Test forcella Bright Racing Shocks F929 NEXT a steli rovesciati Claudio Riotti 13 Aprile 2023 Test L’azienda italiana Bright Racing Shocks (www.brightracingshocks.com) specializzata in forcelle “USD” a steli rovesciati ci ha inviato una delle sue bellissime creazioni, la Bright F929 NEXT. L’utilizzo della F929 NEXT è enduro, all mountain ed enduro elettrico ed è disponibile a un prezzo di 1.880 euro direttamente sul sito della casa. Si tratta di un prodotto artigianale che fa parte dell’eccellenza del nostro made in Italy e continuando la lettura dell’articolo capirete perché. Bright Racing Shocks: un po’ di storia Per chi ha diversi anni di esperienza alle spalle e un background racing nella mountain bike ai suoi albori probabilmente si ricorda del brand italiano Fimoco Engineering. Questo marchio produsse forcelle rivoluzionarie che negli anni 90 salirono su molti podi, uno su tutti quello del 1° posto di Giovanna Bonazzi ai Campionati mondiali DH a Metabief nel 1993. Tra gli altri storici rider, anche Philippe Perakis, il primo uomo al mondo a superare i 100 km/h in sella a una mountain bike, usò forcelle Fimoco. Il progettista toscano Pablo Fiorilli, che si è sempre occupato direttamente dell’engineering dei prodotti che portano il suo nome, assieme al fratello Vittorio, sono stati gli ideatori e sviluppatori delle forcelle Fimoco nel 1989 e di Race Factory successivamente. Per dieci anni furono tra i marchi più all’avanguardia con prodotti che migliorarono notevolmente gli standard e le performance di quelle che erano le mountain bike da downhill dell’epoca. Dopo quel periodo, Pablo si immerse nel campo della progettazione e degli studi sulla meccanica, sulla fluidodinamica e sui materiali compositi, lavorando su progetti importanti nel campo della ricerca scientifica e in quelli aerospaziale e militare. Dal 2012 poi tornò alla sua più grande passione, le due ruote, in particolare la MTB, con l’idea di creare dei prodotti che incarnassero l’essenza di tecnologia e arte e in particolare una forcella senza compromessi che unisse due mondi: quello del racer e quello dell’appassionato di mountain bike È così è nata l’azienda Bright Racing Shocks e la forcella a steli rovesciati con le sue varianti xCO da cross country, Skunk da trail e NEXT da enduro. In fase di sviluppo c’è anche una forcella a doppia piastra sempre USD (upside down) ma per quella dovremo attendere ancora qualche mese perché a volte “in Bright si arriva alla maniacalità rimandando le uscite fino a quando non si è certi che quello che uscirà sarà una pietra angolare del settore“, come ci ha rivelato Pablo non senza un pizzico di orgoglio. Staremo a vedere! La forcella Bright F929 NEXT Grazie quindi a più di trent’anni di esperienza ingegneristica, Bright Racing Shocks propone una forcella innovativa che va fuori dalle tendenze del mercato bici ma che resta vicino al mondo moto, ovvero la struttura a steli rovesciati. I vantaggi di questo design sono noti: robustezza nella parte alta (la zona di maggiori sollecitazioni), masse non sospese più leggere e, nella soluzione Bright Racing Shocks, una migliore lubrificazione grazie ad un sistema di travasi che “pompa” l’olio verso le guide. L’enorme competenza di Pablo ha poi potuto prendere quelli che sono considerati i punti deboli del sistema “upside down” del mondo bici, quindi la minore rigidezza torsionale data dalla mancanza dell’archetto tra i foderi e il movimento indipendenti degli steli, e trasformarli completamente rendendoli dei punti di forza… sì, parliamo proprio di “punti di forza” in questo caso. Questo grazie alle boccole scorrevoli, a una progettazione rigorosa e precisa, ai numerosissimi test, ai macchinari prodotti in casa per testare la robustezza degli elementi strutturali e una passione infinita per ottenere il massimo dai propri prodotti che si percepisce in ogni conversazione con il “padre” di queste creature Bright. Caratteristiche tecniche forcelle Bright Racing Shocks Per comprendere meglio le sensazioni provate nel test è necessario addentrarci nella struttura e nel funzionamento delle forcelle Bright RS. Struttura Ogni Bright è costruita artigianalmente nell’officina specializzata di Pablo Fiorilli nei pressi di Roma. I materiali utilizzati sono carbonio, kevlar, alluminio 7075 T-73 e 7050. La distanza “axle-to-crown”, dall’asse alla testa, della forcella in test è di 562 