MTB: pedali flat o pedali a sgancio rapido? Una guida per scegliere Claudio Riotti 26 Gennaio 2022 Wiki Bike “Ma tu che tipo di pedale consigli?“. Questa è una delle domande poste più frequentemente ai corsi di mtb che tengo in giro per l’Italia e anche nelle discussioni tra biker, colleghi e amici. Qual è il sistema migliore? Flat o sgancio? La risposta è: entrambi! Ambedue le tipologie di pedali si possono utilizzare in svariate discipline della mountain bike, anche se in certi ambiti la scelta di uno o dell’altro è obbligatoria (XC=sgancio rapido; freestyle, trial=flat). Il flat permette una guida senza pensieri, votata al divertimento. I pedali a sgancio rapido sono indicati per chi cerchi l’efficienza, la connessione col mezzo e le alte prestazioni, anche in ambito race (sia XC, enduro o downhill). Un pedale a sgancio rapido per mtb dotato di piattaforma ampia e possibilità di utilizzo dei pin. Pedali e scarpe da mtb, partiamo dalle fondamenta L’importanza di scarpe e pedali è spesso trascurata e ogni giorno, soprattutto in ambito trail/enduro, vedo MTB da migliaia di euro che montano pedali flat scadenti, abbinati (orrore!) a scarpe da tennis, trekking o scarponi da montagna: una pessima scelta se si vuole dialogare con la propria bici. I pedali e le scarpe costituiscono le fondamenta della nostra struttura “biker+bici”. Quando ci alziamo sui pedali, in discesa, circa il 90% del nostro peso è trasferito al movimento centrale attraverso quella piccola porzione di piede che poggia sul pedale. Dal movimento centrale il peso, se ben utilizzato, si divide tra sospensioni, ruote e pneumatici e crea pressione e aderenza a terra: in una parola inglese, grip. Ovviamente, oltre che in discesa, anche nel gesto pedalato la connessione calzatura-pedale assume una grande importanza, così come il posizionamento del piede sul pedale stesso. Nei prossimi paragrafi tratteremo di tutto ciò. Se avete letto il nostro tutorial come scegliere la prima mtb saprete che al momento dell’acquisto la maggioranza delle mountain bike monta degli economici pedali di plastica. Smontateli, usateli come sottobicchiere per la birra e continuate la lettura 😉 Pedali mtb flat, a sgancio o ibridi Le tipologie di pedali mtb presenti sul mercato e utilizzate ai giorni nostri sono essenzialmente tre: i pedali flat o “liberi” i pedali a sgancio, (chiamati anche a sgancio rapido, spd, clipless o automatici) i pedali ibridi – I pedali flat sono simili a dei pedali normali, sono realizzati in alluminio o plastica speciale, presentano una forma piatta e devono essere dotati di pin, cioè piccoli grani o viti sulla superficie che fungono da “denti” per migliorare il grip della scarpa, così da garantire l’aderenza del piede in qualsiasi situazione di guida. – I pedali a sgancio (che molti chiamano spd per comodità, anche se questo sistema si riferisce al meccanismo inventato da Shimano e utilizzato anche su altri pedali) si usano con scarpe apposite che si agganciano al pedale tramite una tacchetta posta sotto la suola. Il sistema di ritenzione della tacchetta è costituito generalmente da un meccanismo a forchetta o a gabbietta e una molla; è concepito per aprirsi con la rotazione del piede sull’asse orizzontale. – I pedali ibridi specifici da mtb (quindi dotati di pin sulla faccia piatta) possono essere una soluzione per chi stia imparando ad usare lo sgancio rapido ma voglia avere comunque la sicurezza del flat. Tuttavia non li utilizzo e li sconsiglio: a mio avviso in questo caso va fatta la scelta, cioè o flat o sganci (a meno che non li usiate su una bici da trekking o una gravel sia in città che nelle gite fuoriporta). Un esempio di pedale per mtb a piattaforma, “flat”. In questo caso il materiale plastico permette di ridurre sia il peso che il prezzo, pur offrendo un ottimo grip grazie ai pin molto sottili e intercambiabili. Badate nella scelta che l’asse non sia più alto dei pin, soluzione che purtroppo alcune aziende (anche blasonate) adottano ma non fornisce adeguato grip (il piede poggia sull’asse). Pedali flat MTB: i vantaggi I flat sono più semplici da usare ma anche loro, se vogliamo la sicurezza e il grip, richiedono scarpe dedicate. Certo, possono essere usati con una scarpa qualunque ma provate una FiveTen o una scarpa flat Specialized e rimarrete sbalorditi dal grip che danno queste scarpe, abbinate a buoni pedali. Le sneakers da tennis o gli scarponcini da montagna non sono nati per stare incollati a dei pin, fate la prova con una scarpa dedicata e vedrete. Al