locati, Filippo Proserpio, Torquato Testa e Martino Carletti. La nostra principale forza è che siamo tutti ragazzi dai 20 ai 25 anni, quindi tutti molto giovani e determinati. L’altro supporto fondamentale è stato dato dai miei genitori, uno ingegnere e uno architetto, che mi hanno facilitato e indirizzato “verso la retta via” in tutti quei rapporti di norme ed edilizia per poter aprire il bikepark rispettando le varie leggi. Il nome del bikepark deriva dal semplice fatto che all’estero gli italiani sono sempre riconosciuti come “pizza, mafia e mandolino”, ma siccome per ragioni ovvie non si può chiamare “mafia” un luogo pubblico abbiamo optato per la parola che all’estero viene più associata a noi italiani, “pizza”, quindi anche facile da ricordare. Strada facendo avete mai trovato dei “bastoni tra le ruote”? Per ora non abbiamo avuto nessun tipo di problema , anche perché sia il comune sia la gente che abita nel quartiere dove sorgerà il bikepark sembra “gasata” dall’idea di questo nuovo sport, un po’ fuori dagli schemi rispetto al solito calcio. Quali saranno gli scopi principali del bike park e in che modi e orari vi si potrà accedere? Stiamo costruendo il bike park per diversi scopi: – realizzare un dirt park pubblico a conduzione italiana, per agevolare l’incontro di appassionati e atleti professionisti provenienti da tutta l’Italia ma anche dall’Europa e perché no, dal resto del mondo. Un luogo dotato di percorsi differenziati per principianti ed esperti, punto d’incontro dove poter condividere la passione per lo sport, scambiandosi esperienze e “trick” e imparando dagli stessi atleti professionisti e i praticanti presenti. – far conoscere e diffondere il dirt in Italia e quindi organizzare corsi e scuola di mtb di ogni grado di difficoltà ed età. Proporre il “Dirt Jump” ai dirigenti scolastici come attività extracurricolare ed educativa, volta anche a migliorare la socializzazione tra i ragazzi. – siamo convinti di poter portare in Italia, all’interno del Monza Pizza Bike Park, competizioni di livello europeo e mondiale come l’FMB World Tour, perché il bike park farà gola anche a moltissimi rider europei di fama interazionale. Per quanto riguardo l’accesso al park tutto è ancora in fase di definizione, in linea di massima si dovrà pagare annualmente l’iscrizione all’associazione (che è una cifra molto bassa) comprendente anche di assicurazione contro terzi e poi pagare un’ingresso. Stiamo valutando tutte le tipologie di abbonamenti oltre ovviamente al classico giornaliero (annuale, mensile, 10 giorni non consecutivi, settimanale, ecc ecc.). Per quanto riguarda il prezzo del giornaliero si parla comunque di cifre veramente contenute che andranno da 5 a 10 euro. Che strada consigli di intraprendere a tutti coloro che vorrebbe realizzare qualcosa di simile al vostro park? A mio avviso la risposta a questa domanda non serve, perché se una persona vuole veramente una cosa fa di tutto per ottenerla. Ovviamente i consigli che posso dare io sono: – avere pazienza, tantissima pazienza – affidatevi, se potete, a professionisti del settore: solo in questo modo si possono fare le cose meglio, più velocemente e completamente a norma, senza dover rischiare di chiudere poco dopo aver iniziato i lavori. Tu e Diego siete gli unici atleti italiani che si sono dimostrati competitivi a livello internazionale; la gestione del park cambierà i vostri progetti per quanto riguarda le gare? No, beh, ovviamente avremo da dedicare un sacco di tempo al bike park e ai corsi, ma il momento buono per essere un atleta professionista è questo, soprattutto dopo aver fatto una fatica enorme per arrivare dove siamo arrivati ora, non pensiamo minimamente di abbandonare le gare. Concilieremo entrambe le cose grazie anche al fatto che siamo in sette ragazzi all’interno del consiglio direttivo dell’associazione. Se il park funzionasse oltre le aspettative potreste pensare anche a una versione “indoor”? Per ora non ci abbiamo pensato, iniziamo a goderci quello che abbiamo e quello che stiamo facendo, il resto si vedrà più avanti. Parlaci dell’Asd Emissioni Zero e il suo ruolo. Emissioni Zero è l’associazione sportiva dilettantistica di cui fino a poco tempo fa ero semplicemente socio tesserato, mentre ora stiamo aprendo la sede dell’Asd di Monza che mi vedrà come presidente. Ho conosciuto Asd Emissioni Zero tramite Marco Angeletti ed è proprio grazie a lui che il progetto del Monza Pizza Bikepark si sta concretizzando. Il ruolo della Asd nel progetto è indispensabile perché io non avrei nemmeno potuto