mm ed è simile a quella di una forcella da 150 mm. La testa è larga 151 mm ed è realizzata dal pieno al CNC così come i piedini. Questi presentano la compatibilità con i mozzi standard Boost 110 mm e sono pensati per l’utilizzo dei “Torque Caps” di Sram da 31 mm per aumentare la superficie di contatto in una zona critica e garantire più rigidezza all’accoppiamento mozzo-piedini. È possibile utilizzare anche un mozzo normale ma Bright consiglia vivamente i Torque Caps per ottenere la massima espressione di questa forcella (i terminali Torque Caps sono disponibili sul mercato per tutti i mozzi più diffusi e costano tra i 15 ed i 30 euro, rappresentano oggi lo standard più moderno nella MTB). Il supporto per la pinza del freno è da 200/203 mm ed è sostituibile. La versione con i parasteli. Foto: Mariano Spinelli È disponibile la versione con parasteli, con un particolare disegno sviluppato da Bright e denominato DCMS, che prevede che i gusci salvastelo siano attaccati sul fodero e non sul piedino in modo da garantire massima pulizia della zona e al contempo dare protezione laterale, tuttavia nei vari mesi di test non ho mai avuto un problema di steli rigati. Nel caso, Pablo può sostituire anche solo uno stelo. L’asse del mozzo è in alluminio AA7075-T751 di uso aerospaziale, si avvita dalla gamba sinistra con una brugola da 6 o dalla destra con una da 10 e viene fissato con due brugole da 4 presenti sul piedino sinistro (nelle foto abbiamo usato la versione precedente con solo una brugola da 4). Nel montaggio/smontaggio della ruota bisogna tenere presente che i piedini (e quindi gli steli) si muovono indipendentemente e perciò è necessario allinearli per inserire il perno correttamente. Foderi e steli I foderi “a clessidra” sono una tra le tante innovazioni che spostano le Bright su altro piano rispetto alle rovesciate presenti sul mercato: sono realizzati con stampi speciali creati da Bright RS utilizzando il carbonio, il kevlar e l’alluminio per arrivare a un materiale composito a matrice epossidica con caratteristiche studiate per fornire un comportamento meccanico molto particolare. Questo materiale garantisce rigidezza al sistema globale ma anche un assorbimento dei microurti, dona un grande feeling di guida e ha un peso contenuto. Perché questa scelta? Pablo ci spiega che nella prima fase di sviluppo del progetto, tra il 2012 ed il 2014, sono stati studiati sia foderi in composito che in alluminio e che anche modificando il design, l’alluminio non riesce a garantire la resa della fibra di carbonio a causa del proprio comportamento elastico Il diametro dei foderi è da 49 mm e la forma a clessidra è utilizzata per migliorare la lubrificazione e smorzare le frequenze negative che provengono dai piedini, aumentando così la rigidezza strutturale e il feeling di guida. Gli steli (che per essere corretti bisognerebbe chiamare “canne”) sono da 35 mm di diametro, sono ricavati dal pieno e hanno una levigatura e un trattamento speciale di ossidazione che rende la loro superficie microporosa così da trattenere nel tempo meglio l’olio di lubrificazione e di conseguenza mantenere una miglior scorrevolezza durante l’uso. Questo procedimento è stato sviluppato da Pablo in 30 anni di studi sul campo ed è assolutamente unico nel campo delle forcelle da mountain bike. Il concetto di “zero sag” Una delle particolarità della Bright F929 NEXT è il sag quasi inesistente, chiamato appunto “zero sag”. In realtà si tratta di un “concetto” e non un sag letteralmente a zero che richiama l’attenzione al fatto che il sag statico sia qualcosa di assolutamente secondario e come dice lo stesso Pablo “un effetto collaterale e non un elemento di set up”. Utilizzando la forcella con la pressione consigliata abbiamo un minimo di affondamento statico pari a 10/15 mm, ben diverso però dai 30/40 mm di forcelle tradizionali di utilizzo enduro da 160/170 mm. Inoltre abbiamo un travel negativo di circa 20 mm, a cui arriveremo tra poco Pablo spiega il concetto del “zero sag” in modo molto semplice e senza troppi mezzi termini: le forcelle normali devono essere plush e morbide quando le si prova da fermi, nel negozio, per essere apprezzate e vendute. Ma di fatto il sag statico del 20-25% copia le piccole asperità solo quando si procede a basse andature mentre appena le velocità aumentano, quello che permette di assorbire le depressioni è un precarico