limite iniziate usando un paio di scarpe da skateboard con suola piatta, sono un buon compromesso. Usando scarpe con una suola morbida e senza tacchetta si ottiene un efficiente assorbimento degli urti, la possibilità di camminare tranquillamente e il vantaggio di poter togliere o posizionare il piede “al volo” in caso di necessità, quindi adottare una guida che si può definire “senza pensieri”. In caso di molto fango o neve i flat sono più comodi e relativamente più sicuri. Non hanno bisogno di particolari cure a parte una pulizia ogni tanto, un po’ di manutenzione (se è possibile smontarli) con ingrassaggio del perno e il controllo che boccole e cuscinetti siano in ordine, oltre che i pin da ri-serrare saltuariamente e/o da sostituire se rotti o rovinati. Gli svantaggi dei flat I flat, per essere utilizzati al meglio, richiedono più tecnica degli sganci. Bisogna usare molto le caviglie e in caso di stanchezza, rigidità, scarpe o pedali poco performanti è possibile perdere il contatto col pedale nelle sezioni di trail più dissestate. Anche sui salti e in qualunque momento in cui si stacchino le ruote da terra bisogna saper alzare i talloni per mantenere il grip sui pin del pedale. È necessario fare attenzione a come si pedala, una posizione errata dei piedi fa perdere efficienza ed ergonomia. La spinta su un pedale flat in ambito gravity va data sempre utilizzando l’avampiede, come indicato nel nostro tutorial Come settare la mtb. A volte vedo dei rider che tengono i piedi troppo “a papera” oppure con l’asse del pedale a metà piede. In questo caso la libertà di posizionamento diventa un arma a doppio taglio. Nel gesto pedalato i flat sono inferiori ai pedali a sgancio: questo perché la gamba spinge solamente verso il basso e non può tirare il pedale verso l’alto (o perlomeno non può farlo in maniera così efficiente come se fosse agganciata). La pedalata risulta quindi meno fluida e più dispendiosa: si utilizzano sempre le stesse aree muscolari senza la possibilità di cambiare tipo di pedalata (esempio: con gli spd è possibile pedalare con una gamba che spinge e l’altra che tira, oppure entrambe che tirano, ecc.). Un buon pedale mtb flat deve avere il perno centrale più basso dei lati, per creare una “culla ” per il piede e offrire il massimo grip. Talvolta è necessario sostituire i pin persi o rovinati e l’operazione, a seconda del tipo di pedale, può essere complicata (per questo è meglio evitare pedali che presentino i classici “grani” che fungono da pin e stare su quelli che utilizzino viti filettate passanti -Vedi foto). I pedali flat possono essere pericolosi proprio per via dei pin affilati, ma anche gli spd quando finiscono sugli stinchi sono ben dolorosi e quasi altrettanto taglienti (testato sulla mia pelle). Pedali a sgancio rapido: i pregi I pro: i pedali a sgancio offrono una migliore efficienza in pedalata. Con la pratica si possono apprezzare le qualità di un buon pedale spd o simili abbinato a una buona scarpa, scoprendone i molteplici privilegi. Questi vantaggi sono una guida più rilassata perché sicuri della connessione pedale-scarpa e un miglior controllo della mtb, anche con una frequenza di pedalata alta. Il pedale a sgancio porta benefici nel tecnico in salita, in discesa durante le staccate e nei tratti molto sconnessi, oltre che nei salti e in tutti i casi ci sia da alleggerire o spostare il retrotreno della bici. Come già accennato, solo con gli sganci possiamo effettuare una pedalata rotonda al 100%, utilizzando tutti i muscoli della gamba nell’azione propulsiva. All’occorrenza è possibile scegliere se far riposare alcuni muscoli decidendo solo di tirare o spingere sui pedali, tecnica che con i flat è difficilmente realizzabile. I difetti dei pedali a sgancio Inizialmente l’idea di essere agganciati alla bici può sembrare pericolosa e dare poca fiducia. Per acquisire il movimento di rotazione della caviglia (necessario per sganciare il pedale) serve un certo periodo di pratica, bisogna darsi tempo e partire da un pedale a sgancio con molla regolabile, portando la tensione al minimo. Stesso discorso per quanto riguarda la fase di riaggancio dopo uno stop o durante una sezione tecnica: a seconda del tipo di pedale potrebbe essere difficoltoso trovare subito il punto esatto sotto al piede. Un’altra problematica che ho notato è l’errata gestione della forza con cui si può “tirare la bici a sé” durante un passaggio, un salto o un bunny hop, che spesso nei principianti causa impuntamenti o addirittura