Abbiamo avuto la possibilità di testare la SplitBikes S1 Terrain, una mtb front 27,5″ scomponibile con trasmissione a cinghia Gates e cambio interno Rohloff

La SplitBikes S1 Terrain è un “gioiellino” a tutti gli effetti, con un montaggio da far girare la testa anche ai più distratti e soprattutto, grazie al progetto innovativo e due quick release sul telaio, ha la possibilità di dividersi in due parti ed essere trasportabile in una borsa.

SplitBikes è un marchio dei Paesi Bassi. È una piccola azienda condotta da due amici, Alphons e Paul, che abbiamo avuto il piacere di conoscere quest’anno a Eurobike in Germania. Le bici sono fatte a mano e vendute esclusivamente attraverso il loro sito splitbikes.com; per questo il prezzo finale è abbastanza elevato, cioè 3.250 euro per il montaggio del nostro test e 2.980 per la 27,5″ rigida con forcella in carbonio.

foto della SplitBikes S1 Terrain in un prato

La SplitBikes S1 Terrain, sembra una single speed ma ha 14 rapporti interni. Il parafanghino è LMP Design, custom per BiciLive.it

Prima di parlare della bici abbiamo fatto due domande a Paul Lebrun, che si occupa della parte amministrativa di SplitBikes.

Ciao Paul e benvenuto su BiciLive.it. Ci puoi introdurre l’idea dietro al marchio SplitBikes?

Ciao a tutti i lettori. Siamo un’azienda di rider che pedalano da una vita, ci siamo occupati di parti di biciclette per più di vent’anni e per questo siamo esperti di assemblaggio bici e componenti. Nel 2010 abbiamo iniziato il nostro progetto chiamato SplitBikes: volevamo costruire una bici che fosse pensata per chi pedali e voglia un mezzo con cui divertirsi senza doversi preoccupare del suo ingombro per il trasporto o lo stivaggio.

foto del marchio SplitBikes

Particolari come questo fanno capire che siamo di fronte a una creazione artigianale

Chi ha avuto l’idea della bici scomponibile e perché?

SplitBikes è iniziata con un appassionato designer olandese, Alphons, e il sogno di poter godere dei vantaggi di una vera mountain bike a grandezza reale “dovunque ti portino i tuoi piedi”, in qualunque luogo.

Da esperto conoscitore del mondo a due ruote, Alphons si trovò in un vicolo cieco dove le prestazioni delle mtb pieghevoli andavano sacrificate per la trasportabilità.

Esasperato da soluzioni piene di compromessi quali ruote di piccole dimensioni, telai scricchiolanti e capacità limitate, egli spese ben quattro anni nel suo studio sviluppando la sua idea di “mountain bike trasportabile senza compromessi”.

Il disegno da cui nasce tutto è chiamato “LOCTube”. Basta dividere la bici a metà, metterla nella sua borsa e via. Fai l’opposto quando quando la vuoi usare, senza sporcarti le mani, senza pastiglie dei freni che si chiudono, senza perdere alcun pezzo, tutto votato al divertimento.

SplitBikes crede che ci sia un’anima in ogni bicicletta. Costruiamo a mano ogni telaio con molta cura e lo rendiamo vivo scegliendo i migliori componenti a disposizione sul mercato. Usare le nostre bici fa nascere il sorriso.

foto del telaio della splibikes diviso a metà

La particolarità della SplitBikes S1: grazie allo speciale sistema si può dividere a metà.

Qual è stato il pezzo più difficile da disegnare e costruire nella S1?

Beh, sicuramente la giunzione del tubo obliquo! Avevamo bisogno di un sistema valido ma che fosse facile da usare, soprattutto che non innescasse giochi o sfregamenti. Abbiamo testato diversi prototipi e alla fine siamo giunti al LOCTube. Inoltre non è stato semplice tagliare e saldare il telaio perché le due parti dello stesso devono combaciare perfettamente anche dopo i trattamenti termici T4 e T6.

Il disegno del telaio non è nulla di nuovo ma lavora egregiamente ed è resistente e rigido una volta che la SplitBikes S1 sia assemblata.