aggiuntivo che si forma oltre il sag statico. Di conseguenza Bright RS toglie il sag statico e si concentra su quello che Pablo chiama il “sag dinamico“. Lavorando su questo fattore, ricercando la morbidezza unita al sostegno, si ottiene più trazione e grip dalla ruota anteriore nel copiare le depressioni. Sul rotto invece, sul forte sconnesso, quando la forcella va oltre il sag dinamico e quindi si comprime ed estende molto, c’è la corsa “extra” del travel negativo di 20 mm che permette di continuare a copiare il terreno fornendo grip, ed è per quello che una Bright da 140 mm equivale a una 160 mm tradizionale. Tutto ciò a patto di avere un sistema che lavori con una cartuccia dotata di valvole molto sensibili, un sistema capace di abbattere la cavitazione nella zona delle valvole (cioè la formazione di “bollicine” nell’olio), di offrire la giusta curva di progressione (che è più facile a dirsi che da realizzare) e una struttura con masse non sospese leggere. Regolazioni Per le regolazioni Bright punta all’essenziale pur controllando totalmente le varie fasce di velocità; molte aziende invece, sui prodotti top di gamma, complicano la vita ai rider con doppie camere, doppi pomelli e registri sovrapposti. Sulla NEXT quindi troviamo solo la valvola della pressione, una regolazione di compressione che funziona come controllo della fascia bassa e media delle velocità (e imposta anche il limite di carico delle alte velocità che sono automatiche) e una regolazione del ritorno alle basse e medie velocità, tutto sulla gamba sinistra. I registri non hanno click e questo richiede un minimo di “ambientamento” rispetto a quello a cui generalmente si è abituati. La spiegazione di Bright Racing Shocks è che i comandi sono molto precisi e sensibili e limitare le posizioni a dei “click” preimpostati potrebbe ridurre in alcuni casi specifici il campo di regolazione. Il dettaglio del piedino sinistro nella nuova versione. Foto: Mariano Spinelli Sistema attivo per le alte velocità e l’anti diving Entriamo nel tecnico con una spiegazione dettagliata: sia le alte velocità che l’anti affondamento vengono gestite da un automatismo della cartuccia idraulica che si occupa di gestire attivamente i flussi idraulici che si spostano dalla camera principale alla camera detta “di compressione”. Il passaggio dell’olio da una camera all’altra viene parzializzato dalla valvola SL. Tramite una serie di regolazioni e automatismi interni alla cartuccia, a una certa gamma di velocità corrispondono determinati rallentamenti del flusso idraulico. Il sistema garantisce la variabilità della durezza della forcella e il sostegno in quei casi in cui una forcella comune tenderebbe ad affondare dando l’impressione di “piantarsi” su un dosso o quando ci si butta in un passaggio azzardato. Questi automatismi sono legati al particolare funzionamento della Bright e garantiscono un galleggiamento dell’avantreno molto alto e deciso quando normalmente i sistemi che conosciamo cedono e si abbassano. Se non avessimo questo effetto automatico alle alte velocità, saremmo costretti a tenere la forcella o troppo morbida, ma poi affonderebbe nelle grosse sollecitazioni, oppure dovremmo regolarla troppo dura, perdendo comfort e sensibilità. Il sistema ACAD di Bright RS invece permette di avere il migliore setting in modo molto semplice ma estremamente efficace. Ecco come è composta la forcella USD Bright. Immagine: Fiorilli Sport Production Quello che poi è totalmente su un altro piano rispetto ai prodotti industriali è il fatto di poter personalizzare tutti i sistemi attivi, dal sistema idraulico alla molla ad aria, al momento dell’ordine (compreso nel prezzo) e in ogni momento successivo tramite l’assistenza Bright. Nelle competizioni, la sostituzione della cartuccia richiede massimo 10 minuti di lavoro con l’apposito attrezzo fornito con la forcella, quindi anche questo è un plus se si hanno più cartucce disponibili per trovare il setup migliore a seconda dei tracciati. Ma non solo: quasi ogni componente delle forcelle Bright è personalizzabile: dai piedini alla testa, alla finitura dei foderi, la verniciatura, fino all’anodizzazione degli steli per ottenere diverse prestazioni a seconda del trattamento. Tutto è pensato per assecondare i desideri e lo stile di guida del cliente finale con un prodotto artigianale di altissima gamma. Il registro del ritorno della forcella