Il test della Rockrider 900 Race AXS: la prima MTB da gara di Decathlon BiciLive.it 18 Ottobre 2022 Test Articolo sponsorizzato Abbiamo testato la nuova Rockrider Race 900 AXS, la mountain bike front da XC con cui Decathlon (www.decathlon.it) entra di prepotenza nel mondo delle competizioni. Si tratta di una bici che nel rispetto della filosofia transalpina vuole portare la massima resa con la minima spesa, consentendo di fatto a un’ampia fetta di appassionati di entrare a far parte del mondo agonistico con una MTB che, in quanto a prestazioni, ha poco o nulla da invidiare a nomi più blasonati. Il prezzo per mettersi in garage la bici che abbiamo provato in offerta a un prezzo scontato di 3.099,99 euro (anziché 3.299,99 euro) ma la gamma consente anche di contenere ulteriormente la spesa rinunciando a finezze tecnologiche come il cambio wireless e i cerchi in carbonio. Scheda tecnica della Rockrider 900 Race AXS Telaio: Race 900 in carbonio Forcella: Rockshox Reba RL 100mm, solo air, blocco rotante sul manubrio a due posizioni Combolock 2 Gruppo: SRAM GX Eagle AXS 12v Guarnitura: SRAM Stylo 6k, 32t Cassetta: SRAM PG-1275 10-52t Freni: SRAM Level T con dischi Centerline, 180/160mm Ruote: Reynolds TR309/289 XC 29 carbon, larghezza interna 30mm/28mm ant/post. Garanzia a vita (previa registrazione su sito Reynolds) Mozzi: Reynolds TR MTN Raggi (anteriore/posteriore): 24/28 – Sapim Sprint. Attacco disco Centerlock Copertoni: Vittoria Barzo anteriore, Vittoria Mezcal posteriore, Graphene 2.0 29×2.25 Manubrio: Rockrider, 720 mm, 6,5° Attacco manubrio: Rockrider alluminio, 60 mm, -20° Grip: Rockrider Lock on Sella: Fizik Argo Vento Tubo sella: in carbonio Peso telaio: 1.030 grammi Tg M (peso lordo e senza forcellino del deragliatore) Peso rilevato: 10,7 kg in taglia L senza pedali con camere d’aria Prezzo: scontato 3.099,99 euro sul sito Decathlon Caratteristiche tecniche della Rockrider 900 Race AXS Il progetto Race 900 che fa entrare Rockrider nel mondo delle competizioni ha richiesto anni di ricerca e sviluppo per portare al consumatore un telaio full carbon dai prezzi contenuti ma allo stesso tempo dalle elevate prestazioni. Questo telaio porta con sé tre caratteristiche principali: la precisione nella guida, la resistenza e l’intuitività. Il carbonio che lo compone ha tre differenti lavorazioni: all’anteriore si è voluto prediligere la rigidità e la precisione in curva, mentre sul carro si è sviluppata una costruzione che fosse in grado di reggere le forze laterali ma allo stesso tempo garantire un certo grado di flessibilità verticale per migliorare l’aderenza in trazione e la capacità di assorbire le asperità del terreno su una MTB che resta comunque ammortizzata solo all’anteriore. Diversi anche gli accorgimenti funzionali presenti sul telaio come le protezioni su top tube e carro di Effetto Mariposa, la doppia predisposizione per i portaborracce e l’ansa porta utensili presente nel punto inferiore del triangolo, appena sopra il movimento centrale. Nessun compromesso sulla scelta del gruppo SRAM GX Eagle AXS che con il suo comando minimal sul manubrio porta la cambiata quasi a livello videogioco, così come per le ruote Reynolds in carbonio garantite a vita. La forcella Reba RL ad aria con escursione da 100 mm è in grado di lavorare molto bene e in ottica di approccio all’XC è assolutamente più che sufficiente. L’impianto frenante SRAM Level T presenta un disco da 180 mm all’anteriore e da 160 mm al posteriore e tra tutti i componenti è quello che meno ci ha soddisfatto, ma ne parleremo nei prossimi paragrafi. La bici che abbiamo testato non montava un reggisella telescopico, tuttavia il telaio è predisposto per l’installazione. Il test e la recensione della Rockrider 900 Race AXS Per una volta si è trattato di un doppio test, o meglio un test della stessa bici ma con due rider: oltre a me anche il nostro Riot, all’anagrafe Claudio Riotti, ha testato la 900 Race anche se la taglia per lui era leggermente abbondante (un attacco manubrio da 40 mm e una sella spostata tutta in avanti hanno risolto il problema). Quindi, dopo i classici giri XC dei nostri test come i percorsi sul Ticino, il circuito di Rovate e l’anello del 10 a Varese, ci è sembrato riduttivo provarla su trail “entry level” e abbiamo voluto portarla in un ambiente che strizzava l’occhio all’enduro sulle colline del Varesotto. Questo perché a una bici che si propone come ingresso alle corse non si può chiedere solo il minimo sindacale: le corse sono passione, ricerca del limite e, spesso, il superamento di quest’ultimo. Per questo motivo io e Claudio non abbiamo voluto farle sconti e l’abbiamo messa un po’ alla frusta. Il risultato è stato estremamente positivo: è innegabile che Decathlon con questo prodotto entri di diritto nell’universo dell’alta gamma. La bici è veramente molto efficace sia in salita sia in discesa: una volta saliti in sella e