Dopo il test di uno dei pneumatici che ha fatto davvero tanto parlare di sé, ovvero lo Schwalbe Albert Gravity Pro radiale, abbiamo messo alla prova la nuova Magic Mary Gravity Pro 29×2.50, sempre con carcassa radiale.

La Magic Mary radiale alla prima uscita.

Vediamo come si è comportata nei sei mesi di test, ma prima capiamo come è fatta e che particolarità ha l’inedita carcassa radiale introdotta dall’azienda lo scorso anno (e che crediamo molti altri produttori stiano provando e sperimentando sui campi gara MTB).

Se vuoi saperne di più sul marchio leggi la storia del brand Schwalbe.

Il disegno dei tasselli, comprese le scanalature (in inglese “sipes”) è rimasto lo stesso: cavallo che vince non si cambia.

La costruzione radiale

La carcassa radiale, usata da anni nel campo automotive ma nuova nella mountain bike, rappresenta l’innovazione principale della nuova gamma del marchio di Reichshof in Germania.

Di questa linea abbiamo provato e testato anche il nuovo pneumatico Schwalbe SHREDDA Gravity Pro radiale Front e Rear specifico per eMTB e fango, quindi vista la stagione in arrivo vi consigliamo di leggere il nostro test se cercate qualcosa di veramente “gripposo”.

Tornando alla carcassa, la differenza delle costruzioni tradizionali dove i fili si incrociano a 45°, qui i fili sono disposti con un angolo molto più ottuso (più vicino ai 90° rispetto alla direzione di rotazione).

Questa architettura permette una deformazione più localizzata e precisa sul terreno, aumentando l’impronta a terra a parità di pressione (fino al 30% in più) e migliorando la capacità di aderenza e conformazione agli ostacoli.

La struttura offre anche un miglior smorzamento delle vibrazioni e una sensazione di maggiore controllo e sicurezza, specialmente in terreni accidentati, grazie all’effetto “ventosa” sul terreno.

Tuttavia, questa costruzione richiede l’utilizzo di pressioni leggermente più elevate (circa 0,2/0,4 bar in più rispetto a pneumatici da enduro e downhill a doppia carcassa) per supportare adeguatamente il fianco e evitare eccessive deformazioni laterali.

Si può inoltre intuire che questa costruzione radiale porti una leggera diminuzione della scorrevolezza causata dalla maggior impronta a terra ma è un aspetto che, una volta provata, si può trascurare, specie se si utilizza una mountain bike elettrica.

Caratteristiche tecniche

  • Carcasse e mescole disponibili: Addix Soft con carcassa Trail Pro/AddixUltra Soft con carcassa Gravity Pro, entrambe ovviamente radiali
  • Misure disponibili: 27,5×2.50″ – 29×2.50″
  • Peso rilevato pneumatici test con carcassa Gravity (in gr): 1.360/1.370
  • Tallone: Tubeless Ready
  • Carico (kg): 115 kg
  • E-Bike: E-50
  • Epi: 67
  • TIPO: Pieghevole
  • Pressioni: max. Bar: 2,6 Bar
  • Prezzo: 79, 90 euro (73,90 euro carcassa Trail Pro e mescola Soft)

La Magic montata sulla Moustache Game 160.8 dotata della forcella a steli rovesciati Bright F929 Next che abbiamo testato qui.

Il test sul campo

Da circa sei mesi ho montato le nuove Magic nella versione Addix Ultra Soft (l’unica al momento disponibile per questa misura) su una e-MTB Moustache Trail 9 e su una e-MTB Moustache Game.

Come riferimento, sono alto 170 cm, uso una taglia M e peso circa 74 kg vestito con marsupio, casco e protezioni. Potete vedere tutte le uscite effettuate sul mio profilo Strava.

Ho testato questo pneumatico su una vasta gamma di superfici: rocce compatte, terreni smossi, fondi morbidi e compatti in condizioni sia asciutte che bagnate, trail artificiali con salti e sponde, oltre a sentieri naturali con terra scura e aghi di pino.

Generalmente uso degli inserti in entrambe le ruote, nello specifico i Vittoria Air-Liner Protect Enduro e Downhill che abbiamo testato in passato. Per questa prova però ho montato le gomme sempre e solo in modalità tubeless, senza inserti.

A mio avviso le vedo indicate più per un uso downhill, enduro pedalato spinto ed enduro elettrico, con l’ambito “race” che la fa da padrone ma non per questo non possono essere usate tutti i giorni.

È da tenere presente che è comunque un pneumatico pensato per le alte prestazioni e il massimo grip: peso e scorrevolezza passano leggermente in secondo piano.