ribaltamenti in avanti (in inglese si usa l’acronimo OTB, Over The Bar). In caso di molto fango o neve sui trail, lo spazio intorno alla tacchetta si riempie di detriti e rende l’aggancio difficoltoso, a seconda della marca e modello di pedale. Spesso è sufficiente sbattere le scarpe sul pedale un paio di volte per poter riagganciare, certo è che in questi frangenti ci sia un minimo di perdita di tempo in più rispetto ai flat (tralasciando la componente mentale di essere agganciati ai pedali su terreni fangosi, che molti non sopportano). I pedali a sgancio senza gabbia esterna (da XC) sono molto scivolosi quando si tenta di agganciare se usati con scarpe dalla suola rigida, magari in carbonio e poco tassellata. Il meccanismo dello sgancio, con le molle e le viti che lo compongono, soffre le condizioni troppo umide, fangose e anche quelle troppo secche. Una breve manutenzione dopo ogni uscita è quasi obbligatoria, se vogliamo che il nostro pedale mantenga prestazioni ottime e sia sicuro: spazzolare le molle, rimuovere fango e polvere e lubrificare con uno spray al teflon o PTFE che rende l’aggancio/sgancio molto fluido. Un pedale a sgancio rapido con piattaforma è indicato per un uso all mountan, trail, enduro e downhill: offre più appoggio al piede ed è più robusto. Notare la forma concava. Consigli sulla scelta del pedale mtb Considero obbligatori i pedali flat per imparare e mettere in pratica i rudimenti della mountain bike già accennati (surplace, manual, bunny hop). A molti amici ho consigliato almeno un anno di esperienza sui flat prima di pensare agli sganci. Un buon pedale flat è concavo, sottile ma non troppo, della grandezza giusta, cioè correlata al vostro piede e dotato di pin sottili (non conici; i migliori sono i pin costituiti da viti filettate). Questi devono poter penetrare bene nella suola della scarpa. Gli HT PA03 sono degli ottimi pedali in resina, costano sui 45 euro e durano tantissimo (ne ho un paio che ha quasi 8 anni e va ancora alla grande). Importante – guardate sempre i pedali di profilo: se l’asse del pedale è più alto dei suoi bordi non otterrete mai un buon feeling, il piede tenderà a scivolare sull’asse, rischiando di finirvi sulla tibia. Ed è qui che vi servirebbero i parastinchi… Una volta acquisita la giusta tecnica, magari anche frequentando un corso di guida per essere certi di ottenere un’impostazione corretta, si può pensare di passare ai pedali a sgancio, dapprima provandoli su un prato o una strada in piano. Il “lato oscuro” della mtb Se siete già passati al lato oscuro (come alcuni scherzosamente definiscono il “pedalare agganciati”) e la vostra preferenza va sulla guida all mountain ed enduro, scegliete un pedale clipless con piattaforma esterna; ne abbiamo provati alcuni molto validi. La piattaforma o gabbia esterna non solo protegge il pedali dagli urti ma fornisce un appoggio in caso di tratti scivolosi percorsi con il piede sganciato e appoggiato sul pedale. Quasi tutti gli ultimi modelli sono dotati anche di pin. Esistono pedali con aggancio fisso sui due lati o con un sistema simile a un “frullino” che ruota sul perno centrale. Questi ultimi presentano quattro facce di innesto, in modo da trovare sempre l’angolazione adatta per agganciare la tacchetta. Nel caso dell’enduro e del downhill consiglio di spostare le tacchette più verso i talloni, sacrificando l’ergonomia della pedalata ma ottenendo una posizione del piede più comoda e “potente” in discesa, oltre che un aggancio facilitato. Se invece pedalate più in ambito cross country, la scelta ricadrà su un pedale clipless più piccolo, essenziale, e una scarpa mtb con suola rigida per poter trasferire più potenza alla ruota posteriore. Per questo le tacchette andranno posizionate seguendo le regole della bici da corsa, quindi con l’asse del pedale esattamente sotto alle ossa del metatarso. Ogni azienda produce le proprie tacchette, fornite sempre con i pedali (e non con le scarpe). Attenzione ai vari problemi di incompatibilità tacchette/pedali se già possedete una marca di pedali e volete passare ad un’altra. Un classico pedale spd economico, da cross country, con aggancio su entrambi i lati e sistema con molla a tensione regolabile. Come usare i pedali spd da mountain bike Il primo approccio con i pedali a sgancio va svolto in condizioni di sicurezza, in garage, cortile, meglio ancora un prato (in caso di eventuale caduta). Se il vostro pedale presenta un meccanismo di ritenzione regolabile, allentate la tensione della molla portandola