Bright NEXT che abbiamo avuto in test. La cartuccia ACAD #8 (Anti Cavitation Active Damper) Il cuore di ogni forcella Bright è la cartuccia ACAD, arrivata alla sua ottava versione. Questa cartuccia è completamente ricavata dal pieno, è composta da più di 60 pezzi ed è inserita nella gamba sinistra che ospita quindi sia la parte elastica/pneumatica che quella idraulica. Per questa versione Bright RS dichiara di aver migliorato l’elasticità della sospensione con un incremento del 20% nella trazione e nel grip, nello specifico Pablo parla di “definizione” con cui la forcella copia il terreno. Da notare che la versione in test era la precedente #7 perché la ACAD#8 uscirà sul mercato proprio nelle prossime settimane. La cartuccia ACAD è composta dal sistema SL (Sensitive Lockout) che gestisce la compressione e la camera pneumatica CHPC (Charved Highly Progressive Chamber). Abbiamo quindi una cartuccia sigillata con sistema di compensazione del volume di tipo precaricato. In testa al corpo cartuccia troviamo un diaframma rigido all’interno di un cilindro ad alta precisione e non una vescica espandibile come si vede spesso su altri prodotti industriali. Pablo si è concentrato molto sulla gestione della progressività della molla pneumatica disegnando una camera pneumatica cava, di dimensioni ridotte, che fornisce grande elasticità e progressività elevata. Per fare un esempio, sulle forcelle tradizionali si utilizza il 30% in più della corsa rispetto a una Bright per assorbire la stessa quantità di energia generata dagli impatti col terreno. Se il sistema è regolato correttamente, non si raggiunge mai il fondo corsa anche con pressioni di esercizio molto basse (nel test ho provato alcuni setting dai 47 ai 52 psi). La sezione della Bright mostra, tra le altre cose, come è composta la cartuccia ACAD nella gamba sinistra. Immagine: Fiorilli Sport Production Pablo ha poi valutato che unire tutti gli elementi in una sola gamba permette di velocizzare il concetto di “tuning” e l’individuazione dei possibili problemi. Inoltre separare gli elementi nelle due gambe, come su altre forcelle tradizionali, crea a volte degli scompensi nel funzionamento in situazioni molto gravose dove le rapide compressioni ed estensioni provocano un malfunzionamento del sistema boccole proprio nel momento in cui la forcella dovrebbe essere al massimo della scorrevolezza. A questo concetto si potrebbe obiettare col fatto che avere una gamba che lavora e ha il carico e l’altra fondamentalmente “vuota” può ugualmente creare delle tensioni, ma Pablo ci ha assicurato che sono stati fatti molti studi e test sul campo e in laboratorio, misurando chiaramente le varie situazioni sotto sforzo, e la soluzione adottata sulle Bright è più complessa e costosa ma la migliore per la corretta funzionalità del progetto: le forze agoniste di compressione ed estensione corrono lungo lo stesso asse permettendo una grande precisione di guida anche sul forte sconnesso. Inoltre tutto il sistema viene alloggiato nella parte sinistra perché le tensioni di esercizio del sistema di smorzamento creano un abbattimento delle vibrazioni generate dalla pinza del freno. La temperatura generata dalla pinza invece viene controllata mediante la particolare forma della staffa freno, anch’essa studiata appositamente per questo scopo. Il sistema SL è una tecnologia proprietaria di Bright RS che è nata per il cross country per garantire un blocco della forcella. Il sistema poi si è esteso anche nell’ambito all mountain ed enduro per lasciare al biker la possibilità di personalizzare il comportamento della Bright tramite il pomello sulla gamba sinistra. L’SL gestisce quindi il freno idraulico in compressione ed è sostanzialmente una valvola a tre vie: due vie gestiscono il passaggio dell’olio durante gli urti e la terza il recupero dell’olio. Questa valvola è una delle peculiarità del funzionamento pratico di Bright Racing Shocks e riesce a gestire separatamente i sovraccarichi di olio alle alte velocità garantendo contemporaneamente sia una grande sensibilità che un sostegno sempre ben presente che non fa mai avvertire di essere “bassi” nemmeno nelle situazioni in cui l’avantreno viene maggiormente sollecitato. La levetta sopra al fodero sinistro gestisce una di queste vie mentre l’altra è di tipo “sensibile” (da qui il nome Sensitive Lockout) ed è gestita automaticamente dal sistema. Funziona