Test pedali MTB a sgancio rapido OneUp “Clip Pedals” Matteo Cevenini 21 Luglio 2025 Test Oggi sulle pagine di Bicilive.it vogliamo parlarvi di OneUp Components, un marchio di accessori per mountain bike con sede a Squamish, nella provincia canadese della Columbia Britannica. L’azienda, ormai conosciuta a livello internazionale, è stata fondata da tre ingegneri che volevano vivere, lavorare e pedalare proprio a Squamish. Questa è una cittadina montana situata a metà strada tra Vancouver e Whistler, famosa per i suoi sentieri di livello mondiale, dove i rider possono mettere davvero alla prova le loro biciclette. Questa condizione rappresenta un “terreno di prova perfetto” per i componenti da mountain bike. Leggi anche la news “V3, i nuovi reggisella telescopici di OneUp Components“. “Clip Pedals”: un nome davvero originale OneUp ha recentemente presentato i suoi nuovi pedali a sgancio rapido che abbiamo ricevuto qualche mese fa nella redazione di Bicilive, insieme ai manubri in carbonio e al manubrio specifico per e-bike, chiamato E-Bar Carbon. A parte il nome, dove sicuramente avrebbero potuto sforzarsi di più, ci sono sembrati molto interessanti. Inoltre, conoscendo già i prodotti proposti da questa azienda canadese, eravamo convinti di poter testare sicuramente qualcosa di valido. Abbiamo quindi montato i Clip Pedals sulle nostre biciclette per poter testare tutte le caratteristiche descritte da OneUp in fase di presentazione. Riassumiamo di seguito i principali aspetti. Fa piacere trovare un packaging interamente in carta e cartone. Pedali OneUp Clip Pedals: caratteristiche tecniche Si tratta di pedali leggeri, adatti anche ad un uso all mountain ma allo stesso tempo resistenti per chi pratica enduro e downhill. La prima sensazione che si avverte è la piattaforma ampia e lo spessore particolarmente sottile: con soli 26,8 mm di spessore, questi sono tra i pedali clipless più sottili al mondo. Il peso di 210 grammi a pedale è molto buono, a cui si aggiungono 60 grammi per le tacchette con le viti (la coppia). Inoltre, come appena accennato, la piattaforma è extra-large, con dimensioni simili a quelle dei pedali da downhill. Questa combinazione di profilo sottile e piattaforma ampia, a detta dell’azienda, dovrebbe ridurre gli urti durante l’utilizzo, cosa che effettivamente si è rivelata corretta. Sono presenti quattro pin per lato, due nella parte anteriore e due in quella posteriore. Non sono regolabili in altezza ma sono removibili e cavi, con un design che facilita l’eliminazione del fango. Mettere dei pin sui pedali a sgancio è sempre una cosa controversa, perché nella maggior parte dei casi la suola della scarpa non riesce ad ingaggiare correttamente i pin. Chiaro, questo dipende sempre dalla forma/spessore della suola e da quanti spessori si usano sotto alle tacchette), ma se si vuole avere una buona performance in fase aggancio/sgancio non si può pensare di avere anche grip sui pin. Il sistema di attacco, realizzato in acciaio inossidabile, è progettato per offrire una sensazione di stabilità senza giochi indesiderati. Funziona con tacchette OneUp (preferibilmente) e con quelle Shimano SPD. Per migliorare la compatibilità tra calzatura e pedale, nella confezione sono inclusi degli spessori da 1 mm da montare sotto la tacchetta se necessario. La regolazione della tensione avviene tramite una vite, posizionata sotto il meccanismo. Nella parte superiore, un indicatore rende evidente la regolazione della molla: una scala con tacche e i simboli + e – permette di identificare facilmente la tensione impostata. Il valore del float è pari a 5 gradi, con un angolo di rilascio di 12 gradi. I pedali clipless di OneUp sono proposti in 8 colori al prezzo di 159,99 euro. Nella confezione è incluso l’attrezzo specifico per smontare il perno, nel caso sia necessario effettuare manutenzione sui cuscinetti e sul sistema dell’asse (quest’ultimo certificato per il downhill). Specifiche tecniche – Peso: 410 g (con perni, 4 per lato) – Spessore: 14,4 mm (corpo), 26,8 mm (attacco) – Dimensioni: 80 mm x 90 mm (L x P) – Larghezza della posizione: 57,5 mm (dal centro dell’attacco al lato del pedale) – Float: 5° (angolo di rilascio di 12°) – Attacchi: Compatibili con SPD (inclusi spessori da 1 mm per la regolazione della vestibilità della scarpa) – Configurazione dei cuscinetti: Cuscinetto igus interno e 3 cuscinetti a cartuccia sigillati esterni – Asse: Acciaio Chromoly con rivestimento Black ED – Perni: Perni filettati M5x8 mm cavi (foro esagonale auto-pulente) – Colori disponibili: Nero, Rosso, Verde, Blu, Arancio, Viola, Grigio, Bronzo Contenuto della confezione – 2x Pedali con clip (1x sinistro, 1x destro) – 4x Perni filettati cavi installati per lato (16 perni totali) – 2x Attacchi OneUp con hardware incluso – 2x Spessori per attacchi – 1x Attrezzo per dado del cuscinetto del pedale Qui Claudio Riotti in azione sui trail di Rive Rosse (BI) durante l’inverno. Se siete curiosi di sapere come vanno gli pneumatici Schwalbe SHREDDA Gravity Radial leggete la nostra recensione. Impressioni di Claudio Riotti Premessa: uso da circa 15 anni sia pedali flat che a sgancio ma, se devo scegliere, per un’uscita enduro preferisco girare agganciato. Sulla gravel e sulla MTB front uso pedali Shimano SPD. Sulle MTB ed E-MTB uso da sempre gli HT T1, a mio avviso ancora il sistema di riferimento per quanto riguarda comodità e affidabilità in tutti i frangenti, anche nel fango. Dieci anni fa usavo i Crankbrothers ma non mi è mai piaciuto il fatto di non poter regolare la tensione delle tacchette e il fatto che queste, essendo in ottone, durino davvero poco. All’inizio di questo test ho montato i pedali Clip Pedals sulla mia Moustache Trail 9 e per qualche uscita sulla mia Transition Patrol. Dopo qualche mese li ho poi montati sulla nuova Moustache Game 2025 che ho in uso per questa stagione. Li ho utilizzati con diverse scarpe tra cui le Suplest Trail Performance, le scarpe MTB a sgancio FOX Union Boa, le nuove Crankbrothers Mallet Trail BOA e anche un paio di vecchie Fizik Gravita Tensor. Li abbiamo provati in tutte le condizioni e nel fango lo sgancio risulta più difficoltoso. Ci è voluto un po’ per abituarsi e per rodare il meccanismo del pedale, stessa cosa per le tacchette originali OneUp. Arrivando da un sistema di sgancio diverso, trovare il “feeling” con i OneUp non è stato semplice. Dopo alcune uscite ho provato a togliere tutti i pin e mi sono trovato meglio. Da sempre uso una regolazione della molla abbastanza dura perché mi piace avere i piedi ben fissati, specialmente su rock garden e salti, momenti in cui uno sgancio inavvertito può portare a serie conseguenze. Ora, dopo alcuni mesi, posso dire che questo pedale è un buon prodotto, ben realizzato, sottile e robusto (testato con diversi impatti su rocce e tronchi). L’aggancio è abbastanza intuitivo, non sempre immediato (specie in caso di suola sporca), mentre lo sgancio è ben avvertibile e non dà alcun problema in condizioni di asciutto. Se c’è fango le cose si complicano e a volte bisogna dare un input davvero troppo forte per sganciare il piede. Questo aspetto non mi è piaciuto molto. Quando si è agganciati il piede ha la giusta libertà angolare di movimento ma in pedalata e in spinta non ci sono fastidiosi movimenti longitudinali come mi è successo con altri pedali. Pur appoggiando sulla struttura del pedale solo ai lati (nel mio caso posteriormente la suola sfiora i due pin), la scarpa ha un buon supporto e non si avverte quella sensazione di avere il piede “come su un guscio di tartaruga” che abbiamo avuto con altri pedali, ad esempio i LOOK X-Track En-Rage. La cosa che consiglio è controllare periodicamente le viti che fissano il meccanismo (torx 15) perché le abbiamo trovate spesso molli (una goccia di frenafiletti leggero potrebbe aiutare). Impressioni di Matteo Cevenini Abbiamo ricevuto in redazione i pedali in concomitanza con la loro presentazione sul mercato, ma dopo poche uscite l’azienda canadese ci ha segnalato un presunto problema e ci ha chiesto di rispedirli per effettuare una modifica a un particolare metallico posteriore di innesto della tacchetta. Abbiamo valutato questa richiesta, prontamente segnalata anche sul sito di OneUp, come un’azione molto professionale, rispettosa della sicurezza e orientata alla piena soddisfazione del cliente. Dopo solo un paio di settimane è arrivata un pacchetto dal Canada con i nostri pedali (sì, quelli che avevamo iniziato a utilizzare) prontamente modificati. Dopo un ulteriore controllo sui serraggi principali, li abbiamo montati nuovamente sulle nostre biciclette. Io sono alto 185 cm e peso circa 80 kg, vestito con attrezzatura da MTB, e ho utilizzato prevalentemente i pedali OneUp con scarpe Ride Concepts Transition sulla mia eMTB Orbea Wild H10. Ci sono volute diverse uscite di circa 2/3 ore per rodare bene i pedali e per ottenere un aggancio/sgancio preciso. Ho regolato la tensione della molla di 3 click partendo dal fondo scala contrassegnato dal simbolo meno. La regolazione avviene tramite una chiave a brugola da 2 mm e visivamente un cursore scorre all’interno