al minimo. Fate tutte le prove del caso appoggiati a un muro, magari aggiustando l’inclinazione sull’asse della tacchetta in modo da sentire i piedi in una posizione naturale per voi (talloni più esterni/interni). La posizione sui pedali, seppur le tacchette diano un minimo di gioco, deve rispecchiare il modo in cui camminiamo: costringere a tenere i piedi paralleli a chi cammini con le punte in dentro o in fuori vorrebbe dire provocare delle infiammazioni alle ginocchia. Una volta sulla bici, durante i primi giri agganciate sganciate molte volte, esagerando il movimento di rotazione del tallone. Cercate di capire come funzioni il pedale: ogni azienda di pedali presenta sistemi di sgancio leggermente differenti. Presa la dovuta confidenza, via alle prime uscite: suggerisco di iniziare con un po’ di “riscaldamento” ogni volta che andate a pedalare, provando e riprovando l’aggancio e lo sgancio in rettilineo e anche in curva, con sella alta e bassa. Provate anche in salita e in discesa. Iniziate con percorsi facili e datevi almeno due/tre mesi di tempo per interiorizzare i movimenti di attacco e stacco dal pedale. Successivamente potrete affrontare percorsi più impegnativi, mantenendo però quei 5 minuti di pratica nel parcheggio prima del giro che vi aiuteranno a migliorare la confidenza e rendere il gesto naturale. Il surplace Per qualunque tipo di biker è obbligatorio fare pratica con il “surplace”, ovvero la tecnica di restare in equilibrio fermi sulla bici senza poggiare i pedi a terra. Il surplace (chiamato trackstand in inglese) è una delle basi della mtb assieme al manual e al bunny hop, di cui potete trovare alcune spiegazioni nell’articolo “La miglior palestra del biker? La pump track“. Se usate gli spd, una volta padroni del surplace potrete agganciarvi ai pedali in qualsiasi situazione e poi partire in sicurezza, senza perdere tempo o rischiare di guidare con un piede agganciato e uno no. Prezzi pedali mtb Un breve capitolo riservato ai prezzi: la scelta della modalità di acquisto è a vostra discrezione, se online o dal negoziante di fiducia. Chiaramente informarsi sui vari prezzi online permette di farsi un’idea di quanto possa costare il modello di pedale che state cercando. Prezzi pedali e scarpe mtb a sgancio rapido I prezzi per qualsiasi modello di pedale clipless senza piattaforma vanno dai 40 euro in su; sul web spesso si trovano occasioni molto interessanti. I pedali clipless con piattaforma invece vanno dai 60 euro in su; per questa tipologia di pedale le scarpe devono essere da trail, da enduro o da downhill, con una suola non troppo rigida, adatta anche a camminare, con prezzi che variano dai 40 euro dei modelli base fino ai 200 euro e oltre per calzature dagli alti contenuti tecnologici. Prezzi pedali flat e scarpe mtb per flat Online si trova di tutto ma attenzione ai modelli: spesso in foto non si capisce bene lo spessore o la forma del pedale. Consiglio di comprare sul web solo dei modelli che già conoscete e avete provato sotto i vostri piedi. I prezzi vanno dai 30 euro per i flat in resina (o modelli in alluminio di qualche anno fa) ai 150/200 euro dei pedali a piattaforma top di gamma con assi in titanio e pesi ultra contenuti. Le aziende di scarpe con prodotti davvero validi in fatto di suola progettata per i pedali flat sono poche; affidatevi a quelle più famose. Come costi partiamo dai 60 euro in su. Con i pedali flat, in discesa, è indispensabile assumere questa posizione con il piede anteriore per avere il massimo grip, e in frenata con entrambi i piedi a talloni bassi. Notare come i pin si inseriscano nella suola della scarpa. Conclusioni: il sistema di pedale migliore è… Come detto in apertura, non fissatevi su una sola tipologia di pedale. Senza dubbio, se siete principianti, un paio di stagioni con dei buoni flat e scarpe dedicate potranno solo giovare alla vostra guida. Dopo aver creato una base corretta potrete sperimentare anche gli sganci, ma il mio consiglio è di non fossilizzarsi su un tipo solo: continuando a cambiare tra flat e clipless vi allenerete a tenere “fresche” le tecniche fondamentali senza sviluppare vizi di guida dannosi. Questo è quello che fanno tutti i pro dell’enduro e del downhill che ammiro, rider estremamente poliedrici come ad esempio Aaron Gwin che passa da BMX a enduro, dh e motocross con estrema naturalezza. Per concludere, basatevi sulle sensazioni che provate, ma sperimentate il più possibile sia i flat che gli sganci prima di dire “no” a priori all’uno o all’altro.