praticamente in tempo reale adattando il comportamento della forcella a seconda se stiamo pedalando o guidando in discesa. La sua attivazione è progressiva ed elastica e premette di contare sul funzionamento del sistema in modo diretto senza mai sovrastare il lavoro della regolazione manuale del registro della compressione, anzi, una via supporta l’altra. Il sistema SL si apre nel momento in cui arrivano sollecitazioni maggiori e gestisce le alte velocità in maniera autonoma. È disponibile in tre diverse versioni che corrispondono a tre comportamenti differenti della forcella: noi ne abbiamo provate due, una più soft e una più sostenuta, e il comportamento, pur restando di base sensibile e sostenuto, è notevolmente diverso. In rosso la boccola scorrevole, in azzurro quella fissa. Come si intuisce, con lo stelo inserito (quindi verso il fine corsa) si ha una maggiore rigidezza, al contrario delle forcelle tradizionali. Le boccole scorrevoli Come su alcune sospensioni nel mondo moto, le forcelle Bright hanno le boccole di scorrimento inferiori fisse, vicino ai paraoli, mentre quelle superiori sono scorrevoli, ovvero sono fissate alla parte superiore dello stelo, e sono auto-allineanti. Questo fattore è cruciale nel capire il funzionamento della Bright perché, al contrario delle forcelle da bici, man mano che la F929 si comprime le boccole si allontanano e di conseguenza aumenta la sua rigidità proprio quando serve, specialmente dal mid travel a fine corsa sugli impatti maggiori. Il fodero in materiale composito ospita la guida di scorrimento interna. Questa è in alluminio ed è trattata in maniera speciale da un’azienda che effettua lappature per materiale di utilizzo aerospaziale e militare: la precisione è nell’ordine dei micron. La forma a clessidra del fodero serve anche a creare una camera di lubrificazione dove circolano circa 20 ml di olio nello spazio tra le due boccole così da avere uno scorrimento sempre fluido. I piedini studiati per ospitare i Torque Caps offrono una grande superficie di contatto e maggiore rigidezza nell’insieme forcella-mozzo ruota. La Bright F929 NEXT in pillole Materiali: alluminio 7050, 7075-T73, carbonio, kevlar, tecnopolimeri Testa e piedini ricavati dal pieno al CNC Diametro ruota: 29″, compatibile con 27.5+ Mozzo: standard BOOST 110 mm con Torque Cap o versione Predictive Steering di Sram Foderi: carbonio/kevlar/alluminio BRIGHT-RS Ø49 mm Steli: alluminio aerospaziale AA Ø35 mm Escursione: variabile da 140 mm a 160 mm (= 160/180 mm forcelle tradizionali) Diametro disco: 203 mm Sistema di sospensione: BRIGHT-RS ACAD #8 a cartuccia sigillata precaricata Molla: tecnologia BRIGHT-RS CHPC Controllo delle alte velocità: Valvola SL automatica Peso: 2,2 kg rilevati Prezzo: 1.880 euro + iva versione senza parasteli 2.030 euro + iva versione con parasteli Il dettaglio del parastelo chiamato DCMS. Foto: Mariano Spinelli Riguardo al prezzo Per capire meglio una Bright e i suoi prezzi che possono sembrare alti bisogna fare un tuffo dentro la filosofia e la storia di questo brand e del suo sviluppatore. Non si deve pensare infatti a un prodotto di serie, con precise impostazioni prefissate e nemmeno a un prodotto in qualche modo modificabile da un tuning center: questo è un prodotto realizzato da un brand che sviluppa sistemi ad alte prestazioni con decenni di esperienza e che è strutturato come un reparto corse. Questi aspetti, la totale gestione del progetto e dello sviluppo tecnologico uniti alla realizzazione e messa a punto finale completamente personalizzata, creano un prodotto unico ed evolvibile continuamente nel tempo. Il servizio post vendita è esattamente quello del reparto corse, lo stesso che segue gli atleti ufficiali, mentre l’evoluzione del prodotto e della progettazione meccanica viene gestita come un flusso continuo. Queste le parole di Pablo Fiorilli: “non sviluppiamo la progettazione con l’idea di rinnovare la gamma alla fine di un ciclo commerciale. La progettazione è continua e sempre applicata ai prodotti in vendita come a quelli futuri. Questo fa sì che qualunque aspetto venga continuamente migliorato riflettendosi sul prodotto che è ogni mese più raffinato e sempre “upgradabile”. Quando un cliente richiede un nuovo tuning o richiede la modifica della forcella a causa del cambio della bicicletta, trova una scelta di aggiornamenti completamente personalizzabili. Anche