Pedroni Race (www.pedronirace.com) è un’azienda di Reggio Emilia che produce mountain bike veramente “Made in Italy”.

Abbiamo messo alla prova la Pedroni Mate Team, una MTB da enduro con 170 mm di escursione su entrambe le ruote da 29″, telaio in fibra di carbonio e sospensioni EXT, disponibile al prezzo di 7.900 euro. Vediamo come si è comportata nel nostro test, clicca su Play e poi prosegui con la lettura!

Chi c’è dietro a Pedroni Race

Tutto comincia nel 1998 con Michele Pedroni, rider che vanta oltre 25 anni di esperienza sui campi gara downhill, molti podi e anche un titolo italiano nella categoria Master 1.

Michele, appassionato di meccanica, tecnologia e sviluppo di telai e nuove soluzioni, inizia a correre con le proprie bici e il proprio team. Nel corso degli anni 2000 Pedroni diventa un nome che è sinonimo di qualità e anche “carbonio”, vista l’esperienza maturata nel tempo con questo materiale e i numerosi titoli vinti con le sue bici e i suoi piloti.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate di profilo

Nel 2021 Michele e Stefano Giussani che proviene dal mondo dell’aeronautica, alzano l’asticella e creano Pedroni Race: la produzione di telai in carbonio è sempre “in casa” ma è più strutturata e vede un ampliamento dello staff.

L’obiettivo è quello di offrire al pubblico dei prodotti altamente performanti nell’ambito racing nel settore enduro, downhill ed enduro elettrico, per competere anche a livello internazionale sia sul mercato che sui campi gara.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate di lato

Pedroni Mate, modelli e caratteristiche tecniche

Nella gamma da enduro Mate troviamo quattro modelli che vanno dai 5.700 euro della Mate Bike Park ai 10.900 euro della Mate Elite, che offre un montaggio di altissima gamma e ruote in carbonio.

Troviamo poi tre montaggi disponibili per il solo telaio oltre a una personalizzazione su richiesta per quanto riguarda la verniciatura, per rendere unica la propria Mate.

La mountain bike in prova, la Team, si colloca appena un gradino sotto alla top di gamma.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate

In pillole

  • Telaio: Pedroni Race M8 in carbonio (triangolo principale) e alluminio (carro)
  • Forcella: EXT ERA V2, 170 mm, 29″, sterzo conico, perno 110×15 mm
  • Ammortizzatore: EXT STORIA LOK V3 a molla, 230×65 mm
  • Trasmissione: Sram X01 Eagle Red 12v con cassetta INGRID 12V 10-48 (nel test) o SRAM XG-1275 Eagle 12V 10-50
  • Pedivelle: TRUVATIV EAGLE DESCENDANT CARBON DUB, corona 32T Direct Mount
  • Comando: SRAM Eagle X01 Trigger 12v
  • Attacco manubrio: SWITCH Toboga 35mm
  • Manubrio: SWITCH alu Whip 35 780 mm
  • Manopole: SWITCH Supergrip
  • Sella: SELLE ITALIA Model X green Super Flow
  • Reggisella telescopico: SWITCH Swr 150 mm su Tg. M
  • Movimento centrale: SRAM DUB / Press Fit 30 68/73 mm
  • Ruote: FIR Wrangler boost 29″ Tubeless ready
  • Pneumatici: CONTINENTAL Kryptotal o PIRELLI Scorpion Enduro Soft 29×2.4″
  • Taglie: S, M, L, XL
  • Peso: bici test tg. M, con inserti, senza pedali: 15,7 kg
  • Prezzo: 7.900 euro
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La sella Model X scelta da Pedroni è estremamente “gripposa”. Il reggisella Switch è da 150 mm di escursione.

Nel dettaglio

La Mate attira gli sguardi con il suo look “cattivo” dove spicca il triangolo in carbonio con le fibre a vista realizzato in modo davvero impeccabile. Da vicino si può apprezzare ogni trama della fibra, il passaggio cavi interno e le ottime finiture anche del carro in alluminio, che risulta molto solido essendo in un pezzo unico e collegato all’ammortizzatore tramite una biella di rinvio. Ne deriva uno schema ammortizzante di tipo monocross assistito: per saperne di più leggi la nostra guida alle sospensioni della MTB.

Pedroni realizza al 100% i telai in casa utilizzando i propri stampi, le frese e tutte le lavorazioni al CNC. Questo è un grosso vantaggio, sia per il massimo controllo sulla produzione sia per poter sperimentare e arrivare allo scopo desiderato senza passaggi intermedi.

Parlando proprio di questo, nei modelli definitivi della Mate (la nostra in test è una pre-produzione) sarà dotata di un nuovo carro ancora più robusto e saranno presenti un batticatena e una protezione sotto al tubo obliquo marchiati Pedroni, così come dei fermacavi nella zona della serie sterzo dove questi entrano nel telaio.