Perché la scelta del cambio interno Rohloff e la trasmissione a cinghia?

Abbiamo scelto il Rohloff per il semplice fatto dell’affidabilità in ogni situazione e per la pulizia: viaggiando con le nostre bici troppe volte è successo che si danneggiasse il deragliatore e toglierlo ogni volta risultava scomodo e laborioso. Con Rohloff abbiamo risolto questi problemi.

La cinghia anziché la catena è stata una scelta obbligata, è semplice, leggera, pulita e durevole. Quando trasporti la bici in giro non ti sporchi di grasso e non rischi di macchiare ogni cosa. La trasmissione a cinghia inoltre lavora in ogni condizione, pioggia, neve o fango… è più longeva della catena tradizionale, difficile a credersi ma è così.

foto del marchio SplitBikes

Anche qui cura nei dettagli… peccato per l’esiguo spazio lasciato al copertone, nel fango in questo punto si è raccolta una grossa massa di detriti fin quasi a bloccare la ruota

Avete qualcos’altro in mente per il futuro, magari una SplitBikes elettrica?

Stiamo progettando una Split da strada, una da cicolcross e il tandem è un altro dei nostri progetti in cantiere. Non faremo versioni elettriche perché il nostro credo è che la bici vera sia a pedalata muscolare. Le biciclette sono fatte per divertirsi, il sudore e il duro lavoro contribuiscono al senso di appagamento che si ha a fine giro. Con le ebike crediamo non sia la stessa cosa. [Probabilmente non hanno mai provato un’ebike moderna in una giornata intensa sui trail, n.d.r.]

La SplitBikes S1 Terrain

foto della SplitBikes S1 Terrain durante un giro al lago

Il telaio “a triplo triangolo” ricorda molto la linea della GT Zaskar

Montaggio

La S1 è una front in alluminio 6061, il cui telaio realizzato a mano ricorda molto la linea della storica GT Zaskar, con il terzo triangolo formato dai foderi alti che scavalcano il tubo piantone e si congiungono al tubo orizzontale.

La caratteristica fondamentale della bici è il fatto di potersi dividere in due parti grazie allo speciale sistema LOCTube: il tubo orizzontale è disegnato in modo da separarsi in maniera simile al tubo sella, mentre il tubo obliquo è realizzato a regola d’arte con un disegno a incastro che garantisca rigidità e sicurezza una volta che le due parti combacino e gli sganci rapidi in alluminio siano ben serrati.

La S1 presenta poi la forcella Magura TS8 da 120 mm di escursione e asse passante da 15 mm, molto valida e rigida anche grazie al doppio archetto, la guarnitura Race Face SIXc da 170 mm in carbonio, la trasmissione a cinghia Gates Carbon Drive Belt con corone da 50Tx20T e i lussuosi (e peraltro molto performanti) freni Magura MT8 con leve in carbonio. Per il cambio Rohloff abbiamo dedicato un paragrafo a parte.

La componentistica come mozzi, cerchi, sganci rapidi e serie sterzo è marchiata Split mentre gli appoggi sono composti da una combo di Easton per reggisella (EC90 in carbonio), manubrio e attacco Haven e una sella molto particolare, la Morgaw Trian, che sfrutta un sistema di ammortizzazione a elastomeri di diverse durezze.

Le coperture sono le Schwalbe Rapid Rob 27,5″ e i pedali flat sono Wellgo Quick Release, anch’essi degni di nota perché smontabili senza attrezzi.

Il cambio interno Rohloff

Il cambio nel mozzo posteriore Rohloff è un sistema di trasmissione alternativo a quello classico, è chiamato epicicloidale ed è composto da cambio, corone, pignoni e deragliatore. Fu progettato nel 1997 a Kassel in Germania da Bernhard Rohloff.

foto del cambio interno Rohloff

Il cambio interno Rohloff con il suo unico pignone esterno e la cinghia in carbonio Gates

Consiste in una sola corona, un solo pignone e un complesso meccanismo composto da tre serie di ingranaggi disposte a planetario, situato nel mozzo posteriore, che lavora in un bagno d’olio perfettamente sigillato e permette di avere un cambio simile a quello delle macchine, con 14 rapporti reali e salti di rapporto regolarmente scalati del 13,6%.