La pressione più alta è obbligatoria

Le pressioni che ho utilizzato con le Magic radiali hanno variato da 1.3/1.45 bar anteriore e 1.7/1.9 bar al posteriore a seconda dei trail percorsi.

Come con le Albert Gravity, anche le Magic radiali richiedono quindi una pressione più alta, ed è davvero fondamentale sperimentare (manometro digitale sempre in tasca!) diverse pressioni per capire come si comporta il pneumatico in base al nostro peso, utilizzo e stile di guida.

Non fate l’errore di mantenere le stesse pressioni che usate con altre carcasse, vi trovereste con un pneumatico che dà poco sostegno e scorre poco, oltre al rischio di stallonare.

Viceversa, con 0,2/0,4 bar in più si ha un grip aumentato e anche una maggior protezione del cerchio da urti e stallonamenti.

Sui trail

Posso subito affermare che, come la precedente versione, anche la Magic Mary radiale, con i suoi tasselli aggressivi e aperti, eccelle in condizioni bagnate e fangose.

Tuttavia, con questa nuova carcassa ha dimostrato di essere molto più “comoda” e versatile, dato che l’ho usata dalla primavera all’autunno su tantissime superfici diverse. La versione precedente, specie nella doppia carcassa, a volte mi sembrava un po’ estrema per certe uscite in condizioni asciutte e durante giri poco impegnativi.

La Magic a sinistra vicino alla SHREDDA a destra di cui trovate il test qui.

In salita, specialmente con la e-MTB, la nuova Magic dona una trazione incredibile e permette di arrampicarsi sugli strappi più ripidi e tecnici senza mai scivolare, a parte in qualche occasione sulle radici bagnate. Anche qui però la mescola Ultra Soft su entrambe le gomme è fenomenale.

In discesa, la combo Magic anteriore e posteriore è da “sorriso a trentadue denti”: l’aderenza, grazie alla mescola Ultra Soft, è da prima della classe, con la carcassa radiale che “ingloba” gli ostacoli e la tassellatura che permette di guidare come su due binari.

Solo in alcune occasioni, su terreni secchi e molto compatti, non mi ha dato molta confidenza, con i tasselli che flettevano e non riuscivano a mordere il terreno duro e perdite improvvise di aderenza su entrambe le ruote nelle curve in velocità. D’altra parte non è progettata per questi terreni su cui invece la Albert si comporta molto bene.

Per tutte le altre uscite ho sperimentato prestazioni eccellenti su fondi asciutti, umidi o fangosi ma anche su terreni secchi e smossi, con molta ghiaia o sabbia.

La Magic Mary dopo circa 5 mesi di utilizzo: anche se  i tasselli iniziano a scavarsi, il grip resta molto buono.

Durata

La mescola Addix Ultra Soft offre un’aderenza eccezionale sia in frenata che in salita.

È ottima per l’uso all’anteriore mentre vedrei meglio una Addix Soft al posteriore, ma al momento non è presente in catalogo.

Va da sé che il consumo è abbastanza elevato ma questo succede con ogni altro pneumatico con mescola ultra morbida.

Nei sei mesi di test comunque non abbiamo avuto nessun problema di forature, tagli o tasselli strappati e questo è davvero ottimo.

Sono poi passato a una configurazione Magic anteriore e Albert posteriore e queste ultime foto riguardano la ruota anteriore dopo circa 20.000 metri di dislivello negativo e 15.000 positivo.

La Magic all’anteriore dopo sei mesi di utilizzo intenso: seppur diminuito leggermente, il grip è ancora buono.

Conclusioni

La rivoluzionaria carcassa radiale, portata anche sull’iconica Magic Mary, merita di essere provata: offre una sensazione di guida unica rispetto a qualsiasi altro pneumatico che abbia testato.

Ho apprezzato particolarmente la sua morbidezza ed elasticità, caratteristiche che permettono di percepire ogni dettaglio del terreno sottostante mentre si assorbono allo stesso tempo le micro-vibrazioni e gli impatti minori.

Nonostante questa sensibilità, la struttura si dimostra robusta e offre un sostegno eccellente in curva e negli impatti più violenti, a patto di usare pressioni di circa 0,2/0,4 bar più alte rispetto al solito.

Il grip della mescola Addix Ultra Soft è superlativo e fa passare la minor scorrevolezza in secondo piano. La vedo perfetta per un uso “race” su MTB o e-MTB, più indicata all’anteriore, magari in combinazione con una Albert al posteriore.

La carcassa più leggera Trail Pro la vedo utile per chi cerchi un buon compromesso tra peso, scorrevolezza e grip per chi pedala su mountain bike normali, sempre all’anteriore.

ALTRI LINK UTILI

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!