in occasione delle revisioni periodiche, senza sovrapprezzo vengono installati aggiornamenti continui. Il rapporto con il cliente e l’evoluzione del prodotto fanno la vera differenza nella filosofia di Bright Racing Shocks. Nel cross country per esempio abbiamo una grossa varietà di scelte che consentono di montare su richiesta dispositivi antibobbing, che permettono di non usare comandi di bloccaggio remoto e che devono essere personalizzati in base allo stile di guida e al livello di performance che si richiede. Questi dispositivi vanno molto oltre alle potenzialità di un prodotto di serie o commerciale, con o senza interventi di tuning aggiuntivi. La tecnologia applicata soprattutto al service rappresenta uno dei punti distintivi del nostro prodotto“. Quello che ne consegue, e qui parliamo soprattutto dell’Enduro e dell’e-Enduro, è che la durata attiva di una forcella come questa è alla fine di molti anni, nei quali le evoluzioni e le messe a punto possono offrire un continuo adeguamento ai cambi di telaio e di stile di guida, mantenendo le prestazioni al top della categoria. La Bright è un prodotto insomma di grande passione e tecnica che vuole ritornare alle origini delle produzioni di una volta in cui non si guardava tanto la “vendibilità” e il consumismo quando si progettava, ma più a “ciò che quel prodotto nel tempo ti poteva dare”. Se consideriamo questi fattori e la esasperata qualità costruttiva, una forcella Bright Racing Shocks costa molto meno, soprattutto nel tempo, di quello che appare guardando i listini. Lo spaccato mostra la cartuccia ACAD, facilmente sostituibile grazie all’apposito attrezzo fornito con l’acquisto.Immagine: Fiorilli Sport Production Sul campo Dopo queste esaustive ma doverose spiegazioni vi posso raccontare “come va”: è stata montata su due eMTB da trail/enduro con 150 mm di escursione e il test si è svolto da ottobre 2022 a marzo 2023. Da anni ero curioso di mettere alla prova una forcella a steli rovesciati in un test “long term”: in passato ne avevo provate alcune per dei brevi giri con poco tempo per regolarle e tutte mi avevano dato sensazioni contrastanti di una buona sensibilità ma poca precisione, specialmente quando il trail diventava impegnativo e sulle contropendenze. Di conseguenza ho accettato di buon grado il fatto che Pablo mi permettesse di montare la F929 NEXT sulla mia ebike il 9 ottobre 2022 durante un evento Bright in zona monte Canto (BG). I trail di quella zona li conosco bene, li avevo appena percorsi con la Fox 36 Factory Fit4 da 150 mm montata di serie sulla mia eMTB. Passare dalla Fox alla Bright, peraltro con condizioni di fango dopo una mattina di pioggia, è stato a dir poco sbalorditivo: più confidenza, maggiore grip e sicurezza nella guida sono state le prime impressioni, confermate e definite nelle prove seguenti. La Ghost E-Riot su cui ho utilizzato la Bright NEXT per quattro mesi al Campo dei Fiori (VA) e a Rive Rosse (VC). Tre test in uno La prima parte del test è stata fatta con una copertura Schwalbe Magic Mary Super Gravity Ultra Soft 2.4″ montata con camera d’aria in poliuretano Schwalbe Aerothan (generalmente uso tubeless più inserto leggero all’anteriore) regolata a 1.2/1.3 bar. Durante i mesi ho provato alcuni setting di pressione trovando il compromesso perfetto intorno ai 50 psi nella camera idraulica, un ritorno abbastanza veloce e il pomello delle compressioni alle basse velocità posizionato a “ore 2”. La seconda parte del test è stata fatta con una Maxxis Assegai 2.5″ WT Maxx Grip DH casing utilizzata a 1.1/1.4 bar (a seconda dei trail) sempre con camera d’aria in poliuretano dove, data la stagione secca e i trail asciutti, ho trovato ancora più confidenza grazie alla bontà del disegno dei tasselli e della mescola a triplo componente MaxxGrip. La terza parte del test è stata sempre con lo stesso pneumatico ma con la Bright dotata di un tuning più progressivo, sempre sulla stesa eMTB (una Ghost E-Riot Trail Pro 2021) e poi su una Moustache Trail 9 2023. La NEXT montata sulla Moustache Trail 9 durante il test in zona Campo dei Fiori (VA). Nei quattro mesi di test l’ho portata su qualsiasi trail e terreno, dalle alpi agli appennini, dal flow di Colazza (NO) e Rive Rosse (VC) alle rocce di Finale e Pietra Ligure (SV). Dovunque, che fosse salita o discesa, salti o pietraie, radici o sentieri semplici, ho sempre avuto una sensazione