I vantaggi sono svariati, come il fatto di poter cambiare da fermo o sotto sforzo una sola marcia oppure più marce in una sola con una sola rotazione del polso – grazie al comando Twist Shifter, simile al grip shift di Sram – con assoluta precisione.

La catena – nel caso della SplitBikes, la cinghia Gates – è sempre in linea ed è soggetta a minor usura, inoltre la pulizia della bici, sia visiva sia reale, è impagabile, e il pensiero di non avere un cambio che possa accidentalmente urtare marciapiedi, rocce o radici rende la guida molto più rilassata.

Non ultimo, la trasmissione è al riparo da sporcizia, acqua, sabbia, polvere; quindi minor manutenzione, maggior risparmio di tempo e la possibilità di affrontare con tutta tranquillità anche terreni dove una trasmissione normale sarebbe a rischio di “grippaggio”, come sabbia, neve o fango molto denso.

Il peso dell’insieme mozzo, comandi e cavi è intorno ai 2,5 kg e supera di 1 kg abbondante una trasmissione completa con monocorona 1×11, ma va ricordato che si fa a meno di pignoni, corona, cambio e relativo comando.

Infine l’assorbimento di energia della pedalata: Rohloff dichiara un aumento del 2% solo con alcuni rapporti rispetto al cambio tradizionale.

Come va la SplitBikes S1 Terrain

foto di un salto eseguito con la SplitBikes S1

La SplitBikes S1, maneggevole nonostante un peso da “full enduro”.

Il test è durato due mesi e si è svolto su svariati terreni, con condizioni quasi sempre asciutte. Solo una volta ho portato la S1 su un trail molto fangoso e ho potuto apprezzare la comodità del cambio interno Rohloff e l’affidabilità della trasmissione a cinghia Gates, anche se col fango denso i denti delle corone si sono riempiti parecchio, senza però compromettere le prestazioni.

Purtroppo il grip delle gomme Rapid Rob sul fango non ha dato molta sicurezza, soprattutto all’anteriore, perché pensato per terreni asciutti; quindi ho preferito proseguire i test quando il meteo non prevedeva “acqua dal cielo”.

I percorsi utilizzati hanno spaziato dalla ciclabile intorno al lago per “capire” e analizzare il Rohloff a circuiti xc con strappi e sali scendi, poi qualche giro sui soliti trail dove provo le bici da enduro e infine delle pedalate in città e nei parchi adiacenti: la S1, dopo un piccolo periodo di adattamento per la diversa distribuzione dei pesi e la gestione del Twist Shifter, si è rivelata una buona compagna di pedalate.

La considerazione più importante è che ho sempre usato la S1 come una mtb normale, mentre invece è una bici scomponibile che in due veloci mosse si divide a metà ed entra in una borsa a tracolla, pronta per viaggiare in treno o nei bauli più stretti.

Anche per questa operazione servono un paio di prove ma basta seguire il video che trovate sul loro sito e il gioco è fatto.

In salita

Su salite scorrevoli S1 arrampica in modo agevole finché le pendenze sono medie, mentre sugli strappi e sui ripidi il peso di 13,9 kg si fa sentire e penalizza le prestazioni. Il cambio Rohloff funziona in maniera soddisfacente anche se sotto sforzo la cambiata diventa meno fluida.

Su salite tecniche le prestazioni sono abbastanza soddisfacenti ma la guida risulta faticosa per via del peso e del grip delle gomme, su cui tornerò più avanti.

La comodità è che con una (ampia) rotazione del polso si può passare dal rapporto più duro a quello più morbido in un attimo (anche da fermi) e ciò torna utile nei percorsi ricchi di strappi repentini o in caso di errori di cambiata e ripartenze da fermo.

Una menzione particolare va fatta per i pedali flat Wellgo Quick Release, una comodità incredibile per il trasporto, un ottimo grip e nessun problema nel periodo di test.