Ugualmente, sul tubo obliquo non è presente un attacco per un porta borraccia ma ci sarà la possibilità di applicare la borraccia al supporto superiore dell’ammortizzatore, oppure una fascia per trasportare camera di scorta, CO2 e levette.

Non è presente neanche un guidacatena ma nel test non ho mai avuto problemi di caduta della catena grazie all’efficace lavoro della frizione del cambio Sram X01. Personalmente però mi sentirei più sicuro con un guidacatena superiore e anche un piccolo bash inferiore, specialmente in ambito gara dove una corona piegata o danneggiata può compromettere parecchio il risultato.

Il perno posteriore presente un’ingegnosa levetta a scomparsa che serve per la sua rimozione e l’installazione.

Geometrie

La Mate presenta geometrie non estreme ma che nel complesso la rendono più versatile da guidare nei diversi contesti: 64,4° di angolo sterzo, 76° effettivi di angolo sella, nella taglia M un reach di 455 mm, stack di 623 mm e passo di 1.230 mm. Il carro è di 439 mm su tutte e quattro le taglie.

Il test della Mate Team

Sono alto 170 cm e peso 74 kg in assetto “da enduro” con casco integrale, marsupio e protezioni.

La taglia M è perfetta per la mia corporatura, in sella ci si sente centrati e in controllo grazie a una scelta ben ponderata di appoggi e quote. Sono solito provare le bici test senza guardare prima le geometrie per non farmi influenzare dai numeri e mi sono trovato molto bene con la Mate fin da subito. Poi, analizzando le tabelle, mi ha sorpreso constatare che non sia la classica endurona “long, low and slack” come vuole ultimamente la tendenza.

Questo sottolinea ancora come ogni bici vada sempre giudicata nel suo complesso e non solo dalle geometrie o dai componenti.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate e della serie sterzo

La possente zona della serie sterzo contribuisce alla grande precisione di guida all’anteriore.

La Mate Team è equipaggiata con sospensioni top di gamma dell’italiana EXT, la Era V2 e lo Storia LOK V3 a molla. Pedroni mi ha chiesto misure, peso e stile di guida per fornirmi la bici già con un setting vicino ai miei gusti, con due molle da provare sull’ammortizzatore (400 e 350 libbre). La 400 mi ha dato un Sag ottimale e mi ha permesso di trovarmi bene su ogni tipo di terreno.

Ringrazio Pedroni perché la bici è arrivata montata già con le gomme tubeless e inserti all’interno e quindi pronta da “scannare” in discesa. Non è un cosa da poco.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate di lato sinistro

Rimanendo in tema sospensioni, oltre a contribuire al look estremamente racing della Mate, le due unità di EXT lavorano in perfetta sintonia. La loro regolazione non è semplicissima, specialmente per quel che riguarda la doppia camera della Era V2: il feeling cambia radicalmente anche con pochi Psi di differenza.

Tuttavia, seguendo le indicazioni del sito EXT (o quelle presenti sull’adesivo sul fodero della forcella) si ottiene un setting già discreto, diciamo piuttosto sostenuto man mano che si sale con il peso di riferimento del rider, che va poi adattato alla tipologia di percorsi che si frequenta.

Riguardo all’ammortizzatore, trovando il giusto sag con la durezza della molla poi il setting risulta semplice: trovo solo un po’ scomoda la scelta di dover utilizzare una chiave inglese da 12 per la regolazione delle alte velocità.

Di serie, anziché i freni Magura MT5 del nostro test, la Mate Team monta dei Formula Cura a 4 pistoncini che al momento della prova non erano disponibili. Nel test i Magura si sono rivelati ben modulabili ma poco prestanti sulle lunghe discese dove trovo che facciano affaticare le mani rispetto ad altri freni a 4 pistoncini. Per la cronaca, i Formula 4 sono tra i miei freni preferiti e li ho usati per un anno intero su una e-MTB: li vedo quindi perfetti per la Mate e per l’uso che se ne deve fare.

Riguardo alla trasmissione, sulla bici in prova abbiamo un pacco pignoni Ingrid made in Italy da 10/48T ma è possibile scegliere anche una cassetta Sram 10/50. L’opzione è da valutare bene, perché sebbene la cassetta Ingrid sia un’opera d’arte e abbia una scalatura di rapporti ottima, a mio avviso il 48 al posteriore (con corona da 32T) è un po’ tirato nei lunghi giri e sulle salite più ripide, o in gara se dobbiamo risparmiare la gamba per le discese. A meno che non siate ben allenati, io starei sul 50 al posteriore (ma qui c’è anche l’uso frequente dell’ebike che mi ha non poco “viziato”…).

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate di profilo

La protezione batticatena è provvisoria, verrà sostituita con una realizzata ad hoc.

Gli appoggi Switch, sempre italiani, mi hanno soddisfatto: manubrio, manopole e reggisella ben realizzati, semplici e comodi da utilizzare, unico neo la scelta di proporre il comando del reggisella a levetta ancora sopra al manubrio anziché uno più moderno e molto più ergonomico sotto la manopola (che comunque risulta in gamma sul sito Switch ma solo come aftermarket).