di maggiore feeling con il mezzo grazie all’aderenza della ruota anteriore su ogni tipo di superficie. Questo si è tradotto in sicurezza e velocità più alte e, per chi guarda anche quello, in molti PR (personal record) su Strava migliorati. La NEXT nei vari contesti In pedalata normale, in piano o in salita, in tutti quei contesti di “small chatter” ovvero piccole sconnessioni (radici, piccoli sassi, selciato, terra smossa) la NEXT funziona come dei moderni auricolari dotati della riduzione del rumore: elimina completamente le frequenze fastidiose sul manubrio e permette di riposare le mani e guidare più rilassati. In salita tecnica, elemento per me fondamentale in sella a una MTB elettrica, fornisce più assorbimento e precisione anche nei tratti a gradoni o ricchi di grosse radici: se è vero che è la ruota posteriore che dà la trazione, quella anteriore è altrettanto importante perché “apre” la strada e se lo fa senza rimbalzi e impuntamenti come la NEXT allora il biker ne trova enorme vantaggio. In discesa l’effetto noise reduction è sempre avvertibile e, a seconda della grandezza degli ostacoli, li filtra o li incassa senza battere ciglio: buche profonde, letti di radici, pietraie prese “a manetta”, atterraggi imprecisi, tutto viene fagocitato dall’idraulica della NEXT restituendo un anteriore più stabile e composto. Nelle staccate anche su terreni molto rotti ho trovato un ottimo sostegno unito al fatto di copiare alla perfezione il terreno: questo senza dover intervenire troppo sulla regolazione idraulica, cosa che invece su altre forcelle, quando si chiudono le basse velocità, si guadagna in sostegno ma si perde in sensibilità. Quindi l’aspetto che sorprende di più della NEXT è che abbia sia la capacità di incassare ma anche di restare sensibile. In più, come già accennato, Pablo può personalizzare il livello di sensibilità iniziale oltre che quello di fine corsa, così come il comportamento generale della forcella. Il test con la cartuccia più progressiva Per le ultime uscite ho installato la Bright sulla mia nuova ebike Moustache Trail 9. Di serie monta una Fox 36 Grip2 Factory da 150 mm e anche qui è stato fatto un test “back to back” sulla stessa salita e discesa. La NEXT mi ha dato maggiore confidenza e mi ha permesso di fare il tempo migliore su un trail che conosco alla perfezione. Sarà perché non avevo ancora trovato un settaggio ottimale per la Fox 36 sulla nuova bici, sarà una sorta di “effetto placebo” perché ormai conoscevo bene la Bright, saranno anche i tempi di Strava che spesso sballano ma il fattore “grip amplificato” si percepisce in maniera netta. Rispetto ai test precedenti, la differenza della cartuccia più progressiva è apprezzabile sui salti, sulle compressioni prese a grande velocità e in generale in ogni momento in cui ci si trova “al limite”: la NEXT, a maggior ragione personalizzata secondo le richieste del biker, dona la capacità di focalizzarsi sul godersi la guida e non preoccuparsi di dove si metta la ruota anteriore. Questa caratteristica l’ho riscontrata anche nei momenti critici, dove una roccia o un errore mi hanno fatto prendere la traiettoria sbagliata finendo in un fosso o in carreggiate profonde: nessun problema per la NEXT, che ha incassato il colpo senza battere ciglio e mi ha permesso di proseguire sul trail. Questo fattore lo trovo molto utile anche in ambito racing perché permette di spostare un po’ più in là i propri limiti e di farlo con maggiore sicurezza. Qualcosa non ci ha convinto? La domanda che tutti mi hanno fatto nei mesi è stata “ma senza archetto, non flette?”. Come spiegato nel paragrafo sulla sua costruzione, la Bright è stata progettata per limitare il più possibile le flessioni ed avere una rigidezza anche superiore alle altre forcelle tradizionali. Ovviamente, nel test “da parcheggio”, prendendo la ruota con le gambe e provando a girare il manubrio si sente una certa flessione. Dove siamo però? In piano e fermi, con la forcella estesa. Nella guida, dove serve, ovvero nei momenti critici, la Bright non flette, anzi, diventa più rigida proprio quando serve. Un paio di volte mi è capitato di percepire una sorta di flessione “in aria”, ovvero mentre in velocità ho staccato le ruote da terra dopo aver preso delle rocce in diagonale come “rampa di lancio” oppure durante il primissimo istante atterrando su ostacoli obliqui rispetto al senso di marcia, come