Grazie a una speciale ghiera che si avvita sulla pedivella, basta una pressione dell’anello verso la stessa e il pedale si blocca. Per staccarlo si sposta la ghiera in fuori e il gioco è fatto. La sicurezza è data anche dal fatto che pedalando è altamente improbabile che la ghiera si sposti all’esterno.

In pedalata

La SplitBikes rende bene nei lunghi tratti pedalati a velocità sostenuta su percorsi scorrevoli, la forcella Magura lavora in maniera egregia nell’assorbire le piccole asperità e la tassellatura scorrevole delle gomme in questo caso gioca a suo favore.

La maneggevolezza è buona nonostante il peso e la confidenza che ispira la combo Easton (manubrio largo e attacco corto) è notevole.

Nello stretto e nel tecnico, con una guida abbastanza decisa, ci si diverte se non ci sono troppi cambi di ritmo; in caso contrario ogni rilancio paga la pesantezza del mezzo e la S1 risulta più fisica di una front normale.

Per quanto riguarda il suddetto attrito maggiore in pedalata, è difficile constatare con precisione se sia solo il leggero rumore del mozzo che a volte trae in inganno o un effettivo peggioramento della scorrevolezza; tuttavia ritengo trascurabile questo dettaglio a meno che non si voglia utilizzare questo sistema a livello agonistico.

In discesa

foto della Splitbikes in discesa

È qui che grazie alla sua mole la S1 risulta molto più “schiacciasassi” di altre bici dalle stesse caratteristiche. Inoltre il peso del sistema Rohloff sembra aumentare il grip della ruota posteriore sul terreno, caratteristica utile in staccata e nelle sezioni mediamente sconnesse.

Sempre per lo stesso motivo è semplice alzare la ruota anteriore “in manual” per superare radici, piccoli ostacoli o avvallamenti nel percorso.

La forcella Magura TS8, con i suoi 120 mm, permette di spingersi leggermente più in là della destinazione d’uso della S1 e si possono azzardare piccoli salti su doppi e drop, a patto di avere una buona tecnica di guida.

I freni Magura MT8 hanno garantito sempre una buona prestazione, mi piace il feeling della lunga leva in carbonio anche se preferisco leve più corte in stile Shimano.

foto dell'apribottiglie integrato

Il geniale (e apprezzatissimo da tutti gli amici con cui sono uscito) apribottiglie integrato

Conclusioni

La SplitBikes S1 Terrain è una bici dagli ingombri ridotti quando riposta nella sua borsa (quindi per chi viaggia molto in treno/aereo/mezzi o ha poco spazio in macchina) e una volta assemblata diventa una mountain bike front dalle ottime prestazioni complessive.

Il prezzo è nella media se consideriamo il montaggio di elevata qualità e soprattutto la realizzazione artigianale.

Il peso è il fattore che più penalizza la S1 ma questo “contro” è di gran lunga superato da tutti i “pro” che la bici offre, in primis la facilità di trasporto e la comodità di non avere catena e cambio in tutti frangenti.

Le finiture sono pregiate e le chicche come i pedali quick release, la sella ammortizzata e l’apribottiglie sotto all’attacco manubrio ne fatto quasi un “oggetto da collezione”, un prodotto unico ed esclusivo.

Per gli scettici della robustezza del sistema LOCTube, i ragazzi di SplitBikes hanno pensato bene di mostrare a quali sollecitazioni può resistere il telaio da loro ideato… un backflip con atterraggio sul piatto vi basta?

Guardate qui:

La chicca

Portabilità, pulizia, trasmissione a cinghia

La pecca

Smontaggio ruota posteriore troppo complicato, i due cavi del comando Twist Shifter sono ingombranti

 

 

SplitBikes S1, la mtb front 27,5" scomponibile
costruzione8.5
allestimento9
appoggi8.5
salita7
discesa7.5
scatto/rilancio7
Prezzo
  • 3.250 euro
7.9Il nostro voto
Voti lettori: (3 Voti)
8.3
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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!