di una scala tacchettata. Questo aspetto, pur essendo comune a molti altri brand, mi piace molto perché si ha un feedback immediato per verificare che la regolazione sia uguale su entrambi i pedali. In fase di aggancio il “clack” è decisamente marcato. Inizialmente ho avuto qualche problema nella fase di sgancio sul piede sinistro, probabilmente a causa di un serraggio non corretto della tacchetta, ma dopo qualche uscita e un controllo della tacchetta che si è opportunamente rodata, il problema si è risolto. Sono solito posizionare le tacchette in maniera arretrata e per non avere interferenze con la suola ho rimosso i 2 pin posteriori. Il sistema OneUp prevede quattro pin: due anteriori e due posteriori, che però non sono regolabili in altezza, come invece sono abituato su pedali di altri brand. Questa impossibilità di regolazione sinceramente non mi piace molto. Inoltre, per come ho regolato le tacchette sulle mie scarpe, non sono riuscito ad ottenere un contatto completo tra suola e gabbia del pedale; penso che dipenda da diversi fattori legati al tipo di scarpa e al posizionamento della tacchetta. Durante l’utilizzo, una volta agganciato, si avverte un minimo di movimento laterale, ma mai eccessivo, e durante le discese o quando si frena “a talloni bassi” il piede risulta super stabile. Il senso di sicurezza è davvero elevato. I pedali risultano molto sottili e “filanti”: questo aspetto mi piace molto così come la costruzione generale e l’attenzione ai dettagli. Alla domanda: “Li compreresti?” posso rispondere di sì, per avere una valida alternativa (non per sostituire) ai pedali che utilizzo abitualmente, ovvero dei Crankbrothers Mallet Enduro. Inoltre, la serietà e la passione del personale OneUp si sono rivelate il loro segno distintivo, un aspetto per me molto importante. Per la tipologia di prodotto il prezzo è veramente interessante. Per i rider che cercano il massimo stile, la possibilità di abbinare i pedali ai mozzi è da tenere in considerazione. Altre info Prima di concludere, desideriamo segnalarvi un aspetto molto importante dell’azienda canadese: il programma 1% giveback. OneUp Components dona l’1% delle proprie entrate a gruppi ambientali, organizzazioni benefiche dell’ambiente della bicicletta e associazioni di sentieri per mountain bike. Questo programma è legato alle entrate, il che significa che OneUp effettua tale donazione anche in anni non profittevoli. A prescindere dalle condizioni di mercato, l’1% è parte integrante del modello di business di OneUp, e lo sarà sempre. Come riportato sul sito ufficiale, “Il nostro programma 1% è iniziato con due donazioni: una alla Squamish Off-Road Cycling Association, la nostra associazione locale di sentieri, e un’altra a World Bicycle Relief, un’organizzazione globale che migliora la vita attraverso la bicicletta. Oggi, siamo orgogliosi di supportare organizzazioni non profit che beneficiano persone, sentieri e l’ambiente in tutto il mondo. Quando abbiamo iniziato OneUp nel 2013, ci siamo ispirati al programma 1% for the Planet di Patagonia. Fin dal primo giorno, ci siamo impegnati a donare l’1% di tutte le vendite a cause nobili e continuiamo a farlo. Nel 2024, abbiamo raggiunto un importante traguardo: un milione di dollari in donazioni totali. Siamo orgogliosi di ciò che il nostro piccolo team ha raggiunto.” Conclusioni Dopo mesi di test su trail tecnici e condizioni variabili, i pedali clipless OneUp si sono rivelati come un’opzione abbastanza buona per rider enduro/all-mountain. I punti di forza però – piattaforma ampia e sottile, stabilità laterale e resistenza agli impatti – bilanciano in parte i limiti emersi: nel fango lo sgancio è più difficoltoso; richiedono un rodaggio iniziale piuttosto lungo e necessitano, come tutti i pedali a sgancio, di lubrificazione e controllo periodico. La compatibilità con le tacchette SPD li rende una alternativa ad altri pedali simili ma il prezzo di 159,99 euro rappresenta un investimento forse troppo alto rispetto ad esempio agli Shimano XTR, che sono più economici e leggeri (si trovano online a 120 euro e pesano 398 g l’uno), anche se questi ultimi offrono una piattaforma più piccola come appoggio. Di sicuro i Clip Pedals faranno gola a chi cerca una vasta gamma di colori da scegliere per abbinarli agli altri componenti della propria bici ma nel nostro caso non ci hanno convinto al 100%. Per qualsiasi altra informazione su questi e altri prodotti di OneUp Components vi suggeriamo di consultare il sito ufficiale. 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