rocce o radici: per sentirla ci vuole innanzitutto una grande sensibilità, ma questa leggera e breve flessione momentanea che ho percepito solo a forcella estesa non influenza minimamente la performance perché appena si atterra, quindi non appena la forcella torna a lavorare, gli steli entrano nei foderi e la rigidezza aumenta esponenzialmente grazie alle boccole superiori scorrevoli. Per essere chiari, questa momentanea e leggera flessione percepita “in volo” o durante lo stacco da terra non mi ha dato nessun problema nella guida. Lo stelo destro, dato che è fondamentalmente vuoto, può rientrare nel fodero. Il perno è realizzato in alluminio di uso aerospaziale. Gli altri aspetti da tenere in considerazione li chiamerei “caratteristiche” e li cito soprattutto per l’utente meno esperto: I due piedini si muovono indipendentemente e quindi installare la ruota è leggermente più complicato che su una forcella tradizionale, ma basta avere cura di allineare la sede del perno. Quando si alza l’anteriore per fare un manual, a volte si sente un “toc” sordo che non è nient’altro che il rumore di fine corsa in estensione: il freno idraulico di fondo corsa, funzionando a olio e non ad aria come altre forcelle, produce un lieve rumore, specie se la forcella è tarata in modo che l’extra corsa negativa di cui abbiamo parlato sia morbida e fruibile (come ho richiesto io a Pablo). Nella Bright c’è anche un tampone di fine corsa ma è raro che si arrivi a “sentire” questo elemento e che la cosa sia fastidiosa. La granitica costruzione dell’archetto. Infine, l’aspetto più evidente ma che è una conseguenza della bontà del prodotto: quando si monta la Bright su una MTB full già “settata”, può essere necessario intervenire sull’ammortizzatore. Difatti, sulla prima eMTB dove è stata montata, la Ghost, la NEXT ha praticamente messo in crisi l’ammortizzatore ad aria Fox Float DPX2 Factory che non copiava il terreno allo stesso modo (essendo anche aumentate le mie velocità in discesa). Ciò mi ha costretto a rivedere profondamente il suo setting installando uno spessore, velocizzando il ritorno e ottenendo più o meno un compromesso perché ne è risultata una migliore lettura del terreno ma un effetto “scalciante” sui salti e sulle compressioni dato il rebound più veloce. Sulla Moustache questo effetto è stato meno evidente ma di sicuro vedo la NEXT accoppiata bene a un ammortizzatore a molla di alta qualità e con possibilità di tarare alte e basse velocità di compressione e ritorno così da poterlo equiparare al lavoro egregio della forcella. Conclusioni La Bright F929 NEXT è un vero e proprio “amplificatore di grip“: tutto il lavoro sulla precisione nelle costruzione, la cartuccia ACAD e le varie tecnologie impiegate creano uno strumento che cambia faccia alla propria MTB o ebike e al nostro modo di guidare. Non si tratta solo di avere una forcella con un “look diverso”: il risultato degli anni di test di Pablo Fiorilli è una sospensione dal peso equiparabile ai competitor, con una risposta estremamente personalizzabile e prestazioni elevate nell’assorbimento e smorzamento degli urti: un prodotto che ci ha a dir poco impressionati a livello di sensibilità, precisione e performance. Per apprezzarlo a fondo serve un minimo di conoscenza dei concetti di base delle sospensioni e un po’ di sensibilità nella guida, per cui la riteniamo una forcella adatta a un pubblico appassionato ed esigente. Il motto del brand è “il piacere di mettere la ruota davanti dove vuoi e goderti la guida” ed è proprio quello che abbiamo sperimentato nel test della Bright NEXT. Come spiegato nel paragrafo precedente, il rapporto qualità prezzo è buono, con 1.900 euro ci si porta a casa un prodotto di altissima gamma, una forcella made in Italy realizzata a mano, personalizzabile praticamente in ogni suo aspetto compresa l’estetica e soprattutto l’idraulica, in cui si possono fare upgrade per anni e che quindi non “invecchia” mai. Il servizio di post vendita che poi offre Pablo è da squadra corse, cosa pressoché impossibile da trovare in altre aziende. Non ci resta che aspettare gli altri gioelllini che ha in serbo Bright Racing Shocks, tra cui la forcella a doppia piastra a steli rovesciati e speriamo in un futuro anche un ammortizzatore Bright da accoppiare a queste spettacolari forcelle. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale Bright Racing Shocks.