Foto di Claudio Riotti durante il test della MTB Pedroni Mate

On the trail: discesa

Partiamo dall’ambito per cui è nata, ovvero andare forte in discesa: obiettivo raggiunto!

La Mate è una bici da enduro che regala forti sensazioni: mano a mano che si prende confidenza e si mollano i freni ci si sente integrati col mezzo, si capisce che ci si può fidare e spostare più in là i propri limiti.

Sui salti è stabile e composta, le sospensioni e il lavoro del carro sono di alto livello, supportano il rider e perdonano anche gli errori di guida come atterraggi corti o lunghi.

Foto di Claudio Riotti durante il test della MTB Pedroni Mate

Sono rimasto impressionato dalla maneggevolezza nei tratti guidati, anche stretti, tanto che al posteriore sembra di avere una ruota da 27.5″. Questa caratteristica, unita alla ottima stabilità sullo scassato come buche, radici e rock garden, crea un mix che non si trova facilmente sui mezzi moderni da enduro, spesso c’è una qualità ma manca l’altra. Ci sono infatti mezzi che sono più “schiacciasassi” e nel rotto veloce permettono qualcosa in più, ma ben più impacciati da guidare nei percorsi misti che spesso troviamo nelle prove speciali enduristiche.

La zona sterzo, granitica e sovradimensionata come struttura, offre una precisione di guida all’anteriore che fa la differenza quando sotto le ruote ci sono buche e radici di grosse dimensioni.

Quello che limita le prestazioni della Mate sono a mio avviso le coperture Continental Kriptotal con carcassa Enduro e mescola Soft (o presunta tale) che purtroppo non danno confidenza né all’anteriore, né tantomeno al posteriore in qualsiasi frangente: trazione, direzionalità o frenata.

Foto di Claudio Riotti durante il test della MTB Pedroni Mate

Solo dopo aver montato all’anteriore una Maxxis DHF DD MaxxGrip (quindi doppia spalla e con mescola molto morbida) ho potuto iniziare ad apprezzare veramente le doti della Mate.

Consiglio quindi a Pedroni, dato il minimo aggravio di peso, di montare almeno all’anteriore una Kriptotal con mescola Super Soft e carcassa da downhill (dichiarati 1.290 grammi contro i 1.125 della gomma montata) o valutare una combo più performante di altre marche.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate e del'ammortizzatore

Nei rilanci la presenza di un ammortizzatore a molla si fa sentire ma non in modo eccessivo, la leggera dispersione della spinta sui pedali è compensata dalla trazione generata dalla ruota. Qui un setting più sostenuto delle basse velocità in compressione può aiutare.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate e del manubrio

Il comando del reggisella Switch con il cavo che passa sopra al manubrio è un po’ datato e interferisce leggermente con il freno.

Salita

In salita la Mate, pur non avendo ovviamente l’agilità di una trail bike, si è dimostrata una buona scalatrice: con l’ammortizzatore aperto la ruota resta incollata al terreno in ogni frangente.

Nei trasferimenti asfaltati o sterrati ho utilizzato sempre la levetta di chiusura della basse compressioni sull’ammortizzatore.

L’angolo sella effettivo di 76°, per cui non troppo verticale, permette di distribuire equamente il peso sul mezzo sulle salite di media pendenza tipiche delle gare di enduro.

Consiglio di spostare la sella più avanti se i vostri giri prevedono sezioni di salita trialistica molto ripida, di modo da mettere più peso sull’anteriore ed evitare alleggerimenti.

Foto della mountain bike da enduro Pedroni Mate e della forcella

Sulla EXT ERA V2, a sinistra troviamo la doppia valvola per la regolazione della pressione interna, a destra le alte e le basse velocità in compressione.

Come già accennato, sulle ascese e i trasferimenti di pendenza medio/elevata ho trovato la rapportatura leggermente tirata per il mio livello di allenamento o meglio, fino a quando si mantiene una pedalata agile e rotonda, la Mate sale molto bene. Non appena il ritmo scende e arriva la stanchezza sembra che la bici si appesantisca, quindi con un pignone da 50 al posteriore si potrebbe migliorare questo aspetto.

Foto di Claudio Riotti durante il test della MTB Pedroni Mate

Conclusioni

La Pedroni Mate è una enduro race che porta con sé l’eccellenza del made in Italy, quello vero.

Stabilità e intuitività sono le sue doti principali, grazie alla costruzione sopraffina del telaio, l’insieme di geometrie attentamente studiate e sospensioni al top di gamma.

Il rapporto qualità prezzo, con 7.900 euro, è buono: va considerato il fatto che sia un prodotto fatto in Italia in modo artigianale, quindi ci si porta a casa non solo una bici ma anche una filosofia e un oggetto che ha una storia alle spalle.

Inoltre è ben concepita, ben realizzata e con una scelta di montaggi e prezzi che possono accontentare diverse esigenze e portafogli.

Per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale Pedroni Race.

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!