partecipare al bando indetto dal Comune di Monza se la Asd Emissioni Zero non avesse accettato di prendere parte a questa mia iniziativa, in quanto per partecipare al bando pubblico doveva per forza esserci un’associazione. Siamo riusciti anche a parlare con l’Ing. Enrico Testa, padre di Torquato, il quale ci ha fornito ulteriori e interessanti dettagli. Il Monza Pizza Bikepark è un’idea nata “dai giovani per i giovani”, l’aiuto che io e mia moglie (architetto, n.d.r.) abbiamo dato ai ragazzi è volto alla finalità di portarli verso il mondo del lavoro e “fare impresa” tra di loro, anche se il progetto non è a scopo di lucro. Ci abbiamo creduto perché abbiamo capito che per loro è una vera e sana passione, quindi se c’è una motivazione forte di fondo, tutto il resto viene più semplice. Abbiamo fornito le nostre competenze perché creare una struttura del genere in un campo pubblico non è cosa da poco, le leggi e i permessi sono molti ed è facile perdersi in cavilli o interpretazioni poco corrette. Torquato e Diego Caverzasi si sono proposti al Comune più di due anni fa già con le idee chiare, un primo progetto, una raccolta firme e molta convinzione, poi diciamo che il Comune ha avuto la lungimiranza di appoggiare la loro idea ed eccoci qui oggi. Certo è che in casi come questi non si può improvvisare, bisogna affidarsi a dei professionisti del settore e comunque partire da un’associazione sportiva già presente. Infatti l’Asd Emissioni Zero di Varese è stata fondamentale per poter partecipare al bando indetto dal Comune e mettere “il primo mattone” nel progetto Monza Pizza Bike Park. Ci sono già altri progetti, come la creazione di un piccolo campo scuola per i bimbi più piccoli sempre a Monza e forse, in futuro, una sinergia tra i vari bike park e le realtà che si stanno venendo a creare nel nord Italia, per un’idea più ampia di aggregazione e con una finalità di esercizio molto interessante anche per il turismo internazionale. Terre armate Per evitare che con le piogge la terra cedesse abbiamo utilizzato per la prima volta un tessuto particolare chiamato geotessuto che crea un rinforzo nel muro di terra utilizzato per il “roll in”, la rincorsa, formando le “terre armate”. In pratica la rete del geotessuto penetra per cinque metri nel terrapieno e viene ricoperta di terra formando dei “mattoni” di grosse dimensioni che si stabilizzano l’uno coll’altro grazie al peso della terra stessa. Il bike park e tre livelli di difficoltà ll Monza Pizza Bike Park è stato progettato con strutture differenziate, per praticare la disciplina secondo tre livelli di difficoltà: 1° livello Per principianti, adatto a tutti coloro che vogliono iniziare a praticare il dirt jump, partendo proprio dai bambini, i ragazzi più giovani e ovviamente anche adulti. Per questo livello iniziale saranno allestite una “pump track” (tracciato con gobbe e curve accompagnate, per imparare ad avere padronanza del mezzo) e una “Foam pit” (piscina “riempita” di gommapiuma in cui provare le evoluzioni, adatta sia a principianti che esperti). Questi allestimenti potranno essere utilizzati dagli atleti e dagli appassionati più esperti per allenarsi in orari riservati; 2° Livello Linea salti principianti ed esperti. Linea di salti con altezze contenute e distanze ravvicinate, dove i principianti impareranno a saltare e gli esperti a migliorare i loro “trick”. 3° Livello Linea salti per esperti di tipo slopestyle e jump. Linea di salti con rampe in legno e atterraggi in terra con distanze e altezze importanti. Nello specifico, nel “Monza Pizza Bike Park” saranno impiegati e installati: 3000 metri cubi di terra 2 roll-in (uno in terra ed uno con strutture a ponteggio) 8 kicker (rampe di spinta in acciaio e legno) 1 quarter 1 boner log (rampa per salto creata con un tronco) 1 foam pit (vasca di gomma piuma) 1 pump track 1 costruzione prefabbricato per formazione servizi igienici 1 costruzione prefabbricato in legno per il deposito attrezzi 1 costruzione prefabbricata in legno per la segreteria/accoglienza In tutte le fasi, il progetto ha avuto il fondamentale apporto di Spazio Giovani, una Onlus di Lissone che ha aiutato i ragazzi in questa nuova esperienza, consigliandoli durante tutta la fase di partecipazione al bando indetto dal Comune di Monza ma anche durante la costituzione della Associazione Temporanea di Scopo creatasi tra Asd Emissioni Zero, Scuola Circo Clap ed Eureka Basket. Non resta che augurare ai ragazzi un grande “in bocca al lupo” e buon lavoro! 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