provato a fare due scatti si percepisce subito il lavoro che è stato fatto sul telaio, non solo in termini di performance ma anche di feeling trasmesso, aspetto molto importante per una bici che si propone come porta d’ingresso alle competizioni e di conseguenza dev’essere in grado di mettere il rider a suo agio ma allo stesso tempo fargli sentire che il mezzo risponde bene ed è reattivo. Il telaio ha una buona rigidità e, oltre a trasmettere efficacemente la forza a terra, con la corretta pressione nei pneumatici la bici ha un’ottima capacità di scalata anche su sezioni tecniche piene di radici e gradoni. Le ruote Reynolds in carbonio sono super performanti e davvero “cambiano faccia” a una bici: nel caso della Race 900 le donano precisione in curva e prontezza nei rilanci, senza però risultare troppo secche o rigide. Per sfruttarle al meglio consigliamo caldamente di trasformare le coperture in tubeless e magari utilizzare degli inserti come i Technomousse Blue Vertigo pensati proprio per l’XC. L’attacco manubrio negativo richiede un minimo di adattamento in discesa, mentre in salita permette di dare sempre il giusto peso all’avantreno. La 900 Race si fa anche apprezzare in discesa dove consente di mollare i freni in sicurezza e divertirsi parecchio; il telaio è rigido e allo stesso tempo filtra piuttosto bene le asperità, risultando solo un po’ nervoso quando lo si porta su staccate al limite su terreni sconnessi. La forcella ad aria dev’essere tarata con attenzione, soprattutto per rider pesanti come me (81 kg) dove sicuramente intervenire con dei token (spessori per variare la curva di compressione) sarebbero d’obbligo. Comunque, una volta settata consente di vivere al meglio l’esperienza in sella con una discreta sensibilità e un buon range di regolazioni per quanto riguarda il ritorno. I copertoni installati su questa bici, i Vittoria Barzo e Mezcal, si sono rivelati molto scorrevoli e anche adeguatamente robusti per la maggior parte dei giri effettuati. Di certo se si vogliono mollare i freni su percorsi più tecnici serve una tassellatura più marcata come potrebbe essere quella degli Schwalbe Wicked Will che abbiamo testato, perché sia in staccata che in curva i Vittoria mostrano i loro limiti quando i tracciati diventano impegnativi. Unico tallone d’Achille sono i freni Sram Level T: quando si utilizzano frequentemente tendono a perdere mordente, diventare rumorosi e la corsa della leva si allunga. Con i dischi montati (180/160 mm Centerline) forniscono una decelerazione molto graduale e spesso troppo blanda: bisogna prendere un po’ la misura ed evitare staccate dell’ultimo secondo per non rischiare di finire fuori traiettoria. Per portare il divertimento al massimo sarebbe preferibile installare un reggisella telescopico: oggettivamente se ci si vuole divertire in sicurezza anche in discesa non è pensabile avere la sella nella stessa posizione impiegata per spingere in salita. Il reggisella telescopico è sicuramente un elemento da prendere in considerazione sia per principianti che per gli esperti. Il parere di Claudio Riotti Questa front, pur essendo abbondante come taglia per i miei 170 cm, mi è piaciuta molto: reattiva, leggera ma non troppo, scattante in salita ma anche dotata di una buona capacità di assorbimento delle sconnessioni in discesa. L’ho usata a tutto tondo, per giri gravel e su percorsi quasi enduristici e in ogni contesto mi ha sempre lasciato buone sensazioni. Concordo con Sergio che il limite sono i freni e, se portata su percorsi impegnativi, anche le coperture (tralasciando il fatto che per me il reggisella telescopico dovrebbe essere obbligatorio su qualsiasi MTB). Tutto il resto è davvero ben concepito e funzionale e su infine c’è da considerare un rapporto qualità prezzo vantaggiosissimo con i 3.099 euro scontati. Conclusioni sulla Rockrider 900 Race AXS Il parere finale su questo ingresso di Decathlon nel mondo delle competizioni può essere solo positivo. La bici offre senza dubbio prestazioni di alto livello, mette a suo agio il rider e risulta divertente. I componenti utilizzati non hanno particolari compromessi e il prezzo a cui viene proposto questa bici, 3099,99 euro, è assolutamente competitivo considerato il livello qualitativo. Bravi in Rockrider nel riuscire a mettere sul mercato un prodotto in grado di dare battaglia sui campi gara a un prezzo accessibile a molti. Questo è il link diretto per la Rockrider Race 900 Axs mentre per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito web ufficiale Decathlon. Abbiamo realizzato un video e un articolo dedicato a 12 prodotti Decathlon utili alla preparazione fisica del ciclista. Abbiamo provato l’abbigliamento da MTB Rockrider. Leggete anche l’articolo Decathlon e l’aumento del numero degli sportivi. Guardate infine il nostro video “Garage People” con l’intervista ad Alan Chiaretto, Category Manager di Decathlon Italia.